XXII domenica del tempo ordinario (anno C)
Abbi pietà di me, Signore,
perché ti invoco tutto il giorno:
tu sei buono e pronto al perdono,
sei pieno di misericordia con chi ti invoca. (Sal 86,3.5)
perché ti invoco tutto il giorno:
tu sei buono e pronto al perdono,
sei pieno di misericordia con chi ti invoca. (Sal 86,3.5)
Figlio, nella tua attività sii modesto, sarai amato dall'uomo gradito a Dio.
Quanto più sei grande, tanto più umìliati; così troverai grazia davanti al Signore;
e dagli umili egli è glorificato.
Una mente saggia medita le parabole, un orecchio attento è quanto desidera il saggio.
L'acqua spegne un fuoco acceso, l'elemosina espia i peccati.
Salmi 68(67),4-5.6-7.10-11.
I giusti invece si rallegrino, esultino davanti a Dio e cantino di gioia.
Cantate a Dio, inneggiate al suo nome, spianate la strada a chi cavalca le nubi: "Signore" è il suo nome, gioite davanti a lui.
Padre degli orfani e difensore delle vedove è Dio nella sua santa dimora.
Ai derelitti Dio fa abitare una casa, fa uscire con gioia i prigionieri; solo i ribelli abbandona in arida terra.
Pioggia abbondante riversavi, o Dio, rinvigorivi la tua eredità esausta.
E il tuo popolo abitò il paese che nel tuo amore, o Dio, preparasti al misero.
Lettera agli Ebrei 12,18-19.22-24a.
Voi infatti non vi siete accostati a un luogo tangibile e a un fuoco ardente, né a oscurità, tenebra e tempesta,
né a squillo di tromba e a suono di parole, mentre quelli che lo udivano scongiuravano che Dio non rivolgesse più a loro la parola;
Voi vi siete invece accostati al monte di Sion e alla città del Dio vivente, alla Gerusalemme celeste e a miriadi di angeli, all'adunanza festosa
e all'assemblea dei primogeniti iscritti nei cieli, al Dio giudice di tutti e agli spiriti dei giusti portati alla perfezione,
al Mediatore della Nuova Alleanza e al sangue dell'aspersione dalla voce più eloquente di quello di Abele.
Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Luca 14,1.7-14.
Un sabato era entrato in casa di uno dei capi dei farisei per pranzare e la gente stava ad osservarlo.
Osservando poi come gli invitati sceglievano i primi posti, disse loro una parabola:
«Quando sei invitato a nozze da qualcuno, non metterti al primo posto, perché non ci sia un altro invitato più ragguardevole di te
e colui che ha invitato te e lui venga a dirti: Cedigli il posto! Allora dovrai con vergogna occupare l'ultimo posto.
Invece quando sei invitato, và a metterti all'ultimo posto, perché venendo colui che ti ha invitato ti dica: Amico, passa più avanti. Allora ne avrai onore davanti a tutti i commensali.
Perché chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato».
Disse poi a colui che l'aveva invitato: «Quando offri un pranzo o una cena, non invitare i tuoi amici, né i tuoi fratelli, né i tuoi parenti, né i ricchi vicini, perché anch'essi non ti invitino a loro volta e tu abbia il contraccambio.
Al contrario, quando dài un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi;
e sarai beato perché non hanno da ricambiarti. Riceverai infatti la tua ricompensa alla risurrezione dei giusti».
Meditazione del giorno
Monaci Benedettini Silvestrini
Riceverai la tua ricompensa alla risurrezione dei giusti
Gesù non si rifiuta di accettare inviti a pranzo dai notabili del tempo; non ha paura di farsi vedere insieme a chi non è accolto tra le simpatie della gente comune. Non vuol dare scandalo e neanche vuol approfittare delle generosità altrui. Egli va sempre e solo dove c'è bisogno di Lui, della sua parola, Parola di vita. Nel rispetto delle singole persone ha sempre quell'insegnamento e quella parola capaci di conversione. Nell'episodio che oggi la liturgia ci propone, Gesù si rivolge prima ai commensali e poi direttamente al padrone di casa, evidenziando ? per correggere ? delle eventuali ipocrisie. L'insegnamento di Gesù è però per tutti noi. La contabilità di Dio non è paragonabile alla nostra contabilità. In genere noi, nelle nostre azioni, chiediamo sempre un contraccambio. I nostri gesti, anche quelli ispirati da sentimenti di più assoluta generosità, nascondono - talvolta - il desiderio di avere una ricompensa umana. Il Signore ci chiede molto, anche quando operiamo nel bene, perché la nostra ricompensa sarà grande e commisurata all'amore che abbiamo donato nella nostra vita. E' questa la vera vicinanza che Egli ci chiede; in una vita generosamente goduta troviamo il vero primo posto, quello che ci porta nel Cuore di Dio, così grande da accogliere tutti noi. Leggiamo allora questo episodio come il voler mettere veramente a fuoco ciò che riteniamo di più importante nella nostra vita. Da un lato il plauso e la considerazione solo degli uomini, perché le nostra azioni e le nostre opere siano sempre favorevolmente accettate ed applaudite; talvolta per raggiungere questi obiettivi siamo disposti a fare dei "contraccambi" morali. Dall'altro la proposta di Gesù che in linea di principio non è in contrasto con questo nostro desiderio di essere sempre considerati positivamente. Gesù chiede la coerenza nella nostra vita e comunque non stacchiamo mai il nostro sguardo dalla contemplazione del suo Volto. Scopriremo allora che l'umiltà che Gesù ci chiede non altro che riconoscere il nostro stato ed anche la possibilità di intrecciare relazioni umane basate sull'amore vero ed il reciproco rispetto.
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