Se dovrai attraversare il deserto, non temere, Io sarò con te.
Se dovrai camminare nel fuoco, la sua fiamma non ti brucerà.
Seguirai la mia luce nella notte, sentirai la mia forza nel cammino,

io sono il tuo Dio, Signore.
Sono io che ti ho fatto e plasmato, ti ho chiamato per nome.
Io da sempre ti ho conosciuto e ti ho dato il mio amore.
Perché tu sei prezioso ai miei occhi, vali più del più grande dei tesori,

Io sarò con te dovunque andrai.

Vangelo del giorno 3 novembre 2014

Antifona d'ingresso
Non abbandonarmi, Signore mio Dio,
da me non stare lontano;
vieni presto in mio aiuto,
Signore, mia salvezza. (Sal 38,22-23)
 

Lettera di san Paolo apostolo ai Filippesi 2,1-4.
Fratelli, se c'è pertanto qualche consolazione in Cristo, se c'è conforto derivante dalla carità, se c'è qualche comunanza di spirito, se ci sono sentimenti di amore e di compassione,
rendete piena la mia gioia con l'unione dei vostri spiriti, con la stessa carità, con i medesimi sentimenti.
Non fate nulla per spirito di rivalità o per vanagloria, ma ciascuno di voi, con tutta umiltà, consideri gli altri superiori a se stesso,
senza cercare il proprio interesse, ma anche quello degli altri.

Salmi 131(130),1.2.3.
Signore, non si inorgoglisce il mio cuore
e non si leva con superbia il mio sguardo;
non vado in cerca di cose grandi,
superiori alle mie forze.

Io sono tranquillo e sereno
come bimbo svezzato in braccio a sua madre,
come un bimbo svezzato è l'anima mia.

Speri Israele nel Signore,
ora e sempre.

Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Luca 14,12-14.

In quel tempo, Gesù disse al capo dei farisei che l'aveva invitato: «Quando offri un pranzo o una cena, non invitare i tuoi amici, né i tuoi fratelli, né i tuoi parenti, né i ricchi vicini, perché anch'essi non ti invitino a loro volta e tu abbia il contraccambio.
Al contrario, quando dài un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi;
e sarai beato perché non hanno da ricambiarti. Riceverai infatti la tua ricompensa alla risurrezione dei giusti».


Meditazione del giorno
San Gregorio Nazianzeno (330-390), vescovo, dottore della Chiesa
Dell’amore per i poveri, 4-6 ; PG 35, 863
 
« Con tale modo di agire hai insegnato al tuo popolo che il giusto deve amare gli uomini » (Sap 12,19)
    Il primo comandamento e il più grande, da cui dipendono la Legge e i Profeti (Mt 22,40), è l’amore che, secondo me, porta la sua più grande prova nell’amore per i poveri, nella tenerezza e nella compassione per il prossimo. Nulla rende onore a Dio quanto la misericordia, perché nulla gli assomiglia di più. “Grazia e fedeltà precedono il tuo volto” (Sal 89,15), ed egli vuole la misericordia più del giudizio (Os 6,6). Nulla attira la benevolenza dell’Amico dell’uomo quanto la benevolenza verso gli uomini (Sap 1,6) ; la sua ricompensa è giusta, egli soppesa e misura la misericordia.

    Dobbiamo aprire il nostro cuore a tutti i poveri, e a tutti gli sventurati, qualsiasi siano le loro sofferenze. Questo è il senso del comandamento che ci chiede di “rallegrarci con quelli che sono nella gioia e piangere con quelli che sono nel pianto” (Rom 12,15). Poiché anche noi siamo uomini, non ci conviene forse essere benevoli nei confronti dei nostri simili?

 

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