Antifona d'ingresso
Io t’invoco, mio Dio: dammi risposta,
rivolgi a me l’orecchio e ascolta la mia preghiera.
Custodiscimi, o Signore, come la pupilla degli occhi,
proteggimi all’ombra delle tue ali. (Sal 17,6.8)
Io t’invoco, mio Dio: dammi risposta,
rivolgi a me l’orecchio e ascolta la mia preghiera.
Custodiscimi, o Signore, come la pupilla degli occhi,
proteggimi all’ombra delle tue ali. (Sal 17,6.8)
Lettera di san Paolo apostolo agli Efesini 4,7-16.
Fratelli, a ciascuno di noi è stata data la grazia secondo la misura del dono di Cristo.
Per questo sta scritto: Ascendendo in cielo ha portato con sé prigionieri, ha distribuito doni agli uomini.
Ma che significa la parola "ascese", se non che prima era disceso quaggiù sulla terra?
Colui che discese è lo stesso che anche ascese al di sopra di tutti i cieli, per riempire tutte le cose.
È lui che ha stabilito alcuni come apostoli, altri come profeti, altri come evangelisti, altri come pastori e maestri,
per rendere idonei i fratelli a compiere il ministero, al fine di edificare il corpo di Cristo,
finché arriviamo tutti all'unità della fede e della conoscenza del Figlio di Dio, allo stato di uomo perfetto, nella misura che conviene alla piena maturità di Cristo.
Questo affinché non siamo più come fanciulli sballottati dalle onde e portati qua e là da qualsiasi vento di dottrina, secondo l'inganno degli uomini, con quella loro astuzia che tende a trarre nell'errore.
Al contrario, vivendo secondo la verità nella carità, cerchiamo di crescere in ogni cosa verso di lui, che è il capo, Cristo,
dal quale tutto il corpo, ben compaginato e connesso, mediante la collaborazione di ogni giuntura, secondo l'energia propria di ogni membro, riceve forza per crescere in modo da edificare se stesso nella carità.
Salmi 122(121),1-2.3-4ab.4cd-5.
Quale gioia, quando mi dissero:
"Andremo alla casa del Signore".
E ora i nostri piedi si fermano
alle tue porte, Gerusalemme!
Gerusalemme è costruita
come città salda e compatta.
Là salgono insieme le tribù,
le tribù del Signore.
Salgono, secondo la legge di Israele,
per lodare il nome del Signore.
Là sono posti i seggi del giudizio,
i seggi della casa di Davide.
+ Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Luca 13,1-9.
Fratelli, a ciascuno di noi è stata data la grazia secondo la misura del dono di Cristo.
Per questo sta scritto: Ascendendo in cielo ha portato con sé prigionieri, ha distribuito doni agli uomini.
Ma che significa la parola "ascese", se non che prima era disceso quaggiù sulla terra?
Colui che discese è lo stesso che anche ascese al di sopra di tutti i cieli, per riempire tutte le cose.
È lui che ha stabilito alcuni come apostoli, altri come profeti, altri come evangelisti, altri come pastori e maestri,
per rendere idonei i fratelli a compiere il ministero, al fine di edificare il corpo di Cristo,
finché arriviamo tutti all'unità della fede e della conoscenza del Figlio di Dio, allo stato di uomo perfetto, nella misura che conviene alla piena maturità di Cristo.
Questo affinché non siamo più come fanciulli sballottati dalle onde e portati qua e là da qualsiasi vento di dottrina, secondo l'inganno degli uomini, con quella loro astuzia che tende a trarre nell'errore.
Al contrario, vivendo secondo la verità nella carità, cerchiamo di crescere in ogni cosa verso di lui, che è il capo, Cristo,
dal quale tutto il corpo, ben compaginato e connesso, mediante la collaborazione di ogni giuntura, secondo l'energia propria di ogni membro, riceve forza per crescere in modo da edificare se stesso nella carità.
Salmi 122(121),1-2.3-4ab.4cd-5.
Quale gioia, quando mi dissero:
"Andremo alla casa del Signore".
E ora i nostri piedi si fermano
alle tue porte, Gerusalemme!
Gerusalemme è costruita
come città salda e compatta.
Là salgono insieme le tribù,
le tribù del Signore.
Salgono, secondo la legge di Israele,
per lodare il nome del Signore.
Là sono posti i seggi del giudizio,
i seggi della casa di Davide.
+ Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Luca 13,1-9.
In quel tempo si presentarono alcuni a riferire a Gesù circa quei Galilei, il cui sangue Pilato aveva mescolato con quello dei loro sacrifici.
Prendendo la parola, Gesù rispose: «Credete che quei Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei, per aver subito tale sorte?
No, vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo.
O quei diciotto, sopra i quali rovinò la torre di Sìloe e li uccise, credete che fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme?
No, vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo».
Disse anche questa parabola: «Un tale aveva un fico piantato nella vigna e venne a cercarvi frutti, ma non ne trovò.
Allora disse al vignaiolo: Ecco, son tre anni che vengo a cercare frutti su questo fico, ma non ne trovo. Taglialo. Perché deve sfruttare il terreno?
Ma quegli rispose: Padrone, lascialo ancora quest'anno finché io gli zappi attorno e vi metta il concime
e vedremo se porterà frutto per l'avvenire; se no, lo taglierai».
Meditazione del giorno
Giuliana di Norwich (tra 1342-1430 cc), reclusa inglese
Rivelazioni dell’amore divino, cap. 39
Giuliana di Norwich (tra 1342-1430 cc), reclusa inglese
Rivelazioni dell’amore divino, cap. 39
Convertirsi e non perire
Il peccato è la sferza più terribile che possa colpire un’anima
eletta. Schiaccia l’uomo o la donna, abbassandolo talmente ai propri
occhi che quello crede di meritare ormai solo l’inferno, fino al momento
in cui, toccato dallo Spirito Santo, è preso da contrizione e vede la
sua amarezza trasformarsi in speranza nella misericordia divina. Allora
le sue ferite cominciano a guarire e la sua anima a vivere, dal momento
in cui si orienta alla vita della santa Chiesa. Lo Spirito Santo lo
conduce alla confessione, per potervi confessare pienamente i suoi
peccati, apertamente e francamente, col dolore grande e la vergogna di
aver deturpato la bella immagine di Dio. Dal confessore riceve la
penitenza per ogni peccato, mentre è re-inserito nella santa Chiesa per
l’insegnamento dello Spirito Santo. E questa umiltà piace tanto a Dio…
Nostro Signore si prende grandissima cura di noi, anche quando crediamo di essere abbandonati, respinti, a causa dei peccati e vediamo che l’abbiamo meritato. L’umiltà che così acquistiamo ci innalza agli occhi di Dio. La grazia divina fa nascere una così grande contrizione, compassione e vera sete di Dio che il peccatore, appena liberato dal peccato e dalla pena, è innalzato alla beatitudine, come i grandi santi.
Nostro Signore si prende grandissima cura di noi, anche quando crediamo di essere abbandonati, respinti, a causa dei peccati e vediamo che l’abbiamo meritato. L’umiltà che così acquistiamo ci innalza agli occhi di Dio. La grazia divina fa nascere una così grande contrizione, compassione e vera sete di Dio che il peccatore, appena liberato dal peccato e dalla pena, è innalzato alla beatitudine, come i grandi santi.
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