Se dovrai attraversare il deserto, non temere, Io sarò con te.
Se dovrai camminare nel fuoco, la sua fiamma non ti brucerà.
Seguirai la mia luce nella notte, sentirai la mia forza nel cammino,

io sono il tuo Dio, Signore.
Sono io che ti ho fatto e plasmato, ti ho chiamato per nome.
Io da sempre ti ho conosciuto e ti ho dato il mio amore.
Perché tu sei prezioso ai miei occhi, vali più del più grande dei tesori,

Io sarò con te dovunque andrai.

Vangelo del giorno 3 luglio 2014

Antifona d'ingresso
Tu sei il mio Dio, a te innalzo la lode;
tu sei il mio Dio, elevo inni al tuo nome;
dò gloria a te che mi hai salvato. (Sal 118,28)
 
 
 Lettera di san Paolo apostolo agli Efesini 2,19-22.
Fratelli, voi non siete più stranieri né ospiti, ma siete concittadini dei santi e familiari di Dio,
edificati sopra il fondamento degli apostoli e dei profeti, e avendo come pietra angolare lo stesso Cristo Gesù.
In lui ogni costruzione cresce ben ordinata per essere tempio santo nel Signore;
in lui anche voi insieme con gli altri venite edificati per diventare dimora di Dio per mezzo dello Spirito.

Salmi 117(116),1.2.
Lodate il Signore, popoli tutti,
voi tutte, nazioni, dategli gloria.

Perché forte è il suo amore per noi
e la fedeltà del Signore dura in eterno.

Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Giovanni 20,24-29.

Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù.
Gli dissero allora gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il dito nel posto dei chiodi e non metto la mia mano nel suo costato, non crederò».
Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c'era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, si fermò in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!».
Poi disse a Tommaso: «Metti qua il tuo dito e guarda le mie mani; stendi la tua mano, e mettila nel mio costato; e non essere più incredulo ma credente!».
Rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!».
Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, hai creduto: beati quelli che pur non avendo visto crederanno!».

Meditazione del giorno
Sant'Agostino (354-430), vescovo d'Ippona (Nord Africa) e dottore della Chiesa
Discorsi, 88
 
« Beati quelli che pur non avendo visto crederanno »
    La fede dei discepoli del Cristo era talmente vacillante che, pur vedendolo già risorto, per credere alla sua risurrezione, ritennero necessario anche di toccarlo. Non sarebbe bastato vederlo con gli occhi se non avessero accostato anche le mani alle sue membra e non avessero toccato anche le cicatrici delle ferite recenti. Il discepolo che dubitava, dopo aver toccato e riconosciuto le cicatrici, subito esclamò: «Signore mio e Dio mio!». Le cicatrici rendevano manifesto Colui che aveva guarito tutte le ferite negli altri. Il Signore non poteva forse risorgere senza cicatrici? Sì, ma egli conosceva le ferite nel cuore dei discepoli, e al fine di guarirle egli aveva conservato le cicatrici nel suo corpo.

    E che rispose il Signore al discepolo che ormai dichiarava ed esclamava: «Mio Signore e mio Dio»? «Tu hai creduto - disse - perché hai visto: beati quelli che credono senza vedere». Di chi parlava, fratelli, se non di noi? Non di noi soli, ma anche dei nostri posteri. In effetti, poco tempo dopo, quando si allontanò dagli occhi mortali perché fosse rafforzata la fede nei cuori, tutti quelli che hanno creduto lo hanno fatto senza vedere e la loro fede ha avuto un gran merito; per avere questa fede accostarono non tanto la mano per toccarlo, ma solo un cuore pieno d’amore.
 
 

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