Se dovrai attraversare il deserto, non temere, Io sarò con te.
Se dovrai camminare nel fuoco, la sua fiamma non ti brucerà.
Seguirai la mia luce nella notte, sentirai la mia forza nel cammino,

io sono il tuo Dio, Signore.
Sono io che ti ho fatto e plasmato, ti ho chiamato per nome.
Io da sempre ti ho conosciuto e ti ho dato il mio amore.
Perché tu sei prezioso ai miei occhi, vali più del più grande dei tesori,

Io sarò con te dovunque andrai.

Vangelo del giorno 28 giugno 2015

  XIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO B)

Antifona d'ingresso
Popoli tutti, battete le mani,
acclamate a Dio con voci di gioia. (Sal 47,2)
 
 
Libro della Sapienza 1,13-15.2,23-24.
Dio non ha creato la morte e non gode per la rovina dei viventi.
Egli infatti ha creato tutto per l'esistenza; le creature del mondo sono sane, in esse non c'è veleno di morte, né gli inferi regnano sulla terra,
perché la giustizia è immortale.
Sì, Dio ha creato l'uomo per l'immortalità; lo fece a immagine della propria natura.
Ma la morte è entrata nel mondo per invidia del diavolo; e ne fanno esperienza coloro che gli appartengono.

Salmi 30(29),2.4.5-6.11.12a.13b.
Ti esalterò, Signore, perché mi hai risollevato

Ti esalterò, Signore, perché mi hai liberato
e su di me non hai lasciato esultare i nemici.
Signore, mi hai fatto risalire dagli inferi,
mi hai dato vita perché non scendessi nella tomba.

Cantate inni al Signore, o suoi fedeli,
rendete grazie al suo santo nome,
perché la sua collera dura un istante,
la sua bontà per tutta la vita.

Alla sera sopraggiunge il pianto
e al mattino, ecco la gioia.
Ascolta, Signore, abbi misericordia,
Signore, vieni in mio aiuto.

Hai mutato il mio lamento in danza,
Signore, mio Dio, ti loderò per sempre.

Seconda lettera di san Paolo apostolo ai Corinti 8,7.9.13-15.
Fratelli, come vi segnalate in ogni cosa, nella fede, nella parola, nella scienza, in ogni zelo e nella carità che vi abbiamo insegnato, così distinguetevi anche in quest'opera generosa.
Conoscete infatti la grazia del Signore nostro Gesù Cristo: da ricco che era, si è fatto povero per voi, perché voi diventaste ricchi per mezzo della sua povertà.
Qui non si tratta infatti di mettere in ristrettezza voi per sollevare gli altri, ma di fare uguaglianza.
Per il momento la vostra abbondanza supplisca alla loro indigenza, perché anche la loro abbondanza supplisca alla vostra indigenza, e vi sia uguaglianza, come sta scritto:
Colui che raccolse molto non abbondò, e colui che raccolse poco non ebbe di meno.

  + Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Marco 5,21-43.
In quel tempo, essendo passato di nuovo Gesù all'altra riva, gli si radunò attorno molta folla, ed egli stava lungo il mare.
Si recò da lui uno dei capi della sinagoga, di nome Giàiro, il quale, vedutolo, gli si gettò ai piedi
e lo pregava con insistenza: «La mia figlioletta è agli estremi; vieni a imporle le mani perché sia guarita e viva».
Gesù andò con lui. Molta folla lo seguiva e gli si stringeva intorno.
Or una donna, che da dodici anni era affetta da emorragia
e aveva molto sofferto per opera di molti medici, spendendo tutti i suoi averi senza nessun vantaggio, anzi peggiorando,
udito parlare di Gesù, venne tra la folla, alle sue spalle, e gli toccò il mantello. Diceva infatti:
«Se riuscirò anche solo a toccare il suo mantello, sarò guarita».
E subito le si fermò il flusso di sangue, e sentì nel suo corpo che era stata guarita da quel male.
Ma subito Gesù, avvertita la potenza che era uscita da lui, si voltò alla folla dicendo: «Chi mi ha toccato il mantello?».
I discepoli gli dissero: «Tu vedi la folla che ti si stringe attorno e dici: Chi mi ha toccato?».
Egli intanto guardava intorno, per vedere colei che aveva fatto questo.
E la donna impaurita e tremante, sapendo ciò che le era accaduto, venne, gli si gettò davanti e gli disse tutta la verità.
Gesù rispose: «Figlia, la tua fede ti ha salvata. Và in pace e sii guarita dal tuo male».
Mentre ancora parlava, dalla casa del capo della sinagoga vennero a dirgli: «Tua figlia è morta. Perché disturbi ancora il Maestro?».
Ma Gesù, udito quanto dicevano, disse al capo della sinagoga: «Non temere, continua solo ad aver fede!».
E non permise a nessuno di seguirlo fuorchè a Pietro, Giacomo e Giovanni, fratello di Giacomo.
Giunsero alla casa del capo della sinagoga ed egli vide trambusto e gente che piangeva e urlava.
Entrato, disse loro: «Perché fate tanto strepito e piangete? La bambina non è morta, ma dorme».
Ed essi lo deridevano. Ma egli, cacciati tutti fuori, prese con sé il padre e la madre della fanciulla e quelli che erano con lui, ed entrò dove era la bambina.
Presa la mano della bambina, le disse: «Talità kum», che significa: «Fanciulla, io ti dico, alzati!».
Subito la fanciulla si alzò e si mise a camminare; aveva dodici anni. Essi furono presi da grande stupore.
Gesù raccomandò loro con insistenza che nessuno venisse a saperlo e ordinò di darle da mangiare.

 
O M E L I A
a cura di
 
Talità kum?
Gesù sta insegnando, sta parlando del Regno di Dio, sta spiegando il compiersi dell'Antica alleanza e quella Nuova da lui rappresentata. C'è molta gente ad ascoltarlo. Sono al lago. Qualcuno si domanda: ma farà anche oggi dei miracoli? Gesù, pero, non è interessato a quelle domande. Lui parla del Padre che è nei cieli. Il Padre Suo, il Padre nostro... Gli viene incontro un uomo - Giairo. Non è una persona qualunque - è uno dei capi della sinagoga. Lo conoscono tutti, lo hanno sentito parlare anche lui... Forse farà qualche domanda, chiederà qualche spiegazione di un versetto della Scrittura... Ma egli si prostra ai piedi del Signore e chiede con insistenza un aiuto: mia figlioletta è molto malata. Vieni a guarirla. Giairo con il suo gesto mostra la sua fede. E' molto malata, ma per Dio non esistono le cose impossibili e lui ci crede. Gesù accetta. Si avviano verso la casa sua, ma ecco arrivare un servo: "tua figlia è morta". Che tristezza per un padre sentire questa affermazione. Ma Giairo è con Cristo. E Gesù lo consola. Hai creduto? Continua ad avere la fede. Ecco quello che può fare la fede. La fede in Cristo può perfino far risuscitare dai morti. Gesù ha riscattato dalla morte tutti, egli è il Dio con noi. Egli ha le parole di vita, e di vita eterna. E la nostra fede? Quanto è forte? Diciamo di credere ma poi? La nostra fede è viva o morta? L'abbiamo ricevuta, ma l'abbiamo anche conservata? La fede è un dono. Dobbiamo chiedere il Signore, ogni giorno: Signore, aumenta la mia fede. Possa io credere in te, possa io fidarmi di te, con tutto il cuore; possa io chiudere gli occhi ed abbandonarmi nelle tue braccia aperte. Tu mi aspetti, Signore, sono io che ritardo. Dammi la mano ed alzami dal sonno. Comandami come hai comandato alla ragazza morta: "a te dico, alzati?. Fa che io possa sentire la tua voce e seguirti sempre, dove vuoi tu. 



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