Se dovrai attraversare il deserto, non temere, Io sarò con te.
Se dovrai camminare nel fuoco, la sua fiamma non ti brucerà.
Seguirai la mia luce nella notte, sentirai la mia forza nel cammino,

io sono il tuo Dio, Signore.
Sono io che ti ho fatto e plasmato, ti ho chiamato per nome.
Io da sempre ti ho conosciuto e ti ho dato il mio amore.
Perché tu sei prezioso ai miei occhi, vali più del più grande dei tesori,

Io sarò con te dovunque andrai.

6° comandamento: Non commettere atti impuri

Non commettere adulterio (Es 20,14)). Avete inteso che fu detto: “Non commettere adulterio”; ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel suo cuore» (Mt 5,27-28).

l libro dell’Esodo 20,14 così cita:”Non commettere adulterio” e usa questa espressione per indicare il peccato degli atti impuri, perché l’adulterio è la forma più grave di impurità sessuale.
Gli atti impuri sono tutte quelle abitudini sbagliate che portano l’uomo a compiere azioni che non sono dettate dall’amore inteso come dono di se e rispetto dell’altro ma, sopratutto da desideri carnali legati al soddisfacimento di un piacere venereo.
L’uomo e la donna creati ad immagine di Dio, devono avere rispetto per il proprio corpo e per quello dell’altro. Essi devono vivere con castità l’amore che Dio gli ha dato, qui intesa la castità, come positiva integrazione della sessualità nella persona.
L’articolo del catechismo della Chiesa Cattolica n° 2339 così cita: - La castità richiede l’acquisizione del dominio di sé, che è pedagogia per la libertà umana. L’alternativa è evidente: o l’uomo comanda alle sue passioni e consegue la pace, oppure si lascia asservire da esse e diventa infelice. «La dignità dell’uomo richiede che egli agisca secondo scelte consapevoli e libere, mosso cioè e indotto da convinzioni personali, e non per un cieco impulso o per mera coazione esterna. Ma l’uomo ottiene tale dignità quando, liberandosi da ogni schiavitù delle passioni, tende al suo fine con scelta libera del bene, e si procura da sé e con la sua diligente iniziativa i mezzi convenienti».
La sessualità diventa umana quando è integrata in modo giusto nella relazione da persona a persona, diviene peccato quando si cede al vizio della lussuria, della masturbazione,della fornicazione, e ancora con la pornografia, la prostituzione, lo stupro.
2357 - L’omosessualità designa le relazioni tra uomini o donne che provano un attrattiva sessuale, esclusiva o predominante, verso persone del medesimo sesso. Si manifesta in forme molto varie lungo i secoli e nelle differenti culture. La sua genesi psichica rimane in gran parte inspiegabile. Appoggiandosi sulla Sacra Scrittura, che presenta le relazioni omosessuali come gravi depravazioni, la Tradizione ha sempre dichiarato che «gli atti di omosessualità sono intrinsecamente disordinati». Sono contrari alla legge naturale. Precludono all’atto sessuale il dono della vita. Non sono il frutto di una vera complementarità affettiva e sessuale. In nessun caso possono essere approvati.
2359 - Le persone omosessuali sono chiamate alla castità. Attraverso le virtù della padronanza di sé, educatrici della libertà interiore, mediante il sostegno, talvolta, di un’amicizia disinteressata, con la preghiera e la grazia sacramentale, possono e devono, gradatamente e risolutamente, avvicinarsi alla perfezione cristiana.
Altri peccati legati al 6° comandamento sono quelli che riguardano la vita di due sposi, e sono
-L’adulterio questa parola designa l’infedeltà coniugale. Quando due persone, di cui almeno una è sposata, intrecciano tra loro una relazione sessuale, anche episodica, commettono un adulterio.
Il divorzio Il divorzio è una grave offesa alla legge naturale. Esso pretende di sciogliere il patto, liberamente stipulato dagli sposi, di vivere l’uno con l’altro fino alla morte. Il divorzio offende l’Alleanza della salvezza, di cui il Matrimonio sacramentale è segno. Il fatto di contrarre un nuovo vincolo nuziale, anche se riconosciuto dalla legge civile, accresce la gravità della rottura: il coniuge risposato si trova in tal caso in una condizione di adulterio pubblico e permanente: «Se il marito, dopo essersi separato dalla propria moglie, si unisce ad un’altra donna, é lui stesso adultero, perché fa commettere un adulterio a tale donna; e la donna che abita con lui é adultera, perché ha attirato a sé il marito di un’altra».
- L’incesto consiste in relazioni intime tra parenti o affini, in un grado che impedisce tra loro il matrimonio. San Paolo stigmatizza questa colpa particolarmente grave: «Si sente da per tutto parlare d’immoralità tra voi (…) al punto che uno convive con la moglie di suo padre! […] Nel nome del Signore nostro Gesù, (…) questo individuo sia dato in balia di Satana per la rovina della sua carne…» (I Cor 5,1.3-5). L’incesto corrompe le relazioni familiari e segna un regresso verso l’animalità.
2389 - Si possono collegare all’incesto gli abusi sessuali commessi da adulti su fanciulli o adolescenti affidati alla loro custodia. In tal caso la colpa è, al tempo stesso, uno scandaloso attentato all’integrità fisica e morale dei ragazzi, i quali ne resteranno segnati per tutta la loro vita, ed è altresì una violazione della responsabilità educativa.
La poligamia che è in contrasto con la legge morale. Contraddice radicalmente la comunione coniugale; essa, «infatti, nega in modo diretto il disegno di Dio quale ci viene rivelato alle origini, perché è contraria alla pari dignità personale dell’uomo e della donna, che nel matrimonio si donano con un amore totale e perciò stesso unico ed esclusivo».

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