Domenica
Antifona d'ingresso
Dopo il battesimo di Gesù si aprirono i cieli,
e come colomba
lo Spirito di Dio si fermò su di lui,
e la voce del Padre disse:
“Questo è il Figlio mio prediletto,
nel quale mi sono compiaciuto”. (cf. Mt 3,16-17)
Antifona d'ingresso
Dopo il battesimo di Gesù si aprirono i cieli,
e come colomba
lo Spirito di Dio si fermò su di lui,
e la voce del Padre disse:
“Questo è il Figlio mio prediletto,
nel quale mi sono compiaciuto”. (cf. Mt 3,16-17)
Battesimo del Signore - Anno A
Libro di Isaia 42,1-4.6-7.
Ecco il mio servo che io sostengo, il mio eletto di cui mi compiaccio. Ho posto il mio spirito su di lui; egli porterà il diritto alle nazioni.
Non griderà né alzerà il tono, non farà udire in piazza la sua voce,
non spezzerà una canna incrinata, non spegnerà uno stoppino dalla fiamma smorta. Proclamerà il diritto con fermezza;
non verrà meno e non si abbatterà, finché non avrà stabilito il diritto sulla terra; e per la sua dottrina saranno in attesa le isole.
"Io, il Signore, ti ho chiamato per la giustizia e ti ho preso per mano; ti ho formato e stabilito come alleanza del popolo e luce delle nazioni,
perché tu apra gli occhi ai ciechi e faccia uscire dal carcere i prigionieri, dalla reclusione coloro che abitano nelle tenebre.
Salmi 29(28),1a.2.3ac-4.3b.9b-10.
Salmo. Di Davide.
Date al Signore, figli di Dio,
date al Signore gloria e potenza.
Date al Signore la gloria del suo nome,
prostratevi al Signore in santi ornamenti.
Il Signore tuona sulle acque,
il Signore, sull'immensità delle acque.
Il Signore tuona con forza,
tuona il Signore con potenza,
il Dio della gloria scatena il tuono
e spoglia le foreste.
Il Signore è assiso sulla tempesta,
il Signore siede re per sempre.
Atti degli Apostoli 10,34-38.
Pietro prese la parola e disse: "In verità sto rendendomi conto che Dio non fa preferenze di persone,
ma chi lo teme e pratica la giustizia, a qualunque popolo appartenga, è a lui accetto.
Questa è la parola che egli ha inviato ai figli d'Israele, recando la buona novella della pace, per mezzo di Gesù Cristo, che è il Signore di tutti.
Voi conoscete ciò che è accaduto in tutta la Giudea, incominciando dalla Galilea, dopo il battesimo predicato da Giovanni;
cioè come Dio consacrò in Spirito Santo e potenza Gesù di Nazaret, il quale passò beneficando e risanando tutti coloro che stavano sotto il potere del diavolo, perché Dio era con lui.
Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Matteo 3,13-17.
Libro di Isaia 42,1-4.6-7.
Ecco il mio servo che io sostengo, il mio eletto di cui mi compiaccio. Ho posto il mio spirito su di lui; egli porterà il diritto alle nazioni.
Non griderà né alzerà il tono, non farà udire in piazza la sua voce,
non spezzerà una canna incrinata, non spegnerà uno stoppino dalla fiamma smorta. Proclamerà il diritto con fermezza;
non verrà meno e non si abbatterà, finché non avrà stabilito il diritto sulla terra; e per la sua dottrina saranno in attesa le isole.
"Io, il Signore, ti ho chiamato per la giustizia e ti ho preso per mano; ti ho formato e stabilito come alleanza del popolo e luce delle nazioni,
perché tu apra gli occhi ai ciechi e faccia uscire dal carcere i prigionieri, dalla reclusione coloro che abitano nelle tenebre.
Salmi 29(28),1a.2.3ac-4.3b.9b-10.
Salmo. Di Davide.
Date al Signore, figli di Dio,
date al Signore gloria e potenza.
Date al Signore la gloria del suo nome,
prostratevi al Signore in santi ornamenti.
Il Signore tuona sulle acque,
il Signore, sull'immensità delle acque.
Il Signore tuona con forza,
tuona il Signore con potenza,
il Dio della gloria scatena il tuono
e spoglia le foreste.
Il Signore è assiso sulla tempesta,
il Signore siede re per sempre.
Atti degli Apostoli 10,34-38.
Pietro prese la parola e disse: "In verità sto rendendomi conto che Dio non fa preferenze di persone,
ma chi lo teme e pratica la giustizia, a qualunque popolo appartenga, è a lui accetto.
Questa è la parola che egli ha inviato ai figli d'Israele, recando la buona novella della pace, per mezzo di Gesù Cristo, che è il Signore di tutti.
Voi conoscete ciò che è accaduto in tutta la Giudea, incominciando dalla Galilea, dopo il battesimo predicato da Giovanni;
cioè come Dio consacrò in Spirito Santo e potenza Gesù di Nazaret, il quale passò beneficando e risanando tutti coloro che stavano sotto il potere del diavolo, perché Dio era con lui.
Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Matteo 3,13-17.
In quel tempo Gesù dalla Galilea andò al Giordano da Giovanni per farsi battezzare da lui.
Giovanni però voleva impedirglielo, dicendo: «Io ho bisogno di essere battezzato da te e tu vieni da me?».
Ma Gesù gli disse: «Lascia fare per ora, poiché conviene che così adempiamo ogni giustizia». Allora Giovanni acconsentì.
Appena battezzato, Gesù uscì dall'acqua: ed ecco, si aprirono i cieli ed egli vide lo Spirito di Dio scendere come una colomba e venire su di lui.
Ed ecco una voce dal cielo che disse: «Questi è il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto».
La grandezza dell'uomo, figlio di Dio
Ecco il figlio amato, in cui Dio si compiace
Il mondo era allora in attesa! Il mondo è sempre in attesa, ed è il suo bene: solo in questo contesto di tensione verso il futuro gli uomini si pongono domande serie e decisive, e si mettono in ricerca. Non attendere più equivale ad arrendersi, a morire!
L'uomo è in attesa, perché non è pienamente soddisfatto del presente o non ne è per nulla soddisfatto, e allora prova a guardare oltre, a scrutare l'orizzonte, per cogliere qualche segnale di novità. È questa un'esperienza non solo personale, ma anche familiare e collettiva: si sogna una realtà "diversa", più umana, più dignitosa, più gratificante.
Il mondo, in quel tempo, era in viva attesa; le testimonianze dell'epoca a questo riguardo sono numerose. Ci fu chi colse l'occasione per presentarsi come salvatore del mondo e portatore di assoluta novità, anche se aveva usato mezzi violenti, l'esclusione forzata degli avversari e l'imposizione del proprio dominio assoluto. Un solo padrone o pochi padroni e tanti servi!
1. In terra d'Israele si aspettava l'avvento del Messia. Giovanni Battista ne annunciava l'imminenza con parole molto forti: sarebbe iniziato un mondo nuovo, perché quello "vecchio", ormai decrepito, stava andando in rovina. Per un compito di così radicale trasformazione dell'uomo e della società, il Messia avrebbe utilizzato il "ventilabro" in modo da ripulire la sua aia e spargere al vento la pula, ed avrebbe usato la "scure" per abbattere gli alberi ormai secchi e infruttuosi. Il Battista era profondamente consapevole dell'importanza della sua missione e, nello stesso tempo, ne comprendeva esattamente il limite: "Non sono io Elia, non sono il profeta, non sono il Cristo; sono semplicemente voce che grida e che indica una presenza ancora ignota, da riconoscere e da accogliere" (crf. Gv 1,19-27).
Ed ecco la grande sorpresa, anche per il Battista: Gesù, colui sul quale Giovanni aveva visto scendere e rimanere lo Spirito e che perciò aveva indicato come il Messia atteso, chiede lui stesso di essere battezzato. Questo il Battista proprio non se lo aspettava, perché il Messia non ha bisogno del perdono; è lui piuttosto che lo porta e che lo offre. Ma bisogna imparare ad attendersi da Dio qualsiasi sorpresa!
Il tempo del Natale, che si chiude con la festa del battesimo di Gesù, è fortemente connotato dalla meraviglia, sentimento alimentato dai capitoli 1-2 del vangelo di Matteo e Luca, per le cose impensate e impensabili, che il Signore va compiendo. Perciò l'Avvento si è aperto con l'invito alla "vigilanza", non solo per evitare rischi e pericoli, ma anche e soprattutto per cogliere le tante opportunità, offerte dall'amore misericordioso e provvidente di Dio, che possono essere riconosciute solo da chi tiene gli occhi ben aperti.
2. Il racconto del battesimo di Gesù nel vangelo di Matteo ha due caratteristiche proprie:
- In primo luogo, l'evangelista riporta il dialogo fra Gesù che chiede il battesimo, e il Battista che vuole rifiutarsi. Se il battesimo di Giovanni esprimeva il bisogno della conversione e del perdono dei peccati senza poterlo soddisfare, il battesimo del Messia, "in Spirito Santo e fuoco" (Mt 3,11), sarebbe stato capace di trasformare l'uomo in profondità, di creare quel cuore nuovo, "cuore di carne", di cui avevano parlato i profeti (cfr. Ez 36,24-28).
- Chi porta il battesimo "decisivo", che crea l'"uomo nuovo" (cfr. Ef 4,24), non può aver bisogno di un battesimo soltanto simbolico e anticipativo. "Non sono degno neanche di portargli i sandali", aveva dichiarato Giovanni: fra lui e Gesù una distanza abissale, incolmabile! Ma Gesù è venuto proprio per colmare la distanza fra l'uomo e Dio. Se Gesù è tutto dalla parte di Dio, è anche tutto dalla parte dell'uomo, e riunisce ciò che era diviso. Per questo Gesù chiede a Giovanni di essere battezzato, perché "si compia ogni giustizia", si realizzi cioè il disegno del Padre che passa attraverso la via dell'obbedienza amorosa e della solidarietà con l'uomo fragile e peccatore, la via dell'umiltà e della piena vicinanza di Dio ai suoi figli. Anche il testo della 1ª lettura (il primo "canto del Servo di Dio") e quello degli Atti degli Apostoli (2ª lettura) parlano di "giustizia": la giustizia del Servo di Dio che con uno stile umanamente improbabile (mitezza, semplicità, rispetto, non-violenza, nascondimento) realizza il grande disegno della salvezza, e la giustizia del discepolo, del vero credente che, convertitosi al Signore e ai suoi progetti, è reso capace di "praticare la giustizia" alla maniera di Gesù nell'ascolto e nella obbedienza alla parola e allo stile di Dio che "non fa preferenza di persone" (At 10,34).
- In secondo luogo, le parole che vengono dall'alto sono rivolte a tutti i presenti: "Questi è il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto" (Mt 3,17). Gesù, il Messia ricolmo di Spirito Santo, viene presentato a Israele e all'intera umanità: è il Figlio amatissimo, in cui il Padre trova tutta la sua compiacenza. Sembra di sentire nelle parole del Padre l'eco di Gen 1,31: "E Dio vide che era cosa molto buona". Il Padre vede in Gesù l'uomo come lo ha pensato con sapienza e amore fin dall'eternità. Gesù, immagine del Dio invisibile (Col 1,15), è l'"uomo nuovo che svela pienamente l'uomo all'uomo e gli fa nota la sua altissima vocazione" (cfr. GS 22).
- La festa del battesimo di Gesù chiude il tempo liturgico del Natale: tempo della "epifania" di Dio nella umanità del Figlio di Maria. Ormai l'uomo non solo può sognare di "vedere Dio", ma lo può direttamente contemplare sul volto di Gesù: il rapporto con Cristo diventa decisivo. L'uomo può specchiarsi in Gesù per conoscersi (e riconoscersi) fino in fondo, per fare la verità su di sé. Nel confronto con Cristo l'uomo si ritrova fragile e, insieme, dotato di grandi possibilità; peccatore e destinatario dell'amore misericordioso di Dio; caduto e risollevato dalla bontà onnipotente del Padre; tentato di coltivare visioni di corto respiro e interessi di basso profilo e, nello stesso tempo, orientato verso grandi prospettive e verso una grandezza sognata e desiderata, ma umanamente irrealizzabile.
- Nel battesimo di Gesù riscopriamo il nostro battesimo: rinati dall'acqua e dallo Spirito Santo, sappiamo di essere figli amati, oggetto della compiacenza di Dio, fratelli di tanti altri fratelli, investiti di una grande missione, per testimoniare e annunziare a tutti gli uomini l'amore sconfinato del Padre.
Commento di don Ugo Ughi
tratto da "Il pane della Domenica. Meditazioni sui vangeli festivi"
Ave, Roma 2007
Giovanni però voleva impedirglielo, dicendo: «Io ho bisogno di essere battezzato da te e tu vieni da me?».
Ma Gesù gli disse: «Lascia fare per ora, poiché conviene che così adempiamo ogni giustizia». Allora Giovanni acconsentì.
Appena battezzato, Gesù uscì dall'acqua: ed ecco, si aprirono i cieli ed egli vide lo Spirito di Dio scendere come una colomba e venire su di lui.
Ed ecco una voce dal cielo che disse: «Questi è il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto».
Meditazione del giorno
Il pane della domenica
La grandezza dell'uomo, figlio di Dio
Ecco il figlio amato, in cui Dio si compiace
Il mondo era allora in attesa! Il mondo è sempre in attesa, ed è il suo bene: solo in questo contesto di tensione verso il futuro gli uomini si pongono domande serie e decisive, e si mettono in ricerca. Non attendere più equivale ad arrendersi, a morire!
L'uomo è in attesa, perché non è pienamente soddisfatto del presente o non ne è per nulla soddisfatto, e allora prova a guardare oltre, a scrutare l'orizzonte, per cogliere qualche segnale di novità. È questa un'esperienza non solo personale, ma anche familiare e collettiva: si sogna una realtà "diversa", più umana, più dignitosa, più gratificante.
Il mondo, in quel tempo, era in viva attesa; le testimonianze dell'epoca a questo riguardo sono numerose. Ci fu chi colse l'occasione per presentarsi come salvatore del mondo e portatore di assoluta novità, anche se aveva usato mezzi violenti, l'esclusione forzata degli avversari e l'imposizione del proprio dominio assoluto. Un solo padrone o pochi padroni e tanti servi!
1. In terra d'Israele si aspettava l'avvento del Messia. Giovanni Battista ne annunciava l'imminenza con parole molto forti: sarebbe iniziato un mondo nuovo, perché quello "vecchio", ormai decrepito, stava andando in rovina. Per un compito di così radicale trasformazione dell'uomo e della società, il Messia avrebbe utilizzato il "ventilabro" in modo da ripulire la sua aia e spargere al vento la pula, ed avrebbe usato la "scure" per abbattere gli alberi ormai secchi e infruttuosi. Il Battista era profondamente consapevole dell'importanza della sua missione e, nello stesso tempo, ne comprendeva esattamente il limite: "Non sono io Elia, non sono il profeta, non sono il Cristo; sono semplicemente voce che grida e che indica una presenza ancora ignota, da riconoscere e da accogliere" (crf. Gv 1,19-27).
Ed ecco la grande sorpresa, anche per il Battista: Gesù, colui sul quale Giovanni aveva visto scendere e rimanere lo Spirito e che perciò aveva indicato come il Messia atteso, chiede lui stesso di essere battezzato. Questo il Battista proprio non se lo aspettava, perché il Messia non ha bisogno del perdono; è lui piuttosto che lo porta e che lo offre. Ma bisogna imparare ad attendersi da Dio qualsiasi sorpresa!
Il tempo del Natale, che si chiude con la festa del battesimo di Gesù, è fortemente connotato dalla meraviglia, sentimento alimentato dai capitoli 1-2 del vangelo di Matteo e Luca, per le cose impensate e impensabili, che il Signore va compiendo. Perciò l'Avvento si è aperto con l'invito alla "vigilanza", non solo per evitare rischi e pericoli, ma anche e soprattutto per cogliere le tante opportunità, offerte dall'amore misericordioso e provvidente di Dio, che possono essere riconosciute solo da chi tiene gli occhi ben aperti.
2. Il racconto del battesimo di Gesù nel vangelo di Matteo ha due caratteristiche proprie:
- In primo luogo, l'evangelista riporta il dialogo fra Gesù che chiede il battesimo, e il Battista che vuole rifiutarsi. Se il battesimo di Giovanni esprimeva il bisogno della conversione e del perdono dei peccati senza poterlo soddisfare, il battesimo del Messia, "in Spirito Santo e fuoco" (Mt 3,11), sarebbe stato capace di trasformare l'uomo in profondità, di creare quel cuore nuovo, "cuore di carne", di cui avevano parlato i profeti (cfr. Ez 36,24-28).
- Chi porta il battesimo "decisivo", che crea l'"uomo nuovo" (cfr. Ef 4,24), non può aver bisogno di un battesimo soltanto simbolico e anticipativo. "Non sono degno neanche di portargli i sandali", aveva dichiarato Giovanni: fra lui e Gesù una distanza abissale, incolmabile! Ma Gesù è venuto proprio per colmare la distanza fra l'uomo e Dio. Se Gesù è tutto dalla parte di Dio, è anche tutto dalla parte dell'uomo, e riunisce ciò che era diviso. Per questo Gesù chiede a Giovanni di essere battezzato, perché "si compia ogni giustizia", si realizzi cioè il disegno del Padre che passa attraverso la via dell'obbedienza amorosa e della solidarietà con l'uomo fragile e peccatore, la via dell'umiltà e della piena vicinanza di Dio ai suoi figli. Anche il testo della 1ª lettura (il primo "canto del Servo di Dio") e quello degli Atti degli Apostoli (2ª lettura) parlano di "giustizia": la giustizia del Servo di Dio che con uno stile umanamente improbabile (mitezza, semplicità, rispetto, non-violenza, nascondimento) realizza il grande disegno della salvezza, e la giustizia del discepolo, del vero credente che, convertitosi al Signore e ai suoi progetti, è reso capace di "praticare la giustizia" alla maniera di Gesù nell'ascolto e nella obbedienza alla parola e allo stile di Dio che "non fa preferenza di persone" (At 10,34).
- In secondo luogo, le parole che vengono dall'alto sono rivolte a tutti i presenti: "Questi è il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto" (Mt 3,17). Gesù, il Messia ricolmo di Spirito Santo, viene presentato a Israele e all'intera umanità: è il Figlio amatissimo, in cui il Padre trova tutta la sua compiacenza. Sembra di sentire nelle parole del Padre l'eco di Gen 1,31: "E Dio vide che era cosa molto buona". Il Padre vede in Gesù l'uomo come lo ha pensato con sapienza e amore fin dall'eternità. Gesù, immagine del Dio invisibile (Col 1,15), è l'"uomo nuovo che svela pienamente l'uomo all'uomo e gli fa nota la sua altissima vocazione" (cfr. GS 22).
- La festa del battesimo di Gesù chiude il tempo liturgico del Natale: tempo della "epifania" di Dio nella umanità del Figlio di Maria. Ormai l'uomo non solo può sognare di "vedere Dio", ma lo può direttamente contemplare sul volto di Gesù: il rapporto con Cristo diventa decisivo. L'uomo può specchiarsi in Gesù per conoscersi (e riconoscersi) fino in fondo, per fare la verità su di sé. Nel confronto con Cristo l'uomo si ritrova fragile e, insieme, dotato di grandi possibilità; peccatore e destinatario dell'amore misericordioso di Dio; caduto e risollevato dalla bontà onnipotente del Padre; tentato di coltivare visioni di corto respiro e interessi di basso profilo e, nello stesso tempo, orientato verso grandi prospettive e verso una grandezza sognata e desiderata, ma umanamente irrealizzabile.
- Nel battesimo di Gesù riscopriamo il nostro battesimo: rinati dall'acqua e dallo Spirito Santo, sappiamo di essere figli amati, oggetto della compiacenza di Dio, fratelli di tanti altri fratelli, investiti di una grande missione, per testimoniare e annunziare a tutti gli uomini l'amore sconfinato del Padre.
Commento di don Ugo Ughi
tratto da "Il pane della Domenica. Meditazioni sui vangeli festivi"
Ave, Roma 2007