Si dice che una visione avesse annunciato a Costantino la vittoria a patto che combattesse sotto il simbolo cristiano della croce. Per questo, con l’editto di Milano del 313, egli avrebbe concesso libertà di culto ai cristiani mettendo fine alla loro persecuzione.
In realtà Costantino concesse la stessa libertà a tutte le religioni dell’impero, e quindi anche ai cristiani fu riconosciuta la libertà di professare la propria fede, di organizzarsi e di riunirsi. Costantino aveva compreso che l’appoggio dei cristiani era determinante per sconfiggere gli avversari e consolidare il suo potere: cercò quindi il loro appoggio, quello delle loro Chiese e dei loro vescovi. L’impero aveva bisogno dei cristiani e stabilì un compromesso con loro. Del resto Costantino non si convertì alla fede cristiana, come fecero invece alcuni membri della sua famiglia, tra i quali la madre Elena che visitò la Palestina in cerca della “vera Croce” sulla quale Gesù era stato crocefisso.
Così recita l’editto:
« Noi, dunque Costantino Augusto e Licinio Augusto, essendoci incontrati proficuamente a Milano e avendo discusso tutti gli argomenti relativi alla pubblica utilità e sicurezza, fra le disposizioni che vedevamo utili a molte persone o da mettere in atto fra le prime, abbiamo posto queste relative al culto della divinità affinché sia consentito ai Cristiani e a tutti gli altri la libertà di seguire la religione che ciascuno crede, affinché la divinità che sta in cielo, qualunque essa sia, a noi e a tutti i nostri sudditi dia pace e prosperità. »L’ascesa del Cristianesimo continuò fino all’ editto di Tessalonica emanato nel 380 dall’imperatore Teodosio, che riconosceva il Cristianesimo religione di Stato: tutti gli altri culti erano aboliti.
La parola di Cristo si diffuse al punto che già nel V secolo i cristiani poterono cominciare a definirsi cattolici, in quanto membri di una società “universale”, destinata cioè a raccogliere in una sola fede tutta l’umanità.