Antifona d'ingresso
Da’, o Signore, la pace a coloro che sperano in te;
i tuoi profeti siano trovati degni di fede;
ascolta la preghiera dei tuoi fedeli
e del tuo popolo, Israele. (cf. Sir 36,15-16)
Da’, o Signore, la pace a coloro che sperano in te;
i tuoi profeti siano trovati degni di fede;
ascolta la preghiera dei tuoi fedeli
e del tuo popolo, Israele. (cf. Sir 36,15-16)
Prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinti 15,12-20.
Fratelli, se si predica che Cristo è risuscitato dai morti, come possono dire alcuni tra voi che non esiste risurrezione dei morti?
Se non esiste risurrezione dai morti, neanche Cristo è risuscitato!
Ma se Cristo non è risuscitato, allora è vana la nostra predicazione ed è vana anche la vostra fede.
Noi, poi, risultiamo falsi testimoni di Dio, perché contro Dio abbiamo testimoniato che egli ha risuscitato Cristo, mentre non lo ha risuscitato, se è vero che i morti non risorgono.
Se infatti i morti non risorgono, neanche Cristo è risorto;
ma se Cristo non è risorto, è vana la vostra fede e voi siete ancora nei vostri peccati.
E anche quelli che sono morti in Cristo sono perduti.
Se poi noi abbiamo avuto speranza in Cristo soltanto in questa vita, siamo da compiangere più di tutti gli uomini.
Ora, invece, Cristo è risuscitato dai morti, primizia di coloro che sono morti.
Salmi 17(16),1.6-7.8.15.
Accogli, Signore, la causa del giusto,
sii attento al mio grido.
Porgi l'orecchio alla mia preghiera:
sulle mie labbra non c'è inganno.
Io t'invoco, mio Dio: dammi risposta;
porgi l'orecchio, ascolta la mia voce,
mostrami i prodigi del tuo amore:
tu che salvi dai nemici chi si affida alla tua destra.
Custodiscimi come pupilla degli occhi,
proteggimi all'ombra delle tue ali,
Per la giustizia contemplerò il tuo volto,
al risveglio mi sazierò della tua presenza.
Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Luca 8,1-3.
In quel tempo, Gesù se ne andava per le città e i villaggi, predicando e annunziando la buona novella del regno di Dio.
C'erano con lui i Dodici e alcune donne che erano state guarite da spiriti cattivi e da infermità: Maria di Màgdala, dalla quale erano usciti sette demòni,
Giovanna, moglie di Cusa, amministratore di Erode, Susanna e molte altre, che li assistevano con i loro beni.
Meditazione del giorno
San Giovanni Paolo II (1920-2005), papa
Lettera apostolica «Mulieris dignitatem» § 31 ( © Libreria Editrice Vaticana)
San Giovanni Paolo II (1920-2005), papa
Lettera apostolica «Mulieris dignitatem» § 31 ( © Libreria Editrice Vaticana)
C'erano con lui i Dodici e alcune donne”
«Se tu conoscessi il dono di Dio» (Gv 4, 10), dice Gesù alla
Samaritana durante uno di quei mirabili colloqui che mostrano quanta
stima egli abbia per la dignità di ogni donna e per la vocazione che le
consente di partecipare alla sua missione di Messia… La Chiesa desidera
ringraziare la Santissima Trinità per il «mistero della donna», e, per
ogni donna - per ciò che costituisce l'eterna misura della sua dignità
femminile, per le «grandi opere di Dio» che nella storia delle
generazioni umane si sono compiute in lei e per mezzo di lei. In
definitiva, non si è operato in lei e per mezzo di lei ciò che c'è di
più grande nella storia dell'uomo sulla terra: l'evento che Dio stesso
si è fatto uomo?
La Chiesa, dunque, rende grazie per tutte le donne e per ciascuna: per le madri, le sorelle, le spose; per le donne consacrate a Dio nella verginità; per le donne dedite ai tanti e tanti esseri umani, che attendono l'amore gratuito di un'altra persona; per le donne che vegliano sull'essere umano nella famiglia, che è il fondamentale segno della comunità umana; per le donne che lavorano professionalmente, donne a volte gravate da una grande responsabilità sociale…
La Chiesa ringrazia per tutte le manifestazioni del «genio» femminile apparse nel corso della storia, in mezzo a tutti i popoli e Nazioni; ringrazia per tutti i carismi che lo Spirito Santo elargisce alle donne nella storia del Popolo di Dio… La Chiesa chiede, nello stesso tempo, che queste inestimabili «manifestazioni dello Spirito» (cf. 1 Cor12, 4 ss.) … siano attentamente riconosciute, valorizzate, perché tornino a comune vantaggio della Chiesa e dell'umanità.
La Chiesa, dunque, rende grazie per tutte le donne e per ciascuna: per le madri, le sorelle, le spose; per le donne consacrate a Dio nella verginità; per le donne dedite ai tanti e tanti esseri umani, che attendono l'amore gratuito di un'altra persona; per le donne che vegliano sull'essere umano nella famiglia, che è il fondamentale segno della comunità umana; per le donne che lavorano professionalmente, donne a volte gravate da una grande responsabilità sociale…
La Chiesa ringrazia per tutte le manifestazioni del «genio» femminile apparse nel corso della storia, in mezzo a tutti i popoli e Nazioni; ringrazia per tutti i carismi che lo Spirito Santo elargisce alle donne nella storia del Popolo di Dio… La Chiesa chiede, nello stesso tempo, che queste inestimabili «manifestazioni dello Spirito» (cf. 1 Cor12, 4 ss.) … siano attentamente riconosciute, valorizzate, perché tornino a comune vantaggio della Chiesa e dell'umanità.
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