Antifona d'ingresso
Il Signore è mio sostegno,
mi ha liberato e mi ha portato al largo,
è stato lui la mia salvezza, perché mi vuol bene. (Sal 18,19-20)
Il Signore è mio sostegno,
mi ha liberato e mi ha portato al largo,
è stato lui la mia salvezza, perché mi vuol bene. (Sal 18,19-20)
Libro dell’Ecclesiastico 17,20-28.
Salmi 32(31),1-2.5.6.7.
+ Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Marco 10,17-27.
Meditazione del giorno:
« Chi mai si può salvare? »
O M E L I A
Ritorna al
Signore e cessa di peccare, prega davanti a lui e cessa di offendere.
Fà ritorno all'Altissimo e volta le spalle all'ingiustizia; detesta interamente l'iniquità.
Negli inferi infatti chi loderà l'Altissimo, al posto dei viventi e di quanti gli rendono lode?
Da un morto, che non è più, la riconoscenza si perde, chi è vivo e sano loda il Signore.
Quanto è grande la misericordia del Signore, il suo perdono per quanti si convertono a lui!
L'uomo non può avere tutto, poiché un figlio dell'uomo non è immortale.
Che c'è di più luminoso del sole? Anch'esso scompare. Così carne e sangue pensano al male.
Esso sorveglia le schiere dell'alto cielo, ma gli uomini sono tutti terra e cenere.
Fà ritorno all'Altissimo e volta le spalle all'ingiustizia; detesta interamente l'iniquità.
Negli inferi infatti chi loderà l'Altissimo, al posto dei viventi e di quanti gli rendono lode?
Da un morto, che non è più, la riconoscenza si perde, chi è vivo e sano loda il Signore.
Quanto è grande la misericordia del Signore, il suo perdono per quanti si convertono a lui!
L'uomo non può avere tutto, poiché un figlio dell'uomo non è immortale.
Che c'è di più luminoso del sole? Anch'esso scompare. Così carne e sangue pensano al male.
Esso sorveglia le schiere dell'alto cielo, ma gli uomini sono tutti terra e cenere.
Salmi 32(31),1-2.5.6.7.
Beato l'uomo
a cui è rimessa la colpa,
e perdonato il peccato.
Beato l'uomo a cui Dio non imputa alcun male
e nel cui spirito non è inganno.
Ti ho manifestato il mio peccato,
non ho tenuto nascosto il mio errore.
Ho detto: "Confesserò al Signore le mie colpe"
e tu hai rimesso la malizia del mio peccato.
Per questo ti prega ogni fedele
nel tempo dell'angoscia.
Quando irromperanno grandi acque
non lo potranno raggiungere.
Tu sei il mio rifugio, mi preservi dal pericolo,
mi circondi di esultanza per la salvezza.
e perdonato il peccato.
Beato l'uomo a cui Dio non imputa alcun male
e nel cui spirito non è inganno.
Ti ho manifestato il mio peccato,
non ho tenuto nascosto il mio errore.
Ho detto: "Confesserò al Signore le mie colpe"
e tu hai rimesso la malizia del mio peccato.
Per questo ti prega ogni fedele
nel tempo dell'angoscia.
Quando irromperanno grandi acque
non lo potranno raggiungere.
Tu sei il mio rifugio, mi preservi dal pericolo,
mi circondi di esultanza per la salvezza.
+ Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Marco 10,17-27.
In quel
tempo, mentre Gesù usciva per mettersi in viaggio, un tale gli corse incontro e,
gettandosi in ginocchio davanti a lui, gli domandò: «Maestro buono, che cosa
devo fare per avere la vita eterna?».
Gesù gli disse: «Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, se non Dio solo.
Tu conosci i comandamenti: Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non dire falsa testimonianza, non frodare, onora il padre e la madre».
Egli allora gli disse: «Maestro, tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia giovinezza».
Allora Gesù, fissatolo, lo amò e gli disse: «Una cosa sola ti manca: và, vendi quello che hai e dàllo ai poveri e avrai un tesoro in cielo; poi vieni e seguimi».
Ma egli, rattristatosi per quelle parole, se ne andò afflitto, poiché aveva molti beni.
Gesù, volgendo lo sguardo attorno, disse ai suoi discepoli: «Quanto difficilmente coloro che hanno ricchezze entreranno nel regno di Dio!».
I discepoli rimasero stupefatti a queste sue parole; ma Gesù riprese: «Figlioli, com'è difficile entrare nel regno di Dio!
E' più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio».
Essi, ancora più sbigottiti, dicevano tra loro: «E chi mai si può salvare?».
Ma Gesù, guardandoli, disse: «Impossibile presso gli uomini, ma non presso Dio! Perché tutto è possibile presso Dio».
Gesù gli disse: «Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, se non Dio solo.
Tu conosci i comandamenti: Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non dire falsa testimonianza, non frodare, onora il padre e la madre».
Egli allora gli disse: «Maestro, tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia giovinezza».
Allora Gesù, fissatolo, lo amò e gli disse: «Una cosa sola ti manca: và, vendi quello che hai e dàllo ai poveri e avrai un tesoro in cielo; poi vieni e seguimi».
Ma egli, rattristatosi per quelle parole, se ne andò afflitto, poiché aveva molti beni.
Gesù, volgendo lo sguardo attorno, disse ai suoi discepoli: «Quanto difficilmente coloro che hanno ricchezze entreranno nel regno di Dio!».
I discepoli rimasero stupefatti a queste sue parole; ma Gesù riprese: «Figlioli, com'è difficile entrare nel regno di Dio!
E' più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio».
Essi, ancora più sbigottiti, dicevano tra loro: «E chi mai si può salvare?».
Ma Gesù, guardandoli, disse: «Impossibile presso gli uomini, ma non presso Dio! Perché tutto è possibile presso Dio».
Meditazione del giorno:
San Giovanni
Crisostomo (ca 345-407), sacerdote ad Antiochia
poi vescovo di Costantinopoli, dottore della Chiesa
Omelia sul debitore di diecimila talenti, 3; PG 51, 21
poi vescovo di Costantinopoli, dottore della Chiesa
Omelia sul debitore di diecimila talenti, 3; PG 51, 21
Gesù aveva rivelato come si può giungere
alla vita eterna rispondendo alla domanda che gli faceva un uomo ricco. Ma il
pensiero di dovere lasciare le sue ricchezze rattristò l'uomo che se ne andò.
Allora Gesù dichiarò: «È più facile che un cammello passi per la cruna di un
ago, che un ricco entri nel Regno di Dio». A sua volta, si avvicina a Gesù
Pietro, che si è spogliato di tutto, rinunciando al suo mestiere, alla sua
barca, che non possiede più neanche un amo. E fa a Gesù questa domanda: «E chi
mai si può salvare?»
Considera insieme la riserva e lo zelo di questo apostolo. Non ha detto: «Ordini l'impossibile, questo comando è troppo difficile, questa legge è troppo esigente». Non è neppure rimasto zitto. Ma, senza mancare di rispetto e mostrando quanto era sollecito per gli altri, disse: «E chi mai si può salvare?» Prima di essere pastore, ne aveva il cuore; prima di venire investito dell'autorità..., si preoccupava già della terra intera. Un uomo ricco avrebbe probabilmente fatto questa domanda per interesse, preoccupato della sua situazione personale e senza pensare agli altri. Invece Pietro, che è povero, non può essere sospettato di aver fatto questa domanda per tali motivi. Questo è il segno che si preoccupava della salvezza degli altri e che desiderava imparare dal suo Maestro come si può giungere ad essa.
Da cui la risposta confortante di Cristo: «Impossibile presso gli uomini, ma non presso Dio». Vuole dire: «Non pensate che vi abbandoni. Io in persona vi assisterò in un'affare così importante e vi renderò facile ciò che è difficile».
Considera insieme la riserva e lo zelo di questo apostolo. Non ha detto: «Ordini l'impossibile, questo comando è troppo difficile, questa legge è troppo esigente». Non è neppure rimasto zitto. Ma, senza mancare di rispetto e mostrando quanto era sollecito per gli altri, disse: «E chi mai si può salvare?» Prima di essere pastore, ne aveva il cuore; prima di venire investito dell'autorità..., si preoccupava già della terra intera. Un uomo ricco avrebbe probabilmente fatto questa domanda per interesse, preoccupato della sua situazione personale e senza pensare agli altri. Invece Pietro, che è povero, non può essere sospettato di aver fatto questa domanda per tali motivi. Questo è il segno che si preoccupava della salvezza degli altri e che desiderava imparare dal suo Maestro come si può giungere ad essa.
Da cui la risposta confortante di Cristo: «Impossibile presso gli uomini, ma non presso Dio». Vuole dire: «Non pensate che vi abbandoni. Io in persona vi assisterò in un'affare così importante e vi renderò facile ciò che è difficile».
O M E L I A
a cura di
Qumran2.net
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Monaci Benedettini Silvestrini
La vera ricchezza
La vera ricchezza
Da quando abbiamo addentato temerariamente quella
famosa mela, convinti di poter così saziare completamente le nostre
brame e addirittura diventare come Dio, ci è rimasta dentro una fame e
una sete insaziabili. Quell'innato anelito di bene, che Dio stesso aveva
infuso nella nostra natura, facendoci somiglianti a lui, si è
trasformato in ricerca spasmodica di umane sicurezze, cercate sulla
terra nella ricchezza, nella gloria, nel piacere. Il denaro, in modo
particolare, ci da l'illusione dell'onnipotenza, ci convince di poter
appagare ogni nostro desiderio, di poter comprare anche la felicità. San
Paolo nel suo famoso inno alla carità ci ammonisce: "se anche
distribuissi tutte le mie sostanze e dessi il mio corpo per esser
bruciato, ma non avessi la carità, niente mi giova". Ecco che ci viene
prospettata una dimensione ben diversa della felicità. Gesù stesso nel
proclamare la carta magna del cristianesimo, sconvolge letteralmente le
nostre umane e false valutazioni della gioia. Egli proclama beati i
poveri, gli afflitti, i puri di cuore, i perseguitati per causa della
giustizia e tutti coloro che nella vita ripetono sostanzialmente la sua
storia. Il giovane apparentemente giusto, equilibrato, generoso, chiede a
Cristo cosa deve fare per avere la vita eterna. L'osservanza dei
comandamenti è la base su cui costruire la nostra rampa di lancio e il
giovane dice che sin dalla sua infanzia li ha osservati. Il Signore gli
chiede qualcosa di più, indispensabile per conseguire l'ideale della
perfezione cristiana: si tratta proprio del distacco dalle cose del
mondo: «Una cosa sola ti manca: và, vendi quello che hai e dallo ai
poveri e avrai un tesoro in cielo; poi vieni e seguimi». È una regola
d'oro quella che Gesù scandisce con queste parole: per conseguire i beni
di Dio, occorre distaccarsi dai beni della terra. Questi rassomigliano a
dei pesi che vengono attaccati alle nostre ali, alle ali del nostro
spirito e non ci permettono di librarci verso l'alto. Restiamo anche noi
disillusi alle parole conclusive di questo episodio evangelico: "Ma
egli, rattristatosi per quelle parole, se ne andò afflitto, poiché aveva
molti beni". Ancora una volta i beni predominano sul vero bene. Ancora
una valutazione sbagliata, ma, ahimè, ancora tanto frequente. «In verità
vi dico: difficilmente un ricco entrerà nel regno dei cieli. Ve lo
ripeto: è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che
un ricco entri nel regno dei cieli». Dobbiamo prestare attenzione perché
ricco non è solo chi possiede molti beni, ma anche chi lega il suo
cuore a povere cose che trasforma in idoli. Gesù così ci esorta: "Non
accumulatevi tesori sulla terra, dove tignola e ruggine consumano e dove
ladri scassinano e rubano; accumulatevi invece tesori nel cielo, dove
né tignola né ruggine consumano, e dove ladri non scassinano e non
rubano. Perché là dov'è il tuo tesoro, sarà anche il tuo cuore".
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