Se dovrai attraversare il deserto, non temere, Io sarò con te.
Se dovrai camminare nel fuoco, la sua fiamma non ti brucerà.
Seguirai la mia luce nella notte, sentirai la mia forza nel cammino,

io sono il tuo Dio, Signore.
Sono io che ti ho fatto e plasmato, ti ho chiamato per nome.
Io da sempre ti ho conosciuto e ti ho dato il mio amore.
Perché tu sei prezioso ai miei occhi, vali più del più grande dei tesori,

Io sarò con te dovunque andrai.

San Tommaso d'Aquino... "Doctor angelicus"

Mezzobusto raffigurante San Tommaso d'Aquino
San Tommaso d'Aquino nacque a Roccasecca, (fr) forse nel 1224 (non si conosce la data precisa, questa viene desunta dalla data della morte), ed è qui che vide per la prima volta la luce e da qui mosse i primi passi verso la celebrità e verso la gloria universale. Figlio di Landolfo e Teodora Caracciolo, trascorse la prima infanzia a Roccasecca, nell'avito castello, i ruderi che si adagiano sconnessi e asimmetrici sulla verde appendice del monte Asprano, sono ancor oggi validi testimoni di quel lieto evento.

Ruderi del Castello di San Tommaso d'Aquino
 All'età di cinque anni, fu inviato a Montecassino per esservi educato; i genitori speravano forse che un giorno potesse diventare abate di quel potente monastero. Ma altra era la vita riservatagli dalla Provvidenza. Passato agli studi superiori a Napoli, entrò, contro il volere dei genitori, nel modesto ordine dei predicatori e proprio per questo i fratelli, nel tentativo di farlo recedere dalla sua decisione, lo rinchiusero nel castello di Monte San Giovanni. Infine liberato riprese la sua strada di studio che lo condusse prima a Parigi, poi a Colonia, dove ebbe per maestro Alberto Magno, e ancora a Parigi per conseguire il dottorato in Teologia, che esercitò come magister regens. Tornò poi di nuovo in patria, poi ancora a Parigi, a Napoli e infine, malato e stanco, mentre si recava a Lione chiamato da GregorioX, si fermò nell'abbazia cistercense di Fossanova, dove morì il 9 Marzo 1274. E' motivo di onore, di orgoglio e di vanto per la Ciociaria il potersi proclamare patria di quel genio sublime, di quell'illustre, dotto e santo uomo che si chiamò Tommaso d'Aquino. Egli fu una vera enciclopedia vivente, poichè accentrò in se l'intera conoscenza filosofica e teologica medioevale. Tra le sue opere ricordiamo "Summa contra Gentiles" e "Summa Theologiae", da cui Dante stesso, attinse largamente, traendone ispirazioni per il suo sacro poema.

un momento della processione di San Tommaso

E’ un vero piacere per me parlare di San Tommano d’Aquino perchè è nato nel mio paese. Non sono stata tanto fortunata da conoscerlo, ma la sua presenza silenziosa e la sua ombra è ovunque e la devozione del popolo di Roccasecca è infinita e si tramanda da secoli.
La devozione popolare nei confronti di San Tommaso trova il suo culmine nella festa annuale che si svolge il 7 Marzo, anniversario della morte dell’Angelico Dottore. Questa festa è un vero e proprio evento sociale per Roccasecca, la sua origine risale approssimativamente al XIV-XV secolo. L’evento più caratteristico è lo svolgersi della processione che segue a tutta una serie di celebrazioni liturgiche.

Il corteo attraversa gli stretti vicoli del borgo Castello per poi immettersi su corso San Tommaso e dirigersi verso Roccasecca centro. La statua di San Tommaso veste abiti dell’ordine di San Domenico, una penna nella mano destra, un libro nella mano sinistra e il sole impresso nel petto, simboli questi delle sue virtù di sapienza. Durante il tragitto la gente, ferma ai lati del percorso della processione, lancia all’indirizzo della statua fiori raccolti in cestini di vimini, un rituale omaggio al Santo. A proposito di questo rituale vorrei aggiungere una piccola nota: Una storia legata alla figura del santo.

Da quanto si narra e da quanto è stato trovato scritto in testi antichi, Tommaso era solito riempire il suo grembiule con il pane preso dalla mensa di casa, di nascosto di tutti, per portarlo ai poveri bisognosi. Il domestico accortosi di ciò andò a riferire tutto al padre. Quest’ultimo si mise allora a seguirlo e un giorno lo fermò, gli chiese dove stesse andando e cosa portasse nel grembiule e lui con molta naturalezza rispose che portava rose e fiori, per dimostrare che stava dicendo la verità allargò il grembiule e caddero a terra effettivamente rose e fiori.

Per questo motivo al suo passaggio in processione le donne e i bambini lanciano i fiori.


ruderi del Castello di S. Tommaso
Torre del Castello di San Tommaso
Statua di San Tommaso

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