Le donne erano viste dagli ebrei come strumento di procreazione, ed erano sottoposte al potere maschile, in particolare quello del marito, che poteva avere più di una moglie e ripudiarla quando voleva.
Per Gesù, invece, il matrimonio era monogamico e indissolubile.
Presso i romani, che pure erano monogami, era consentito il divorzio. In un primo momento concesso solo al marito, il diritto di chiederlo, era stato esteso anche alle mogli.
L’idea cristiana che il matrimonio fosse indissolubile era dunque in contrasto con la concezione romana dei rapporti familiari e, come se questo non bastasse; Gesù, seguito dagli apostoli, sosteneva la pari dignità dei due coniugi e l’uguaglianza dei loro diritti in materia sessuale. Leggiamo nella Prima lettera ai Corinzi di Paolo:
“Il marito compia il suo dovere verso la moglie; ugualmente anche la moglie verso il marito. La moglie non è arbitra del proprio corpo, ma lo è il marito; allo stesso modo anche il marito non è arbitro del proprio corpo, ma lo è la moglie. Non astenetevi tra voi se non di comune accordo e temporaneamente, per dedicarvi alla preghiera, e poi ritornate a stare insieme, perchè satana non vi tenti nei momenti di passione”.In un’altra lettera Paolo afferma che non ci sarebbe più dovuto essere:
“né giudeo né greco, né schiavo né libero, né uomo né donna”.Gli esseri umani, insomma, erano secondo la concezione cristiana, tutti uguali, ivi comprese le donne.