Se dovrai attraversare il deserto, non temere, Io sarò con te.
Se dovrai camminare nel fuoco, la sua fiamma non ti brucerà.
Seguirai la mia luce nella notte, sentirai la mia forza nel cammino,

io sono il tuo Dio, Signore.
Sono io che ti ho fatto e plasmato, ti ho chiamato per nome.
Io da sempre ti ho conosciuto e ti ho dato il mio amore.
Perché tu sei prezioso ai miei occhi, vali più del più grande dei tesori,

Io sarò con te dovunque andrai.

Vangelo del giorno 28 novembre 2014

Antifona d'ingresso
Il Signore parla di pace
al suo popolo, e ai suoi fedeli
e a quanti ritornano a lui con tutto il cuore. (Sal 85,9)
 
 
Apocalisse 20,1-4.11-15.21,1-2.
Io, Giovanni, vidi un angelo che scendeva dal cielo con la chiave dell'Abisso e una gran catena in mano.
Afferrò il dragone, il serpente antico - cioè il diavolo, satana - e lo incatenò per mille anni;
lo gettò nell'Abisso, ve lo rinchiuse e ne sigillò la porta sopra di lui, perché non seducesse più le nazioni, fino al compimento dei mille anni. Dopo questi dovrà essere sciolto per un pò di tempo.
Poi vidi alcuni troni e a quelli che vi si sedettero fu dato il potere di giudicare. Vidi anche le anime dei decapitati a causa della testimonanza di Gesù e della parola di Dio, e quanti non avevano adorato la bestia e la sua statua e non ne avevano ricevuto il marchio sulla fronte e sulla mano. Essi ripresero vita e regnarono con Cristo per mille anni;
Vidi poi un grande trono bianco e Colui che sedeva su di esso. Dalla sua presenza erano scomparsi la terra e il cielo senza lasciar traccia di sé.
Poi vidi i morti, grandi e piccoli, ritti davanti al trono. Furono aperti dei libri. Fu aperto anche un altro libro, quello della vita. I morti vennero giudicati in base a ciò che era scritto in quei libri, ciascuno secondo le sue opere.
Il mare restituì i morti che esso custodiva e la morte e gli inferi resero i morti da loro custoditi e ciascuno venne giudicato secondo le sue opere.
Poi la morte e gli inferi furono gettati nello stagno di fuoco. Questa è la seconda morte, lo stagno di fuoco.
E chi non era scritto nel libro della vita fu gettato nello stagno di fuoco.
Vidi poi un nuovo cielo e una nuova terra, perché il cielo e la terra di prima erano scomparsi e il mare non c'era più.
Vidi anche la città santa, la nuova Gerusalemme, scendere dal cielo, da Dio, pronta come una sposa adorna per il suo sposo.

Salmi 84(83),3.4.5-6a.8a.
L'anima mia languisce e brama
gli atri del Signore.
Il mio cuore e la mia carne
esultano nel Dio vivente.

Anche il passero trova la casa,
la rondine il nido, dove porre i suoi piccoli,
presso i tuoi altari, Signore degli eserciti,
mio re e mio Dio.

Beato chi abita la tua casa:
sempre canta le tue lodi!
Beato chi trova in te la sua forza;
cresce lungo il cammino il suo vigore.

+ Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Luca 21,29-33.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli una parabola: «Guardate il fico e tutte le piante;
quando gia germogliano, guardandoli capite da voi stessi che ormai l'estate è vicina.
Così pure, quando voi vedrete accadere queste cose, sappiate che il regno di Dio è vicino.
In verità vi dico: non passerà questa generazione finché tutto ciò sia avvenuto.
Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno».

Meditazione del giorno
San Gregorio Magno (ca 540-604), papa, dottore della Chiesa
Omelie sui Vangeli, n° 1
 
“Sappiate che il regno di Dio è vicino”
    “Guardate il fico e tutte le piante; quando già germogliano, guardandoli capite da voi stessi che ormai l'estate è vicina. Così pure, quando voi vedrete accadere queste cose, sappiate che il regno di Dio è vicino”. E’ come se il nostro Redentore dicesse chiaramente: “Se si riconosce l’estate prossima dai frutti sugli alberi, si può lo stesso riconoscere dalla rovina del mondo che il Regno di Dio è vicino”. Queste parole ci mostrano bene che il frutto del mondo è la sua rovina; non cresce che per cadere; germoglia per far perire con delle calamità ciò che avrà fatto germogliare. A ragione il Regno di Dio è paragonato all’estate, poiché allora passeranno le nuvole della nostra tristezza e brilleranno della luminosità dell’Eterno Sole i giorni della vita…

    “I cieli e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno”. Nulla nella natura delle cose materiali è più duraturo del cielo e della terra e nulla quaggiù passa più presto di una parola pronunciata… Il Signore dice perciò: “I cieli e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno”. E’ come se dicesse chiaramente: “Tutto quanto è duraturo intorno a voi, non lo è per l’eternità; e tutto quanto in me sembra passare è in realtà fissato e non passa, poiché la mia parola che passa esprime pensieri che restano senza poter mutare”…

    Fratelli miei, non amate dunque questo mondo, che non potrà durare a lungo, come vedete. Fissate nello spirito il comandamento che l’apostolo Giovanni ci dà per metterci in guardia: “Non amate né il mondo, né le cose del mondo! Se uno ama il mondo, l'amore del Padre non è in lui” (1Gv 2,15). 



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