V DOMENICA DI QUARESIMA (ANNO B)
Antifona d'ingresso
Fammi giustizia, o Dio, e difendi la mia causa
contro gente senza pietà;
salvami dall’uomo ingiusto e malvagio,
perché tu sei il mio Dio e la mia difesa. (Sal 43,1-2)
Fammi giustizia, o Dio, e difendi la mia causa
contro gente senza pietà;
salvami dall’uomo ingiusto e malvagio,
perché tu sei il mio Dio e la mia difesa. (Sal 43,1-2)
Dal libro del profeta Geremìa ( Ger 31,31-34 )
Ecco, verranno giorni – oracolo del Signore –, nei quali con la casa d’Israele e con la casa di Giuda concluderò un’alleanza nuova. Non sarà come l’alleanza che ho concluso con i loro padri, quando li presi per mano per farli uscire dalla terra d’Egitto, alleanza che essi hanno infranto, benché io fossi loro Signore. Oracolo del Signore.
Questa sarà l’alleanza che concluderò con la casa d’Israele dopo quei giorni – oracolo del Signore –: porrò la mia legge dentro di loro, la scriverò sul loro cuore. Allora io sarò il loro Dio ed essi saranno il mio popolo. Non dovranno più istruirsi l’un l’altro, dicendo: «Conoscete il Signore», perché tutti mi conosceranno, dal più piccolo al più grande – oracolo del Signore –, poiché io perdonerò la loro iniquità e non ricorderò più il loro peccato.
Sal 50Crea in me, o Dio, un cuore puro. scarica mp3 pdf
Pietà di me, o Dio, nel tuo amore;
nella tua grande misericordia
cancella la mia iniquità.
Lavami tutto dalla mia colpa,
dal mio peccato rendimi puro.
Crea in me, o Dio, un cuore puro,
rinnova in me uno spirito saldo.
Non scacciarmi dalla tua presenza
e non privarmi del tuo santo spirito.
Rendimi la gioia della tua salvezza,
sostienimi con uno spirito generoso.
Insegnerò ai ribelli le tue vie
e i peccatori a te ritorneranno.
Dalla lettera agli Ebrei ( Eb 5,7-9 )
Cristo, nei giorni della sua vita terrena, offrì preghiere e suppliche, con forti grida e lacrime, a Dio che poteva salvarlo da morte e, per il suo pieno abbandono a lui, venne esaudito.
Pur essendo Figlio, imparò l’obbedienza da ciò che patì e, reso perfetto, divenne causa di salvezza eterna per tutti coloro che gli obbediscono.
Ecco, verranno giorni – oracolo del Signore –, nei quali con la casa d’Israele e con la casa di Giuda concluderò un’alleanza nuova. Non sarà come l’alleanza che ho concluso con i loro padri, quando li presi per mano per farli uscire dalla terra d’Egitto, alleanza che essi hanno infranto, benché io fossi loro Signore. Oracolo del Signore.
Questa sarà l’alleanza che concluderò con la casa d’Israele dopo quei giorni – oracolo del Signore –: porrò la mia legge dentro di loro, la scriverò sul loro cuore. Allora io sarò il loro Dio ed essi saranno il mio popolo. Non dovranno più istruirsi l’un l’altro, dicendo: «Conoscete il Signore», perché tutti mi conosceranno, dal più piccolo al più grande – oracolo del Signore –, poiché io perdonerò la loro iniquità e non ricorderò più il loro peccato.
Sal 50Crea in me, o Dio, un cuore puro. scarica mp3 pdf
Pietà di me, o Dio, nel tuo amore;
nella tua grande misericordia
cancella la mia iniquità.
Lavami tutto dalla mia colpa,
dal mio peccato rendimi puro.
Crea in me, o Dio, un cuore puro,
rinnova in me uno spirito saldo.
Non scacciarmi dalla tua presenza
e non privarmi del tuo santo spirito.
Rendimi la gioia della tua salvezza,
sostienimi con uno spirito generoso.
Insegnerò ai ribelli le tue vie
e i peccatori a te ritorneranno.
Dalla lettera agli Ebrei ( Eb 5,7-9 )
Cristo, nei giorni della sua vita terrena, offrì preghiere e suppliche, con forti grida e lacrime, a Dio che poteva salvarlo da morte e, per il suo pieno abbandono a lui, venne esaudito.
Pur essendo Figlio, imparò l’obbedienza da ciò che patì e, reso perfetto, divenne causa di salvezza eterna per tutti coloro che gli obbediscono.
In quel tempo, tra quelli che erano saliti per il culto durante la festa c’erano anche alcuni Greci. Questi si avvicinarono a Filippo, che era di Betsàida di Galilea, e gli domandarono: «Signore, vogliamo vedere Gesù». Filippo andò a dirlo ad Andrea, e poi Andrea e Filippo andarono a dirlo a Gesù.
Gesù rispose loro: «È venuta l’ora che il Figlio dell’uomo sia glorificato. In verità, in verità io vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto. Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna. Se uno mi vuole servire, mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servitore. Se uno serve me, il Padre lo onorerà. Adesso l’anima mia è turbata; che cosa dirò? Padre, salvami da quest’ora? Ma proprio per questo sono giunto a quest’ora! Padre, glorifica il tuo nome».
Venne allora una voce dal cielo: «L’ho glorificato e lo glorificherò ancora!».
La folla, che era presente e aveva udito, diceva che era stato un tuono. Altri dicevano: «Un angelo gli ha parlato». Disse Gesù: «Questa voce non è venuta per me, ma per voi. Ora è il giudizio di questo mondo; ora il principe di questo mondo sarà gettato fuori. E io, quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me». Diceva questo per indicare di quale morte doveva morire.
Meditazione
Come in natura, il chicco di grano muore per generare una nuova vita, così Gesù, con la sua morte, riconduce tutto quanto al Padre. Non è l’acclamazione del popolo che farà venire il Regno, ma il consenso del Padre.
Con una metafora Gesù spiega il contenuto e il significato dell'ora che ormai incombe sulla sua vita: come il chicco di grano egli deve morire perché tutti abbiano la possibilità di entrare in comunione di vita con il Padre.
È la logica che permea l'esistenza cristiana: incontrare Gesù implica seguirlo in una scelta di vita che si fa dono per gli altri. C'è chi pensa che la fede sia una garanzia, una specie di polizza di assicurazione contro gli infortuni della vita, una dottrina che insegna a “comportarsi bene” e a non far male a nessuno.
Gesù presenta un quadro radicalmente diverso e una legge molto più esigente: essere cristiani implica seguire Gesù... Che significano, infatti, quelle parole paradossali: «Chi ama la sua vita la perde, e chi odia la sua vita in questo mondo la conserverà per la vita eterna»?
Chi si aggrappa al proprio egoismo e alle illusioni umane, potere, successo, sensualità..., conoscerà un'esistenza sterile, chiusa. Chi, invece, sa dimenticare se stesso e offrire con amore la propria vita, se la ritroverà in pienezza. Il valore di una persona è legato a ciò che dona.
È la logica che permea l'esistenza cristiana: incontrare Gesù implica seguirlo in una scelta di vita che si fa dono per gli altri. C'è chi pensa che la fede sia una garanzia, una specie di polizza di assicurazione contro gli infortuni della vita, una dottrina che insegna a “comportarsi bene” e a non far male a nessuno.
Gesù presenta un quadro radicalmente diverso e una legge molto più esigente: essere cristiani implica seguire Gesù... Che significano, infatti, quelle parole paradossali: «Chi ama la sua vita la perde, e chi odia la sua vita in questo mondo la conserverà per la vita eterna»?
Chi si aggrappa al proprio egoismo e alle illusioni umane, potere, successo, sensualità..., conoscerà un'esistenza sterile, chiusa. Chi, invece, sa dimenticare se stesso e offrire con amore la propria vita, se la ritroverà in pienezza. Il valore di una persona è legato a ciò che dona.
Gesù è il chicco di grano, caduto in terra, che muore e produce molto frutto. E' colui che odia la sua vita in questo mondo e così la conserva per la vita eterna. E' Colui che, elevato da terra, innalzato sulla croce, attira tutti a sé. Così merita e realizza la salvezza di tutti gli uomini.
Prego
Anche noi ti vogliamo vedere, Gesù,
in quest’ora in cui, come seme,
affondi nella terra del nostro dolore
e germogli in turgida spiga,
speranza di messe abbondante.
Tu sveli come è dolce morire
per chi ama e si dona con gioia.
Perdere la vita con te e per te è trovarla.
Allora anche il pianto fiorisce in sorriso.
Nelle tue piaghe troviamo rifugio
e in esse trova senso ogni umano patire.
Solo guardando te, troviamo la forza
di un abbandono fidente nelle mani paterne di Dio.
Purifica gli occhi del nostro cuore,
fino a che non come in uno specchio
né in maniera confusa, ma in un eterno e amoroso
in quest’ora in cui, come seme,
affondi nella terra del nostro dolore
e germogli in turgida spiga,
speranza di messe abbondante.
Tu sveli come è dolce morire
per chi ama e si dona con gioia.
Perdere la vita con te e per te è trovarla.
Allora anche il pianto fiorisce in sorriso.
Nelle tue piaghe troviamo rifugio
e in esse trova senso ogni umano patire.
Solo guardando te, troviamo la forza
di un abbandono fidente nelle mani paterne di Dio.
Purifica gli occhi del nostro cuore,
fino a che non come in uno specchio
né in maniera confusa, ma in un eterno e amoroso
faccia a faccia ti vedremo così come tu sei.
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