Se dovrai attraversare il deserto, non temere, Io sarò con te.
Se dovrai camminare nel fuoco, la sua fiamma non ti brucerà.
Seguirai la mia luce nella notte, sentirai la mia forza nel cammino,

io sono il tuo Dio, Signore.
Sono io che ti ho fatto e plasmato, ti ho chiamato per nome.
Io da sempre ti ho conosciuto e ti ho dato il mio amore.
Perché tu sei prezioso ai miei occhi, vali più del più grande dei tesori,

Io sarò con te dovunque andrai.

Vangelo del giorno 25 Luglio 2013

Festa di San Giacomo, detto il maggiore, apostolo.

Salmi 126(125),1-2ab.2cd-3.4-5.6.


Canto delle ascensioni. Quando il Signore ricondusse i prigionieri di Sion, ci sembrava di sognare.
Allora la nostra bocca si aprì al sorriso, la nostra lingua si sciolse in canti di gioia. Allora si diceva tra i popoli: "Il Signore ha fatto grandi cose per loro".
Allora la nostra bocca si aprì al sorriso, la nostra lingua si sciolse in canti di gioia. Allora si diceva tra i popoli: "Il Signore ha fatto grandi cose per loro".

Allora la nostra bocca si aprì al sorriso, la nostra lingua si sciolse in canti di gioia. Allora si diceva tra i popoli: "Il Signore ha fatto grandi cose per loro".
Allora la nostra bocca si aprì al sorriso, la nostra lingua si sciolse in canti di gioia. Allora si diceva tra i popoli: "Il Signore ha fatto grandi cose per loro".
Grandi cose ha fatto il Signore per noi, ci ha colmati di gioia.

Riconduci, Signore, i nostri prigionieri, come i torrenti del Negheb.
Chi semina nelle lacrime mieterà con giubilo.
Nell'andare, se ne va e piange, portando la semente da gettare, ma nel tornare, viene con giubilo, portando i suoi covoni.

Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Matteo 20,20-28.
Allora gli si avvicinò la madre dei figli di Zebedèo con i suoi figli, e si prostrò per chiedergli qualcosa.
Egli le disse: «Che cosa vuoi?». Gli rispose: «Dì che questi miei figli siedano uno alla tua destra e uno alla tua sinistra nel tuo regno».
Rispose Gesù: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io sto per bere?». Gli dicono: «Lo possiamo».
Ed egli soggiunse: «Il mio calice lo berrete; però non sta a me concedere che vi sediate alla mia destra o alla mia sinistra, ma è per coloro per i quali è stato preparato dal Padre mio».
Gli altri dieci, udito questo, si sdegnarono con i due fratelli;
ma Gesù, chiamatili a sé, disse: «I capi delle nazioni, voi lo sapete, dominano su di esse e i grandi esercitano su di esse il potere.
Non così dovrà essere tra voi; ma colui che vorrà diventare grande tra voi, si farà vostro servo,
e colui che vorrà essere il primo tra voi, si farà vostro schiavo;
appunto come il Figlio dell'uomo, che non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la sua vita in riscatto per molti».


Meditazione del giorno
Sant'Agostino (354-430), vescovo d'Ippona (Nord Africa) e dottore della Chiesa
Omelia per l’ordinazione di un vescovo, Guelferbytanus n°32, (Nuova Biblioteca Agostiniana, discorsi 340/A – riv.)
 
“Potete bere il calice che io sto per bere?”
    “Cristo ha dato la sua vita per noi; quindi anche noi dobbiamo dare la vita per i fratelli” (1Gv 3,16) … Gesù dice a Pietro: “Quando eri più giovane ti cingevi la veste da solo, e andavi dove volevi, ma quando sarai più vecchio, un altro ti cingerà la veste e ti condurrà dove tu non vuoi. …” (Gv 21,18). …Gli annunziò la sua croce e gli predisse il suo martirio. “Arriva fino a là – dice il Signore - pasci le mie pecorelle, soffri per le mie pecorelle”. Tale dev'essere il vescovo buono; se non sarà così, non sarà vescovo. …

    Ascolta ancora. Due fratelli, suoi discepoli, Giovanni e Giacomo, figli di Zebedeo, più degli altri desideravano i primi posti… Il Signore si rivolse a loro: “Voi non sapete quello che chiedete”, e aggiunse: “Potete bere il calice che io sto per bere?”  Di che calice si tratta se non quello … della passione?… E quelli, subito, bramosi di grandezza, spensierati quanto alla loro debolezza:” Lo possiamo”, rispondono. Ed egli: “Il mio calice lo berrete: quanto però a sedere alla mia destra o alla mia sinistra, non sta a me concedervelo, ma è predisposto per altri dal Padre mio”. … Dava così prova di umiltà… Infatti nulla dispone il Padre che non dispone il Figlio… Venne umile il nostro Creatore, creatura in mezzo a noi, egli che ha creato noi, egli che fu creato per noi: Dio prima del tempo, uomo nel tempo, per affrancare l'uomo dal tempo. Medico infallibile, venne a guarire il nostro tumore … Egli venne appunto a guarire proprio la superbia con il suo esempio.

    Vediamo di fare attenzione a questo: consideriamo la sua umiltà, beviamo al calice della sua umiliazione, teniamoci stretti a lui, il nostro pensiero sia rivolto a lui. È facile pensare a cose eccelse, è facile compiacersi degli onori, è facile dare ascolto a chi ci dà assenso e a chi ci adula. Tollerare le ingiurie, sopportare con pazienza le umiliazioni, pregare per chi ci oltraggia (Mt 5,39.44), ecco il calice del Signore, ecco il convito del Signore.



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