Se dovrai attraversare il deserto, non temere, Io sarò con te.
Se dovrai camminare nel fuoco, la sua fiamma non ti brucerà.
Seguirai la mia luce nella notte, sentirai la mia forza nel cammino,

io sono il tuo Dio, Signore.
Sono io che ti ho fatto e plasmato, ti ho chiamato per nome.
Io da sempre ti ho conosciuto e ti ho dato il mio amore.
Perché tu sei prezioso ai miei occhi, vali più del più grande dei tesori,

Io sarò con te dovunque andrai.

Vangelo del giorno 30 giugno 2014

Antifona d'ingresso
Popoli tutti, battete le mani,
acclamate a Dio con voci di gioia. (Sal 47,2)
 
 
 Libro di Amos 2,6-10.13-16.
Così dice il Signore: "Per tre misfatti d'Israele e per quattro non revocherò il mio decreto, perchè hanno venduto il giusto per denaro e il povero per un paio di sandali;
essi che calpestano come la polvere della terra la testa dei poveri e fanno deviare il cammino dei miseri; e padre e figlio vanno dalla stessa ragazza, profanando così il mio santo nome.
Su vesti prese come pegno si stendono presso ogni altare e bevono il vino confiscato come ammenda nella casa del loro Dio.
Eppure io ho sterminato davanti a loro l'Amorreo, la cui statura era come quella dei cedri, e la forza come quella della quercia; ho strappato i suoi frutti in alto e le sue radici di sotto.
Io vi ho fatti uscire dal paese di Egitto e vi ho condotti per quarant'anni nel deserto, per darvi in possesso il paese dell'Amorreo.
Ebbene, io vi affonderò nella terra come affonda un carro quando è tutto carico di paglia.
Allora nemmeno l'uomo agile potrà più fuggire, nè l'uomo forte usare la sua forza; il prode non potrà salvare la sua vita
né l'arciere resisterà; non scamperà il corridore, nè si salverà il cavaliere. Il più coraggioso fra i prodi fuggirà nudo in quel giorno!".

Salmi 50(49),16bc-17.18-19.20-21.22-23.

"Perché vai ripetendo i miei decreti
e hai sempre in bocca la mia alleanza,
tu che detesti la disciplina
e le mie parole te le getti alle spalle?

Se vedi un ladro, corri con lui;
e degli adùlteri ti fai compagno.
Abbandoni la tua bocca al male
e la tua lingua ordisce inganni.

Ti siedi, parli contro il tuo fratello,
getti fango contro il figlio di tua madre.
Hai fatto questo e dovrei tacere?
forse credevi ch'io fossi come te!
Ti rimprovero:
ti pongo innanzi i tuoi peccati".

Capite questo voi che dimenticate Dio,
perché non mi adiri e nessuno vi salvi.
Chi offre il sacrificio di lode,
questi mi onora,
a chi cammina per la retta via

mostrerò la salvezza di Dio.

Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Matteo 8,18-22.

In quel tempo, Gesù vedendo una gran folla intorno a sé, ordinò di passare all'altra riva.
Allora uno scriba si avvicinò e gli disse: «Maestro, io ti seguirò dovunque tu andrai».
Gli rispose Gesù: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell'uomo non ha dove posare il capo».
E un altro dei discepoli gli disse: «Signore, permettimi di andar prima a seppellire mio padre».
Ma Gesù gli rispose: «Seguimi e lascia i morti seppellire i loro morti». 
 
 
 Meditazione del giorno
Beata Teresa di Calcutta (1910-1997), fondatrice delle Suore Missionarie della Carità
Jesus, the Word to Be Spoken, cap. 8, 31
 
“ Il Figlio dell'uomo non ha dove posare il capo”
    La povertà del nostro Salvatore è ancor più grande di quella del più povero degli animali di questa terra. “Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell'uomo non ha dove posare il capo”. Questa la realtà. Non aveva una sua casa, non una fissa dimora. I Samaritani l’avevano cacciato e doveva cercarsi un tetto (Lc. 9.53). Tutto era incerto: l’alloggio, il cibo. Tutto quanto usava era l’elemosina che altri gli avevano fatta.

    Si tratta veramente di una grande povertà: quanto è commovente se pensiamo chi è lui, il Dio-Uomo; il Signore del cielo e della terra, e tutto quanto avrebbe potuto possedere! Ma è proprio questo allo stesso tempo che rende la sua povertà splendida e ricca, poiché si tratta di una povertà volontariamente scelta per amore nostro e con l’intenzione di arricchirci (cfr 2Cor 8,9).

    Siamo benedetti in quanto chiamati a condividere a nostro modesto modo l’immensa povertà di questo Dio grande. Esultiamo di gioia al magnifico vagabondare della nostra vita. Noi non andiamo di qua e di là, ma coltiviamo lo spirito dell’abbandono. Non possediamo nulla per vivere e tuttavia viviamo benissimo; nulla su cui camminare e tuttavia avanziamo senza timore; nulla su cui appoggiarci e tuttavia con fiducia poniamo in Dio il nostro appoggio, poiché a Lui apparteniamo ed è Lui il Padre che a noi provvede.



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