Se dovrai attraversare il deserto, non temere, Io sarò con te.
Se dovrai camminare nel fuoco, la sua fiamma non ti brucerà.
Seguirai la mia luce nella notte, sentirai la mia forza nel cammino,

io sono il tuo Dio, Signore.
Sono io che ti ho fatto e plasmato, ti ho chiamato per nome.
Io da sempre ti ho conosciuto e ti ho dato il mio amore.
Perché tu sei prezioso ai miei occhi, vali più del più grande dei tesori,

Io sarò con te dovunque andrai.

Un'ora con Maria Addolorata

Ai divoti dell'Addolorata
Eccovi, o divoti dell'Addolorata, un metodo pratico e semplice di passare u­n'ora insieme con la vostra cara Ma­dre e consolarne 1'afittissimo Cuore.

Esso é anzitutto per le Anime O­ranti (1) che bramiamo siano sempre le prime a consolare si buona Madre e addivenirne per tal modo le predilette.

(1) Anime Oranti è il nome dato ad una pia e fiorente associazione di anime che attendono ad una cultura speciale della vita interiore, mediante la meditazione e la preghiera in intima unione con la Vergine Addolorata.

Questo pio esercizio potrete farlo soli o assieme, in privato o in pubblico, co­me* parrà meglio. Chi non potrà fare tutta l'Ora, ne faccia metà, o un terzo a seconda del tempo e del fervore. Chi non può farla di seguilo la faccia a ri­prese. Chi vuole, aggiunga altre pre­ghiere secondo la parlicolar divozíone. Ogni ora del giorno è buona pel pio esercizio; ma in particolare le ore not­turne. Ciò però è a piena scelta; solo avvertendo che chi potesse farla como­damente in quelle ore ed occasioni in cui o si pecca maggiormente, ovvero i più dormono, allora sarà certamente a Maria più accetto e a se più merito­rio il rimetterla a tal tempo. Ciò è an­cor più indicato se l'Ora si faccia nel tempo che corre dal venerdi sera alla domenica mattina. Multa è d'obbligo tutto deve essere fatto per amore, e se­condo la possibilità e gli obblighi del proprio stato. Consolate Maria, e ben sarete da Essa pienamente consolali.




Invito

Venite, o Voi tutti che soffrite e piangete, ai piedi della Regina dei Mar­tiri, e mirate se vi sia dolore uguale al suo!

La Vergine più pura, la Sposa più santa, la Madre più tenera è immersa in un oceano di Dolore di cui Dio solo può misurare la vastità!

A Lei rivolto, sclamava piangendo il profeta: Magna esi velul mare con­tritio tua! un vasto oceano è il tuo do­lore: chi riuscirà mai a consolarti ? quis medèbilur tui ?

E' vero, è vero, la nostra pochezza non potrà mai asciugare tante lacrime degli occhi di Maria... Ma l'amore di figli compassionevoli e amorosi ci deve rendere egualmente arditi e solleciti di tributarle l'omaggio della filiale pietà e insegnarci a consolarla!

Fummo noi la cagione di tante acute spade al materno suo Cuore a causa dei tanti nostri peccati. Ed ora un dovere di tenera pietà, un pentimento sincero e profondo dei nostri falli ci chiama ai suoi piedi a farne l'ammenda, a implo­rarne perdono, a prometterle una vita più cristiana e fervente.

Qui ai piedi di Maria, raccogliamo la nostra mente, il nostro cuore, le a­spirazioni nostre e i nostri bisogni. E Maria, Madre pietosissima si degnerà rivolgere amorosamente verso di noi quegli occhi suoi lacrimosi sì pieni di grazia e di misericordia. Il tributo della nostra compassione sarà ricambiato col torrente della pace e del conforto ai nostri cuori oppressi, e con l'abbondanza di tutte le sue grazie nelle nostre spi­rituali e temporali necessità.

(Se l'ora si fa in pubblico si potrà cantare la strofa seguente)

Venite, alme pietose,
Ai piedi di Maria.
Del suo Cor l'agonia
Venite a contemplar !

Invocazioni
Spirito Santo, Spirito d' amore che siete il vero Sposo dell'Addolorata Re­gina dei Martiri: Voi che l'avete a noi data per nostra tenera Madre, affinchè come figli avessimo ad amarla, imitarne le virtù e compatirne i grandi dolori sofferti per noi, deh concedeteci, o Con­solatore delle anime afflitte, di poter de­gnamente consolare la Vergine afflittis­sima negli spasimi da Essa sofferti per cagione nostra, e di ritrarre grazie e con­forto da quest'ora passata ai suoi piedi.

Angelo nostro Custode che tanto a­mate e venerate la nostra afflitta Regi­na, restate amoroso al nostro fianco in quest'ora.

E voi, o Santo Evangelista Giovanni discepolo prediletto di Gesù e primo­genito di Maria;

Voi, o tenera consolatrice di Maria amantissima Maddalena;

Voi, o ss. sette Fondatori dei servi di Maria Addolorata;

E Voi, infine, o grande amante della Regina dei Martiri, S. Paolo della Croce, che portaste scolpiti nel cuore i suoi Dolori, assisteteci ! e unitamente al vo­stro Serafino S. Gabriele e a tutti i santi figli vostri, pregate e intercedete per noi !

Primo quarto d'ora
1. Tuam ipsius animam periransibit gladius. L'anima tua sarà trapassata da una spada di Dolore !

Dove mai vide la terra una creatura più santa ed innocente sottoposta a più grandi e più lunghi dolori?

Unica innocentissima e concepita sen­za peccato, la Vergine, Lei sola, meri­tava di non sottostare ad alcun affanno e dolore essendo il dolore un frutto e un castigo del peccato. Gran Dio! ma come mai vediamo noi tutto raccolto in Maria l'umano dolore? Come mai ha dovuto Ella esclamare col profeta: Deficit in dolore vita mea? La mia vita passò tutta nel dolore, e gli anni miei fra i sospiri?

Oh come presto conobbe Ella i pianti di orfana, le trepidazioni di vergine, gli affanni di sposa, le agonie di madre, l'amara desolazione e i sospiri di vedova! Deh! quale delle umane ambasce non conosceste voi, o Madre afflittissima? Voi che siete la stessa innocenza foste trasformata nella stessa dolore! Una spada crudele fu 1'unica vostra porzione, l'unica eredità in que­sta terra. E perchè mai a tanta inno­cenza un sì crudele trattamento? Ah! ben lo comprendo: Voi eravate la vit­tima pura, eletta per quell'olocausto che dopo quello di Gesù doveva sal­vare il mondo e render la vita a noi figli colpevoli. Iddio gradisce le sole vittime senza macchia e perciò elesse voi, o Maria!

Siano rese grazie a Dio che vi co­stituì nostra Corredentrice, ed a Voi, o Madre, che accettaste di divenire vittima generosa per noi vostri figli! Deh! accordate anche a noi la innocen­za della vita e lo spirito di sacrificio!

2. Maria fu vittima! Come Gesù lo fu nel corpo, così Maria lo fu nel cuore! Ahi quale vittima! Prescelta ad essere Madre di Dio e Madre no­stra, Ella fu destinata a partorire il suo diletto Gesù per la Croce e per l'im­molazione, ed a partorire noi peccatori alla vita di grazia per mezzo di dolori quasi infiniti.

Povera Madre! La sua sorte di es­ser la Madre di Dio, la Sposa dello Spirito Santo, e di essere Madre pur restando sempre Vergine, non la lasciò gioire di sì grandi privilegi! Tante gioie dovevano restar soffocate da altrettanti dolori... Quel bambino delizia degli oc­chi suoi, era il tenero Agnello di Dio destinato per il sacrificio; Ella lo allat­tava e lo nutriva non per sè ma per la Croce! Ella lo cresceva con infinita cura e con ineffabile tenerezza, ma per vederlo un giorno spogliato sotto gli oc­chi suoi, lacerato con flagelli, trafitto da spine, trapassato da chiodi, amareggiato con fiele, vilipeso e bestemmiato anche in mezzo alle sue atroci agonie!

Ahi Madre! Voi sapevate tutto que­sto e non ne moriste subito del più puro dolore?... Oh come la vista di quel bellissimo Bambino che è l'incanto de­gli Angeli, viaccresceva maggiormente il dolore! Voi stessa lo rilevaste a S. Brigida dicendo:

Quando lo allallavo, subito avevo in mente il fiele e l'aceto; quando lo fasciavo, mi si presentavano le funi con cui me l'avrebbero legalo; quando lo porlavo teneramente in braccio, già me lo credevo attaccato alla Croce; e adagiandolo alla culla già mi pareva di adagiarlo al sepolcro! Ah quante volte, o Madre sconsolata, le vostre la­crime caddero sul viso e sulle labbra del tenero Bambino che insieme col latte le sentì scorrere nella sua bocca!

E voi accettaste una sorte così a­mara, senza lamenti e senza impazien­ze! Oh Madre, concedeteci di imitarvi nelle nostre afflizioni; e il ricordo dei vostri pianti versati per noi ci dia o­gnora conforto e coraggio!

3. Trentatrè anni di angoscie mortali passò la cara Madre nell'attesa lugubre e spaventosa di quel giorno ferale che doveva rapirle il mite Gesù e sottrarlo al suo cuore e agli occhi suoi! Oh! quali anni di ambascie... Anni intermi­nabili, che le accrescevano lo spasimo al Cuore con l'appressarsi al loro ter­mine! E quale poteva essere la vita di tal Madre con tanto tormento nel Cuore? qual cibo poteva Ella gu­stare? Non altro che le più amare la­crime, secondo l'espressione del Profeta: Fuerunt mihi lacrimae meae panes die ac nocie: le lacrime mie furono il mio pane di giorno e di notte!

Qual riposo poteva prendere quel cuore che non riusciva a dimenticare un solo istante i flagelli, i chiodi e la la Croce? Ah, "se i miei occhi dor­mono, veglia il cuore!" poteva escla­mare Maria: Ego dormio, et cor meum vigilat! E nello stesso sonno chi sa quante e quante volte non avrà sognato il suo Gesù già legato, flagellato e mes­so a morte? Così trascorreva la vita della tenera Madre, come trascorrono le ore crudeli ad un povero nàufrago sempre e da ogni parte alle prese con la morte implacabile che minaccia af­fogarlo! Ahi qual vita troppo più amara che mille morti!...

Oh non eravate Voi dunque Madre realmente crocifissa?... Non lo portavate Voi nel vostro Cuore il Calvario?.... Tanto martirio vi impose la dignità vo­stra di Madre di Dio? Tanto, dunque, vi costa l'essere Madre nostra?... Deh, Madre, fate che mai ci rendiamo inde­gni del vostro amore! Deh! che ci rie­sca dolce ogni sacrificio per dar gloria a Dio, per piacere a Voi e per salvare le anime !

(Ave Maria)

Ah! dammi il tuo dolore
O Madre, e si rimanga
Sì impresso nel mio cuore,
Che sempre Teco io pianga!
Pel tuo Gesù si accenda
In me tal fiamma in petto
Che Serafin mi renda
Consunto dal suo affetto!

* * *
Santa Madre, deh voi fate
Che il vostro gran dolore
Resti impresso nel mio cuore

Secondo quarto d'ora
1. Ma non soltanto l'Anima della tenera Madre doveva essere tutta an­negata nel dolore! Iddio voleva che ancora il suo corpo fosse un'ostia santa, pura, consumata interamente sull'altare dell'olocausto. Perciò a Lei fu data in porzione sulla terra la povertà, la stan chezza, il lavoro quotidiano e gli stenti.

Madre di Dio e Regina dell'Univer­so, Maria non è cinta di gemmato dia­dema nè circondata di gloria. Ella è la divina poverella che lavora e stenta da mane a sera insieme con lo sposo Giu­seppe e col suo Dio, fattosi poverello volontario. La sua carità la rende tutta a tutti e le impone di sacrificarsi non soltanto per il domestico bisogno, ma altresì per dar da mangiare al famelico, vestire l'ignudo, consolare il tribolato ed esser la tenera madre all'orfanello abbandonato!

Il suo sacrificio non ha limite!... Ma ahi! quale inaudita violenza le costa il condannarsi così allo stento più duro, con l'animo preoccupato da tristissimi pensieri, col Cuore lacerato dalla spa­da profetica, cioè dalla visione terribile della futura morte di Gesù.

E' una Madre che troppo ama! e lavora e s'immola, mentre pur si sente ridotta in agonia!... Oh amore e dolore della mia cara Madre!... E' questo l'a­more mio pel prossimo?... Che cosa ho fatto io finora per beneficare e soc­correre 1'anima ed il corpo del mio caro prossimo bisognoso e sofferente ?

Deh, o Madre! datemi Voi amore e forza per immolarmi pel bene di chi soffre! e rendetemi l'angelo visibile dei miei fratelli!

2. Oh! se almeno fosse Maria la­sciata quieta in mezzo allo stento e al sacrificio!... Ma Ella è, come Gesù, oggetto della contradizione e della per­secuzione.... Eccola col tenero bimbo, da poco partorito in una stalla, costret­ta a fuggir raminga, e prender d'improv­viso e nottetempo la via dell'esilio nel lontano Egitto! Una spada crudele tutta rosseggiante del sangue vermiglio degli Innocenti la insegue! Gesù è cercato a morte! Ah! quella spada non rag­giunge il figlio, ma ben raggiunge la Madre! L'apprensione per il perico­lo, il dolore per tanto sangue sparso, la compassione per tante madri, deh! quale spada e quale intima ferita al suo Cuo­re!.

Oh! quanto Tu muovi a pietà, o divina Fuggitiva, delicatissima di corpo, giovanissima di anni, povera e priva di tutto, per cotesta asprissima via che ti mena a si amaro esilio!

Che se Tu ne ritorni, dopo giorni interminabili di angustia e di disagi, ciò sarà solo per dar principio ad altri dolori! Oh! non ti vedo forse, o Ma­dre, pellegrina oscura, e stanca e ne­gletta, calcar le strade disagiate di Pa­lestina, a rifar le cento volte, per tre interminabili giorni, ogni via ed ogni piazza di Gerusalemme per ritrovare il fanciullo Gesù smarrito, e assiso fra i Dottori nel Tempio? Tu tel riprendi e tel riconduci a Nazaret, ma solo per continuarvi insieme un amarissima vita di intimi dolori, di disagi e di stenti!...

Ma io, o Madre! non imparerò nulla da tanti dolori?... Non sopporterò vo­lentieri con Voi le persecuzioni, la separazione dalle persone care, la vita na­scosta e il sacrificio incessante e gene­roso ?

3. Oh! qual conforto saper compreso il proprio sacrificio fatto per l'altrui bene e riportarne gratitudine! Ahimè! un tal conforto fu negato a Maria: ed an­che per il suo Cuore amantissimo, l'in­gratitudine fu il più amaro dei dolori!...

Ella che a patto di tanti dolori era divenuta Madre di Dio; Ella che del suo più puro Sangue aveva dato carne al Verbo di Dio; Ella che con stenti inauditi lo aveva allevato e conservato alla salvezza del mondo; Ella che offriva ai miseri figli di Eva il Salvato­re, il Maestro, il Padre, la Luce del mondo, la Via, il Paradiso, la Verità e la Vita, ah! purtroppo doveva ve­ere questo suo gran Figlio e suo Dio divenire il bersaglio della contra­dizione della persecuzione e della calun­nia!... E chi mai più bersagliato e più calunniato del suo mitissimo Gesù? L'odio, l'invidia e la malafede ne vol­lero fare nn seduttore! un ingordo! un bevone! un indemoniato! un pernicioso rivoluzionario, un nemico di Dio e de­gli uomini!...

Questa sola fu per tre anni di pre­dicazione, di miracoli e di stenti, l'a­mara ricompensa toccata a Gesù e con­divisa da Maria! E dopo questa ri­compensa d'infinita ingratitudine, anche la condanna più infame, la croce, e la morte!...

Deh! Madre dolcissima, pietà di me che, con tanti peccati purtroppo Vi sono stato ben ingrato e Vi ho conficcate nel Cuore sì acute spade!... Fate che io riconosca in Gesù il mio Dio, de­gno di tutto il mio amore; il mio Mae­stro, il mio Sposo e il mio Padre; e come Voi ne ascolti la voce e ne imiti gli esempi!

(Ave Maria)

Se lacrime concessemi
Mi fian da Te, vorrei
Le tue lacrime istesse
Versar dagli occhi miei!
Fa che Deh Teco io gema
Pietosamente afflitto,
E fino all'ora estrema
Con Cristo io sia confitto!

* * *
Santa Madre, deh voi fate
Che il vostro gran dolore
Resti impresso nel mio cuore

Terzo quarto d'ora
1. E' pur giunto quel giorno fatale il cui solo pensiero tenne in agonie ed ambascie di morte per trentatrè anni la povera Madre!... E' giunto, sì, quel giorno di tanto strazio e di tanto san­gue!... Ecco già il Figlio più amante e più amato ai piedi della madre più tenera, a darle l'ultimo addio, l'abbrac­cio e il bacio supremo... Quale addio! quale amplesso! Qual bacio! Voi, dunque, non ne moriste, o Madre? No, no! Voi non dovevate morirne, perchè dovevate essere testimone della trage­dia più ferale e straziante dell' indo­mani! Dovevate in ispirito contare tutti i palpiti angosciosi e desolati di Gesù agonizzante nell'Orto, tremante sotto il rigore della divina giustizia. Ah! Voi dovevate vederlo, o Madre, quel viso cadaverico di un Dio agonizzante, inon­dato da un sudor di sangue! Dovevate contemplarlo il dolce Figlio atterrito dalla vista dell'amaro calice della Pas­sione, solo nel suo dolore, noncurato dagli amici, cercato dai nemici, tradito da un discepolo!

Voi dovevate udirla quella voce fi­liale che prega singhiozzando e invoca la paterna clemenza; che chiede soc­corso agli addormentati discepoli! che pronuncie davanti ad un angelo l'ama­rissimo fiat! che si lagna con Giuda del bacio della perfidia! che domanda alla vile soldatesca chi venga a cercareí che proibisce al suo Pietro di difenderlo e ai soldati di molestar i discepoli! Sì, tutto voi dovevate vedere, o Madre, tutto udire! Le spade si succedevano alle spade nel vostro Cuore e le morti alle morti senza poter morire! Ahi, Madre, e forsechè non vedeste voi an­che me, insieme con i discepoli, infin­gardo nella preghiera, senza compassio­ne alla vista di Gesù e senza veruna sollecitudine di consolarlo?... Ahimè! che per mia mala sorte io pure forse tradii Gesù col bacio del sacrilegio, ri­cevendolo con il peccato nell'anima Ancor io stesi la mano per percuoterlo con aver tante volte calpestata la Santa Legge di Dio, i doveri cristiani e tanti rimorsi della mia scienza! Quanti do­lori ho io così cagionato a Voi!... Per­dono, o Madre, perdono! e datemi gran dolore dei miei innumerevoli peccati, spirito di preghiera e di sacrificio, fe­deltà a Gesù e purezza di angeli nel riceverlo sacramentato!...

2. Ahi Madre! già il vostro mite Agnellino è attorniato e fatto preda di tanti lupi rapaci!... Gesù, l'innocenza infinita è già accusato, giudicato e con­dannato come reo di morte! Se tace, è preso per stolto! Se parla, è schiaf­feggiato! Se confessa che è Figlio di Dio e Giudice dei vivi e dei morti, viene dichiarato bestemmiatore! Una grandine di schiaffi, una tempesta di pugni, un diluvio di sputi ricopre il bel Fior Nazareno, che mite e muto tutto sop­porta e tutto offre al suo Padre per noi!... E Voi, o Maria? cosa sentivate Voi nel Cuore per tanti dileggi fatti diluviare in quella notte infernale sul Dio della Santità? Quegli sputi, quegli schiaffi, quegli infiniti strapazzi erano anche vostri: tutti ricaddero su Voi, se­condo l'espressione del Profeta: Oppro­bria exprobantium tibi ceciderunt super me: Gli obbrobri di chi oltraggiava Te mio Dio, tutti ricaddero sopra di me!

Deh! qual è poi, o Madre, il dolore mio per tante bestemmie, imprecazioni e affronti che odo contro di Gesù e contro di Voi?... Quale il mio dispia­cere nell'udir parlare male di Dio e sentirne accasata la paterna Provviden­za? Ah! così fosse vero che io pure non mi fossi reso colpevole e complice di tante parole indegne, di tanti lamenti contro del Signore e di tante temerarie accuse alle divine disposizioni appena mi è sopraggiunto qualche travaglio!... Più pazienza, o Madre, e più rassegna­zione per l'avvenire!

3. Oh! come vi vedo, o Made, sotto il peso di mille agonie e di mille morti scolpite nel vostro sembiante, seguitare ansiosa Gesù per le vie di Gerusalemme, accompagnarlo da un tribunale all'altro e dividerne gli scherni e gli strapazzi!... Voi non eravate già per queste vie quan­do Gesù, pochi giorni prima, vi passava trionfante. Vi siete invece adesso che Gesù vi ripassa incatenato, vestito da pazzo, oltraggiato e percosso da tutto un ingrantissimo popolo che gli ripaga tanti benefici con urla infernali e grida di morte!.... Ah! quale scena.... Ma perchè, o Madre, voler essere presente a tanto scempio? E reggete voi dunque a tante scene di crudeltà e di follia?... Ah! sì, è questo il momento di mo­strarvi Madre, e Madre di un Dio. E' questo il momento di provargli quanto sia grande e forte il vostro amore! Sì, Voi, o Maria, lo seguite appositamente Gesù, per gustare ad uno ad uno l'a­maro dei suoi strapazzi, delle false ac­cuse, delle bestemmie, delle percosse, delle ansietà ed agonie del suo adora­bilissimo Cuore!

E quale prova potevate voi dare più bella di vero amore a Gesù?... Deh! concedete a questo mio sì debole cuore di imitarvi nel seguire Gesù e i suoi santi insegnamenti, senza timori di vile rispetto umano, senza impazienze e senza lamenti! Fate, o Madre, che io mai arrossisca di dimostrarmi sinceramente cristiano, vero amante di un Dio, e di una Madre che tanti affronti ha incon­trati e superati per me.

(Ave Maria)
Compagno tuo nel pianto,
Compagno nel cordoglio,
Sempre alla croce accanto
Teco restarmi io voglio.
Sinchè pel dolce Bene
Alfin non spiri anch'io
Sommerso in mar di pene
Che danno morte a un Dio.

* * *
Santa Madre, deh voi fate
Che il vostro gran dolore
Resti impresso nel mio cuore

Ultimo quarto d'ora Seguiamo
Maria nel più alto del tempestoso oceano del suo dolore!..... Fra breve anche le pietre proveranno compassione per Lei!

Gesù è stato ignominiosamente fla­gellato: il turbine delle percosse ha tutta pesta quella carne vermiglia, spolpate le ossa, versato rivi di Sangue. Il suo capo è stato cinto da spine acutissime... Non è più in Lui bellezza nè figura d'uomo, ma sembianza di povero ab­bietto lebbroso, tutto piaghe e defor­mità!... tale da commuovere lo stesso Pilato che perciò lo mostra al popolo: Ecce Homo!... E' egli più un uomo?...

Maria lo ha veduto il Figlio diletto già irriconoscibile sotto quella vecchia porpora, sotto quella orrenda corona di spine, sotto quel cumulo di sputi che ne ricoprono la faccia, prima sì bella ed ora si deformata. Maria l'ha udite le grida di morte, l'ha udita la condanna di Gesù!... Ed ora lo vede prendere sulle proprie indebolite spalle la pesante Croce e con passo incerto. Lo vede avviarsi al Calvario ferale! Ah! che più le resta ormai fuorchè dare al suo caro Figlio un ultimo abbraccio?... E corre, sì, corre ad abbracciarlo; ma quante mani feroci sopra di Gesù... e quante grida contro di Lei ad impedir­glielo!... Ah! non moriste, o Madre, vedendo così da vicino quel Figlio? deformato? Che cosa disse al vostro Cuore quello sguardo filiale che vi diede Gesù?... Ohi spasimi senza nome! ... Ohi malvagità del cuore umano!... Ohi crudeltà infernale!... E non sono stato anch'io il crudele che vi ho con­dannata, o Madre, a vedere sì sfigurato il sembiante e la persona del vostro Gesù, a cagione di tanto orgoglio della mia testa, e di tante sensualità e deli­catezze della mia carne peccatrice? Deh, concedetemi, o Madre, un santo odio contro di me stesso, contro i piaceri della terra, contro il lusso e la vanità; e datemi un vero amore alla mortifica­zione cristiana e alla penitenza!

2. Orsù, mio cuore, raccogliti sulla sanguinosa vetta del Calvario a fianco della Madre tua!... Oh! povera Madre sconsolata! veder spogliato dinanzi a svergognata plebaglia il Giglio Naza­reno!... vederlo abbeverato con fiele!... vederlo steso sul patibolo infame dei malfattori!... Veder quei chiodi trafigger mani e piedi e udir quei martelli spie­tati che conficcano l'innocente vittima sul duro legno!. Ed ora?... Le stesse pietre piangendo la morte di un Dio hanno pure pietà di Maria!... Trema la terrai si oscura il sole! si eclissa la lunal geme la natura tutta, e il velo del Tempio si scinde!... Ahi, Madre, e il vostro Cuore?... Voi solo, Gran Dio, ne potete sostenere il martirio!... Esso è spezzato, è eclissato e diviso, è trafitto e non può morire!... No, o Maria! Voi non dovete morire, perchè dovete Voi stessa con le proprie lacri­me lavare e ungere le piaghe del Figlio di Dio, comporne 1'adorata spoglia e adagiarla al sepolcro... Eppoi non udite la raccomandazione suprema che vi ri­volge Gesù di voler essere la Madre nostra? Ah! se moriste Voi pure, o Madre cara, come resteremmo noi po­veri orfanelli senza di Gesù nostro Padre e senza di Voi nostra Madre?... Sì, sì, Voi sarete lasciata a noi che abbiamo avuto precetto da Gesù di amarvi e di consolarvi! E' vero, come consoleremo noi una Madre sì amante, desolata per la morte di un Dio?... Ma deh! sup­plisca la nostra brama alla nostra im­potenza! E Voi, o Madre, dateci gra­zia di sapere consolarvi con tenerezza filiale e di fuggire ogni occasione di accrescere e rinnovare il già troppo vostro dolore!...

3. Spettacolo di pietà! La Regina dell'amore, la più tenera delle Madri, la più delicata delle Vergini, stretta in amplesso di amore desolato col Dio suo Figlio, spirato fra infiniti dolori!... Spettacolo che non ha nome!... Ahi Madre! Vi contemplo, ma la vostra vista mi rende muto!... Il vostro viso cadaverico, gli occhi affossati, il labbro muto, dicono: “Pietà!...” Sì voi ora siete la stessa pietà, lo stesso dolore, la desolazione medesima!... Intorno a Voi è un pianto sconsolato!... I nuovi figli vostri piangono con Voi e sopra di Voi!...

Essi vi tolgono con immensa pietà da quell'amplesso ricolmo di agonie... avvolgono Gesù in un sudario e lo re­cano alla sepoltura...

E Voi, con le vostre mani Lo ada­giate nella oscura tomba... e dopo a­verne per 1'ultima volta scoperto e ri­baciato il viso, partite sconsolata!...

Ora anche per Voi tutto è compiuto: Consummatum est!... Ora senza Ge­sù!... Senza il figlio diletto, senza il Padre, lo Sposo, il Fratello: orfana e vedova!... e la più sconsolata fra le creature!!!

E di tutto ciò chi ne è poi la ca­gione?... Io, o Madre!. Io crudele, tiranno ed ingrato!... I miei peccati hanno ucciso Gesù e Lo hanno strappato al vostro Cuore... Deh lasciate, lasciate, o Maria, che con cuore ama­reggiato e contrito io mi stringa alle vostre ginocchia, e fra le lacrime del più vivo dolore gridando misericordia e perdono, vi giuri fedeltà ed amore!... Sì, o Maria, fedeltà sino alla morte nell' odiare il peccato e farne sincera penitenza!... Amore a Gesù ed a Voi con tutto 1' effetto del cuore e con la purità della vita!. O Madre, sento, ahimè! che son debole e incostante! Ma deh! siate Voi la mia forza e il mio continuo sostegno!... Vi amo, sì, vi amo, o Madre, e vi amerò sempre! Ma vi chiedo in grazia la bella sorte di perseverare e di crescere nel vostro amore e nella compassione dei vostri dolori! Gradite, o Madre desolata, que­sto piccolo pegno di amore che ora vi ho dato! perdonatemi le imperfezioni con cui l'ho accompagnato! E datemi grazia, o Madre amantissima, di rice­vere da Voi in vita, e sopratutto in morte, il materno ricambio e quel con­forto che vi avrò dato in quest'ora!

(Ave Maria)

Nel tuo materno cuore,
O Vergin mesta e pia,
Pel tuo Gesù, d'amore
S'accenda l'alma mia!
Le brame mie fa paghe
E del figliuol diletto
Le sacrosante piaghe
Stampami Tu nel petto!

* * *
Santa Madre, deh voi fate
Che il vostro gran dolore
Resti impresso nel mio cuore

(Volendo, potranno aggiungersi tre Pater, Ave e Requiem, ovvero il De Profundis per le bene­dette Anime Purganti più devote dell'Addolorata).

Sentimenti di Maria SS. Addolo­rata quando ricevette sulle brac­cia il suo dilettissimo Figlio.

O Fonte inesausta di verità, come Ti sei disseccata!
O saggio Dottor degli uomini, come Te ne stai muto!
O splendore di eterna luce, come Ti sei estinto!
O verace Amore, come mai la Tua bella faccia è divenuta deforme!
O altissima Divinità, come Ti fai ve­dere a me con tanta povertà!
O Amor del mio cuore, quanto grande è la tua bontà!
O delizia eterna del mio cuore, quanto eccessivi e molteplicisono stati i tuoi dolori!

Signor mio Gesù Cristo, che hai comune col Padre e con lo Spirito San­to una sola e medesima natura, abbi pietà di ogni creatura, e principalmente delle Anime del Purgatorio!

(Dalla Filoiea dei defunti del P. Beccaio). Si recitino 5 Credo, una Salve Regina, un Pater Ave, Gloria secondo l'intenzione del Sommo Pontefice, ed un Requiem.

Catania 25 novembre 1927 

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