Antifona d'ingresso
Il Signore vi ha introdotto in una terra dove scorre latte e miele;
Il Signore vi ha introdotto in una terra dove scorre latte e miele;
la legge del Signore sia sempre sulla vostra bocca.
Alleluia. (Es 13,5.9)
Alleluia. (Es 13,5.9)
Atti degli Apostoli 2,14.22-33.
Nel giorno di Pentecoste, Pietro, levatosi in piedi con gli altri Undici, parlò a voce alta così: "Uomini di Giudea, e voi tutti che vi trovate a Gerusalemme, vi sia ben noto questo e fate attenzione alle mie parole:
Uomini d'Israele, ascoltate queste parole: Gesù di Nazaret - uomo accreditato da Dio presso di voi per mezzo di miracoli, prodigi e segni, che Dio stesso operò fra di voi per opera sua, come voi ben sapete-,
dopo che, secondo il prestabilito disegno e la prescienza di Dio, fu consegnato a voi, voi l'avete inchiodato sulla croce per mano di empi e l'avete ucciso.
Ma Dio lo ha risuscitato, sciogliendolo dalle angosce della morte, perché non era possibile che questa lo tenesse in suo potere.
Dice infatti Davide a suo riguardo: Contemplavo sempre il Signore innanzi a me; poiché egli sta alla mia destra, perché io non vacilli.
Per questo si rallegrò il mio cuore ed esultò la mia lingua; ed anche la mia carne riposerà nella speranza,
perché tu non abbandonerai l'anima mia negli inferi, né permetterai che il tuo Santo veda la corruzione.
Mi hai fatto conoscere le vie della vita, mi colmerai di gioia con la tua presenza.
Fratelli, mi sia lecito dirvi francamente, riguardo al patriarca Davide, che egli morì e fu sepolto e la sua tomba è ancora oggi fra noi.
Poiché però era profeta e sapeva che Dio gli aveva giurato solennemente di far sedere sul suo trono un suo discendente,
previde la risurrezione di Cristo e ne parlò: questi non fu abbandonato negli inferi, né la sua carne vide corruzione.
Questo Gesù Dio l'ha risuscitato e noi tutti ne siamo testimoni.
Innalzato pertanto alla destra di Dio e dopo aver ricevuto dal Padre lo Spirito Santo che egli aveva promesso, lo ha effuso, come voi stessi potete vedere e udire.
Salmi 16(15),1-2.5.7-8.9-10.11.
Proteggimi, o Dio: in te mi rifugio.
Ho detto a Dio: "Sei tu il mio Signore,
senza di te non ho alcun bene".
Il Signore è mia parte di eredità e mio calice:
nelle tue mani è la mia vita.
Benedico il Signore che mi ha dato consiglio;
anche di notte il mio cuore mi istruisce.
Io pongo sempre innanzi a me il Signore,
sta alla mia destra, non posso vacillare.
Di questo gioisce il mio cuore, esulta la mia anima;
anche il mio corpo riposa al sicuro,
perché non abbandonerai la mia vita nel sepolcro,
né lascerai che il tuo santo veda la corruzione.
Mi indicherai il sentiero della vita,
gioia piena nella tua presenza,
dolcezza senza fine alla tua destra.
Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Matteo 28,8-15.
In quel tempo, abbandonato in fretta il sepolcro, con timore e gioia grande, le donne corsero a dare l'annunzio ai suoi discepoli.
Ed ecco Gesù venne loro incontro dicendo: «Salute a voi». Ed esse, avvicinatesi, gli presero i piedi e lo adorarono.
Allora Gesù disse loro: «Non temete; andate ad annunziare ai miei fratelli che vadano in Galilea e là mi vedranno».
Mentre esse erano per via, alcuni della guardia giunsero in città e annunziarono ai sommi sacerdoti quanto era accaduto.
Questi si riunirono allora con gli anziani e deliberarono di dare una buona somma di denaro ai soldati dicendo:
«Dichiarate: i suoi discepoli sono venuti di notte e l'hanno rubato, mentre noi dormivamo.
E se mai la cosa verrà all'orecchio del governatore noi lo persuaderemo e vi libereremo da ogni noia».
Quelli, preso il denaro, fecero secondo le istruzioni ricevute. Così questa diceria si è divulgata fra i Giudei fino ad oggi.
Nel giorno di Pentecoste, Pietro, levatosi in piedi con gli altri Undici, parlò a voce alta così: "Uomini di Giudea, e voi tutti che vi trovate a Gerusalemme, vi sia ben noto questo e fate attenzione alle mie parole:
Uomini d'Israele, ascoltate queste parole: Gesù di Nazaret - uomo accreditato da Dio presso di voi per mezzo di miracoli, prodigi e segni, che Dio stesso operò fra di voi per opera sua, come voi ben sapete-,
dopo che, secondo il prestabilito disegno e la prescienza di Dio, fu consegnato a voi, voi l'avete inchiodato sulla croce per mano di empi e l'avete ucciso.
Ma Dio lo ha risuscitato, sciogliendolo dalle angosce della morte, perché non era possibile che questa lo tenesse in suo potere.
Dice infatti Davide a suo riguardo: Contemplavo sempre il Signore innanzi a me; poiché egli sta alla mia destra, perché io non vacilli.
Per questo si rallegrò il mio cuore ed esultò la mia lingua; ed anche la mia carne riposerà nella speranza,
perché tu non abbandonerai l'anima mia negli inferi, né permetterai che il tuo Santo veda la corruzione.
Mi hai fatto conoscere le vie della vita, mi colmerai di gioia con la tua presenza.
Fratelli, mi sia lecito dirvi francamente, riguardo al patriarca Davide, che egli morì e fu sepolto e la sua tomba è ancora oggi fra noi.
Poiché però era profeta e sapeva che Dio gli aveva giurato solennemente di far sedere sul suo trono un suo discendente,
previde la risurrezione di Cristo e ne parlò: questi non fu abbandonato negli inferi, né la sua carne vide corruzione.
Questo Gesù Dio l'ha risuscitato e noi tutti ne siamo testimoni.
Innalzato pertanto alla destra di Dio e dopo aver ricevuto dal Padre lo Spirito Santo che egli aveva promesso, lo ha effuso, come voi stessi potete vedere e udire.
Salmi 16(15),1-2.5.7-8.9-10.11.
Proteggimi, o Dio: in te mi rifugio.
Ho detto a Dio: "Sei tu il mio Signore,
senza di te non ho alcun bene".
Il Signore è mia parte di eredità e mio calice:
nelle tue mani è la mia vita.
Benedico il Signore che mi ha dato consiglio;
anche di notte il mio cuore mi istruisce.
Io pongo sempre innanzi a me il Signore,
sta alla mia destra, non posso vacillare.
Di questo gioisce il mio cuore, esulta la mia anima;
anche il mio corpo riposa al sicuro,
perché non abbandonerai la mia vita nel sepolcro,
né lascerai che il tuo santo veda la corruzione.
Mi indicherai il sentiero della vita,
gioia piena nella tua presenza,
dolcezza senza fine alla tua destra.
Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Matteo 28,8-15.
In quel tempo, abbandonato in fretta il sepolcro, con timore e gioia grande, le donne corsero a dare l'annunzio ai suoi discepoli.
Ed ecco Gesù venne loro incontro dicendo: «Salute a voi». Ed esse, avvicinatesi, gli presero i piedi e lo adorarono.
Allora Gesù disse loro: «Non temete; andate ad annunziare ai miei fratelli che vadano in Galilea e là mi vedranno».
Mentre esse erano per via, alcuni della guardia giunsero in città e annunziarono ai sommi sacerdoti quanto era accaduto.
Questi si riunirono allora con gli anziani e deliberarono di dare una buona somma di denaro ai soldati dicendo:
«Dichiarate: i suoi discepoli sono venuti di notte e l'hanno rubato, mentre noi dormivamo.
E se mai la cosa verrà all'orecchio del governatore noi lo persuaderemo e vi libereremo da ogni noia».
Quelli, preso il denaro, fecero secondo le istruzioni ricevute. Così questa diceria si è divulgata fra i Giudei fino ad oggi.
O M E L I A
a cura di
Qumran2.net
Qumran2.net
Monaci Benedettini Silvestrini
Testimoni illuminati dallo Spirito
Gesù risorto appare ripetutamente a testimoni qualificati; la sua presenza, i segni che egli pone, il suo annuncio li conforta, li illumina, li convince definitivamente a credere per farli diventare poi sicuri e invincibili annunciatori della sua risurrezione. L'Apostolo Pietro doverosamente è il primo che ascoltiamo oggi. Con intrepido coraggio, dopo le penose passate esperienze, così parla del Risorto agli uomini d'Israele "Voi l'avete inchiodato sulla croce per mano di empi e l'avete ucciso. Ma Dio lo ha risuscitato, sciogliendolo dalle angosce della morte". Ma ecco altre preziose testimoni: Maria di Màgdala e l'altra Maria andarono a visitare il sepolcro. Alla loro presenza, "Vi fu un gran terremoto: un angelo del Signore, sceso dal cielo, si accostò, rotolò la pietra e si pose a sedere su di essa. Il suo aspetto era come la folgore e il suo vestito bianco come la neve". "Abbandonato in fretta il sepolcro, con timore e gioia grande, le donne corsero a dare l'annunzio ai suoi discepoli". Comincia così l'ininterrotta catena di trasmissione del Kèrigma, la "corsa" per l'annuncio gridato al mondo del Cristo risorto, dell'adempimento del progetto divino di salvezza. Così la risurrezione entra nel vivo e nel cuore stesso della storia. Diventa la preziosissima eredità della chiesa, che ha il compito di essere sale e lievito per l'intera umanità. Occorrono, ai nostri giorni urgono, testimoni, coraggiosi, credibili e fedeli, che godendo di tutta la ricchezza meritata dal martire divino, sappiano con concretezza additate la via, far uscire i morti dai sepolcri, abbiano il coraggio di scendere anche negli abissi degli inferi per ricondurre a Dio i morti, i dispersi e gli sfiduciati. Così la gioia grande dei primi fortunati testimoni della risurrezione si diffonde ovunque e si pregusta e assapora già sulla terra, nella certezza che diventerà pienezza nel Regno di Dio. La speranza cristiana nasce a Pasqua: in Cristo risorto la promessa di Dio è diventata realtà. Questa è "la buona notizia della promessa fatta ai nostri padri e che Dio ha compiuto, risuscitando Gesù per noi" Nella Pasqua la certezza della nostra speranza trova il suo più sicuro ancoraggio e la sorgente della sua energia. Per questo, essa è rinuncia ad ogni sicurezza umana e completo abbandono al mistero dell'amore assoluto di Dio per noi. Cristo, nostra speranza, è risorto!
Gesù risorto appare ripetutamente a testimoni qualificati; la sua presenza, i segni che egli pone, il suo annuncio li conforta, li illumina, li convince definitivamente a credere per farli diventare poi sicuri e invincibili annunciatori della sua risurrezione. L'Apostolo Pietro doverosamente è il primo che ascoltiamo oggi. Con intrepido coraggio, dopo le penose passate esperienze, così parla del Risorto agli uomini d'Israele "Voi l'avete inchiodato sulla croce per mano di empi e l'avete ucciso. Ma Dio lo ha risuscitato, sciogliendolo dalle angosce della morte". Ma ecco altre preziose testimoni: Maria di Màgdala e l'altra Maria andarono a visitare il sepolcro. Alla loro presenza, "Vi fu un gran terremoto: un angelo del Signore, sceso dal cielo, si accostò, rotolò la pietra e si pose a sedere su di essa. Il suo aspetto era come la folgore e il suo vestito bianco come la neve". "Abbandonato in fretta il sepolcro, con timore e gioia grande, le donne corsero a dare l'annunzio ai suoi discepoli". Comincia così l'ininterrotta catena di trasmissione del Kèrigma, la "corsa" per l'annuncio gridato al mondo del Cristo risorto, dell'adempimento del progetto divino di salvezza. Così la risurrezione entra nel vivo e nel cuore stesso della storia. Diventa la preziosissima eredità della chiesa, che ha il compito di essere sale e lievito per l'intera umanità. Occorrono, ai nostri giorni urgono, testimoni, coraggiosi, credibili e fedeli, che godendo di tutta la ricchezza meritata dal martire divino, sappiano con concretezza additate la via, far uscire i morti dai sepolcri, abbiano il coraggio di scendere anche negli abissi degli inferi per ricondurre a Dio i morti, i dispersi e gli sfiduciati. Così la gioia grande dei primi fortunati testimoni della risurrezione si diffonde ovunque e si pregusta e assapora già sulla terra, nella certezza che diventerà pienezza nel Regno di Dio. La speranza cristiana nasce a Pasqua: in Cristo risorto la promessa di Dio è diventata realtà. Questa è "la buona notizia della promessa fatta ai nostri padri e che Dio ha compiuto, risuscitando Gesù per noi" Nella Pasqua la certezza della nostra speranza trova il suo più sicuro ancoraggio e la sorgente della sua energia. Per questo, essa è rinuncia ad ogni sicurezza umana e completo abbandono al mistero dell'amore assoluto di Dio per noi. Cristo, nostra speranza, è risorto!
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