Se dovrai attraversare il deserto, non temere, Io sarò con te.
Se dovrai camminare nel fuoco, la sua fiamma non ti brucerà.
Seguirai la mia luce nella notte, sentirai la mia forza nel cammino,

io sono il tuo Dio, Signore.
Sono io che ti ho fatto e plasmato, ti ho chiamato per nome.
Io da sempre ti ho conosciuto e ti ho dato il mio amore.
Perché tu sei prezioso ai miei occhi, vali più del più grande dei tesori,

Io sarò con te dovunque andrai.

Vangelo del giorno 24 Luglio 2013

Salmi 78(77),18-19.23-24.25-26.27-28.
 
Nel loro cuore tentarono Dio, chiedendo cibo per le loro brame;
mormorarono contro Dio dicendo: "Potrà forse Dio preparare una mensa nel deserto?".
Comandò alle nubi dall'alto
e aprì le porte del cielo;

fece piovere su di essi la manna per cibo
e diede loro pane del cielo:
l'uomo mangiò il pane degli angeli,
diede loro cibo in abbondanza.

Scatenò nel cielo il vento d'oriente, fece spirare l'australe con potenza;
su di essi fece piovere la carne come polvere e gli uccelli come sabbia del mare;
caddero in mezzo ai loro accampamenti, tutto intorno alle loro tende.

Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Matteo 13,1-9.
Quel giorno Gesù uscì di casa e si sedette in riva al mare.
Si cominciò a raccogliere attorno a lui tanta folla che dovette salire su una barca e là porsi a sedere, mentre tutta la folla rimaneva sulla spiaggia.
Egli parlò loro di molte cose in parabole. E disse: «Ecco, il seminatore uscì a seminare.
E mentre seminava una parte del seme cadde sulla strada e vennero gli uccelli e la divorarono.
Un'altra parte cadde in luogo sassoso, dove non c'era molta terra; subito germogliò, perché il terreno non era profondo.
Ma, spuntato il sole, restò bruciata e non avendo radici si seccò.
Un'altra parte cadde sulle spine e le spine crebbero e la soffocarono.
Un'altra parte cadde sulla terra buona e diede frutto, dove il cento, dove il sessanta, dove il trenta.
Chi ha orecchi intenda».

Meditazione del giorno
Isacco di Siria (VII secolo), monaco nella regione di Mossul
Discorsi ascetici, prima serie, n°32
 
“Cento per uno”
    Come tutta la potenza delle leggi e dei comandamenti che Dio ha dato agli uomini si realizza nella purezza del cuore, così tutti i modi e le forme con i quali gli uomini pregano Dio raggiungono il culmine nella preghiera pura. Gemere, prosternarsi, supplicare, lamentarsi, ogni forma che può prendere la preghiera ha in effetti il suo fine nella preghiera pura… La riflessione è tutta un’altra cosa: non è né preghiera, né movimento, lamentela, potere, né libertà, supplica, desiderio, né piacere di ciò che essa possa sperare in questa vita o nel mondo futuro; dopo la preghiera pura, non c’è altra preghiera… Al di là di questo limite, c’è la meraviglia, che non è più preghiera; la preghiera finisce, comincia la contemplazione…
   
    La preghiera è il seme, la contemplazione il raccolto dei covoni. Il mietitore si stupisce nel vedere l’indicibile: com’è possibile che dai piccoli semi scarni che ha seminato siano cresciute di colpo davanti ai suoi occhi tali spighe fiorenti? Vedere tale raccolto gli toglie ogni parola…

    Come si trova difficilmente un uomo su migliaia che compia meno male i comandamenti e le cose della Legge e giunga alla purezza dell’anima, così si trova un uomo su mille degno di raggiungere con molta vigilanza la preghiera pura, superare il limite e scoprire il mistero. Poiché non è concesso a molti, ma a pochi, conoscere la preghiera pura.



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