In Italia ci sono molte tradizioni natalizie che risalgono ai secoli passati. Sono molto amate dalla gente e si ripetono puntualmente ogni anno.
Nella zona di Bergamo, i contadini allestiscono i presepi “ambulanti”, passano per le vie del centro suonando e cantando dietro un carro che ospita una capanna, con Maria, San Giuseppe, Gesù Bambino e i pastori.
Nell’Abruzzo e nel Molise gli abitanti, che si recano alla Messa di mezzanotte, lasciano la porta di casa aperta e la tavola imbandita fino al loro rientro. Una leggenda, infatti, dice che la Madonna, San Giuseppe e Gesù bambino hanno così modo di scaldarsi, di nutrirsi e di benedire la casa.
La sera del 24 dicembre in Toscana, il capofamiglia pone sugli alari del focolare, una grossa radice di ulivo o di quercia e vi dà fuoco. Finchè il ceppo continua ad ardere, la porta di casa resta aperta e, a chiunque entri, viene offerto un buon piatto di minestra, seguito da “cantucci e brigidini” (tipici dolci natalizi) annaffiati da un bicchiere di vino nuovo.
In alcuni paesi delle Marche vengono intonate melodiose pastorali sulle voci degli animali che, secondo la leggenda, parlano nella Notte Santa. C’è il gallo che, con il suo grido squillante, annuncia:”E’ nato Gesù!”. Allora il bue, con il suo muggito prolungato, chiede:” Dove? Dove?”. E la pecora, con la sua voce tremula, risponde:”Beetlem! Beetlem!”.
Ricordiamo in oltre in Emilia Romagna che la sera della vigilia è tradizione preparare i famosi tortellini, piatto tipico del giorno di Natale. Al suono delle campane che annunciano la Messa di mezzanotte, la preparazione della pasta deve essere terminata affinchè tutti possano partecipare alla Messa.