Antifona d'ingresso
Non si allontani dalla tua bocca il libro della legge;
meditalo giorno e notte
per osservare esattamente quanto vi è prescritto:
così porterai a buon fine le tue imprese. (Gs 1,8)
Non si allontani dalla tua bocca il libro della legge;
meditalo giorno e notte
per osservare esattamente quanto vi è prescritto:
così porterai a buon fine le tue imprese. (Gs 1,8)
Libro di Giobbe 3,1-3.11-17.20-23.
Giobbe aprì la bocca e maledisse il suo giorno;
prese a dire:
Perisca il giorno in cui nacqui e la notte in cui si disse: "È stato concepito un uomo!".
E perché non sono morto fin dal seno di mia madre e non spirai appena uscito dal grembo?
Perché due ginocchia mi hanno accolto, e perché due mammelle, per allattarmi?
Sì, ora giacerei tranquillo, dormirei e avrei pace
con i re e i governanti della terra, che si sono costruiti mausolei,
o con i principi, che hanno oro e riempiono le case d'argento.
Oppure, come aborto nascosto, più non sarei, o come i bimbi che non hanno visto la luce.
Laggiù i malvagi cessano d'agitarsi, laggiù riposano gli sfiniti di forze.
Perché dare la luce a un infelice e la vita a chi ha l'amarezza nel cuore,
a quelli che aspettano la morte e non viene, che la cercano più di un tesoro,
che godono alla vista di un tumulo, gioiscono se possono trovare una tomba...
a un uomo, la cui via è nascosta e che Dio da ogni parte ha sbarrato?
Salmi 88(87),2-3.4-5.6.7-8.
Signore, Dio della mia salvezza,
davanti a te grido giorno e notte.
Giunga fino a te la mia preghiera,
tendi l'orecchio al mio lamento.
Io sono colmo di sventure,
la mia vita è vicina alla tomba.
Sono annoverato tra quelli che scendono nella fossa,
sono come un morto ormai privo di forza.
È tra i morti il mio giaciglio,
sono come gli uccisi stesi nel sepolcro,
dei quali tu non conservi il ricordo
e che la tua mano ha abbandonato.
Mi hai gettato nella fossa profonda,
nelle tenebre e nell'ombra di morte.
Pesa su di me il tuo sdegno
e con tutti i tuoi flutti mi sommergi.
Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Luca 9,51-56.
Mentre stavano compiendosi i giorni in cui sarebbe stato tolto dal mondo, Gesù si diresse decisamente verso Gerusalemme
e mandò avanti dei messaggeri. Questi si incamminarono ed entrarono in un villaggio di Samaritani per fare i preparativi per lui.
Ma essi non vollero riceverlo, perché era diretto verso Gerusalemme.
Quando videro ciò, i discepoli Giacomo e Giovanni dissero: «Signore, vuoi che diciamo che scenda un fuoco dal cielo e li consumi?».
Ma Gesù si voltò e li rimproverò.
E si avviarono verso un altro villaggio.
Meditazione del giorno
Sant'Agostino (354-430), vescovo d'Ippona (Nord Africa) e dottore della Chiesa
Meditazioni, cap. 18
Sant'Agostino (354-430), vescovo d'Ippona (Nord Africa) e dottore della Chiesa
Meditazioni, cap. 18
La strada verso Gerusalemme
Il peso della nostra debolezza ci fa scendere verso le realtà di
quaggiù; il fuoco del tuo amore, Signore, ci eleva e ci porta verso le
realtà di lassù. Ci arriviamo con lo slancio del cuore, cantando i
salmi delle ascensioni. Bruciamo del tuo fuoco, il fuoco della tua
bontà; è lui che ci trasporta.
Dove ci fai salire così? Verso la pace della Gerusalemme celeste. “Quale gioia, quando mi dissero: "Andremo alla casa del Signore"” (Sal 122,1). Ci farà arrivare fin là niente altro che il desiderio di abitarvi per sempre. Finché siamo nel corpo camminiamo verso te. Quaggiù non abbiamo una città stabile; cerchiamo senza sosta la nostra casa nella città futura (Eb 13,14). Mi guidi la tua grazia, Signore, nel profondo del cuore per cantare il tuo amore, mio Re e mio Dio… E ricordandomi della Gerusalemme celeste, il mio cuore vi salirà: verso Gerusalemme, mia vera patria, Gerusalemme mia vera madre (Gal 4,26). Sei il suo Re, la sua luce, il suo difensore, suo protettore, suo pastore; sei la sua gioia eterna; la tua bontà è la sorgente di tutti i suoi beni ineffabili…, tu che sei il mio Dio e la mia divina misericordia.
Dove ci fai salire così? Verso la pace della Gerusalemme celeste. “Quale gioia, quando mi dissero: "Andremo alla casa del Signore"” (Sal 122,1). Ci farà arrivare fin là niente altro che il desiderio di abitarvi per sempre. Finché siamo nel corpo camminiamo verso te. Quaggiù non abbiamo una città stabile; cerchiamo senza sosta la nostra casa nella città futura (Eb 13,14). Mi guidi la tua grazia, Signore, nel profondo del cuore per cantare il tuo amore, mio Re e mio Dio… E ricordandomi della Gerusalemme celeste, il mio cuore vi salirà: verso Gerusalemme, mia vera patria, Gerusalemme mia vera madre (Gal 4,26). Sei il suo Re, la sua luce, il suo difensore, suo protettore, suo pastore; sei la sua gioia eterna; la tua bontà è la sorgente di tutti i suoi beni ineffabili…, tu che sei il mio Dio e la mia divina misericordia.
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