Se dovrai attraversare il deserto, non temere, Io sarò con te.
Se dovrai camminare nel fuoco, la sua fiamma non ti brucerà.
Seguirai la mia luce nella notte, sentirai la mia forza nel cammino,

io sono il tuo Dio, Signore.
Sono io che ti ho fatto e plasmato, ti ho chiamato per nome.
Io da sempre ti ho conosciuto e ti ho dato il mio amore.
Perché tu sei prezioso ai miei occhi, vali più del più grande dei tesori,

Io sarò con te dovunque andrai.

Vangelo del giorno 9 Maggio 2013

Salmi 98(97),1.2-3ab.3cd-4.
Salmo.
Cantate al Signore un canto nuovo,
perché ha compiuto prodigi.
Gli ha dato vittoria la sua destra
e il suo braccio santo.

Il Signore ha manifestato la sua salvezza,
agli occhi dei popoli ha rivelato la sua giustizia.
Egli si è ricordato del suo amore,
della sua fedeltà alla casa di Israele.

Tutti i confini della terra hanno veduto
la salvezza del nostro Dio.
Acclami al Signore tutta la terra,
gridate, esultate con canti di gioia.

Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Giovanni 16,16-20.
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Ancora un poco e non mi vedrete; un po' ancora e mi vedrete».
Dissero allora alcuni dei suoi discepoli tra loro: «Che cos'è questo che ci dice: Ancora un poco e non mi vedrete, e un po' ancora e mi vedrete, e questo: Perché vado al Padre?».
Dicevano perciò: «Che cos'è mai questo "un poco" di cui parla? Non comprendiamo quello che vuol dire».
Gesù capì che volevano interrogarlo e disse loro: «Andate indagando tra voi perché ho detto: Ancora un poco e non mi vedrete e un po' ancora e mi vedrete?
In verità, in verità vi dico: voi piangerete e vi rattristerete, ma il mondo si rallegrerà. Voi sarete afflitti, ma la vostra afflizione si cambierà in gioia.»

 Meditazione del giorno
Sant'Agostino (354-430), vescovo d'Ippona (Nord Africa) e dottore della Chiesa
Commento al vangelo di Giovanni, n° 101
 
« Nessuno vi potrà togliere la vostra gioia »
    Credo che le parole: «Io vi rivedrò e il vostro cuore gioirà, e la vostra gioia nessuno ve la potrà rapire», non debbano riferirsi al tempo in cui, risorto, mostrò ai discepoli la sua carne risuscitata, in modo che essi potessero vederla e toccarla; ma piuttosto a quel tempo a proposito del quale aveva detto: «Colui che mi ama sarà amato dal Padre mio, e anch'io lo amerò e mi manifesterò a lui» (Gv 14, 21)... Questa visione non appartiene a questa vita, ma a quella futura; non a questa temporale, ma a quella eterna. «Questa è la vita eterna, - afferma colui che è la vita - che conoscano te unico vero Dio, e il tuo inviato, Gesù Cristo» (Gv 17, 3). Di questa visione e di questa conoscenza l'apostolo Paolo dice: «Vediamo ora come in uno specchio, in maniera confusa, ma allora vedremo faccia a faccia. Ora conosco in maniera imperfetta, mentre allora conoscerò come sono conosciuto» (1 Cor 13, 12-13).

    Questo che è il frutto del suo travaglio, la Chiesa lo partorisce al presente nel desiderio, allora lo partorirà nella visione; ora gemendo, allora esultando; ora pregando, allora lodando Dio... Sarà perciò un fine eterno, perché non ci potrà bastare che un fine senza fine. E' quello che fu ispirato a Filippo, quando esclamò: «Mostraci il Padre, e ci basta» (Gv 14, 8).


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