Se dovrai attraversare il deserto, non temere, Io sarò con te.
Se dovrai camminare nel fuoco, la sua fiamma non ti brucerà.
Seguirai la mia luce nella notte, sentirai la mia forza nel cammino,

io sono il tuo Dio, Signore.
Sono io che ti ho fatto e plasmato, ti ho chiamato per nome.
Io da sempre ti ho conosciuto e ti ho dato il mio amore.
Perché tu sei prezioso ai miei occhi, vali più del più grande dei tesori,

Io sarò con te dovunque andrai.

Gli uccelli

Prima della sua conversione Francesco non aveva visto le creature che popolavano la terra. Esse passavano accanto a lui come estranee, come decoro di paesaggio. Ora invece le vedeva. E le fissava bene. Si accorgeva che anch'esse lo fissavano. Forse cercavano di comunicare con lui. Forse l'avrebbero capito. Tentò di parlare con esse.. e ci riuscì.

Un giorno Francesco stava attraversando il lago di Rieti diretto all'eremo di Greccio ed un pescatore gli fece l'omaggio di un uccellino acquatico.
Lo prese con piacere ed aprendo la mano lo invitò ad andarsene liberamente. Ma l'uccellino rifiutò e si accovacciò nella mano come in un nido. Solo dopo la sua benedizione volò via con dolcezza.

E che dirvi dell'amicizia che si stabilì tra lui ed un falco?
Durante una quaresima sul monte della Verna gli era divenuto amico un falco col quale divideva ogni giorno il proprio pane. Per sdebitarsi, il falco gli dava la sveglia ogni mattina, ma indovinava quando dovesse svegliarlo prima e quando dopo e teneva conto anche di quanto era indebolito e stanco il suo amico.

Frate Elia, mettendo in ordine nelle pochissime carte di Francesco dopo che era morto, ritrovò e rilesse con commozione la lettera che Francesco avrebbe voluto giungesse all'imperatore a tutte le autorità della terra.

Diceva:"Se potessi parlare con l'imperatore lo supplicherei e convincerei a fare, per amore di Dio e di me, una legge speciale: che nessun uomo catturi e uccida le mie sorelle allodole o faccia loro del male. E inoltre chiederei che tutti i podestà delle città e i signori dei castelli e villaggi siano obbligati ogni anno, nel giorno di Natale, a comandare alla gente di gettare grano ed altri cereali per le strade affinchè le sorelle allodole e gli altri uccelli abbiano da mangiare in un giorno tanto solenne".

Federico II non lesse mai quella lettera. Né la lessero i podestà e i signori. Ma quando Francesco spirò, le allodole si ricordarono di lui. Le amiche del sole, benchè fosse già sera, volarono tutte sulla povera capanna dei frati, a Santa Maria degli Angeli. Salutavano felici il loro amico e difensore. Anche lui finalmente aveva spiccato il volo.

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