Se dovrai attraversare il deserto, non temere, Io sarò con te.
Se dovrai camminare nel fuoco, la sua fiamma non ti brucerà.
Seguirai la mia luce nella notte, sentirai la mia forza nel cammino,

io sono il tuo Dio, Signore.
Sono io che ti ho fatto e plasmato, ti ho chiamato per nome.
Io da sempre ti ho conosciuto e ti ho dato il mio amore.
Perché tu sei prezioso ai miei occhi, vali più del più grande dei tesori,

Io sarò con te dovunque andrai.

Vangelo del giorno 14 dicembre 2013

Antifona d'ingresso
Non ci sia per me altra gloria
che nella croce di nostro Signore Gesù Cristo:
per mezzo suo il mondo è stato crocifisso per me,
e io lo sono per il mondo. (Gal 6,14)
 
 
 
 
Libro dell’Ecclesiastico 48,1-4.9-11.
Allora sorse Elia profeta, simile al fuoco; la sua parola bruciava come fiaccola.
Egli fece venire su di loro la carestia e con zelo li ridusse a pochi.
Per comando del Signore chiuse il cielo, fece scendere così tre volte il fuoco.
Come ti rendesti famoso, Elia, con i prodigi! E chi può vantarsi di esserti uguale?
Fosti assunto in un turbine di fuoco su un carro di cavalli di fuoco,
designato a rimproverare i tempi futuri per placare l'ira prima che divampi, per ricondurre il cuore dei padri verso i figli e ristabilire le tribù di Giacobbe.
Beati coloro che ti videro e che si sono addormentati nell'amore! Perché anche noi vivremo certamente.

Salmi 80(79),2ac.3b.15-16.18-19.
Tu, pastore d'Israele, ascolta,
tu che guidi Giuseppe come un gregge.
Assiso sui cherubini rifulgi

davanti a Efraim, Beniamino e Manasse.
Risveglia la tua potenza
e vieni in nostro soccorso.

Dio degli eserciti, volgiti,
guarda dal cielo e vedi
e visita questa vigna,

proteggi il ceppo che la tua destra ha piantato,
il germoglio che ti sei coltivato.
Sia la tua mano sull'uomo della tua destra,
sul figlio dell'uomo che per te hai reso forte.

Da te più non ci allontaneremo,
ci farai vivere e invocheremo il tuo nome.

Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Matteo 17,10-13.

Allora i discepoli gli domandarono: «Perché dunque gli scribi dicono che prima deve venire Elia?».
Ed egli rispose: «Sì, verrà Elia e ristabilirà ogni cosa.
Ma io vi dico: Elia è gia venuto e non l'hanno riconosciuto; anzi, l'hanno trattato come hanno voluto. Così anche il Figlio dell'uomo dovrà soffrire per opera loro».
Allora i discepoli compresero che egli parlava di Giovanni il Battista.

 Meditazione del giorno
Sant'Agostino (354-430), vescovo d'Ippona (Nord Africa) e dottore della Chiesa
Discorsi sui Salmi, Sal 109 (Nuova Biblioteca Agostiniana)

“La Legge e tutti i Profeti infatti hanno profetato fino a Giovanni” (Mt 11,13)
    Dio ha stabilito il tempo per le sue promesse ed ha stabilito il tempo per adempiere ciò che aveva promesso. Il tempo delle promesse fu quello che va dai Profeti fino a Giovanni Battista; quello, invece, che di là procede in avanti fino alla fine, è il tempo dell'adempimento delle promesse. Ed è fedele Dio, il quale si è fatto nostro debitore, non perché ha ricevuto qualcosa da noi, ma perché a noi ha promesso cose tanto grandi. Gli parve poco la promessa, ed allora volle obbligarsi anche per iscritto e ci rilasciò, per così dire, il documento autografo di queste sue promesse, perché, quando avesse cominciato a soddisfarle, noi potessimo riscontrare in tale scrittura l'ordine secondo cui sarebbero state soddisfatte. Il tempo, dunque, delle profezie costituiva - come tante volte abbiamo detto - l'annuncio delle promesse.

    Dio ci ha promesso la salvezza eterna, la vita beata e senza fine con gli Angeli, l'eredità incorruttibile (1Pt 1,4), la gloria eterna, la gioia di vedere il suo volto, la sua santa abitazione nel cielo e, con la risurrezione dai morti, la certezza senza più il timore di morire. Tutto questo costituisce, per così dire, la sua promessa finale, dove già si dirige ogni nostro sforzo e dove, quando vi saremo giunti, non avremo più nulla da ricercare o da esigere.

    E neppure ha omesso, nelle sue promesse e nei suoi preannunci, di dirci in che ordine si giunga a quel che avverrà alla fine. Difatti, ha promesso agli uomini la divinità, ai mortali l'immortalità, ai peccatori la giustificazione, ai disperati la glorificazione.       



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