secondo incontro
Conquistare
la vetta: sempre verso l’alto.
Il secondo monte: le Beatitudini
Cammino spirituale per giovani
Il secondo monte che vogliamo salire con Gesù nel Vangelo di Matteo è il Monte delle beatitudini. È un Vangelo così conosciuto, ci è così entrato negli orecchi da sembrare una vecchia cantilena, una preghiera che recitiamo senza riflettere più sul significato delle parole. Diciamo:
Il secondo monte: le Beatitudini
Cammino spirituale per giovani
Il secondo monte che vogliamo salire con Gesù nel Vangelo di Matteo è il Monte delle beatitudini. È un Vangelo così conosciuto, ci è così entrato negli orecchi da sembrare una vecchia cantilena, una preghiera che recitiamo senza riflettere più sul significato delle parole. Diciamo:
beati i poveri in spirito…
beati gli afflitti…
beati i perseguitati…
e non comprendiamo queste
parole sconvolgenti tanto nuove e inaspettate per la nostra
“normale” mentalità, che a ben pensarci ci sembrano assurde.
Per questo saliremo il monte
delle Beatitudini insieme a Gesù. Dopo aver superato con Lui il monte
della tentazione, vogliamo che questo vangelo non si fermi nelle nostre
orecchie, ma ci scenda nel cuore. Matteo ci prepara a questo
incontro invitandoci a camminare lungo le pagine del suo Vangelo…
Avendo intanto saputo
che Giovanni era stato arrestato, Gesù si ritirò nella Galilea e,
lasciata Nazaret, venne ad abitare a Cafarnao, presso il mare, nel
territorio di Zàbulon e di Nèftali, perché si adempisse ciò che era
stato detto per mezzo del profeta Isaia:
"Il paese di Zàbulon
e il paese di Nèftali,
sulla via del mare,
al di là del Giordano,
Galilea delle genti;
il popolo immerso
nelle tenebre
ha visto una grande
luce;
su quelli che
dimoravano in terra e ombra di morte una luce si è levata."
Da allora Gesù cominciò a predicare e a dire:
«Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino».
(Mt 4, 12ss)
Ci sono due cose molto
preziose in questo brano, due tra i tanti trucchi che Matteo usa per
scrivere il suo Vangelo e che cercheremo di scoprire insieme.
Cominciamo dal primo: il
riferimento all’Antico Testamento, in questo caso ad un profeta, per
spiegare il valore dei gesti e delle parole compiute da Gesù. E non si
tratta solo di gesti miracolosi o straordinari.
Qui, ad esempio, è un semplice
cambio di residenza: da Nazareth a Cafarnao.
Quando Matteo cita l’AT, che cosa vuol dirci? Questo leggere la
vita di Gesù alla luce delle parole dell’AT non era certo una
invenzione di Matteo. Gesù stesso ci viene presentato dai Vangeli come
il Maestro che insegna ai suoi discepoli:”A leggere in tutte le
Scritture ciò che si riferiva a Lui” (Lc 24). E Matteo, un maestro
della nuova comunità cristiana, si riconosce (secondo gli esegeti)
nella immagine dello “Scriba del Regno dei cieli che trae dal suo
tesoro cose nuove e cose antiche” (Mt 13,52). Con questa immagine
verrebbe definito l’Antico Testamento come un “tesoro di sapienza”
antica che parla di Cristo. Allo stesso modo i ricordi dei discepoli
su Gesù conservati nel nuovo Testamento, sarebbero un “tesoro di
sapienza nuova”.
Matteo vuol indicarci l’unità di questa duplice testimonianza su
Gesù, invitandoci a leggere non solo il Vangelo - ciò che Gesù ha
detto e fatto, ma l’intera Parola di Dio.
L’Antico Testamento
appare come una grande e ricca profezia su Gesù, attenta alle cose
grandi come alle piccole, perché nulla nella Sua vita era casuale.
Anche i più piccoli particolari erano pieni di significato perché in
essi Gesù compiva in pienezza il piano della salvezza del Padre,
iniziato nell’Antico Testamento e portato a compimento nel Nuovo.
Ascoltare solo il
Vangelo per scoprire il mistero di Gesù, è come sentire la musica “in
mono”. Molto meglio “lo stereo”! Con il canale dell’Antico Testamento
e quello del Nuovo da sentire insieme.
Nella tua vita…
Gesù non vive nulla come secondario e meno importante, compie in tutto
il volere del Padre per portare a piena attuazione il suo piano di
salvezza.
E tu?
Quanto conta Dio nelle scelte della tua vita, non solo quelle
fondamentali, ma anche quelle piccole e quotidiane?
Il secondo trucco che
Matteo impiega è l’uso delle immagini simboliche per riassumere
intere sezioni del Vangelo e della vita di Gesù. È come se attraverso
queste immagini ci fosse dato un titolo sintetico che ci aiuta a
leggere il tema centrale di tutta una parte del Vangelo. Ecco allora
l’immagine della luce che si accende nel buio e guida un popolo
nel suo difficile cammino. È quello che era avvenuto al tempo
dell’Esodo degli Ebrei dall’Egitto, quando nel buio della notte del
deserto, dove nulla può indicare la strada della salvezza, compariva
una colonna luminosa che guidava il popolo verso la giusta direzione.
Il Signore marciava alla loro testa di giorno con una colonna di
nube, per guidarli sulla via da percorrere, e di notte con una
colonna di fuoco per far loro luce, così che potessero viaggiare
giorno e notte. Di giorno la colonna di nube non si ritirava mai dalla
vista del popolo, né la colonna di fuoco durante la notte.
(Es 13, 21-22)
Chi è questa luce di cui parla Matteo? Quando è comparsa e dove vuole
condurci?
Con queste domande Matteo ci stimola durante il cammino verso il monte
delle Beatitudini. Se leggiamo con attenzione questa parte di Vangelo
noteremo che l’immagine della luce ritorna con frequenza: dopo le
Beatitudini i discepoli, portatori e primi destinatari di questo
annuncio, sono definiti come la “luce del mondo”
(Mt 5,12). Il cuore
adatto ad accogliere gli insegnamenti di Gesù è quello di chi ha "un
occhio capace di accogliere la luce e farla entrare nel cuore"
(Mt 6,22). Ciò che Gesù
ha insegnato loro in privato "nelle tenebre", andrà poi proclamato
ovunque ed a tutti: "nella luce"
(Mt 10,27). Se ci lasciamo guidare da questo simbolo,
scopriamo, come colorando con l'evidenziatore, un pezzo di Vangelo
molto ampio, ma unitario. È una grande sezione di Vangelo che si apre
con un riferimento al Battista in carcere
(Mt 4,12) e si chiude
subito prima di un nuovo riferimento a lui
(Mt 11,2ss). Si apre con
la vocazione dei primi discepoli e si chiude con l'invio in missione
dei Dodici (Mt 10).
Ecco svelato il mistero, questa luce nelle tenebre è la luce
dell’insegnamento delle Beatitudini, che Giovanni ha annunciato, che i
discepoli ricevono da Gesù, e che dovranno portare in tutto il mondo.
Scopriamo il vangelo…
Scorri nei prossimi giorni, questa parte del vangelo di Matteo dal
capitolo 4,12 alla fine del cap 10, leggendo con attenzione questi
riferimenti al tema della Luce… e magari “giocando” con
l’evidenziatore.
La
luce delle beatitudini
C’è una grande folla in
attesa, ai piedi del monte. Allora come oggi c’è un popolo che sembra
camminare nelle tenebre, senza sapere dove andare…
Chi accenderà la
luce?
Gesù in questa occasione
non si mette a gridare in piazza, ma si contorna dei suoi discepoli e
parla con loro. Un comizio fatto di slogan è l’esatto contrario delle
Beatitudini, queste sono Parole pesanti, da ascoltare col
cuore, non frasi ad effetto, "usa e getta".
Nella tua vita…
Gesù ci ha portato lontano dalla folla, ci raduna attorno a Lui, siamo
noi i nuovi discepoli che Gesù prepara in “segreto” perché la sua Luce
sia portata agli uomini del nostro tempo.
Sei disposto a lasciarti illuminare per diventare portatore di luce?
Mentre saliamo sul monte
guardiamoci intorno, andiamo avanti con lo sguardo alle parole che
dirà Gesù quando questo tempo di illuminazione di noi discepoli
sarà terminato.
Allora Gesù riassumerà
così questo cammino:
Quando Gesù ebbe
terminato di dare queste istruzioni ai suoi dodici discepoli,
partì di là per insegnare e predicare nelle loro città.
Giovanni intanto, che era in carcere, avendo sentito parlare delle
opere del Cristo, mandò a dirgli per mezzo dei suoi discepoli: «Sei tu
colui che deve venire o dobbiamo attenderne un altro?». Gesù rispose:
«Andate e riferite a Giovanni ciò che voi udite e vedete: I ciechi
ricuperano la vista, gli storpi camminano, i lebbrosi sono guariti, i
sordi riacquistano l'udito, i morti risuscitano, ai poveri è predicata
la buona novella, e beato colui che non si scandalizza di me».(Mt
11,1ss)
Gesù è un uomo concreto,
alle parole farà seguire i fatti. Le ascolteremo e li vedremo. Parole
e fatti luminosi per coloro che li accolgono con fede e non si
scandalizzano di Lui. È l’ultima raccomandazione di Matteo prima della
vetta: da questo monte scenderemo sicuramente cambiati, o
illuminati e portatori di luce, o scandalizzati ed ancor più
ciechi, storpi, lebbrosi, sordi, morti… nell’anima.
Nella tua vita…
L’invito chiaro di Gesù è a non scandalizzarci delle sue parole.
Come ascoltiamo di solito la sua Parola? Disponibili a lasciarci
cambiare o già prevenuti, già coscienti che non vogliamo scommettere
più di tanto sulla fede?
Siamo sulla vetta del
MONTE DELLE BEATIDUDINI.
Ora le nostre orecchie e
soprattutto il nostro cuore è aperto all’ascolto. Signore, non ci
scandalizzeremo di te.
Vedendo le folle, Gesù salì sulla montagna e, messosi a sedere, gli
si avvicinarono i suoi discepoli. Prendendo allora la parola, li
ammaestrava dicendo:
«Beati
i poveri in spirito,
perché di
essi è il regno dei cieli.
Beati
gli afflitti,
perché
saranno consolati.
Beati i
miti,
perché
erediteranno la terra.
Beati
quelli che hanno fame e sete della giustizia,
perché
saranno saziati.
Beati i
misericordiosi,
perché
troveranno misericordia.
Beati i
puri di cuore,
perché
vedranno Dio.
Beati
gli operatori di pace,
perché
saranno chiamati figli di Dio.
Beati i
perseguitati per causa della giustizia,
perché di
essi è il regno dei cieli.
Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo,
diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi
ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli.
Beati i poveri in spirito
Signore, chi sono quei
poveri, che conquistano il regno dei cieli? Chi dobbiamo imitare per
essere come loro?
e Gesù raccontò loro
una parabola...
… Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto in un
campo;
un uomo lo trova e lo nasconde di nuovo, poi va, pieno di gioia,
e vende tutti i suoi averi e compra quel campo.
Il regno dei cieli è simile a un mercante che va in cerca di perle
preziose; trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i
suoi averi e la compra.
Se vuoi essere beato
imita l’uomo della parabola. È beato, è pieno di gioia, ma ha saputo
conquistarsi questa gioia liberandosi di tutto per acquistare ciò che
è veramente prezioso.
Se vuoi essere beato
mettiti in cerca della vera gioia e sii disposto a lasciare
tutto per trovarla.
Il povero è colui che
non cerca di che mangiare o di che vestirsi, ma cerca innanzitutto il
Regno di Dio.
Nella tua vita…
La beatitudine della povertà è un chiaro invito a distinguere nella
vita ciò che è l’essenziale, come la comunione con Dio, da ciò che è
secondario, come beni e ricchezze. Quanto sai scegliere l’essenziale
nella tua vita quotidiana? Quanto sei schiavo di una corsa, spesso
insensata, per il superfluo?
Il
regno dei cieli
Questa è la meta da
conquistare, questo è il segreto della beatitudine. Se avrai il Regno
dei cieli anche…
… la povertà, la tribolazione, l’angoscia, la persecuzione, la
fame, la nudità, il pericolo, la spada… (Rm 8)
…
non potranno toglierti la beatitudine.
Chi è il beato allora? Chi è il povero?
Poveri siamo noi, quando non contiamo sulle nostre forze perché
abbiamo ben poco di cui gloriarci o a cui appoggiarci, ma siamo certi
del Signore, della sua bontà, della sua potenza, della sua
misericordia.
Poveri siamo noi se abbiamo messo in Dio ogni speranza. Solo se
siamo radicalmente umili, avremo un’anima da poveri!
Poveri siamo noi se smettiamo di crederci ricchi, materialmente
e moralmente, ed invece di chiuderci a riccio nella nostra illusione
di potenza, siamo aperti alla buona notizia del Vangelo.
Ecco la buona notizia. Se siamo poveri così, il Regno è già nostro,
perché siamo disposti a riceverlo volentieri e con gioia, perché
accogliamo la parola di Gesù come parola che rassicura, conforta, dona
serenità e speranza. Se vogliamo preparare il cuore ad accogliere il
Vangelo, se vogliamo che il seme della parola germogli in noi e cresca
dobbiamo fare un’opera di liberazione, di spogliazione.
Nella tua vita…
La cosa che sembra mancare di più nel nostro stile di vita è la forza
di fare scelte coraggiose e definitive.
Quanti lacci ti legano, quante paure ti impediscono di scegliere il
Signore con chiarezza definitiva?
Beati… una luce per il cammino
Possiamo rileggere così le altre beatitudini, come le chiarissime
tappe di un cammino di liberazione e di crescita nella vita di fede.
Possiamo continuare a chiederci:
Chi è l’afflitto? Chi è il mite? E l’affamato di giustizia?…
Beati gli afflitti?!
L’afflitto non è chi cerca la sofferenza come un valore in sé:
Dio ha fatto l’uomo per la gioia!
L’afflitto non è chi soffre d’invidia per ciò che hanno gli
altri: Dio vuole che gioiamo della gioia del fratello!
L’afflitto non è chi piange perché non ha speranza: Dio vuole
che crediamo nel suo more!
L’afflitto è beato se non grida contro Dio, ma riconosce che la
sofferenza e la prova del dolore ci capitano addosso perché sono un
passaggio inevitabile nella vita del mondo segnata dal peccato.
L’afflitto è beato se crede con fiducia che la sofferenza può
purificare l’amore con cui
L’afflitto è beato se si lascia spingere dal suo dolore verso
l’Unico ed il Solo che può veramente consolarlo.
Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e i vi
ristorerò. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che
sono mie e umile di cuore, e troverete ristoro per le vostre anime. Il
mio giogo infatti è dolce e il mio carico leggero.
(Mt 11, 28ss)
Nella tua vita…
La beatitudine della sofferenza porta con sé una domanda chiara:
da chi cerchi la tua consolazione?
Nella prova, ti rivolgi al Padre celeste, cerchi potenti aiuti
umani, o fuggi spaventato
Beati i miti?!
Il mite non è
certo chi si arrende di fronte al male e non lotta per il Regno di
Dio. Gesù ha detto che non è venuto a portare una vita pacifica e
comoda, ma la spada, la lotta…
Il mite non è chi
scende facilmente a compromessi con la verità, per non irritare troppo
la maggioranza. Gesù ha sostenutola verità con forza, dicendo ai suoi
discepoli titubanti perché le folle lo abbandonavano: Volete
andarvene anche voi?…
Il mite non è chi
è tiepido, chi non si appassiona mai più di tanto, chi non si spende
se non in parte. Gesù ha vissuto la sua vita come una grande,
trascinante passione, e desidera ardentemente che facciamo
altrettanto. Gesù ha detto: sono venuto a portare il fuoco sulla
terra e come vorrei che fosse già acceso…
Il mite è beato
se, pur essendo appassionato annunciatore del Vangelo, non fa mai
violenza alle coscienze, ma rispetta come un fratello anche chi
sbaglia.
Il mite è beato
quando non si sente il padrone della verità di Dio, ma l’umile
servitore della luce che gli è affidata. Per questo testimonia la sua
fede con semplicità e speranza.
Il mite è beato
perché sa che nella lotta contro il male e la falsità, la vittoria di
Dio è certa. Per questo lotta con la serena e gioiosa coscienza di chi
si sente sostenuto da Dio.
È questo l’uomo che
conquisterà la terra con mitezza, perché la riceverà come un dono
d’eredità da Dio, il vero Signore del mondo. I veri miti dono
coloro che non vogliono vincere sugli altri, ma con gli altri. Una
terra conquistata con la forza non sarebbe conquistata per sempre al
Vangelo. Il Vangelo ha bisogno di conquistare i cuori ed il linguaggio
del cuore è la mitezza.
Nella tua vita…
La beatitudine della mitezza parla un coraggio che nasce dalla
coerenza, che si impone per l’impegno, per l capacità di pagare di
persona.
Quanto vale il coraggio della mia mitezza?
Beati gli affamati di giustizia?!
Solo chi ha veramente
avuto fame e sete, sa perché Gesù ha scelto questa immagine. Solo chi
desidera la giustizia come l’acqua nel deserto è sulla giusta via
della beatitudine.
Ma quale giustizia?
Non ha fame di
Giustizia chi vuole la “sua”giustizia.
Non ha fame di
Giustizia chi cerca una giustizia che somiglia alla vendetta, che
nasce dal desiderio di “farla pagare”.
Non ha fame di
Giustizia chi si accontenta di “dare a ciascuno il suo” e non si
chiede di che cosa abbia veramente bisogno ogni uomo. Questa spesso è
la giustizia dei giudici e delle parole nuove che finiscono in ...opoli,
ma c’è qualcosa di più.
La vera giustizia è il
compimento della volontà di Dio su di noi e sul mondo, per questo:
Siamo beati
quando diciamo di fare pienamente la volontà di Dio.
Siamo beati
quando abbiamo fame di Dio, quando abbiamo sete di Lui e contagiamo il
mondo di questa passione.
Siamo beati se ci
affidiamo a Lui e Dio è la nostra gioia, colui che sazia il desiderio
del cuore.
Nella tua vita…
La beatitudine della fame di Giustizia, parla della generosa
obbedienza alla volontà di Dio.
Quanto riesco a liberarmi da questa cosa ingombrante che si chiama
“io”?
Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia…
C’è un popolo in attesa,
c’è l’inviato di Dio sul monte, ci sono parole che esprimono la
volontà di Dio per l’umanità e tracciano un cammino di vita. La scena
delle Beatitudini e quella del dono dei 10 Comandamenti si somigliano
molto, ma non è soltanto una somiglianza esteriore. Le Beatitudini
sono veramente la nuova legge per il nuovo popolo di dio. Una nuova
legge che traccia un cammino “in positivo”, un invito a fare, ad agire
e mettere in movimento il cuore e la vita.
Come i comandamenti, le beatitudini sono suddivise in due grandi
parti:
le prime riguardo il nostro rapporto con Dio.
Le successive toccano maggiormente il nostro rapporto con i
fratelli.
A cominciare dalla misericordia, che nella Bibbia è la grande
caratteristica di Dio, la sua prima dote da imitare.
Beato dunque chi si accosta ai fratelli con la stessa bontà
misericordiosa di Dio.
Beato chi non si stanca mai di nessuno, né ritiene che il
dialogo con un fratello, amico o nemico che sia, è finito, che non c’è
più nulla da fare.
Beato chi, come Dio, è sempre disposto a ricominciare, ogni
rapporto, con gioia nuova.
Beato chi sa gioire della misericordia di Dio che ogni giorno
lo perdona, e trae da questa gioia la forza di perdonare gli altri.
Nella tua vita…
La beatitudine della misericordia parte dalla capacità di riconoscersi
peccatori.
Quanto so accettare e perdonare i miei limiti e le mie fragilità?
So con la stessa generosità valutare e perdonare gli altri?
Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio.
Ma
tutto è inutile se non nasce dall’intimo, tutto è fragile se non
affonda le sue radici nel cuore. Il segreto è un rinnovamento del
cuore, che dobbiamo chiedere a Dio, che dobbiamo ricercare con
impegno. È la grande promessa di salvezza che i profeti dell’Antico
Testamento avevano annunciato, come una nuova alleanza.
Vi prenderò dalle genti, vi radunerò da ogni terra e vi condurrò
sul vostro suolo. Vi aspergerò con acqua pura e sarete purificati; io
vi purificherò da tutte le vostre sozzure e da tutti i vostri idoli;
vi darò un cuore nuovo, metterò dentro di voi uno spirito nuovo,
toglierò da voi il cuore di pietra e vi darò un cuore di carne. Porrò
il mio spirito dentro di voi e vi farò vivere secondo i miei statuti e
vi farò osservare e mettere in pratica le mie leggi. Abiterete nella
terra che io diedi ai vostri padri; voi sarete il mio popolo e io sarò
il vostro Dio. (Ezechiele
36, 24ss)
Beati i cuori puri, che si lasciano trasformare da Dio.
Il puro di cuore non è mai doppio nei rapporti con gli altri.
Il puro di cuore non strumentalizza i fratelli per conseguire i
propri obiettivi, o realizzare i suoi progetti egoistici.
Il puro di cuore non nasconde i suoi fini dietro le belle
parole.
Il puro di cuore non cerca il suo piacere, ma ciò che è buono.
Il puro di cuore cammina nella via della verità e della
trasparenza, per questo crescerà nella comunione con Dio fino a vedere
il Suo volto.
Nella tua vita…
La beatitudine del cuore puro esclude ogni doppiezza e falsità nei
rapporti con gli altri.
Ho un cuore puro che si rivela trasparente e vero nei pensieri e
nelle azioni?
Beati gli operatori di pace, perché saranno
chiamati figli di Dio.
Non saranno beati… i chiacchieroni della pace, che si riempiono
la bocca dei discorsi vuoti.
Non saranno beati… quelli che vogliono la “loro” pace: una
guerra dove le vittime devono fare silenzio!
Non saranno beati… quelli che cercano una pace “comoda”: dove a
cambiare, a convertirsi, pentirsi… sono gli altri.
Beato tu… che credi alla potenza della preghiera più che a
quella dei cannoni!
Beato tu... Che porti le croci insieme agli altri invece di
crocifiggerli.
Beato tu … che chiami l’altro “fratello” anche quando lui ti
chiama “nemico”.
Beato tu… che sai cercare ciò che unisce e non quello che
divide.
Beato tu… che ti senti “ospite” di Dio sulla tua terra e non
padrone anche della terra dell’altro.
Beato tu… che guardi il fratello negli occhi prima di guardare
al colore della sua pelle.
Beato tu… se crederai sempre che con la guerra tutto è perduto,
con la pace tutto si può costruire.
Nella tua vita…
Il nostro impegno per la pace è solitamente molto forte quando
parliamo di guerre, dei grandi conflitti, ma nei piccoli conflitti
e soprusi della tua vita quotidiana, quanto sei operatore di pace?
Beati i perseguitati per causa della giustizia,
perché di essi è il regno dei cieli…
Le
Beatitudini non sono per i furbi, per quelli che sanno stare al mondo,
per quelli che riescono a trovare sempre un posto al caldo… la chiusa
delle beatitudini è un’unica articolata Beatitudine che ci invita a
non farci illusioni. D’altra parte Gesù lo ha detto chiaramente:
chi non prende la sua croce
e non viene dietro di me
non può essere mio discepolo.
A
noi, suoi discepoli di ogni tempo, che desideriamo incamminarci nella
via della luce, lungo la strada delle beatitudini, Gesù offre un mezzo
chiaro di verifica: la persecuzione.
Il
mondo non ama coloro che non sono suoi; chi cammina nella verità
diventa una scomoda “coscienza vivente” che inevitabilmente si
confronterà con la persecuzione.
Beati i perseguitati… perché hanno vissuto le beatitudini fino
in fondo, perché hanno raggiunto la perfezione dell’Uomo delle
beatitudini: il crocifisso.
Gesù è l’uomo delle beatitudini.
L’uomo nuovo che tutti siamo chiamati ad essere, la verità dell’uomo
che ci viene annunciata e su cui siamo chiamati a misurarci. Potremo
commentare le beatitudini semplicemente vedendo come, in ogni riga del
vangelo, Gesù le ha incarnate.
Gesù, l’uomo delle beatitudini
Chi è più povero del Figlio di Dio, che lascia tutto per farsi
uomo?
Chi più mite dell’onnipotente, che diventa debole ed indifeso
per amore?
Chi più assetato di giustizia del Giudice del mondo, che prende
su di se la nostra pena affinché siamo salvi?
Chi più misericordioso del Buon Pastore, continuamente alla
ricerca della pecorella smarrita?
Beato chi non si scandalizza di lui.
Il
rischio di vedere nelle Beatitudini non un cammino, ma un bel sogno
irrealizzabile, è quotidiano, ma il loro realismo crudo di annuncio
della croce non ci permette scappatoie o illusioni.
Sarò beato quando sarò di fronte alla difficoltà e alla persecuzione
che certamente dovrò affrontare, è questo il messaggio con cui
si chiudono le Beatitudini.
Non è certo un caso che il primo eco delle Beatitudini si trovi
proprio nella descrizione della comunità cristiana primitiva, la
comunità ideale, descritta negli Atti degli Apostoli.Comunità di
poveri, di gente che sa pregare e lodare Dio, che non tiene nulla per
sé ma condivide volentieri, che è piena di gioia e annuncia la Buona
Notizia con la vita.
Erano assidui nell’ascoltare
l’insegnamento degli apostoli
e nell’unione fraterna,
nella frazione del pane
e nelle preghiere. (At
2, 42)
Per continuare il
cammino...
Stimoli per una riflessione
Come reagisco di fronte alle grandi proposte del Vangelo?
Le
Beatitudini costituiscono un testo altamente provocante, sono state
definite il “manifesto” della fede che Gesù è venuto a proclamare. È
facile entusiasmarsi di fronte alla loro bellezza, alla radicalità
delle loro esigenze, ma è anche facile cercare di sfuggire o pensare
che non ci riguardino.
Mi sento responsabile della venuta del regno di Dio?
Le
Beatitudini sono il testo di apertura di una lunga sezione del vangelo
dedicato alla formazione dei discepoli. Se non mi sento un discepolo
di Gesù, se non mi sento coinvolto in prima persona per la venuta del
regno di Dio potrei pensare che questa parte di Vangelo non mi
riguardi. Ma se fuggo davanti a questo testo, come potrò trovare la
beatitudine?
Voglio veramente essere Beato?
È
importante non rispondere troppo velocemente a questa domanda. Si
tratta di valutare serenamente quanto siamo disposti a lottare e
soffrire per raggiungere il massimo per noi e per gli altri. La
mediocrità è sempre in agguato nella vita di fede ed è giusto
guardarla con chiarezza in faccia. Non potremo mai sfuggirle con le
nostre sole forze. Solo Dio può renderci Beati, solo a Lui possiamo
chiedere la forza di compiere la sua volontà.
La luce della Parola
In
questi giorni cerca di approfondire personalmente la riflessione e la
preghiera seguendo la sezione del Vangelo di Matteo che abbiamo
evidenziato. L’eco delle Beatitudini è costante in queste pagine,
mentre leggi il Vangelo riconosci quale Beatitudine ti viene
concretamente presentata.
Per la prima settimana:
Gesù ci propone di
metterci con fiducia alla scuola inaugurata con la proclamazione delle
Beatitudini per essere sale della terra e luce del mondo
(Mt 5, 13-16). Si tratta
di vedere la legge di Dio non solo come una serie di precetti, di cose
da fare o non fare, ma come uno stile di amore generoso con cui fare
ogni cosa (Mt 5, 17-48).
Per la seconda
settimana:
Il segreto della vita
nello spirito delle Beatitudini non è però nel volontarismo,
nell’eroico fare o essere, contando solo sulle proprie forze. Quello
che conta è il rapporto con Dio Padre, arricchito nell’intimità della
preghiera quotidiana (Mt 6,
1-34). Il dialogo costante dell'esistenza fra la preghiera e
l'azione ci porterà lontani sia dal crederci migliori degli altri, che
dal riempire la nostra vita solo di parole
(Mt 7, 1-29).
Per la terza
settimana:
Gesù ha mostrato la
verità delle sue promesse, i suoi miracoli sono segno che Dio non sta
a guardare la sofferenza umana, ma si fa vicino all’uomo che ha fede
in Lui (Mt 8, 1-17). È
mescolando la consolazione dei miracoli e l'invito esigente a seguirlo
che Gesù ha formato i suoi apostoli. Le Beatitudini ci invitano a
vedere con verità il male del mondo e le persecuzioni, ma senza mai
perdere la fede nella potenza di Dio
(Mt 8, 18-9, 38).
Per la quarta
settimana:
Anche oggi Gesù, dopo
aver proclamato le Beatitudini, dopo averci fatto crescere alla scuola
della verità e della luce, ci invia perché siamo luce della terra. Ci
chiama per nome a donare gratuitamente ciò che abbiamo ricevuto
(Mt 10, 1-15). Ci
preannuncia la persecuzione, ma ci invita anche ad aver fiducia in Lui
e nell'amore del Padre (Mt 10,
16-33). Ci chiama in definitiva ad una scelta chiara, a non
chiudere gli occhi davanti alla luce delle beatitudini, ma a lasciare
che questa luce, per nostro tramite, illumini il mondo
(Mt 10, 34-42).
-
Primo incontro: Siamo venuti per adorarlo
-
Secondo incontro: Le Beatitudini
-
Terzo incontro: La Trasfigurazione
-
Quarto incontro: Il monte degli Ulivi