Se dovrai attraversare il deserto, non temere, Io sarò con te.
Se dovrai camminare nel fuoco, la sua fiamma non ti brucerà.
Seguirai la mia luce nella notte, sentirai la mia forza nel cammino,

io sono il tuo Dio, Signore.
Sono io che ti ho fatto e plasmato, ti ho chiamato per nome.
Io da sempre ti ho conosciuto e ti ho dato il mio amore.
Perché tu sei prezioso ai miei occhi, vali più del più grande dei tesori,

Io sarò con te dovunque andrai.

Vangelo del giorno 12 novembre 2013

Antifona d'ingresso
 
Darò a voi dei pastori secondo il mio cuore,
essi vi guideranno con sapienza e dottrina. (Ger 3,15)
 
 
 
 
 
Libro della Sapienza 2,23-24.3,1-9.
Sì, Dio ha creato l'uomo per l'immortalità; lo fece a immagine della propria natura.
Ma la morte è entrata nel mondo per invidia del diavolo; e ne fanno esperienza coloro che gli appartengono.
Le anime dei giusti, invece, sono nelle mani di Dio, nessun tormento le toccherà.
Agli occhi degli stolti parve che morissero; la loro fine fu ritenuta una sciagura,
la loro partenza da noi una rovina, ma essi sono nella pace.
Anche se agli occhi degli uomini subiscono castighi, la loro speranza è piena di immortalità.
Per una breve pena riceveranno grandi benefici, perché Dio li ha provati e li ha trovati degni di sé:
li ha saggiati come oro nel crogiuolo e li ha graditi come un olocausto.
Nel giorno del loro giudizio risplenderanno; come scintille nella stoppia, correranno qua e là.
Governeranno le nazioni, avranno potere sui popoli e il Signore regnerà per sempre su di loro.
Quanti confidano in lui comprenderanno la verità; coloro che gli sono fedeli vivranno presso di lui nell'amore, perché grazia e misericordia sono riservate ai suoi eletti.

Salmi 34(33),2-3.16-17.18-19.
Benedirò il Signore in ogni tempo,
sulla mia bocca sempre la sua lode.
Io mi glorio nel Signore,
ascoltino gli umili e si rallegrino.

Gli occhi del Signore sui giusti,
i suoi orecchi al loro grido di aiuto.
Il volto del Signore contro i malfattori,
per cancellarne dalla terra il ricordo.

Gridano e il Signore li ascolta,
li salva da tutte le loro angosce.
Il Signore è vicino a chi ha il cuore ferito,
egli salva gli spiriti affranti.

Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Luca 17,7-10.
 
Chi di voi, se ha un servo ad arare o a pascolare il gregge, gli dirà quando rientra dal campo: Vieni subito e mettiti a tavola?
Non gli dirà piuttosto: Preparami da mangiare, rimboccati la veste e servimi, finché io abbia mangiato e bevuto, e dopo mangerai e berrai anche tu?
Si riterrà obbligato verso il suo servo, perché ha eseguito gli ordini ricevuti?
Così anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare».

Meditazione del giorno
Monaci Benedettini Silvestrini 
 
 Siamo servi inutili

È innato nell'essere umano attendersi una ricompensa ed una gratificazione dopo aver adempiuto ad un proprio dovere. Tutto il lavorio dell'uomo è orientato infatti al conseguimento di un giusto salario e ad una adeguata ricompensa. Non è così nei confronti del Signore: da Lui, fonte di ogni bene, Signore dell'universo, nulla possiamo pretendere, anche se tutto speriamo da Lui. Il rapporto infatti che istauriamo con Dio non è confrontabile con quello che viviamo nei confronti del nostro prossimo. "Essere servi del Signore, significa regnare", garantirsi cioè l'accesso al regno di Dio e godere della sua ineffabile presenza santificante già in questo mondo. Non può essere quindi oggetto di un baratto e ancor meno una pretesa. Ridurremmo il buon Dio ad un semplice buon padrone se lo pensassimo come un datore di lavoro con tutti quei vincoli e obblighi reciproci che li regolano. È per questo che il Signore oggi ci dice che: "Quando avrete fatto tutto quello che vi stato ordinato, dite "siamo servi inutili". Non è l'esortazione ad un semplice gesto di umiltà, ma il riconoscimento del primato di Dio nell'amore e la consapevolezza che non saremo mai in grado di offrirgli un servizio adeguato alla sua divina maestà. Senza la sua grazia nessuna azione umana, per quanto giusta, potrebbe meritare un premio eterno, la cui essenza è lo stesso amore di Dio, di cui saremo riempiti per l'eternità. Tuttavia in altre parti del Vangelo lo stesso Signore non manca di esortarci al bene anche in vista del premio finale. Ai suoi apostoli egli dice: "In verità vi dico: voi che mi avete seguito, nella nuova creazione, quando il Figlio dell'uomo sarà seduto sul trono della sua gloria, siederete anche voi su dodici troni a giudicare le dodici tribù di Israele". Ci parla ripetutamente del premio riservato a coloro che gli rimangano fedeli, ma tutto questo ci conferma che solo dalla bontà divina sgorga l'incommensurabile premio. Lo stesso S. Paolo, prossimo ormai a concludere la sua buona battaglia, afferma: "Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la mia corsa, ho conservato la fede. Ora mi resta solo la corona di giustizia che il Signore, giusto giudice, mi consegnerà in quel giorno; e non solo a me, ma anche a tutti coloro che attendono con amore la sua manifestazione". 
 
 

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