Antifona d'ingresso
Farò di te un grande popolo e ti benedirò,
renderò grande il tuo nome
e sarai per tutti una benedizione. (cf. Gen 12,2
Farò di te un grande popolo e ti benedirò,
renderò grande il tuo nome
e sarai per tutti una benedizione. (cf. Gen 12,2
PRIMA LETTURA (Pr 2,1-9)
Inclina il tuo cuore alla prudenza.
Dal libro dei Proverbi
Figlio mio, se tu accoglierai le mie parole
e custodirai in te i miei precetti,
tendendo il tuo orecchio alla sapienza,
inclinando il tuo cuore alla prudenza,
se appunto invocherai l’intelligenza
e rivolgerai la tua voce alla prudenza,
se la ricercherai come l’argento
e per averla scaverai come per i tesori,
allora comprenderai il timore del Signore
e troverai la conoscenza di Dio,
perché il Signore dà la sapienza,
dalla sua bocca escono scienza e prudenza.
Egli riserva ai giusti il successo,
è scudo a coloro che agiscono con rettitudine,
vegliando sui sentieri della giustizia
e proteggendo le vie dei suoi fedeli.
Allora comprenderai l’equità e la giustizia,
la rettitudine e tutte le vie del bene.
SALMO RESPONSORIALE (Sal 33)
Rit: Gustate e vedete com’è buono il Signore.
Benedirò il Signore in ogni tempo,
sulla mia bocca sempre la sua lode.
Io mi glorio nel Signore:
i poveri ascoltino e si rallegrino.
Magnificate con me il Signore,
esaltiamo insieme il suo nome.
Ho cercato il Signore: mi ha risposto
e da ogni mia paura mi ha liberato.
Guardate a lui e sarete raggianti,
i vostri volti non dovranno arrossire.
Questo povero grida e il Signore lo ascolta,
lo salva da tutte le sue angosce.
L’angelo del Signore si accampa
attorno a quelli che lo temono, e li libera.
Gustate e vedete com’è buono il Signore;
beato l’uomo che in lui si rifugia.
Temete il Signore, suoi santi:
nulla manca a coloro che lo temono.
I leoni sono miseri e affamati,
ma a chi cerca il Signore non manca alcun bene.
Canto al Vangelo (Mt 5,3)
Alleluia, alleluia.
Beati i poveri in spirito,
perché di essi è il regno dei cieli.
Alleluia.
VANGELO (Mt 19,27-29)
Voi che mi avete seguito, riceverete cento volte tanto.
+ Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Pietro, disse a Gesù: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito; che cosa dunque ne avremo?».
E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: voi che mi avete seguito, quando il Figlio dell’uomo sarà seduto sul trono della sua gloria, alla rigenerazione del mondo, siederete anche voi su dodici troni a giudicare le dodici tribù d’Israele. Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna».
Cercare Dio e metterlo al primo posto
La liturgia della solennità odierna ricorre al Libro dei proverbi per tessere l'elogio delle virtù del grande patriarca San Benedetto e per ricordarci che egli ha goduto per sé e ha trasfuso negli altri il dono della vera divina sapienza. sapienza che pone fede in costante ricerca del Signore e lo fa mettere al primo posto. Quasi parafrasando l'inizio del Prologo della sua Regola il passo bibblico di oggi ci ricorda che il vero saggio è sempre in atteggiamento di devoto ascolto per apprendere il sapere di Dio e soprattutto per conformarsi a Lui. Quello che San Benedetto chiede ai suoi monaci, l'"Ascolta!", egli per primo lo ha messo in pratica. L'ascolto si realizza nel silenzio ed è la porta regale che introduce alla buona e santa comunione con Dio e con il nostro prossimo. San Paolo elenca altre virtù monastiche e cristiane che hanno brillato particolarmente nella vita di Benedetto e che dovrebbero rifulgere in tutti i monaci ed essere praticate da ogni credente ciascuno secondo la propria vocazione: l'umiltà, la mansuetudine e la pazienza. Il brano evangelico dà la risposta per bocca di Gesù stesso all'interrogativo che San Pietro gli pone a nome di tutti coloro che come lui, nel corso dei secoli, hanno lasciato tutto per seguirlo: "In verità vi dico: voi che mi avete seguito, nella nuova creazione, quando il Figlio dell'uomo sarà seduto sul trono, della sua gloria, siederete anche voi sui dodici troni a giudicare le dodici tribù di Israele". E conclude il discorso del premio finale aggiungendo: Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna". Non è questo un premio esclusivo per i più stretti seguaci di Gesù: la vita eterna e il centuplo di quanto ognuno offre al Signore, anche un semplice bicchiere d'acqua dato in Suo nome, è promesso a tutti. Occorre convincersi però, come Gesù stesso ci ammonisce, che "Chi cercherà di salvare la propria vita la perderà, chi invece la perde la salverà". È una esigenza inderogabile per seguire il Signore. Le ricerche e le astuzie umane hanno i loro miseri obiettivi, la ricerca di Dio conduce alla vita senza fine; in questo consiste il perdere e il salvare la propria vita.
Inclina il tuo cuore alla prudenza.
Dal libro dei Proverbi
Figlio mio, se tu accoglierai le mie parole
e custodirai in te i miei precetti,
tendendo il tuo orecchio alla sapienza,
inclinando il tuo cuore alla prudenza,
se appunto invocherai l’intelligenza
e rivolgerai la tua voce alla prudenza,
se la ricercherai come l’argento
e per averla scaverai come per i tesori,
allora comprenderai il timore del Signore
e troverai la conoscenza di Dio,
perché il Signore dà la sapienza,
dalla sua bocca escono scienza e prudenza.
Egli riserva ai giusti il successo,
è scudo a coloro che agiscono con rettitudine,
vegliando sui sentieri della giustizia
e proteggendo le vie dei suoi fedeli.
Allora comprenderai l’equità e la giustizia,
la rettitudine e tutte le vie del bene.
SALMO RESPONSORIALE (Sal 33)
Rit: Gustate e vedete com’è buono il Signore.
Benedirò il Signore in ogni tempo,
sulla mia bocca sempre la sua lode.
Io mi glorio nel Signore:
i poveri ascoltino e si rallegrino.
Magnificate con me il Signore,
esaltiamo insieme il suo nome.
Ho cercato il Signore: mi ha risposto
e da ogni mia paura mi ha liberato.
Guardate a lui e sarete raggianti,
i vostri volti non dovranno arrossire.
Questo povero grida e il Signore lo ascolta,
lo salva da tutte le sue angosce.
L’angelo del Signore si accampa
attorno a quelli che lo temono, e li libera.
Gustate e vedete com’è buono il Signore;
beato l’uomo che in lui si rifugia.
Temete il Signore, suoi santi:
nulla manca a coloro che lo temono.
I leoni sono miseri e affamati,
ma a chi cerca il Signore non manca alcun bene.
Canto al Vangelo (Mt 5,3)
Alleluia, alleluia.
Beati i poveri in spirito,
perché di essi è il regno dei cieli.
Alleluia.
VANGELO (Mt 19,27-29)
Voi che mi avete seguito, riceverete cento volte tanto.
+ Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Pietro, disse a Gesù: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito; che cosa dunque ne avremo?».
E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: voi che mi avete seguito, quando il Figlio dell’uomo sarà seduto sul trono della sua gloria, alla rigenerazione del mondo, siederete anche voi su dodici troni a giudicare le dodici tribù d’Israele. Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna».
O M E L I A
a cura di
La liturgia della solennità odierna ricorre al Libro dei proverbi per tessere l'elogio delle virtù del grande patriarca San Benedetto e per ricordarci che egli ha goduto per sé e ha trasfuso negli altri il dono della vera divina sapienza. sapienza che pone fede in costante ricerca del Signore e lo fa mettere al primo posto. Quasi parafrasando l'inizio del Prologo della sua Regola il passo bibblico di oggi ci ricorda che il vero saggio è sempre in atteggiamento di devoto ascolto per apprendere il sapere di Dio e soprattutto per conformarsi a Lui. Quello che San Benedetto chiede ai suoi monaci, l'"Ascolta!", egli per primo lo ha messo in pratica. L'ascolto si realizza nel silenzio ed è la porta regale che introduce alla buona e santa comunione con Dio e con il nostro prossimo. San Paolo elenca altre virtù monastiche e cristiane che hanno brillato particolarmente nella vita di Benedetto e che dovrebbero rifulgere in tutti i monaci ed essere praticate da ogni credente ciascuno secondo la propria vocazione: l'umiltà, la mansuetudine e la pazienza. Il brano evangelico dà la risposta per bocca di Gesù stesso all'interrogativo che San Pietro gli pone a nome di tutti coloro che come lui, nel corso dei secoli, hanno lasciato tutto per seguirlo: "In verità vi dico: voi che mi avete seguito, nella nuova creazione, quando il Figlio dell'uomo sarà seduto sul trono, della sua gloria, siederete anche voi sui dodici troni a giudicare le dodici tribù di Israele". E conclude il discorso del premio finale aggiungendo: Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna". Non è questo un premio esclusivo per i più stretti seguaci di Gesù: la vita eterna e il centuplo di quanto ognuno offre al Signore, anche un semplice bicchiere d'acqua dato in Suo nome, è promesso a tutti. Occorre convincersi però, come Gesù stesso ci ammonisce, che "Chi cercherà di salvare la propria vita la perderà, chi invece la perde la salverà". È una esigenza inderogabile per seguire il Signore. Le ricerche e le astuzie umane hanno i loro miseri obiettivi, la ricerca di Dio conduce alla vita senza fine; in questo consiste il perdere e il salvare la propria vita.