Scopriamo la storia.....leggi qui:
Un fatto straordinario
Quasi per scommessa...
Due uomini discutono serenamente tra loro,
in una villa di Roma.
L'uno è il barone De Bussières. L'altro
è il giovane Alfonso Ratisbonne, ebreo. Siamo nel 1842.
Ascoltiamo che cosa stanno dicendo.
-Vorrei chiedervi un favore- dice il
barone De Bussières al giovane Ratisbonne.
-Vediamo di che si tratta?- risponde il
giovane.
-Semplicemente di questo; accettare di
portare indosso questa medaglia. Secondo il vostro modo di vedere, la cosa
dovrebbe essere del tutto indifferente, mentre a me recherebbe un grande
piacere.
-Se è così, per dimostrarvi che gli
ebrei non sono poi tanto ostinati e testardi come si crede, accetto di portare
la vostra medaglia.
A questo punto, il giovane Ratisbonne
racconta lui stesso ciò che avvenne e ciò che egli disse: -Detto, fatto. Il
barone mi mette al collo la medaglia, mentre io, scoppiando a ridere, esclamo:
"Eccomi ormai cattolico, apostolico, romano"-
Chi è Alfonso Ratisbonne?
È un giovane ebreo, già al colmo della
sua fortuna. Dalla vita ha avuto tutto. Da poco tempo si è anche fidanzato con
una ragazza di nome Flora. Quanto alla sua fede: "Non credevo più neanche
in Dio", confesserà dopo.
Ma la Madonna, Madre universale, vegliava
su di lui, e lo attendeva a Roma. Qui lo fece capitare per caso nella Chiesa di
S. Andrea delle Fratte, e gli operò il miracolo che avrebbe rivoluzionato tutta
la sua vita brillante quanto effimera e fatua.
Tutto era iniziato appunto da quella
medaglietta miracolosa che gli era stata offerta dall'amico barone De Bussières,
e che egli aveva accettato solo per fargli piacere.
Si era lasciato mettere al collo la
Medaglia; ci aveva scherzato sopra, ma già non ci pensava più.
L'amico barone, però, sapeva quel che
faceva era uomo di fede, confidava nella potenza miracolosa della medaglietta, e
pregava intensamente perché l'Immacolata operasse nell'animo di Alfonso,
disfatto dall'incredulità.
La notte di quello stesso giorno,
svegliatosi di soprassalto, Alfonso vide alta dinanzi a sé l'immagine di una
grande Croce, di forma particolare, senza Gesù Crocifisso, che egli inutilmente
tentò di scacciare.
Era la Croce della Medaglia miracolosa. Ma
egli non lo sapeva, perché non aveva neppure guardato la Medaglia che portava
indosso, né lo interessava affatto guardare una Medaglia! Proprio lui !
Il giorno seguente...
Il giorno seguente, stranamente, Alfonso
si sentì spinto ad accompagnare lo stesso amico De Bussières alla Chiesa di S.
Andrea delle Fratte, dove il barone aveva da sbrigare una commissione di lavoro.
La carrozza si fermò sulla piazzetta
della Chiesa. Scesero tutti e due. Il barone entrò in Chiesa e si recò subito
in sacrestia per incontrarsi con le persone interessate alla commissione.
Alfonso, invece, dapprima esitante, entrò poi anche lui nella Chiesa. E si
trovò solo, distratto e vuoto.
"La Chiesa di S. Andrea delle Fratte
-così egli stesso racconta in seguito- è piccola, povera e quasi sempre
deserta. Quel giorno ero solo o quasi solo. Nessun oggetto d'arte attirava la
mia attenzione. Passeggiavo macchinalmente girando gli sguardi attorno a me.
Ricordo soltanto che un cane nero scodinzolava dinanzi a me... Ben presto anche
quel cane disparve. La Chiesa intera disparve; io non vidi più nulla... O
meglio, mio Dio, io vidi una sola cosa! ...
Come potrei parlarne? La parola umana non
può facilmente esprimere ciò che è inesprimibile. Quando arrivò il barone De
Bussières mi trovò col volto rigato di pianto. Non potei rispondere alle sue
domande... tenevo in mano la medaglia che avevo appesa al collo e coprivo di
baci l'immagine della Vergine...Era Lei, sicuramente Lei!
Non sapevo dove ero, non sapevo se ero
Alfonso o un altro; provavo in me un tale cambiamento che mi pareva essere un
altro; cercavo di ritrovare me stesso e non mi ritrovavo... Non riuscivo a
parlare; non volevo dire niente; sentivo in me qualche cosa di solenne e di
sacro che mi costringeva a cercare un sacerdote".
Più tardi, calmatasi la vivissima
emozione provata, così spiegò all'amico "Ero da pochi istanti nella
chiesa di S. Andrea, quando, improvvisamente, mi sentii afferrato da un
turbamento inesprimibile. Alzai gli occhi; l'edificio intero era come scomparso
ai miei sguardi; una sola cappella aveva concentrato tutta la luce. In un grande
fascio di luce, mi è apparsa, dritta, sull'altare, alta, brillante, piena di
maestà e di dolcezza, la Vergine Maria, quale si vede sulla Medaglia
Miracolosa; una forza irresistibile mi ha spinto verso di Lei. La Vergine mi ha
fatto segno con la mano di inginocchiarmi. Mi è parso che dicesse: 'Bene!' Non
mi ha parlato, ma io ho compreso tutto".
Proprio la Vergine della Medaglia
Miracolosa era dunque apparsa ad Alfonso Ratisbonne quel giovedì 20 gennaio
1842.
75 anni più tardi.
75 anni più tardi, il 20 gennaio 1917, ,a
Roma, nella Cappella del Collegio Internazionale dei Frati Minori Conventuali,
il Padre Rettore sta raccontando ai giovani frati l'episodio della prodigiosa
conversione dell'ebreo Alfonso Ratisbonne, divenuto poi gran Servo di Dio e
morto in concetto di santità.
Tra questi c'è un giovane straordinario
è fra' Massimiliano Maria Kolbe, l'ardente innamorato dell'Immacolata, colui
che darà vita al Movimento mariano più vasto dell'epoca moderna, la Milizia
dell'Immacolata, un esercito di cavalieri schierati in campo sotto la guida
dell'Immacolata, la Celeste Condottiera e Invincibile guerriera che
"schiaccerà il capo" al nemico (Gn 3,15).
Con estremo interesse fra' Massimiliano
ascolta il racconto della conversione di Alfonso Ratisbonne. Ne rimane
visibilmente commosso. si rende conto del valore della Medaglia miracolosa, di
cui l'Immacolata si serve per operare fatti di grazia anche portentosi.
Gli balena allora nell'animo l'ispirazione
di servirsi della Medaglia miracolosa come scudo e insegna dei "cavalieri
dell'Immacolata", come scorta di "proiettili" e "mine"
spirituali che i cavalieri dovranno adoperare per fare breccia negli animi
chiusi e duri alle operazioni della grazia divina.
È un'ispirazione. Fra' Massimiliano non
la lascia passare a vuoto. L'accoglie e la custodisce nel cuore. Un giorno non
lontano la Milizia dell'Immacolata -il 16 ottobre dello stesso anno- partirà
con la Medaglia miracolosa quale insegna e arma dei novelli cavalieri.
Da quel 20 gennaio, inoltre, fra'
Massimiliano amò di un amore speciale la Chiesa di S. Andrea delle Fratte; la
visitava frequentemente e vi sostava in devota orazione. Quando divenne
Sacerdote, infine, volle celebrare la sua prima S. Messa all'altare dove la
Madonna era apparsa all'ebreo Alfonso Ratisbonne.
Sacerdote di Gesù e Cavaliere
dell'Immacolata, San Massimiliano è l'apostolo mariano dei tempi nuovi, folle
di amore, ardente di zelo, forte del celeste pegno della Medaglia miracolosa.