Di Davide.
Il Signore è mia luce e mia salvezza,
di chi avrò paura?
Il Signore è difesa della mia vita,
di chi avrò timore?
Una cosa ho chiesto al Signore,
questa sola io cerco:
abitare nella casa del Signore
tutti i giorni della mia vita,
per gustare la dolcezza del Signore
ed ammirare il suo santuario.
Sono certo di contemplare la bontà del Signore
nella terra dei viventi.
Spera nel Signore, sii forte,
si rinfranchi il tuo cuore e spera nel Signore.
Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Giovanni 6,1-15.
Dopo questi fatti, Gesù andò all'altra riva del mare di Galilea, cioè di Tiberìade,
e una grande folla lo seguiva, vedendo i segni che faceva sugli infermi.
Gesù salì sulla montagna e là si pose a sedere con i suoi discepoli.
Era vicina la Pasqua, la festa dei Giudei.
Alzati quindi gli occhi, Gesù vide che una grande folla veniva da lui e disse a Filippo: «Dove possiamo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?».
Diceva così per metterlo alla prova; egli infatti sapeva bene quello che stava per fare.
Gli rispose Filippo: «Duecento denari di pane non sono sufficienti neppure perché ognuno possa riceverne un pezzo».
Gli disse allora uno dei discepoli, Andrea, fratello di Simon Pietro:
«C'è qui un ragazzo che ha cinque pani d'orzo e due pesci; ma che cos'è questo per tanta gente?».
Rispose Gesù: «Fateli sedere». C'era molta erba in quel luogo. Si sedettero dunque ed erano circa cinquemila uomini.
Allora Gesù prese i pani e, dopo aver reso grazie, li distribuì a quelli che si erano seduti, e lo stesso fece dei pesci, finché ne vollero.
E quando furono saziati, disse ai discepoli: «Raccogliete i pezzi avanzati, perché nulla vada perduto».
Li raccolsero e riempirono dodici canestri con i pezzi dei cinque pani d'orzo, avanzati a coloro che avevano mangiato.
Allora la gente, visto il segno che egli aveva compiuto, cominciò a dire: «Questi è davvero il profeta che deve venire nel mondo!».
Ma Gesù, sapendo che stavano per venire a prenderlo per farlo re, si ritirò di nuovo sulla montagna, tutto solo.
Meditazione del giorno
Cardinale Joseph Ratzinger [Benedetto XVI, papa dal 2005 al 2013]
Meditationen zur Karwoche, 1969
“Date loro voi stessi da mangiare” (Mt 14,16)
Nel pane eucaristico riceviamo la moltiplicazione inesauribile dei pani dell'amore di Gesù Cristo, abbastanza ricco da saziare la fame di tutti i secoli, e che vuole così mettere anche noi al servizio di questa moltiplicazione di pani. I pochi pani della nostra vita possono sembrare inutili, ma il Signore ne ha bisogno e li chiede.I sacramenti della Chiesa, come la Chiesa stessa, sono il frutto del chicco di grano che muore (Gv 12,24). Per riceverli dobbiamo entrare nell'azione da cui essi stessi provengono. Azione che consiste nel perdere se stessi, senza la quale non possiamo trovarci: “Chi vorrà salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia e del vangelo, la salverà” (Mc 8,35). Questa parola del Signore è la formula fondamentale di una vita cristiana...; la forma caratteristica della vita cristiana viene dalla croce. L'apertura cristiana al mondo, di cui tanto ci si vanta oggi, può trovare il suo vero modello solo nel costato aperto del Signore (Gv 19,34), espressione di un amore radicale, l'unico capace di salvare.
Sangue e acqua sono usciti dal costato trafitto di Gesù crocifisso. Ciò che, a prima vista, è segno della sua morte, del suo fallimento più totale, costituisce nello stesso tempo un nuovo inizio: il Crocifisso risuscita e non muore più. Dalle profondità della morte sorge la promessa della vita eterna. Sopra la croce di Gesù Cristo splende già la luce vittoriosa del mattino di Pasqua. Ecco perché vivere con lui nel segno della croce è sinonimo di vivere nella promessa della gioia pasquale.
Articoli correlati