"Era incantevole, stupendo e glorioso nella sua innocenza, nella semplicità della sua parola, nella purezza del cuore, nell'amore di Dio. (Tommaso da Celano)
La vita di San Francesco deve essere per noi un esempio. Ricco, bello, intelligente, non gli mancava proprio niente. Ma ne siamo sicuri? Viveva avvolto nella bambagia, figlio unico di un ricco mercante di stoffe…La città di Assisi era ai suoi piedi, ma ecco che un giorno tutto questo benessere diventa un peso da portare, Dio lo chiama, gli fa capire che i suoi beni e tutte le sue ricchezze saranno fonte di perdizione.
Francesco non esita, e come quasi tutti sappiamo, rinuncia a tutto.
La storia lo vede mentre dona le sue ricchezze ai poveri, le stoffe che il padre conserva nel magazzino e i denari. Tutto…rinuncia a tutto pur di seguire il Signore.
Il messaggio che ci lascia è forte: le ricchezze non servono a nulla, il potere, la gloria, la fama, sono il nulla, per salvare la nostra anima dobbiamo essere generosi, dobbiamo dimenticarci di noi stessi per guardare l’altro nostro fratello che ha bisogno d’aiuto. Solo così riscopriremo il piacere di sentirci felici.
I beni materiali sono destinati a scomparire, moriranno con noi, e non porteremo nella tomba nulla, e allora perchè vivere attaccandoci morbosamente alle “cose” e non pensiamo piuttosto di utilizzarle per il bene di tutti?
Non è certo necessario fare come Francesco, ognuno di noi ha la sua vita e la sua chiamata, è importante però che nel nostro piccolo e con le nostre forze noi ci adoperiamo per gli altri.
Seguiamo Francesco, perchè lui ha trovato la vera felicità e chissà che leggendo la sua storia anche noi possiamo scoprirla…tra le braccia del Padre.
________________________________________________________________
Riporto una piccola biografia del Santo, è di P. Pietro Rossi ofm.
INTRODUZIONE
Otto secoli or sono, ad Assisi si è svolta una delle avventure più affascinanti che il mondo abbia mai visto.
Un giovane di nome Francesco, ritenuto dagli amici il più fortunato perché ricco e spensierato, un giorno udì la voce di Dio che lo invitava a seguirlo:
“Francesco va e ripara la mia casa che va in rovina!”
Il giovane comprese che l’invito veniva dall’alto e comportava un cambiamento totale di vita: tentennò, tergiversò, ma poi accolse l’invito.
Rinunciò alle sue ricchezze, si vestì di sacco e andò per il mondo a predicare il bene e la pace.
In vita non volle mai un ruolo importante; scelse di essere l’ultimo, il più povero tra i poveri, il servo di tutti; si accorse di avere trovato il segreto della vera felicità.
Francesco è un mistero.
Lo è stato per i suoi contemporanei e lo è ancor oggi. Di fronte al mistero occorre sostare in silenzio! Solo riflettendo ci si accorge della sua grande personalità e ci si convince che tutto ciò che si scrive di lui è solo un balbettio.
Tommaso da Celano, suo biografo, ha sperimentato per primo l’insufficienza della parola umana: “È bene che io deponga la penna!”. Ciò che mi spinge a scrivere è la ricorrenza di un evento storico: l’8° centenario dell’origine e approvazione del carisma francescano.
Fratello!
Non meravigliarti se ti chiamo così; per Francesco erano tutti fratelli: anche tu. Forse è la prima volta che leggi qualche pagina sul Poverello d’Assisi.
Sarà per te una scoperta!
Potrai incontrare l’amico che, forse inconsciamente, da tempo, desideravi conoscere: un uomo come te, eppure tanto diverso; una diversità che è un invito, ma anche un dono di amicizia.
Fratello, hai sentito?
Francesco abbracciando il Vangelo ha trovato la libertà, ha scoperto la vera felicità.
È quello che auguro anche a te, caro fratello.
Sono pienamente consapevole che ormai nulla di nuovo si può scrivere su questo grande santo.
Colgo la ricorrenza centenaria della fondazione dell’ Ordine Serafico per avvicinarlo.
Mi sono proposto di studiare le Fonti francescane per scoprire il “vero” Francesco, tutto l’uomo, l’uomo santo: quello posseduto da Cristo per donarlo agli amici perché lo conoscano e lo amino.
Lo farò con stile semplice e limpido, molto francescano.
Se riuscirò a raggiungere, in qualche modo questo scopo, mi sentirò sufficientemente ripagato della modesta fatica compiuta.
P Pietro Rossi