Se dovrai attraversare il deserto, non temere, Io sarò con te.
Se dovrai camminare nel fuoco, la sua fiamma non ti brucerà.
Seguirai la mia luce nella notte, sentirai la mia forza nel cammino,

io sono il tuo Dio, Signore.
Sono io che ti ho fatto e plasmato, ti ho chiamato per nome.
Io da sempre ti ho conosciuto e ti ho dato il mio amore.
Perché tu sei prezioso ai miei occhi, vali più del più grande dei tesori,

Io sarò con te dovunque andrai.

Vangelo del giorno 29 dicembre 2013

SANTA FAMIGLIA DI GESÙ, MARIA E GIUSEPPE
(ANNO A)

Antifona d'ingresso
I pastori si avviarono in fretta
e trovarono Maria e Giuseppe,
e il Bambino deposto nella mangiatoia. (Lc 2,16)


Dal libro del Siràcide (Sir 3, 3-7.14-17)

Il Signore ha glorificato il padre al di sopra dei figli
e ha stabilito il diritto della madre sulla prole.
Chi onora il padre espìa i peccati e li eviterà
e la sua preghiera quotidiana sarà esaudita.
Chi onora sua madre è come chi accumula tesori.
Chi onora il padre avrà gioia dai propri figli
e sarà esaudito nel giorno della sua preghiera.
Chi glorifica il padre vivrà a lungo,
chi obbedisce al Signore darà consolazione alla madre.
Figlio, soccorri tuo padre nella vecchiaia,
non contristarlo durante la sua vita.
Sii indulgente, anche se perde il senno,
e non disprezzarlo, mentre tu sei nel pieno vigore.
L’opera buona verso il padre non sarà dimenticata,
otterrà il perdono dei peccati, rinnoverà la tua casa.

Salmo 127
Beato chi teme il Signore e cammina nelle sue vie.
Beato chi teme il Signore
e cammina nelle sue vie.
Della fatica delle tue mani ti nutrirai,
sarai felice e avrai ogni bene.

La tua sposa come vite feconda
nell’intimità della tua casa;
i tuoi figli come virgulti d’ulivo
intorno alla tua mensa.

Ecco com’è benedetto
l’uomo che teme il Signore.
Ti benedica il Signore da Sion.
Possa tu vedere il bene di Gerusalemme
tutti i giorni della tua vita

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Colossési

Fratelli, scelti da Dio, santi e amati, rivestitevi di sentimenti di tenerezza, di bontà, di umiltà, di mansuetudine, di magnanimità, sopportandovi a vicenda e perdonandovi gli uni gli altri, se qualcuno avesse di che lamentarsi nei riguardi di un altro.
Come il Signore vi ha perdonato, così fate anche voi. Ma sopra tutte queste cose rivestitevi della carità, che le unisce in modo perfetto. E la pace di Cristo regni nei vostri cuori, perché ad essa siete stati chiamati in un solo corpo. E rendete grazie!
La parola di Cristo abiti tra voi nella sua ricchezza. Con ogni sapienza istruitevi e ammonitevi a vicenda con salmi, inni e canti ispirati, con gratitudine, cantando a Dio nei vostri cuori. E qualunque cosa facciate, in parole e in opere, tutto avvenga nel nome del Signore Gesù, rendendo per mezzo di lui grazie a Dio Padre.
Voi, mogli, state sottomesse ai mariti, come conviene nel Signore. Voi, mariti, amate le vostre mogli e non trattatele con durezza. Voi, figli, obbedite ai genitori in tutto; ciò è gradito al Signore. Voi, padri, non esasperate i vostri figli, perché non si scoraggino.


+ Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 2,13-15.19-23)

I Magi erano appena partiti, quando un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: «Àlzati, prendi con te il bambino e sua madre, fuggi in Egitto e resta là finché non ti avvertirò: Erode infatti vuole cercare il bambino per ucciderlo».
Egli si alzò, nella notte, prese il bambino e sua madre e si rifugiò in Egitto, dove rimase fino alla morte di Erode, perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: «Dall’Egitto ho chiamato mio figlio».
Morto Erode, ecco, un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe in Egitto e gli disse: «Àlzati, prendi con te il bambino e sua madre e va’ nella terra d’Israele; sono morti infatti quelli che cercavano di uccidere il bambino».
Egli si alzò, prese il bambino e sua madre ed entrò nella terra d’Israele. Ma, quando venne a sapere che nella Giudea regnava Archelao al posto di suo padre Erode, ebbe paura di andarvi. Avvertito poi in sogno, si ritirò nella regione della Galilea e andò ad abitare in una città chiamata Nàzaret, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo dei profeti: «Sarà chiamato Nazareno».


Meditazione del giorno
LaParrocchia.it  
Imitare la Santa Famiglia di Nazaret

Fratelli nella fede, dopo aver meditato ed aver accolto Gesù bambino nei nostri cuori, oggi siamo invitati a guardare alla sacra famiglia che Dio ha dato al genere umano come un vero modello di vita, dove regna amore, armonia, contemplazione e silenzio. Siamo invitati a vivere e rivivere le virtù di Maria e l'umiltà di S. Giuseppe e l'obbedienza di Cristo.

"La famiglia è lo specchio in cui Dio si guarda quando sta per fare i suoi due miracoli più belli: dare la vita e ispirare l'amore". (Didier Decoin). In questi ultimi anni la famiglia è stata posta di continuo sotto processo. Si è attribuito ad essa, di volta in volta, la responsabilità di quasi tutti i mali e i fallimenti della società e dei singoli. Purtroppo, la nostra, oggi, è una famiglia in cui spesso, più che l'amore che dovrebbe essere il collante sicuro, trionfano l'egoismo, l'edonismo, la chiusura alla vita nascente. È vero: molti sono i fattori negativi: l'ignoranza, la slealtà, la disonestà, la violenza, la droga, la criminalità, la corruzione, ma non per questo dobbiamo perdere la fiducia e la speranza nel futuro.

Cristo è venuto nella nostra carne umana e ha scelto di essere uno di noi nascendo in una normale famiglia. Gesù è nato solo da qualche ora, e la sua vita è già in pericolo. La sua venuta mette in apprensione Erode che sente vacillare il trono. Coetanei innocenti di Gesù pagano con la vita la follia del sovrano, e Gesù è costretto a cercare asilo lontano da casa. L'angelo, che aveva guidato i passi in giorni meno travagliati, ricorda a Giuseppe la sua nuova missione di custode: "Alzati, e prendi con te il bambino e sua madre, e fuggi in Egitto, e resta là finché non ti avvertirò, perché Erode sta cercando il bambino per ucciderlo. E Giuseppe, destatosi, prese con sé il bambino e sua madre, nella notte, e fuggì in Egitto". (Mt 2,13-14). Nei due versetti è racchiuso il mistero della vita di Giuseppe. La fede e la docilità al Signore saranno i cardini della sua esistenza.

Anche oggi, su ogni famiglia, come è stato per la famiglia di Nazareth, si addensano minacce che ne mettono in pericolo e in fuga tante famiglie. Ci sono sempre Erodi nell'ombra che tramano contro i progetti di fedeltà, di relazioni fondate su sentimenti delicati e pacificati, di crescita nell'accoglienza reciproca, rispettando ciascuno la libertà dell'altro. Non si può tacere, per esempio, il fatto che Erode di oggi si nasconda dietro il potere economico, il quale con l'assolutezza delle sue leggi altera gli equilibri familiari imponendo ritmi di vita spesso disumani o mortificando pesantemente le decisioni riguardanti i figli e la loro educazione. Sono tante le forze che lavorano per disgregare ciò che l'amore ha unito. Per questo, oggi, celebrare il Natale significa ricevere il bambino Gesù con l'animo di Giuseppe, pronto ad affidare a Dio il proprio futuro.

"Nazareth ci ricordi cos'è la famiglia, cos'è la comunione d'amore, la sua bellezza austera e semplice, il suo carattere sacro e inviolabile" (Paolo VI). Preghiamo il Signore affinché le nostre famiglie possano vivere pienamente nella fede la realtà sacramentale del matrimonio. Maria e Giuseppe hanno atteso, pregato, sperato.
Le difficoltà le hanno affidate al Padre, contemplando quel bambino che della presenza di Dio era il segno più luminoso. La famiglia si salva se non si rinuncia mai a cercare, se non si stanca mai di sperare, se non si rinunci mai a pregare. Chi crede in Dio sa con certezza che ogni ostacolo può essere superato, ogni Erode può essere vinto.
Sia lodato Gesù Cristo. 

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