Se dovrai attraversare il deserto, non temere, Io sarò con te.
Se dovrai camminare nel fuoco, la sua fiamma non ti brucerà.
Seguirai la mia luce nella notte, sentirai la mia forza nel cammino,

io sono il tuo Dio, Signore.
Sono io che ti ho fatto e plasmato, ti ho chiamato per nome.
Io da sempre ti ho conosciuto e ti ho dato il mio amore.
Perché tu sei prezioso ai miei occhi, vali più del più grande dei tesori,

Io sarò con te dovunque andrai.

Vangelo del giorno 8 febbraio 2015

V DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO B)

Antifona d'ingresso
Venite, adoriamo il Signore,
prostrati davanti a lui che ci ha fatti;
egli è il Signore nostro Dio. (Sal 95,6-7)
 
 
Libro di Giobbe 7,1-4.6-7.
Non ha forse un duro lavoro l'uomo sulla terra e i suoi giorni non sono come quelli d'un mercenario?
Come lo schiavo sospira l'ombra e come il mercenario aspetta il suo salario,
così a me son toccati mesi d'illusione e notti di dolore mi sono state assegnate.
Se mi corico dico: "Quando mi alzerò?". Si allungano le ombre e sono stanco di rigirarmi fino all'alba.
I miei giorni sono stati più veloci d'una spola, sono finiti senza speranza.
Ricordati che un soffio è la mia vita: il mio occhio non rivedrà più il bene.

Salmi 147(146),1-2.3-4.5-6.
Lodate il Signore:
è bello cantare al nostro Dio,
dolce è lodarlo come a lui conviene.
Il Signore ricostruisce Gerusalemme,
raduna i dispersi d'Israele.

Il Signore risana i cuori affranti
e fascia le loro ferite;
egli conta il numero delle stelle
e chiama ciascuna per nome.

Grande è il Signore, onnipotente,
la sua sapienza non ha confini.
Il Signore sostiene gli umili
ma abbassa fino a terra gli empi.

Prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinti 9,16-19.22-23.
Fratelli, non è per me un vanto predicare il vangelo; è per me un dovere: guai a me se non predicassi il vangelo!
Se lo faccio di mia iniziativa, ho diritto alla ricompensa; ma se non lo faccio di mia iniziativa, è un incarico che mi è stato affidato.
Quale è dunque la mia ricompensa? Quella di predicare gratuitamente il vangelo senza usare del diritto conferitomi dal vangelo.
Infatti, pur essendo libero da tutti, mi sono fatto servo di tutti per guadagnarne il maggior numero;
Mi sono fatto debole con i deboli, per guadagnare i deboli; mi sono fatto tutto a tutti, per salvare ad ogni costo qualcuno.
Tutto io faccio per il vangelo, per diventarne partecipe con loro.

  + Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Marco 1,29-39.
In quel tempo, Gesù uscito dalla sinagoga, si recò subito in casa di Simone e di Andrea, in compagnia di Giacomo e di Giovanni.
La suocera di Simone era a letto con la febbre e subito gli parlarono di lei.
Egli, accostatosi, la sollevò prendendola per mano; la febbre la lasciò ed essa si mise a servirli.
Venuta la sera, dopo il tramonto del sole, gli portavano tutti i malati e gli indemoniati.
Tutta la città era riunita davanti alla porta.
Guarì molti che erano afflitti da varie malattie e scacciò molti demòni; ma non permetteva ai demòni di parlare, perché lo conoscevano.
Al mattino si alzò quando ancora era buio e, uscito di casa, si ritirò in un luogo deserto e là pregava.
Ma Simone e quelli che erano con lui si misero sulle sue tracce
e, trovatolo, gli dissero: «Tutti ti cercano!».
Egli disse loro: «Andiamocene altrove per i villaggi vicini, perché io predichi anche là; per questo infatti sono venuto!».
E andò per tutta la Galilea, predicando nelle loro sinagoghe e scacciando i demòni. 
 
 
 Meditazione del giorno
Sant'Agostino (354-430), vescovo d'Ippona (Nord Africa) e dottore della Chiesa
Discorso 176,4 (Nuova Biblioteca Agostiniana)
 
“Gesù la sollevò prendendola per mano”
    L’apostolo Paolo scrive: “Ma appunto per questo ho ottenuto misericordia, perché Gesù Cristo ha voluto dimostrare in me, per primo, tutta la sua magnanimità, a esempio di quanti avrebbero creduto in lui per avere la vita eterna” (1Tm 1,16). Cristo, dice, venuto a dare il perdono ai peccatori che si convertono a lui, fino ai suoi nemici, per primo scelse me, più accanito nemico, poiché salvando me, nessuno degli altri disperasse.

    E' quanto fanno i medici: quando si recano in località dove non sono conosciuti, da principio preferiscono curare i malati più gravi, sia per dimostrare loro benevolenza, sia per far valere la loro competenza. Ciò al fine che ciascuno, in quel luogo, dica al suo prossimo: “Va' da quel medico, sta' sicuro, ti guarisce. … Io ho fatto esperienza del male che tu soffri, anch'io ho sofferto”. Dice così Paolo ad ogni ammalato ed a chi vuole disperare di sé: “Chi ha curato me, mandandomi da te, mi ha detto: Va' da quello che dispera e digli cosa hai avuto, che ho risanato in te, … grida ai disperati: E' parola sicura e degna di essere da tutti accolta: Cristo Gesù è venuto nel mondo a salvare i peccatori. (1Tm 1,15).  Perché temete? Perché trepidate? Sono io il primo dei peccatori. Sono io che vi parlo, colui che è stato guarito a te che sei malato; io che ora sto in piedi a te che sei abbattuto, io che oggi sono sicuro a te che disperi”.

    Non disperate, dunque. Siete malati? Avvicinatevi a lui e sarete risanati; siete ciechi? Avvicinatevi a lui e sarete illuminati. … Dite tutti: “Venite, adoriamo, prostriamoci davanti a lui, in lacrime davanti al Signore che ci ha creati” (Sal 94,6 Vulg). 




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