XIX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO A)
Antifona d'ingresso
Sii fedele, Signore, alla tua alleanza,
non dimenticare mai la vita dei tuoi poveri.
Sorgi, Signore, difendi la tua causa,
non dimenticare le suppliche di coloro che t’invocano. (Sal 74,20.19.22.23)
Sii fedele, Signore, alla tua alleanza,
non dimenticare mai la vita dei tuoi poveri.
Sorgi, Signore, difendi la tua causa,
non dimenticare le suppliche di coloro che t’invocano. (Sal 74,20.19.22.23)
In quei giorni, giunto Elia al monte di Dio, l'Oreb, entrò in una caverna.
Ed ecco gli fu rivolta la parola del Signore: "Esci e fermati sul monte alla presenza del Signore". Ecco, il Signore passò. Ci fu un vento impetuoso e gagliardo da spaccare i monti e spezzare le rocce davanti al Signore, ma il Signore non era nel vento. Dopo il vento ci fu un terremoto, ma il Signore non era nel terremoto.
Dopo il terremoto ci fu un fuoco, ma il Signore non era nel fuoco. Dopo il fuoco ci fu il mormorio di un vento leggero.
Come l'udì, Elia si coprì il volto con il mantello, uscì e si fermò all'ingresso della caverna. Ed ecco, sentì una voce che gli diceva: "Che fai qui, Elia?".
Salmi 85(84),9ab-10.11-12.13-14.
Ascolterò che cosa dice Dio, il Signore:
egli annunzia la pace
per il suo popolo, per i suoi fedeli,
per chi ritorna a lui con tutto il cuore.
La sua salvezza è vicina a chi lo teme
e la sua gloria abiterà la nostra terra.
Misericordia e verità s'incontreranno,
giustizia e pace si baceranno.
La verità germoglierà dalla terra
e la giustizia si affaccerà dal cielo.
Quando il Signore elargirà il suo bene,
la nostra terra darà il suo frutto.
Davanti a lui camminerà la giustizia
e sulla via dei suoi passi la salvezza.
Lettera di san Paolo apostolo ai Romani 9,1-5.
Dico la verità in Cristo, non mentisco, e la mia coscienza me ne dà testimonianza nello Spirito Santo:
ho nel cuore un grande dolore e una sofferenza continua.
Vorrei infatti essere io stesso anàtema, separato da Cristo a vantaggio dei miei fratelli, miei consanguinei secondo la carne.
Essi sono Israeliti e possiedono l'adozione a figli, la gloria, le alleanze, la legislazione, il culto, le promesse,
i patriarchi; da essi proviene Cristo secondo la carne, egli che è sopra ogni cosa, Dio benedetto nei secoli. Amen.
Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Matteo 14,22-33.
Subito dopo ordinò ai discepoli di salire sulla barca e di precederlo sull'altra sponda, mentre egli avrebbe congedato la folla.
Congedata la folla, salì sul monte, solo, a pregare. Venuta la sera, egli se ne stava ancora solo lassù.
La barca intanto distava gia qualche miglio da terra ed era agitata dalle onde, a causa del vento contrario.
Verso la fine della notte egli venne verso di loro camminando sul mare.
I discepoli, a vederlo camminare sul mare, furono turbati e dissero: «E' un fantasma» e si misero a gridare dalla paura.
Ma subito Gesù parlò loro: «Coraggio, sono io, non abbiate paura».
Pietro gli disse: «Signore, se sei tu, comanda che io venga da te sulle acque».
Ed egli disse: «Vieni!». Pietro, scendendo dalla barca, si mise a camminare sulle acque e andò verso Gesù.
Ma per la violenza del vento, s'impaurì e, cominciando ad affondare, gridò: «Signore, salvami!».
E subito Gesù stese la mano, lo afferrò e gli disse: «Uomo di poca fede, perché hai dubitato?».
Appena saliti sulla barca, il vento cessò.
Quelli che erano sulla barca gli si prostrarono davanti, esclamando: «Tu sei veramente il Figlio di Dio!».
Ed ecco gli fu rivolta la parola del Signore: "Esci e fermati sul monte alla presenza del Signore". Ecco, il Signore passò. Ci fu un vento impetuoso e gagliardo da spaccare i monti e spezzare le rocce davanti al Signore, ma il Signore non era nel vento. Dopo il vento ci fu un terremoto, ma il Signore non era nel terremoto.
Dopo il terremoto ci fu un fuoco, ma il Signore non era nel fuoco. Dopo il fuoco ci fu il mormorio di un vento leggero.
Come l'udì, Elia si coprì il volto con il mantello, uscì e si fermò all'ingresso della caverna. Ed ecco, sentì una voce che gli diceva: "Che fai qui, Elia?".
Salmi 85(84),9ab-10.11-12.13-14.
Ascolterò che cosa dice Dio, il Signore:
egli annunzia la pace
per il suo popolo, per i suoi fedeli,
per chi ritorna a lui con tutto il cuore.
La sua salvezza è vicina a chi lo teme
e la sua gloria abiterà la nostra terra.
Misericordia e verità s'incontreranno,
giustizia e pace si baceranno.
La verità germoglierà dalla terra
e la giustizia si affaccerà dal cielo.
Quando il Signore elargirà il suo bene,
la nostra terra darà il suo frutto.
Davanti a lui camminerà la giustizia
e sulla via dei suoi passi la salvezza.
Lettera di san Paolo apostolo ai Romani 9,1-5.
Dico la verità in Cristo, non mentisco, e la mia coscienza me ne dà testimonianza nello Spirito Santo:
ho nel cuore un grande dolore e una sofferenza continua.
Vorrei infatti essere io stesso anàtema, separato da Cristo a vantaggio dei miei fratelli, miei consanguinei secondo la carne.
Essi sono Israeliti e possiedono l'adozione a figli, la gloria, le alleanze, la legislazione, il culto, le promesse,
i patriarchi; da essi proviene Cristo secondo la carne, egli che è sopra ogni cosa, Dio benedetto nei secoli. Amen.
Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Matteo 14,22-33.
Subito dopo ordinò ai discepoli di salire sulla barca e di precederlo sull'altra sponda, mentre egli avrebbe congedato la folla.
Congedata la folla, salì sul monte, solo, a pregare. Venuta la sera, egli se ne stava ancora solo lassù.
La barca intanto distava gia qualche miglio da terra ed era agitata dalle onde, a causa del vento contrario.
Verso la fine della notte egli venne verso di loro camminando sul mare.
I discepoli, a vederlo camminare sul mare, furono turbati e dissero: «E' un fantasma» e si misero a gridare dalla paura.
Ma subito Gesù parlò loro: «Coraggio, sono io, non abbiate paura».
Pietro gli disse: «Signore, se sei tu, comanda che io venga da te sulle acque».
Ed egli disse: «Vieni!». Pietro, scendendo dalla barca, si mise a camminare sulle acque e andò verso Gesù.
Ma per la violenza del vento, s'impaurì e, cominciando ad affondare, gridò: «Signore, salvami!».
E subito Gesù stese la mano, lo afferrò e gli disse: «Uomo di poca fede, perché hai dubitato?».
Appena saliti sulla barca, il vento cessò.
Quelli che erano sulla barca gli si prostrarono davanti, esclamando: «Tu sei veramente il Figlio di Dio!».
Monaci Benedettini Silvestrini
"Tu sei veramente il Figlio di Dio!"
Già gli ebrei nel vecchio testamento imploravano così il Signore: «Risveglia la tua potenza e vieni in nostro soccorso». Ci piace pensare e credere all'onnipotenza di Dio soprattutto se la immaginiamo a nostro uso e consumo. Ricorre frequentemente per i religiosi di ogni tempo la tentazione che induce a pensare che dalla fede e dalla fedeltà debba scaturire quasi come dovuta una adeguata ricompensa. Che Dio ce lo debba... Oppure, ancor peggio, che la nostra fede debba essere continuamente alimentata da prodigi. Ecco la voce stridula di Pietro: «Signore, se sei tu, comanda che io venga da te sulle acque». Gesù acconsente, ma poi dimostra a Pietro e a tutti noi che la fede non serve tanto per camminare sulle acque, ma piuttosto per stare con i piedi per terra e saperci muovere speditamente verso la meta finale della nostra esistenza. Sono le prove della vita, per Pietro la violenza del vento, a saggiare l'autenticità e la fermezza della nostra fede. Non possiamo esaurire la pratica religiosa facendo i cristiani della domenica. La fede deve diventare lampada ai nostri passi luce sul nostro cammino. Cala altrimenti il buio e con il buio anche il più leggero fruscio ci sembra tempestoso e genera in noi la paura. L'intervento di Gesù chiamato dalle fede e invocato dall'imminenza del pericolo, il «Signore, salvami!» di Pietro ci fa scoprire l'atteggiamento premuroso e provvido nei nostri confronti, anche quando la fede vacilla. «Sùbito Gesù stese la mano, lo afferrò e gli disse: «Uomo di poca fede, perché hai dubitato?». Quella mano tesa, quel dolce rimprovero generano la fede negli astanti più che il camminare di Gesù sulle acque. «Quelli che erano sulla barca gli si prostrarono davanti, esclamando: «Tu sei veramente il Figlio di Dio!».
Già gli ebrei nel vecchio testamento imploravano così il Signore: «Risveglia la tua potenza e vieni in nostro soccorso». Ci piace pensare e credere all'onnipotenza di Dio soprattutto se la immaginiamo a nostro uso e consumo. Ricorre frequentemente per i religiosi di ogni tempo la tentazione che induce a pensare che dalla fede e dalla fedeltà debba scaturire quasi come dovuta una adeguata ricompensa. Che Dio ce lo debba... Oppure, ancor peggio, che la nostra fede debba essere continuamente alimentata da prodigi. Ecco la voce stridula di Pietro: «Signore, se sei tu, comanda che io venga da te sulle acque». Gesù acconsente, ma poi dimostra a Pietro e a tutti noi che la fede non serve tanto per camminare sulle acque, ma piuttosto per stare con i piedi per terra e saperci muovere speditamente verso la meta finale della nostra esistenza. Sono le prove della vita, per Pietro la violenza del vento, a saggiare l'autenticità e la fermezza della nostra fede. Non possiamo esaurire la pratica religiosa facendo i cristiani della domenica. La fede deve diventare lampada ai nostri passi luce sul nostro cammino. Cala altrimenti il buio e con il buio anche il più leggero fruscio ci sembra tempestoso e genera in noi la paura. L'intervento di Gesù chiamato dalle fede e invocato dall'imminenza del pericolo, il «Signore, salvami!» di Pietro ci fa scoprire l'atteggiamento premuroso e provvido nei nostri confronti, anche quando la fede vacilla. «Sùbito Gesù stese la mano, lo afferrò e gli disse: «Uomo di poca fede, perché hai dubitato?». Quella mano tesa, quel dolce rimprovero generano la fede negli astanti più che il camminare di Gesù sulle acque. «Quelli che erano sulla barca gli si prostrarono davanti, esclamando: «Tu sei veramente il Figlio di Dio!».
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