Se dovrai attraversare il deserto, non temere, Io sarò con te.
Se dovrai camminare nel fuoco, la sua fiamma non ti brucerà.
Seguirai la mia luce nella notte, sentirai la mia forza nel cammino,

io sono il tuo Dio, Signore.
Sono io che ti ho fatto e plasmato, ti ho chiamato per nome.
Io da sempre ti ho conosciuto e ti ho dato il mio amore.
Perché tu sei prezioso ai miei occhi, vali più del più grande dei tesori,

Io sarò con te dovunque andrai.

Vangelo del giorno 28 gennaio 2015

Antifona d'ingresso
La bocca del giusto proclama la sapienza,
e la sua lingua esprime la giustizia;
la legge del suo Dio è nel suo cuore.
 
 
Lettera agli Ebrei 10,11-18.
Fratelli, ogni sacerdote si presenta giorno per giorno a celebrare il culto e ad offrire molte volte gli stessi sacrifici che non possono mai eliminare i peccati.
Egli al contrario, avendo offerto un solo sacrificio per i peccati una volta per sempre si è assiso alla destra di Dio,
aspettando ormai solo che i suoi nemici vengano posti sotto i suoi piedi.
Poiché con un'unica oblazione egli ha reso perfetti per sempre quelli che vengono santificati.
Questo ce lo attesta anche lo Spirito Santo. Infatti, dopo aver detto:
Questa è l'alleanza che io stipulerò con loro dopo quei giorni, dice il Signore: io porrò le mie leggi nei loro cuori e le imprimerò nella loro mente,
dice: E non mi ricorderò più dei loro peccati e delle loro iniquità.
Ora, dove c'è il perdono di queste cose, non c'è più bisogno di offerta per il peccato.

Salmi 110(109),1.2.3.4.
Oracolo del Signore al mio Signore:
«Siedi alla mia destra,
finché io ponga i tuoi nemici
a sgabello dei tuoi piedi».

Lo scettro del tuo potere
stende il Signore da Sion:
«Domina in mezzo ai tuoi nemici.

A te il principato nel giorno della tua potenza
tra santi splendori;
dal seno dell'aurora,
come rugiada, io ti ho generato».

Il Signore ha giurato
e non si pente:
«Tu sei sacerdote per sempre
al modo di Melchisedek».

  + Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Marco 4,1-20.
In quel tempo, Gesù si mise di nuovo a insegnare lungo il mare. E si riunì attorno a lui una folla enorme, tanto che egli salì su una barca e là restò seduto, stando in mare, mentre la folla era a terra lungo la riva.
Insegnava loro molte cose in parabole e diceva loro nel suo insegnamento:
«Ascoltate. Ecco, uscì il seminatore a seminare.
Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada e vennero gli uccelli e la divorarono.
Un'altra cadde fra i sassi, dove non c'era molta terra, e subito spuntò perché non c'era un terreno profondo;
ma quando si levò il sole, restò bruciata e, non avendo radice, si seccò.
Un'altra cadde tra le spine; le spine crebbero, la soffocarono e non diede frutto.
E un'altra cadde sulla terra buona, diede frutto che venne su e crebbe, e rese ora il trenta, ora il sessanta e ora il cento per uno».
E diceva: «Chi ha orecchi per intendere intenda!».
Quando poi fu solo, i suoi insieme ai Dodici lo interrogavano sulle parabole. Ed egli disse loro:
«A voi è stato confidato il mistero del regno di Dio; a quelli di fuori invece tutto viene esposto in parabole,
perché: guardino, ma non vedano, ascoltino, ma non intendano, perché non si convertano e venga loro perdonato».
Continuò dicendo loro: «Se non comprendete questa parabola, come potrete capire tutte le altre parabole?
Il seminatore semina la parola.
Quelli lungo la strada sono coloro nei quali viene seminata la parola; ma quando l'ascoltano, subito viene satana, e porta via la parola seminata in loro.
Similmente quelli che ricevono il seme sulle pietre sono coloro che, quando ascoltano la parola, subito l'accolgono con gioia,
ma non hanno radice in se stessi, sono incostanti e quindi, al sopraggiungere di qualche tribolazione o persecuzione a causa della parola, subito si abbattono.
Altri sono quelli che ricevono il seme tra le spine: sono coloro che hanno ascoltato la parola,
ma sopraggiungono le preoccupazioni del mondo e l'inganno della ricchezza e tutte le altre bramosie, soffocano la parola e questa rimane senza frutto.
Quelli poi che ricevono il seme su un terreno buono, sono coloro che ascoltano la parola, l'accolgono e portano frutto nella misura chi del trenta, chi del sessanta, chi del cento per uno».


O M E L I A
a cura di
Qumran2.net
 
 Monaci Benedettini Silvestrini 
Ecco, il seminatore uscì a seminare...

Oggi l'evangelista San Marco ci riporta lungo la riva del mare; e ci sembra di camminare con Gesù, proprio in un giorno pieno di sole. Subito "si riunì attorno a Lui una folla enorme, tanto che Egli, salito su una barca, si mise a sedere stando in mare, mentre tutta la folla era a terra lungo la riva. Insegnava loro molte cose con parabole, e diceva loro nel suo insegnamento: Ascoltate!... "ecco, il seminatore uscì a seminare...". Il seminatore è Lui, è Gesù che semina nei nostri cuori la sua Parola, che è Parola di Dio. E noi che facciamo?... Gesù semina la sua Parola benedetta sempre con generosità e sono anni che questo avviene ogni domenica, magari anche ogni giorno. Ma abbiamo migliorato almeno un poco?... Il nostro cuore è recettivo? Sono sicuro che tutti facciamo ogni sforzo perché sia morbido il nostro cuore come terreno di giardino, ben lavorato... un terreno buono per accogliere la buona semina. Perché la Parola di Dio germogli dentro di noi e cresca, portando frutti, è necessario che il cuore, dove essa viene seminata, sia un cuore docile, umile, accogliente. Questo voleva dire Giovanni Paolo II quando dalla loggia di San Pietro ci invitava tutti, dicendo: "Aprite lo poteva Cristo!". Ma se questo nostro cuore è tutto immerso nelle dissipazioni mondane... ecco che arriva satana con la sua tentazione e si porta sùbito via la Parola preziosissima seminata in noi dalla misericordia di Dio. Altri, sì, l'accolgono la Parola, l'ascoltano, ma sono duri di cuore, duri come sassi e non hanno radici in se stessi e sono anche incostanti, e alla prima prova spirituale e di fronte ad una qualunque tribolazione o persecuzione, vengono meno, si scoraggiano e non camminano più e si fermano. Altri ascoltano la Parola di Dio in chiesa, ma poi tornano a casa e non riescono a viverla, perché si lasciano prendere totalmente dalle tante preoccupazioni della vita e dalla preoccupazione: la Parola resta soffocata, anche perché non viene ossigenata dalla preghiera personale, e rimane senza frutto. Infine, finalmente: la Parola cade un terreno buono, in un cuore buono, umile, paziente, in un cuore orante e misericordioso: lì la Parola porta frutto: il trenta, il sessanta e, addirittura, il cento per uno! Diamoci da fare per portare frutto, ancora di più di sforzo... e con la nostra perseveranza sposteremo le montagne...
 
 
 

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