Se dovrai attraversare il deserto, non temere, Io sarò con te.
Se dovrai camminare nel fuoco, la sua fiamma non ti brucerà.
Seguirai la mia luce nella notte, sentirai la mia forza nel cammino,

io sono il tuo Dio, Signore.
Sono io che ti ho fatto e plasmato, ti ho chiamato per nome.
Io da sempre ti ho conosciuto e ti ho dato il mio amore.
Perché tu sei prezioso ai miei occhi, vali più del più grande dei tesori,

Io sarò con te dovunque andrai.

La Sindone: un pò di storia

La Sindone compare ufficialmente nella storia a Lirey in Francia tra il 1353 ed il 1356. Ne è proprietario certo Geoffroy de Charny, probabile parente dell’ultimo cavaliere templare giustiziato sul rogo intorno al 1316.
Si hanno però numerosi indizi che fanno pensare ad una sua anteriore presenza sotto altro nome. Questo nome è: “Mandillon di Edessa”.

Siamo nel 544 d.C. e la città di Edessa (attuale Urfa in Tuchia) è sotto lo stringente assedio del re persiano Cosroe. In una nicchia fra le possenti mura della città, ad opera del vescovo Eulalio, viene ritrovata una immagine del volto di Gesù. Fu definita immediatamente “acheiropoieta”; cioè non generata dalla mano dell’uomo. Portata in processione sugli spalti, i persiani furono immediatamente sconfitti. Da allora il “Mandillon” (fazzoletto); venne incorniciato, conservato e venerato nella città fino all’avvento della quarta Crociata (1204), quando Edessa fu vittima di un ignominioso saccheggio proprio ad opera di quei soldati che si definivano difensori del sepolcro di Cristo. Da quel momento del “Mandillon” scompare ogni traccia o quasi.
Si ha ragione di credere che il Sacro “fazzoletto” sia caduto in mano ai cavalieri Templari i quali lo portarono segretamente in Europa ed altrettanto segretamente lo venerarono. Sembra inoltre, che durante il rito di iniziazione al loro cavalierato, all’adepto, per un attimo, veniva concessa la visione del volto di Dio.
In realtà, durante la seconda guerra mondiale, in Gran Bretagna, fra i resti di una casa bombardata, fu ritrovato uno strano oggetto. Si trattava di un pesante coperchio di una cassa di legno, raffigurante una immagine di Cristo, straordinariamente somigliante all’uomo della Sindone. Inoltre quella casa distrutta dalle bombe, nei secoli passati, era stata l’abitazione di un cavaliere Templare.
 
L’immagine sul coperchio in legno trovata in Gran Bretagna
Comunque, l’ordine dei Templari fu sciolto dal re di Francia Filippo “il bello”, tra il 1307 ed il 1314, con una vera e propria epurazione che portò al rogo i maggiori esponenti della setta. Fra questi, ultimo ad essere giustiziato assieme al gran maestro Jacques Molay, ci fu quel Geoffroy de Charnay  parente ed omonimo di Geoffroy de Charny, nelle mani del quale compare ufficialmente per la prima volta la Sindone in Europa.
A questo punto sorge spontanea una domanda: quale può essere il legame fra il “Mandillon” e la Sindone, se il primo, mostrando soltanto un volto, era di pochi centimetri quadrati, mentre la seconda è lunga più di quattro metri?
Lo scienziato americano John Jackson, dopo attenti studi con illuminazione a luce radente, è riuscito a decifrare sul sacro telo i segni di antiche piegature (almeno quattro). Orbene, ripercorrendo quelle pieghe su di un modello in scala, si arriva ad ottenere un oggetto delle dimensioni di un grosso fazzoletto, sul quale corrisponde il volto Sindonico.

Le pieghe sulla Sindone
Concludiamo questo breve capitolo dicendo che attualmente la Sindone è di proprietà della Chiesa, per donazione del defunto re Umberto II ed è conservata a Torino, nella cappella a lei dedicata, nel palazzo reale della città. La famiglia Savoia ne entrò in possesso nel XVIII secolo direttamente da uno degli ultimi esponenti della famiglia de charny che fino a quel momento l’aveva custodita.


Seguimi

Resta aggiornato sui nuovi contenuti : Seguimi su GOOGLE NEWS