Se dovrai attraversare il deserto, non temere, Io sarò con te.
Se dovrai camminare nel fuoco, la sua fiamma non ti brucerà.
Seguirai la mia luce nella notte, sentirai la mia forza nel cammino,

io sono il tuo Dio, Signore.
Sono io che ti ho fatto e plasmato, ti ho chiamato per nome.
Io da sempre ti ho conosciuto e ti ho dato il mio amore.
Perché tu sei prezioso ai miei occhi, vali più del più grande dei tesori,

Io sarò con te dovunque andrai.

Vangelo del giorno 11 luglio 2014

Antifona d'ingresso
Farò di te un grande popolo e ti benedirò,
renderò grande il tuo nome e sarai per tutti una benedizione. (cf. Gen 12,2)
 
 
 Libro de Proverbi 2,1-9.
Figlio mio, se tu accoglierai le mie parole e custodirai in te i miei precetti,
tendendo il tuo orecchio alla sapienza, inclinando il tuo cuore alla prudenza,
se appunto invocherai l'intelligenza e chiamerai la saggezza,
se la ricercherai come l'argento e per essa scaverai come per i tesori,
allora comprenderai il timore del Signore e troverai la scienza di Dio,
perché il Signore dà la sapienza, dalla sua bocca esce scienza e prudenza.
Egli riserva ai giusti la sua protezione, è scudo a coloro che agiscono con rettitudine,
vegliando sui sentieri della giustizia e custodendo le vie dei suoi amici.
Allora comprenderai l'equità e la giustizia, e la rettitudine con tutte le vie del bene.

Salmi 34(33),2-3.4-5.6-7.8-9.10-11.
Benedirò il Signore in ogni tempo,
sulla mia bocca sempre la sua lode.
Io mi glorio nel Signore,
ascoltino gli umili e si rallegrino.

Celebrate con me il Signore,
esaltiamo insieme il suo nome.
Ho cercato il Signore e mi ha risposto
e da ogni timore mi ha liberato.

Guardate a lui e sarete raggianti,
non saranno confusi i vostri volti.
Questo povero grida e il Signore lo ascolta,
lo libera da tutte le sue angosce.

L'angelo del Signore si accampa
attorno a quelli che lo temono e li salva.
Gustate e vedete quanto è buono il Signore;
beato l'uomo che in lui si rifugia.

Temete il Signore, suoi santi,
nulla manca a coloro che lo temono.
I ricchi impoveriscono e hanno fame,
ma chi cerca il Signore non manca di nulla.

Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Matteo 19,27-29.

In quel tempo, Pietro, disse a Gesù: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito; che cosa dunque ne otterremo?».
E Gesù disse loro: «In verità vi dico: voi che mi avete seguito, nella nuova creazione, quando il Figlio dell'uomo sarà seduto sul trono della sua gloria, siederete anche voi su dodici troni a giudicare le dodici tribù di Israele.
Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna».

San Benedetto abate, patrono d'Europa
 
Meditazione del giorno
Pio XII, papa dal 1939 al 1958
Lettera enciclica Fulgens radiatur, 21/3/1947
 
San Benedetto stabilì la pace di Cristo in Europa invasa dai barbari  
    Mentre in un secolo barbaro e turbolento, la coltivazione dei campi, le arti meccaniche e nobili, gli studi delle scienze sacre e profane non godevano alcuna stima, ma erano da tutti deplorevolmente trascurati, nei monasteri benedettini andò crescendo una schiera quasi innumerevole di agricoltori, di artigiani e di uomini dotti che si sforzò secondo le sue possibilità non solo di conservare incolumi i prodotti della antica sapienza, ma richiamò anche alla pace, all'unione, a un'operosa attività popoli vecchi e giovani, spesso tra di sé belligeranti; e li ricondusse felicemente dalla barbarie, che stava rinascendo, dalle devastazioni e dalle rapine a costumi di umana e cristiana mitezza...

    Ma ciò non è tutto: nell'Istituzione della vita benedettina è ordinato in primo luogo che ognuno, mentre con le mani o con la mente lavora, miri e tenda soprattutto a sollevarsi continuamente verso Cristo e ad infiammarsi del suo perfettissimo amore. Non possono infatti i beni di questo mondo, anche tutti insieme, saziare l'anima dell'uomo, che Dio ha creato per il suo conseguimento... Per questo è anzitutto indispensabile che «nulla venga preposto all'amore di Cristo»; «che nulla si tenga più caro che Cristo»; «che nulla assolutamente sia anteposto a Cristo, che ci conduce alla vita eterna».

    A questa ardente carità verso il divin Redentore deve rispondere l'amore verso i prossimi, che dobbiamo abbracciare tutti come fratelli e con ogni mezzo aiutare. Mentre gli odi e le rivalità sollevano e spingono gli uomini gli uni contro gli altri; mentre rapine, stragi, infinite disgrazie e miserie provengono da quel torbido sconvolgimento di popoli e di eventi, Benedetto raccomanda ai suoi seguaci queste santissime leggi: «Si dimostri ogni cura e sollecitudine specialmente nell'ospitalità dei poveri e dei pellegrini, perché in essi maggiormente Cristo viene accolto». «Tutti gli ospiti che arrivano siano accolti come Cristo, poiché egli un giorno dirà: Sono stato ospite e mi avete ricevuto». (Mt 25,35) «Prima di tutto e sopra tutto si deve avere cura dei malati, affinché così si serva ad essi, come si servirebbe allo stesso Cristo, poiché egli ha detto: sono stato infermo e mi avete visitato» (vs 36). 


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