Antifona d'ingresso
Signore, ho parlato dei tuoi insegnamenti
davanti ai re, senza arrossire:
mia gioia sono stati i tuoi precetti,
e io li ho intensamente amati. (Sal 119,46-47)
Libro di Geremia 1,17-19.
Tu, poi, cingiti i fianchi, alzati e dì loro tutto ciò che ti ordinerò; non spaventarti alla loro vista, altrimenti ti farò temere davanti a loro.
Ed ecco oggi io faccio di te come una fortezza, come un muro di bronzo contro tutto il paese, contro i re di Giuda e i suoi capi, contro i suoi sacerdoti e il popolo del paese.
Ti muoveranno guerra ma non ti vinceranno, perché io sono con te per salvarti". Oracolo del Signore.
Salmi 71(70),1-2.3-4a.5-6ab.15ab.17.
In te mi rifugio, Signore,
ch'io non resti confuso in eterno.
Liberami, difendimi per la tua giustizia,
porgimi ascolto e salvami.
Sii per me rupe di difesa,
baluardo inaccessibile;
tu hai ordinato la mia salute,
poiché tu sei mio rifugio e mia fortezza.
Mio Dio, salvami dalle mani dell'empio.
Sei tu, Signore, la mia speranza,
la mia fiducia fin dalla mia giovinezza.
Su di te mi appoggiai fin dal grembo materno,
dal seno di mia madre tu sei il mio sostegno.
La mia bocca annunzierà la tua giustizia,
proclamerà sempre la tua salvezza.
Tu mi hai istruito, o Dio, fin dalla giovinezza
e ancora oggi proclamo i tuoi prodigi.
Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Marco 6,17-29.
Erode infatti aveva fatto arrestare Giovanni e lo aveva messo in prigione a causa di Erodìade, moglie di suo fratello Filippo, che egli aveva sposata.
Giovanni diceva a Erode: «Non ti è lecito tenere la moglie di tuo fratello».
Per questo Erodìade gli portava rancore e avrebbe voluto farlo uccidere, ma non poteva,
perché Erode temeva Giovanni, sapendolo giusto e santo, e vigilava su di lui; e anche se nell'ascoltarlo restava molto perplesso, tuttavia lo ascoltava volentieri.
Venne però il giorno propizio, quando Erode per il suo compleanno fece un banchetto per i grandi della sua corte, gli ufficiali e i notabili della Galilea.
Entrata la figlia della stessa Erodìade, danzò e piacque a Erode e ai commensali. Allora il re disse alla ragazza: «Chiedimi quello che vuoi e io te lo darò».
E le fece questo giuramento: «Qualsiasi cosa mi chiederai, te la darò, fosse anche la metà del mio regno».
La ragazza uscì e disse alla madre: «Che cosa devo chiedere?». Quella rispose: «La testa di Giovanni il Battista».
Ed entrata di corsa dal re fece la richiesta dicendo: «Voglio che tu mi dia subito su un vassoio la testa di Giovanni il Battista».
Il re divenne triste; tuttavia, a motivo del giuramento e dei commensali, non volle opporle un rifiuto.
Subito il re mandò una guardia con l'ordine che gli fosse portata la testa.
La guardia andò, lo decapitò in prigione e portò la testa su un vassoio, la diede alla ragazza e la ragazza la diede a sua madre.
I discepoli di Giovanni, saputa la cosa, vennero, ne presero il cadavere e lo posero in un sepolcro.
Meditazione del giorno
Movimento Apostolico - rito romano
La diede alla fanciulla e la fanciulla la diede a sua madre
Giovanni il Battista è stato mandato da Dio per preparare un popolo ben disposto ad accogliere il suo Signore, il suo Salvatore, il suo Redentore e Dio, venuto nel mondo in carne e cuore di uomo. Lui si è dedicato totalmente al combattimento contro ogni iniquità, malvagità, cattiveria, ipocrisia, menzogna esistenziale, idolatria ed empietà. Ebbene, proprio dalla malvagità dell'uomo è stato decapitato. Il mondo non sopporta i veri profeti. Accoglie tutti i falsi e li incorona. I veri li decapita el i crocifigge.
Il malvagio da solo può poco. La malvagità però diviene sempre complice ricercatrice di altra malvagità. Il peccatore si unisce al peccatore ed insieme, concordi nel male e nella cattiveria del cuore, riescono là dove da soli mai sarebbero riusciti. Erode, re empio, scaltro, malvagio, iniquo, mai da solo avrebbe ucciso Giovanni il Battista. La sua iniquità si sposò con la malvagità della moglie di suo fratello. A queste due cattiverie se ne aggiunse una terza: quella della figlia di Erodiade, Salome. Salome ed Erodiade, coalizzate nella loro malvagità e cattiveria, giunsero a far uccidere Erode in modo legale, poiché obbligarono lo stesso re a far sì che desse l'ordine di tagliare la testa del profeta del Dio vivente.
Se avessimo il coraggio e soprattutto l'intelligenza di leggere nella nostra vita, ci accorgeremmo che sempre la nostra malvagità o cattiveria è andata alla ricerca di altra malvagità e cattiveria e il male ha cominciato a diffondersi per mezzo nostro. Chi vuole interrompere il male, una cosa deve fare; tenersi lontano dal peccato, dalla cattiveria del cuore, dalla malvagità, da ogni nefandezza. La nostra malvagità attira altra malvagità alla stessa maniera che un cadavere attira le mosche. Noi siamo il cadavere e la cattiveria degli altri ci divora. Erode è divorato dalla malvagità di Salome e di Erodiade. La colpa è però interamente sua. Il suo rattristarsi è purissima ipocrisia. Non potrà mai rattristarsi chi ordina il male e lo compie. Il modo per essere veramente triste è uno solo: pentirsi del peccato commesso, riparare, togliendolo dal proprio corpo e dalla propria casa. Iniziare un vero cammino di conversione, stare lontano da ogni malvagità, disporre il proprio animo ad una sequela più perfetta della Legge del Signore. Chi è fermo nei Comandamenti, mai potrà essere causa di morte.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli e Santi, allontanateci dalla malvagità.