Oggi la Vergine dà alla luce l'Eterno e la terra offre una grotta all'Inaccessibile. Gli angeli con i pastori cantano gloria, i Magi avanzano seguendo la stella. Per noi è nato tenero Bambino, il Dio esistente prima dei secoli.
Nel mistero dei Verbo incarnato è apparsa agli occhi della nostra mente la luce nuova del tuo fulgore, perché conoscendo Dio visibilmente, per mezzo suo siamo rapiti all’amore delle cose invisibili.
È Natale! Il mondo volge il pensiero alla Nascita del Signore, ma in modo sempre più annacquato, intiepidendo la sua sacralità: tanto luccichio e sfavillio di luci e rumori, tanto eccesso nelle cose e nel cibo. In mezzo a tutto ciò che è grandioso, rumoroso, mondano, Gesù non nasce.
Egli ci chiama ad una Capanna ove risuona il silenzio, l'umiltà e la povertà; non c'è niente che sia attrattivo per il mondo. Lì tutto è semplice e nascosto, nulla che possa richiamare ad un Evento che per gli uomini sia umanamente appagante.
Tramite la Nascita di Gesù Dio da rilievo al silenzio nell'adorazione, all'umiltà nel servizio, alla ricerca della Verità. Dio si fa Bambino e apre le braccia alle creature per far comprendere che si nasce, si vive e si muore per imparare ad amare: solo nell'amore si entra nel Regno, solo vivendo la Nascita di Cristo s'impara ad amare.
Il Natale è per chi trasmette la carità ai sofferenti e ai bisognosi; si celebra in questo modo un giorno che ricorda ed è segno dell’incarnazione del Verbo, della solenne e perenne celebrazione della divina misericordia, ma anche della nostra rinascita che deve avvenire ogni giorno nella Carità.
Gesù nasce per noi perché noi nasciamo in Lui. Il Natale è tempo storico concreto, attuato, accaduto, vissuto, che ha cambiato gli eventi dell'umanità… è stata una bomba silenziosa nello Spirito, che attraverso la Venuta del Figlio di Dio, ha cambiato il cuore, le menti, l'agire.
Ecco, la carne del mondo in Maria, dà vita e nascita a Carne divina, mediante lo Spirito, che avviene in un tempo, ma che Iddio perpetua continuamente. Egli non vuole solo ricreare l'Alleanza perduta, ma farsi un tutt'uno con l'uomo: vita, carne, mente, sangue, anima, spirito, perché l'uomo si unisca a Dio e Dio all'uomo, sì da farsi ed essere Uno: unità nell'essenza. È un richiamo ai veri beni, ai valori eterni che ci donano salute: ci dona se stesso.
Un Dio che si fa Bambino, che non disdegna nella sua umiltà di lasciare le magnificenza del suo stato in Cielo per farsi piccolo e venire a noi per insegnarci ad amare, per spandere e donare misericordia. Andiamo dinanzi alla culla del Bambino, Egli tiene le braccia aperte per tutti; andiamo e abbracciamolo: così potrà donarci quell'Amore che è Nascita, per fare in modo che nasca in noi, e poi dalla Capanna di Betlemme, farlo nascere in tutte le creature.
Noi uomini invece cerchiamo il potere, le ricchezze, il successo, il divertimento, l'appagamento di noi stessi! Sono cose come lo scoppiettio del frastuono di fuochi d'artificio con le loro luci: attraggono per breve tempo ma poi finiscono… Tutto passa…, non rimane niente di ciò; mentre la tenue luce della Capanna con il suo calore sincero, rimane ed è per sempre.
Oggi ancora quanto gelo, quanto ghiaccio! Se ci guardiamo tutt'intorno vediamo un mondo immerso in tanto gelo poiché non si prega e non si sa attendere e accogliere la nascita di Cristo. Però Egli ugualmente nasce, nasce ogni volta nell'Eucaristia, nasce in ogni Santa Messa, in ogni cuore che ama, in ogni atto di carità sincera.
É l'amore misericordioso che fa nascere, e basta una scintilla d'amore per sciogliere tanto gelo. L'amore sarà sempre più grande, trionferà sempre. Questa è la nostra fede che si ravviva a Natale. Solennità che verrà vissuta quando si spegneranno tante luminarie, tante opulenze e banchettamenti per porsi nel silenzio presso la culla di Gesù Bambino; farsi adoranti dinanzi al tabernacolo, silenziosi nella meditazione del Mistero che ci può così avvolgere e rivestire: ci fa nascere nel cuore l'amore che noi porteremo per far sì che sia nascita ai fratelli.
Viviamo il Natale in preghiera e profonda adorazione, nell'abbandono fiducioso della propria vita al Padre celeste, condividendo con chi è povero, misero ed ha bisogno. La nascita del divin Redentore avviene nel dare a chi vive indigente e, pellegrino, bussa per avere ristoro, e in chi adora, prega e ama, ripara, consola, riceve e dona misericordia, nell'Eucaristia nella quale Gesù vive ed è così abbandonato e non amato.
Nel vivere queste condizioni noi aiutiamo la sua nascita, il suo venire continuamente nel mondo. Diventiamo così stelle comete, che portano in sé la luce che aiuta i fratelli a riconoscere la grotta, ad incontrare il Bambino, ad adorarlo ed essere veramente partecipi della sua nascita. Il freddo si trasformerà in tanto caldo nel cuore.
Così saremo devoti celebranti della misericordia in questo anno e per sempre, così si spegnerà l’odio, la violenza, la vendetta, così potremmo diventare tutti insieme costruttori di fraternità e di pace. Così avrà significato augurarci un buon Natale. Così potremmo varcare l’ingresso della grotta e varcare la Porta Santa anche nella nostra chiesa monastica, ottenendo purificazione e grazia.
La Madre santissima ci sia di guida, tutti ci prenda e ci accolga per rigenerarci e conformarci all’immagine del Figlio suo Gesù Cristo.
I Monaci Benedettini Silvestrini del Monastero san Vincenzo.
Bassano Romano 2015
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