Se dovrai attraversare il deserto, non temere, Io sarò con te.
Se dovrai camminare nel fuoco, la sua fiamma non ti brucerà.
Seguirai la mia luce nella notte, sentirai la mia forza nel cammino,

io sono il tuo Dio, Signore.
Sono io che ti ho fatto e plasmato, ti ho chiamato per nome.
Io da sempre ti ho conosciuto e ti ho dato il mio amore.
Perché tu sei prezioso ai miei occhi, vali più del più grande dei tesori,

Io sarò con te dovunque andrai.

Vangelo del giorno 11 aprile 2015

Antifona d'ingresso
Il Signore ha liberato il suo popolo
e gli ha dato esultanza;
ha colmato di gioia i suoi eletti. Alleluia. (Sal 105,43)
 
 
Atti degli Apostoli 4,13-21.
In quei giorni, i principi dei sacerdoti e gli anziani, vedendo la franchezza di Pietro e di Giovanni e considerando che erano senza istruzione e popolani, rimanevano stupefatti riconoscendoli per coloro che erano stati con Gesù;
quando poi videro in piedi vicino a loro l'uomo che era stato guarito, non sapevano che cosa rispondere.
Li fecero uscire dal sinedrio e si misero a consultarsi fra loro dicendo:
"Che dobbiamo fare a questi uomini? Un miracolo evidente è avvenuto per opera loro; esso è diventato talmente noto a tutti gli abitanti di Gerusalemme che non possiamo negarlo.
Ma perché la cosa non si divulghi di più tra il popolo, diffidiamoli dal parlare più ad alcuno in nome di lui".
E, richiamatili, ordinarono loro di non parlare assolutamente né di insegnare nel nome di Gesù.
Ma Pietro e Giovanni replicarono: "Se sia giusto innanzi a Dio obbedire a voi più che a lui, giudicatelo voi stessi;
noi non possiamo tacere quello che abbiamo visto e ascoltato".
Quelli allora, dopo averli ulteriormente minacciati, non trovando motivi per punirli, li rilasciarono a causa del popolo, perché tutti glorificavano Dio per l'accaduto.

Salmi 118(117),1.14-15.16ab-18.19-21.
Celebrate il Signore, perché è buono;
perché eterna è la sua misericordia.
Mia forza e mio canto è il Signore,
egli è stato la mia salvezza.
Grida di giubilo e di vittoria nelle tende dei giusti:
la destra del Signore ha fatto meraviglie.

La destra del Signore si è innalzata,
la destra del Signore ha fatto meraviglie.
Non morirò, resterò in vita
e annunzierò le opere del Signore.
Il Signore mi ha provato duramente,
ma non mi ha consegnato alla morte.

Apritemi le porte della giustizia:
voglio entrarvi e rendere grazie al Signore.
È questa la porta del Signore,
per essa entrano i giusti.
Ti rendo grazie, perché mi hai esaudito,
perché sei stato la mia salvezza.

Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Marco 16,9-15.
Risuscitato al mattino nel primo giorno dopo il sabato, apparve prima a Maria di Màgdala, dalla quale aveva cacciato sette demòni.
Questa andò ad annunziarlo ai suoi seguaci che erano in lutto e in pianto.
Ma essi, udito che era vivo ed era stato visto da lei, non vollero credere.
Dopo ciò, apparve a due di loro sotto altro aspetto, mentre erano in cammino verso la campagna.
Anch'essi ritornarono ad annunziarlo agli altri; ma neanche a loro vollero credere.
Alla fine apparve agli undici, mentre stavano a mensa, e li rimproverò per la loro incredulità e durezza di cuore, perché non avevano creduto a quelli che lo avevano visto risuscitato.
Gesù disse loro: «Andate in tutto il mondo e predicate il vangelo ad ogni creatura.»

Meditazione del giorno
Sant'Agostino (354-430), vescovo d'Ippona (Africa del Nord) e dottore della Chiesa
Discorso 233 ; PL 38, 1112 (Nuova Biblioteca Agostiniana)
 
« Predicate il Vangelo ad ogni creatura»
    Avete ascoltato quel che disse ai discepoli il Signore risorto. Li mandò a predicare il Vangelo, ed essi così fecero: il Vangelo è stato predicato e l'annunzio è giunto fino a noi. Veramente, “per tutta la terra s'è diffuso il loro messaggio e le loro parole agli estremi confini della terra” (Sal 19,5). Cammina cammina, il Vangelo è giunto fino a noi e fino alle estremità della terra. Parlando ai suoi discepoli, fissava in poche linee quel che noi avremmo dovuto fare e quel che avremmo potuto sperare. Lo avete ascoltato in atto di parlare. Diceva: “Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo”. Da noi si esige la fede e ci viene  donata la salvezza. Preziosa la promessa, dono gratuito l'esecuzione del comando.

    “Quanto ai figli dell'uomo, essi spereranno all'ombra delle tue ali..., e li disseterai al torrente delle tue delizie, poiché presso di te è la fonte della vita”( Sal 36,8ss). La fonte della vita è Cristo. Avevamo la stessa salute degli animali finché non venne a noi la sorgente della vita, poiché dice il salmo: “Uomini e bestie tu salvi, Signore” (Sal 36,7).  La sorgente della vita venne a noi e per noi morì. Ricuserà di darci la sua vita dopo che ci ha fatto dono della sua morte? Ecco la salvezza che non è vana. Perché non è vana? Perché non passa. Egli dunque venne così; venne per essere salvatore. Morì ma uccise la morte: con la sua vittoria sterminò colei che temevamo. L'assunse in sé e la uccise.  Dov'è ora la morte? Se la cerchi in Cristo, in lui non c'è più. C'è stata una volta, ma ora è morta in lui. O vita che hai dato morte alla morte! Ma state tranquilli! essa morrà anche in noi. Ciò che è avvenuto in anticipo nel Capo si realizzerà anche nelle membra: la morte morirà anche in noi.


O M E L I A
a cura di
Qumran2.net
  
Monaci Benedettini Silvestrini
 Andate in tutto il mondo

L'evangelista Marco, con il suo stile essenziale e stringato, riassume in poche righe diversi episodi riguardanti le apparizioni di Gesù dopo la sua gloriosa risurrezione. Pone l'accento sulle diverse testimonianze che sgorgano da quelle visioni del Risorto, in particolare quella di Maria di Màgdala e quella dei due discepoli di Èmmaus e soprattutto sulla incredulità e sulla perplessità degli apostoli. Riferisce alla fine l'apparizione agli Undici; Gesù siede a mensa con loro, ma li rimprovera per l'incredulità e la durezza di cuore. Incredulità e durezza di cuore sono gli ostacoli più forti e ricorrenti all'accoglienza della verità, offuscano anche la fede e generano una specie di ottusità dello spirito. Sant'Agostino però proprio da questi atteggiamenti sa trarne un grande motivo di conforto per noi: egli argomenta che proprio in virtù di quelle resistenze la nostra fede trova la migliore conferma. Gesù con le sue reiterate apparizioni vuole confermare i suoi nella fede, dare loro la certezza della suo risurrezione perché poi dovrà affidare a loro il mandato di esserne gli annunciatori e i testimoni. «Gesù disse loro: Andate in tutto il mondo e predicate il vangelo ad ogni creatura». Appare chiaro che quella fede dovrà irradiare il mondo intero e i veicoli saranno gli apostoli e i loro successori in prima persona e con loro tutti i credenti. La santa pasqua ravviva in tutti noi l'impegno di credere in Cristo, nella sua opera redentrice, nella sua risurrezione e nel frattempo vuole che rinnoviamo i nostri impegni battesimali con i quali gli abbiamo promesso fedeltà e fattiva testimonianza. Riguarda tutti noi il mandato missionario e la crescita del regno di Dio dipende da tutti e da ognuno.
 
 
 

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