Antifona d'ingresso
Ricorda, Signore, il tuo amore e la tua bontà,
le tue misericordie che sono da sempre.
Non trionfino su di noi i nostri nemici;
libera il tuo popolo, Signore, da tutte le sue angosce. (Sal 25,6.3.22)
Ricorda, Signore, il tuo amore e la tua bontà,
le tue misericordie che sono da sempre.
Non trionfino su di noi i nostri nemici;
libera il tuo popolo, Signore, da tutte le sue angosce. (Sal 25,6.3.22)
Libro di Giona 3,1-10.
In quel tempo, fu rivolta a Giona questa parola del Signore:
"Alzati, và a Ninive la grande città e annunzia loro quanto ti dirò".
Giona si alzò e andò a Ninive secondo la parola del Signore. Ninive era una città molto grande, di tre giornate di cammino.
Giona cominciò a percorrere la città, per un giorno di cammino e predicava: "Ancora quaranta giorni e Ninive sarà distrutta".
I cittadini di Ninive credettero a Dio e bandirono un digiuno, vestirono il sacco, dal più grande al più piccolo.
Giunta la notizia fino al re di Ninive, egli si alzò dal trono, si tolse il manto, si coprì di sacco e si mise a sedere sulla cenere.
Poi fu proclamato in Ninive questo decreto, per ordine del re e dei suoi grandi: "Uomini e animali, grandi e piccoli, non gustino nulla, non pascolino, non bevano acqua.
Uomini e bestie si coprano di sacco e si invochi Dio con tutte le forze; ognuno si converta dalla sua condotta malvagia e dalla violenza che è nelle sue mani.
Chi sa che Dio non cambi, si impietosisca, deponga il suo ardente sdegno sì che noi non moriamo?".
Dio vide le loro opere, che cioè si erano convertiti dalla loro condotta malvagia, e Dio si impietosì riguardo al male che aveva minacciato di fare loro e non lo fece.
Salmi 51(50),3-4.12-13.18-19.
Pietà di me, o Dio, secondo la tua misericordia;
nella tua grande bontà cancella il mio peccato.
Lavami da tutte le mie colpe,
mondami dal mio peccato.
Crea in me, o Dio, un cuore puro,
rinnova in me uno spirito saldo.
Non respingermi dalla tua presenza
e non privarmi del tuo santo spirito.
Tu non gradisci il sacrificio
e, se offro olocausti, non li accetti.
Uno spirito contrito è sacrificio a Dio,
un cuore affranto e umiliato, Dio, tu non disprezzi.
+Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Luca 11,29-32.
In quel tempo, fu rivolta a Giona questa parola del Signore:
"Alzati, và a Ninive la grande città e annunzia loro quanto ti dirò".
Giona si alzò e andò a Ninive secondo la parola del Signore. Ninive era una città molto grande, di tre giornate di cammino.
Giona cominciò a percorrere la città, per un giorno di cammino e predicava: "Ancora quaranta giorni e Ninive sarà distrutta".
I cittadini di Ninive credettero a Dio e bandirono un digiuno, vestirono il sacco, dal più grande al più piccolo.
Giunta la notizia fino al re di Ninive, egli si alzò dal trono, si tolse il manto, si coprì di sacco e si mise a sedere sulla cenere.
Poi fu proclamato in Ninive questo decreto, per ordine del re e dei suoi grandi: "Uomini e animali, grandi e piccoli, non gustino nulla, non pascolino, non bevano acqua.
Uomini e bestie si coprano di sacco e si invochi Dio con tutte le forze; ognuno si converta dalla sua condotta malvagia e dalla violenza che è nelle sue mani.
Chi sa che Dio non cambi, si impietosisca, deponga il suo ardente sdegno sì che noi non moriamo?".
Dio vide le loro opere, che cioè si erano convertiti dalla loro condotta malvagia, e Dio si impietosì riguardo al male che aveva minacciato di fare loro e non lo fece.
Salmi 51(50),3-4.12-13.18-19.
Pietà di me, o Dio, secondo la tua misericordia;
nella tua grande bontà cancella il mio peccato.
Lavami da tutte le mie colpe,
mondami dal mio peccato.
Crea in me, o Dio, un cuore puro,
rinnova in me uno spirito saldo.
Non respingermi dalla tua presenza
e non privarmi del tuo santo spirito.
Tu non gradisci il sacrificio
e, se offro olocausti, non li accetti.
Uno spirito contrito è sacrificio a Dio,
un cuore affranto e umiliato, Dio, tu non disprezzi.
+Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Luca 11,29-32.
In
quel tempo, mentre le folle si accalcavano, Gesù cominciò a dire:
«Questa generazione è una generazione malvagia; essa cerca un segno, ma
non le sarà dato nessun segno fuorchè il segno di Giona.
Poiché come Giona fu un segno per quelli di Nìnive, così anche il Figlio dell'uomo lo sarà per questa generazione.
La regina del sud sorgerà nel giudizio insieme con gli uomini di questa generazione e li condannerà; perché essa venne dalle estremità della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, ben più di Salomone c'è qui.
Quelli di Nìnive sorgeranno nel giudizio insieme con questa generazione e la condanneranno; perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, ben più di Giona c'è qui.
Poiché come Giona fu un segno per quelli di Nìnive, così anche il Figlio dell'uomo lo sarà per questa generazione.
La regina del sud sorgerà nel giudizio insieme con gli uomini di questa generazione e li condannerà; perché essa venne dalle estremità della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, ben più di Salomone c'è qui.
Quelli di Nìnive sorgeranno nel giudizio insieme con questa generazione e la condanneranno; perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, ben più di Giona c'è qui.
Monaci Benedettini Silvestrini
Il segno di Giona
Nel brano del Vangelo di oggi il contrasto che suscita Gesù nella sua missione terrena comincia a rendersi sempre più evidente. I miracoli che compie sembrano dimostrano che Egli è veramente il Messia atteso. L'entusiasmo che suscita con la sua popolarità è grande. È ormai conosciuto in tutta la Palestina. Molti lo vogliono eleggere re; ma egli sfugge da quel ruolo di liberatore al quale sembrava essere predestinato. Alcuni, anche tra quelli che subito avevano seguito Gesù, cominciano a farsi delle domande sulla reale figura di questo Messia. Gesù però, in questo momento così determinante, non cede alle lusinghe e rimane coerente al suo messaggio. L'incomprensione che comincia a serpeggiare non è voluta da Gesù e deriva dall'incapacità di fondo di accettare il suo mandato, dall'essere legati troppo fortemente alle aspettative puramente terrene. Possiamo chiederci allora come viviamo la nostra esperienza di cristiani. Siamo invitati a riconoscere la presenza di Cristo nella nostra vita e nell'avere la fiducia che solo in Lui possiamo riporre le nostre speranze. Siamo pronti allora a riconoscere i segni della presenza di Cristo i mezzo a noi perché siano da guida nella nostra vita; soprattutto nell'eucaristia troviamo la fonte vera di amore che alimenta la nostra vita.
Nel brano del Vangelo di oggi il contrasto che suscita Gesù nella sua missione terrena comincia a rendersi sempre più evidente. I miracoli che compie sembrano dimostrano che Egli è veramente il Messia atteso. L'entusiasmo che suscita con la sua popolarità è grande. È ormai conosciuto in tutta la Palestina. Molti lo vogliono eleggere re; ma egli sfugge da quel ruolo di liberatore al quale sembrava essere predestinato. Alcuni, anche tra quelli che subito avevano seguito Gesù, cominciano a farsi delle domande sulla reale figura di questo Messia. Gesù però, in questo momento così determinante, non cede alle lusinghe e rimane coerente al suo messaggio. L'incomprensione che comincia a serpeggiare non è voluta da Gesù e deriva dall'incapacità di fondo di accettare il suo mandato, dall'essere legati troppo fortemente alle aspettative puramente terrene. Possiamo chiederci allora come viviamo la nostra esperienza di cristiani. Siamo invitati a riconoscere la presenza di Cristo nella nostra vita e nell'avere la fiducia che solo in Lui possiamo riporre le nostre speranze. Siamo pronti allora a riconoscere i segni della presenza di Cristo i mezzo a noi perché siano da guida nella nostra vita; soprattutto nell'eucaristia troviamo la fonte vera di amore che alimenta la nostra vita.