Se dovrai attraversare il deserto, non temere, Io sarò con te.
Se dovrai camminare nel fuoco, la sua fiamma non ti brucerà.
Seguirai la mia luce nella notte, sentirai la mia forza nel cammino,

io sono il tuo Dio, Signore.
Sono io che ti ho fatto e plasmato, ti ho chiamato per nome.
Io da sempre ti ho conosciuto e ti ho dato il mio amore.
Perché tu sei prezioso ai miei occhi, vali più del più grande dei tesori,

Io sarò con te dovunque andrai.

Vangelo del giorno 17 settembre 2014

Antifona d'ingresso
Da’, o Signore, la pace a coloro che sperano in te;
i tuoi profeti siano trovati degni di fede;
ascolta la preghiera dei tuoi fedeli
e del tuo popolo, Israele. (cf. Sir 36,15-16)
 
 Prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinti 12,31.13,1-13.
Fratelli, aspirate ai carismi più grandi! E io vi mostrerò una via migliore di tutte.
Se anche parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi la carità, sono come un bronzo che risuona o un cembalo che tintinna.
E se avessi il dono della profezia e conoscessi tutti i misteri e tutta la scienza, e possedessi la pienezza della fede così da trasportare le montagne, ma non avessi la carità, non sono nulla.
E se anche distribuissi tutte le mie sostanze e dessi il mio corpo per esser bruciato, ma non avessi la carità, niente mi giova.
La carità è paziente, è benigna la carità; non è invidiosa la carità, non si vanta, non si gonfia,
non manca di rispetto, non cerca il suo interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto,
non gode dell'ingiustizia, ma si compiace della verità.
Tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta.
La carità non avrà mai fine. Le profezie scompariranno; il dono delle lingue cesserà e la scienza svanirà.
La nostra conoscenza è imperfetta e imperfetta la nostra profezia.
Ma quando verrà ciò che è perfetto, quello che è imperfetto scomparirà.
Quand'ero bambino, parlavo da bambino, pensavo da bambino, ragionavo da bambino. Ma, divenuto uomo, ciò che era da bambino l'ho abbandonato.
Ora vediamo come in uno specchio, in maniera confusa; ma allora vedremo a faccia a faccia. Ora conosco in modo imperfetto, ma allora conoscerò perfettamente, come anch'io sono conosciuto.
Queste dunque le tre cose che rimangono: la fede, la speranza e la carità; ma di tutte più grande è la carità!

Salmi 33(32),2-3.4-5.12.22.
Lodate il Signore con la cetra,
con l'arpa a dieci corde a lui cantate.
Cantate al Signore un canto nuovo,
suonate la cetra con arte e acclamate.

Poiché retta è la parola del Signore
e fedele ogni sua opera.
Egli ama il diritto e la giustizia,
della sua grazia è piena la terra.

Beata la nazione il cui Dio è il Signore,
il popolo che si è scelto come erede.
Signore, sia su di noi la tua grazia,
perché in te speriamo.

Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Luca 7,31-35.

In quel tempo, il Signore disse:
«A chi dunque paragonerò gli uomini di questa generazione, a chi sono simili?
Sono simili a quei bambini che stando in piazza gridano gli uni agli altri: Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato; vi abbiamo cantato un lamento e non avete pianto!
E' venuto infatti Giovanni il Battista che non mangia pane e non beve vino, e voi dite: Ha un demonio.
E' venuto il Figlio dell'uomo che mangia e beve, e voi dite: Ecco un mangione e un beone, amico dei pubblicani e dei peccatori.
Ma alla sapienza è stata resa giustizia da tutti i suoi figli».


 Meditazione del giorno
San Bernardo (1091-1153), monaco cistercense e dottore della Chiesa
Omelia 38 sul Cantico dei cantici
 
L'ignoranza di coloro che non si convertono
    L'Apostolo Paolo dice : « Alcuni dimostrano di non conoscere Dio » (1 Cor 15, 34). Io dico che sono in questa ignoranza tutti coloro che non vogliono convertirsi a Dio. Perché rifiutano questa conversione per l'unico motivo che immaginano solenne e severo quel Dio che è tutta mitezza; immaginano duro ed implacabile colui che è solo misericordia; pensano violento e terribile colui che è adorabile. Così, chi non crede mente a se stesso fabbricandosi un idolo invece di riconoscere Dio così come è.

    Cosa teme, questa gente di poca fede? Che Dio non voglia perdonare i loro peccati ? Ma li ha inchiodati alla croce con le proprie mani (Col 2,14). Cosa temono dunque ancora? Di essere, loro stessi, deboli e vulnerabili? Ma egli conosce bene l'argilla  con la quale ci ha plasmati (Gen 2,7). Di cosa hanno paura? Di essere troppo avvezzi al male per poter sciogliere le catene dell'abitudine? Ma il Signore ha liberato coloro che erano incatenati (Sal 145,7). Temono dunque che Dio, irritato dall'immensità delle loro colpe, esiti a tendere loro una mano caritatevole? Ma là dove abbonda il peccato, sovrabbonda la grazia (Rom 5, 20). Oppure, la preoccupazione per il vestito, il cibo o le altre necessità della vita impedisce loro di lasciare i beni? Ma Dio sa che abbiamo bisogno di tutte queste cose (Mt 6, 32). Cosa vogliono di più? Cosa ostacola la loro salvezza? È il fatto che ignorano Dio, che non credono alle sue parole. Si fidino, dunque, dell'esperienza degli altri.


 

Seguimi

Resta aggiornato sui nuovi contenuti : Seguimi su GOOGLE NEWS