Antifona d'ingresso
Popoli tutti, battete le mani,
acclamate a Dio con voci di gioia. (Sal 47,2)
Popoli tutti, battete le mani,
acclamate a Dio con voci di gioia. (Sal 47,2)
Libro di Amos 2,6-10.13-16.
Così dice il Signore: "Per tre misfatti d'Israele e per quattro non revocherò il mio decreto, perchè hanno venduto il giusto per denaro e il povero per un paio di sandali;
essi che calpestano come la polvere della terra la testa dei poveri e fanno deviare il cammino dei miseri; e padre e figlio vanno dalla stessa ragazza, profanando così il mio santo nome.
Su vesti prese come pegno si stendono presso ogni altare e bevono il vino confiscato come ammenda nella casa del loro Dio.
Eppure io ho sterminato davanti a loro l'Amorreo, la cui statura era come quella dei cedri, e la forza come quella della quercia; ho strappato i suoi frutti in alto e le sue radici di sotto.
Io vi ho fatti uscire dal paese di Egitto e vi ho condotti per quarant'anni nel deserto, per darvi in possesso il paese dell'Amorreo.
Ebbene, io vi affonderò nella terra come affonda un carro quando è tutto carico di paglia.
Allora nemmeno l'uomo agile potrà più fuggire, nè l'uomo forte usare la sua forza; il prode non potrà salvare la sua vita
né l'arciere resisterà; non scamperà il corridore, nè si salverà il cavaliere. Il più coraggioso fra i prodi fuggirà nudo in quel giorno!".
Salmi 50(49),16bc-17.18-19.20-21.22-23.
"Perché vai ripetendo i miei decreti
e hai sempre in bocca la mia alleanza,
tu che detesti la disciplina
e le mie parole te le getti alle spalle?
Se vedi un ladro, corri con lui;
e degli adùlteri ti fai compagno.
Abbandoni la tua bocca al male
e la tua lingua ordisce inganni.
Ti siedi, parli contro il tuo fratello,
getti fango contro il figlio di tua madre.
Hai fatto questo e dovrei tacere?
forse credevi ch'io fossi come te!
Ti rimprovero:
ti pongo innanzi i tuoi peccati".
Capite questo voi che dimenticate Dio,
perché non mi adiri e nessuno vi salvi.
Chi offre il sacrificio di lode,
questi mi onora,
a chi cammina per la retta via
mostrerò la salvezza di Dio.
Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Matteo 8,18-22.
Così dice il Signore: "Per tre misfatti d'Israele e per quattro non revocherò il mio decreto, perchè hanno venduto il giusto per denaro e il povero per un paio di sandali;
essi che calpestano come la polvere della terra la testa dei poveri e fanno deviare il cammino dei miseri; e padre e figlio vanno dalla stessa ragazza, profanando così il mio santo nome.
Su vesti prese come pegno si stendono presso ogni altare e bevono il vino confiscato come ammenda nella casa del loro Dio.
Eppure io ho sterminato davanti a loro l'Amorreo, la cui statura era come quella dei cedri, e la forza come quella della quercia; ho strappato i suoi frutti in alto e le sue radici di sotto.
Io vi ho fatti uscire dal paese di Egitto e vi ho condotti per quarant'anni nel deserto, per darvi in possesso il paese dell'Amorreo.
Ebbene, io vi affonderò nella terra come affonda un carro quando è tutto carico di paglia.
Allora nemmeno l'uomo agile potrà più fuggire, nè l'uomo forte usare la sua forza; il prode non potrà salvare la sua vita
né l'arciere resisterà; non scamperà il corridore, nè si salverà il cavaliere. Il più coraggioso fra i prodi fuggirà nudo in quel giorno!".
Salmi 50(49),16bc-17.18-19.20-21.22-23.
"Perché vai ripetendo i miei decreti
e hai sempre in bocca la mia alleanza,
tu che detesti la disciplina
e le mie parole te le getti alle spalle?
Se vedi un ladro, corri con lui;
e degli adùlteri ti fai compagno.
Abbandoni la tua bocca al male
e la tua lingua ordisce inganni.
Ti siedi, parli contro il tuo fratello,
getti fango contro il figlio di tua madre.
Hai fatto questo e dovrei tacere?
forse credevi ch'io fossi come te!
Ti rimprovero:
ti pongo innanzi i tuoi peccati".
Capite questo voi che dimenticate Dio,
perché non mi adiri e nessuno vi salvi.
Chi offre il sacrificio di lode,
questi mi onora,
a chi cammina per la retta via
mostrerò la salvezza di Dio.
Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Matteo 8,18-22.
In quel tempo, Gesù vedendo una gran folla intorno a sé, ordinò di passare all'altra riva.
Allora uno scriba si avvicinò e gli disse: «Maestro, io ti seguirò dovunque tu andrai».
Gli rispose Gesù: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell'uomo non ha dove posare il capo».
E un altro dei discepoli gli disse: «Signore, permettimi di andar prima a seppellire mio padre».
Ma Gesù gli rispose: «Seguimi e lascia i morti seppellire i loro morti».
Meditazione del giorno
Beata Teresa di Calcutta (1910-1997), fondatrice delle Suore Missionarie della Carità
Jesus, the Word to Be Spoken, cap. 8, 31
Beata Teresa di Calcutta (1910-1997), fondatrice delle Suore Missionarie della Carità
Jesus, the Word to Be Spoken, cap. 8, 31
“ Il Figlio dell'uomo non ha dove posare il capo”
La povertà del nostro Salvatore è ancor più grande di quella del più
povero degli animali di questa terra. “Le volpi hanno le loro tane e
gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell'uomo non ha dove
posare il capo”. Questa la realtà. Non aveva una sua casa, non una fissa
dimora. I Samaritani l’avevano cacciato e doveva cercarsi un tetto (Lc.
9.53). Tutto era incerto: l’alloggio, il cibo. Tutto quanto usava era
l’elemosina che altri gli avevano fatta.
Si tratta veramente di una grande povertà: quanto è commovente se pensiamo chi è lui, il Dio-Uomo; il Signore del cielo e della terra, e tutto quanto avrebbe potuto possedere! Ma è proprio questo allo stesso tempo che rende la sua povertà splendida e ricca, poiché si tratta di una povertà volontariamente scelta per amore nostro e con l’intenzione di arricchirci (cfr 2Cor 8,9).
Siamo benedetti in quanto chiamati a condividere a nostro modesto modo l’immensa povertà di questo Dio grande. Esultiamo di gioia al magnifico vagabondare della nostra vita. Noi non andiamo di qua e di là, ma coltiviamo lo spirito dell’abbandono. Non possediamo nulla per vivere e tuttavia viviamo benissimo; nulla su cui camminare e tuttavia avanziamo senza timore; nulla su cui appoggiarci e tuttavia con fiducia poniamo in Dio il nostro appoggio, poiché a Lui apparteniamo ed è Lui il Padre che a noi provvede.
Si tratta veramente di una grande povertà: quanto è commovente se pensiamo chi è lui, il Dio-Uomo; il Signore del cielo e della terra, e tutto quanto avrebbe potuto possedere! Ma è proprio questo allo stesso tempo che rende la sua povertà splendida e ricca, poiché si tratta di una povertà volontariamente scelta per amore nostro e con l’intenzione di arricchirci (cfr 2Cor 8,9).
Siamo benedetti in quanto chiamati a condividere a nostro modesto modo l’immensa povertà di questo Dio grande. Esultiamo di gioia al magnifico vagabondare della nostra vita. Noi non andiamo di qua e di là, ma coltiviamo lo spirito dell’abbandono. Non possediamo nulla per vivere e tuttavia viviamo benissimo; nulla su cui camminare e tuttavia avanziamo senza timore; nulla su cui appoggiarci e tuttavia con fiducia poniamo in Dio il nostro appoggio, poiché a Lui apparteniamo ed è Lui il Padre che a noi provvede.