Antifona d'ingresso
Una luce nelle tenebre è sorta per i giusti:
il Signore buono, santo e ricco di misericordia. (Sal 112,4)
Una luce nelle tenebre è sorta per i giusti:
il Signore buono, santo e ricco di misericordia. (Sal 112,4)
Prima lettera di san Giovanni apostolo 5,5-13.
E chi è che vince il mondo se non chi crede che Gesù è il Figlio di Dio?
Questi è colui che è venuto con acqua e sangue, Gesù Cristo; non con acqua soltanto, ma con l'acqua e con il sangue. Ed è lo Spirito che rende testimonianza, perché lo Spirito è la verità.
Poiché tre sono quelli che rendono testimonianza:
lo Spirito, l'acqua e il sangue, e questi tre sono concordi.
Se accettiamo la testimonianza degli uomini, la testimonianza di Dio è maggiore; e la testimonianza di Dio è quella che ha dato al suo Figlio.
Chi crede nel Figlio di Dio, ha questa testimonianza in sé. Chi non crede a Dio, fa di lui un bugiardo, perché non crede alla testimonianza che Dio ha reso a suo Figlio.
E la testimonianza è questa: Dio ci ha dato la vita eterna e questa vita è nel suo Figlio.
Chi ha il Figlio ha la vita; chi non ha il Figlio di Dio, non ha la vita.
Questo vi ho scritto perché sappiate che possedete la vita eterna, voi che credete nel nome del Figlio di Dio.
Salmi 147,12-13.14-15.19-20.
Glorifica il Signore, Gerusalemme,
loda il tuo Dio, Sion.
Perché ha rinforzato le sbarre delle tue porte,
in mezzo a te ha benedetto i tuoi figli.
Egli ha messo pace nei tuoi confini
e ti sazia con fior di frumento.
Manda sulla terra la sua parola,
il suo messaggio corre veloce.
Annunzia a Giacobbe la sua parola,
le sue leggi e i suoi decreti a Israele.
Così non ha fatto con nessun altro popolo,
non ha manifestato ad altri i suoi precetti.
Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Luca 5,12-16.
Un giorno Gesù si trovava in una città e un uomo coperto di lebbra lo vide e gli si gettò ai piedi pregandolo: «Signore, se vuoi, puoi sanarmi».
Gesù stese la mano e lo toccò dicendo: «Lo voglio, sii risanato!». E subito la lebbra scomparve da lui.
Gli ingiunse di non dirlo a nessuno: «Và, mostrati al sacerdote e fà l'offerta per la tua purificazione, come ha ordinato Mosè, perché serva di testimonianza per essi».
La sua fama si diffondeva ancor più; folle numerose venivano per ascoltarlo e farsi guarire dalle loro infermità.
Ma Gesù si ritirava in luoghi solitari a pregare.
E chi è che vince il mondo se non chi crede che Gesù è il Figlio di Dio?
Questi è colui che è venuto con acqua e sangue, Gesù Cristo; non con acqua soltanto, ma con l'acqua e con il sangue. Ed è lo Spirito che rende testimonianza, perché lo Spirito è la verità.
Poiché tre sono quelli che rendono testimonianza:
lo Spirito, l'acqua e il sangue, e questi tre sono concordi.
Se accettiamo la testimonianza degli uomini, la testimonianza di Dio è maggiore; e la testimonianza di Dio è quella che ha dato al suo Figlio.
Chi crede nel Figlio di Dio, ha questa testimonianza in sé. Chi non crede a Dio, fa di lui un bugiardo, perché non crede alla testimonianza che Dio ha reso a suo Figlio.
E la testimonianza è questa: Dio ci ha dato la vita eterna e questa vita è nel suo Figlio.
Chi ha il Figlio ha la vita; chi non ha il Figlio di Dio, non ha la vita.
Questo vi ho scritto perché sappiate che possedete la vita eterna, voi che credete nel nome del Figlio di Dio.
Salmi 147,12-13.14-15.19-20.
Glorifica il Signore, Gerusalemme,
loda il tuo Dio, Sion.
Perché ha rinforzato le sbarre delle tue porte,
in mezzo a te ha benedetto i tuoi figli.
Egli ha messo pace nei tuoi confini
e ti sazia con fior di frumento.
Manda sulla terra la sua parola,
il suo messaggio corre veloce.
Annunzia a Giacobbe la sua parola,
le sue leggi e i suoi decreti a Israele.
Così non ha fatto con nessun altro popolo,
non ha manifestato ad altri i suoi precetti.
Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Luca 5,12-16.
Un giorno Gesù si trovava in una città e un uomo coperto di lebbra lo vide e gli si gettò ai piedi pregandolo: «Signore, se vuoi, puoi sanarmi».
Gesù stese la mano e lo toccò dicendo: «Lo voglio, sii risanato!». E subito la lebbra scomparve da lui.
Gli ingiunse di non dirlo a nessuno: «Và, mostrati al sacerdote e fà l'offerta per la tua purificazione, come ha ordinato Mosè, perché serva di testimonianza per essi».
La sua fama si diffondeva ancor più; folle numerose venivano per ascoltarlo e farsi guarire dalle loro infermità.
Ma Gesù si ritirava in luoghi solitari a pregare.
Meditazione del giorno
Papa Francesco
Enciclica « Lumen Fidei/ La luce della fede » , § 54-55 ( © Libreria Editrice Vaticana)
Papa Francesco
Enciclica « Lumen Fidei/ La luce della fede » , § 54-55 ( © Libreria Editrice Vaticana)
Un lebbroso re-integrato nella società
Quanti benefici ha portato lo sguardo della fede cristiana alla
città degli uomini per la loro vita comune! Grazie alla fede abbiamo
capito la dignità unica della singola persona, che non era così evidente
nel mondo antico. Nel secondo secolo, il pagano Celso rimproverava ai
cristiani quello che a lui pareva un’illusione e un inganno: pensare che
Dio avesse creato il mondo per l’uomo, ponendolo al vertice di tutto il
cosmo. … Al centro della fede biblica, c’è l’amore di Dio, la sua cura
concreta per ogni persona, il suo disegno di salvezza che abbraccia
tutta l’umanità e l’intera creazione e che raggiunge il vertice
nell’Incarnazione, Morte e Risurrezione di Gesù Cristo. Quando questa
realtà viene oscurata, viene a mancare il criterio per distinguere ciò
che rende preziosa e unica la vita dell’uomo. Egli perde il suo posto
nell’universo, si smarrisce nella natura, rinunciando alla propria
responsabilità morale, oppure pretende di essere arbitro assoluto,
attribuendosi un potere di manipolazione senza limiti.
La fede…, nel rivelarci l’amore di Dio Creatore, ci fa rispettare maggiormente la natura, facendoci riconoscere in essa una grammatica da Lui scritta e una dimora a noi affidata perché sia coltivata e custodita; ci aiuta a trovare modelli di sviluppo che non si basino solo sull’utilità e sul profitto, ma che considerino il creato come dono, di cui tutti siamo debitori.
La fede…, nel rivelarci l’amore di Dio Creatore, ci fa rispettare maggiormente la natura, facendoci riconoscere in essa una grammatica da Lui scritta e una dimora a noi affidata perché sia coltivata e custodita; ci aiuta a trovare modelli di sviluppo che non si basino solo sull’utilità e sul profitto, ma che considerino il creato come dono, di cui tutti siamo debitori.
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