Antifona d'ingresso Sii per me una roccia di rifugio,
un luogo fortificato che mi salva.
Tu sei mia rupe e mia fortezza:
guidami per amore del tuo nome.
(Cf. Sal 30,3-4)
Salmo Responsoriale
Sal 11
RIT: Tu, o Signore, ci proteggerai per sempre.
Salvami, Signore! Non c'è più un uomo giusto;
sono scomparsi i fedeli tra i figli dell'uomo.
Si dicono menzogne l'uno all'altro,
labbra adulatrici parlano con cuore doppio.
RIT: Tu, o Signore, ci proteggerai per sempre.
Recida il Signore le labbra adulatrici,
la lingua che vanta imprese grandiose,
quanti dicono: «Con la nostra lingua siamo forti,
le nostre labbra sono con noi:
chi sarà il nostro padrone?».
RIT: Tu, o Signore, ci proteggerai per sempre.
Le parole del Signore sono parole pure,
argento separato dalle scorie nel crogiuolo,
raffinato sette volte.
Tu, o Signore, le manterrai,
ci proteggerai da questa gente, per sempre.
RIT: Tu, o Signore, ci proteggerai per sempre.
Canto al Vangelo
Alleluia, Alleluia.
Si aprirono i cieli e si udì la voce del Padre:
«Questi è il Figlio mio, l'amato: ascoltatelo!».
Alleluia.
Vangelo
Mc 9, 1-12
Dal Vangelo secondo Marco
In
quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e li condusse
su un alto monte, in disparte, loro soli. Fu trasfigurato davanti a loro
e le sue vesti divennero splendenti, bianchissime: nessun lavandaio
sulla terra potrebbe renderle così bianche. E apparve loro Elìa con Mosè
e conversavano con Gesù.
Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù:
«Rabbì, è bello per noi essere qui; facciamo tre capanne, una per te,
una per Mosè e una per Elìa». Non sapeva infatti che cosa dire, perché
erano spaventati.
Venne una nube che li coprì con la sua ombra e dalla nube uscì una voce: «Questi è il Figlio mio, l'amato: ascoltatelo!».
E improvvisamente, guardandosi attorno, non videro più nessuno, se non Gesù solo, con loro.
Mentre scendevano dal monte, ordinò loro di non raccontare ad alcuno
ciò che avevano visto, se non dopo che il Figlio dell'uomo fosse risorto
dai morti. Ed essi tennero fra loro la cosa, chiedendosi che cosa
volesse dire risorgere dai morti.
E lo interrogavano: «Perché gli
scribi dicono che prima deve venire Elìa?». Egli rispose loro: «Sì,
prima viene Elìa e ristabilisce ogni cosa; ma, come sta scritto del
Figlio dell'uomo? Che deve soffrire molto ed essere disprezzato. Io però
vi dico che Elìa è già venuto e gli hanno fatto quello che hanno
voluto, come sta scritto di lui».
Commento al Vangelo a cura dei
Monaci Benedettini Silvestrini
La trasfigurazione di Gesù...
Gesù
chiama a sé un ristretto numero di apostoli per dimostrarsi nella sua
gloria. Quella di Gesù non è una scelta casuale ma indica un significato
al Mistero che Egli vuole manifestare agli occhi di questi suoi
apostoli. È un mistero che non sarà ancora completamente svelato;
richiede di essere custodito nell'intimo dei cuori perché si riferisce
alla missione stessa di Gesù. La gloria che Gesù manifesta è un invito
preciso per gli apostoli scelti; un invito a leggere la storia con occhi
diversi nel suo svolgersi da un passato da essere ricompreso, in un
presente da cogliere nella sua interezza verso un futuro che potrà
essere veramente efficace. È l'invito a leggere la stessa vita di Gesù
con occhi diversi. Lo stesso riferimento a Giovanni Battista indica
questa necessità. Ciò che gli apostoli stanno vivendo non è la cronaca
di eventi straordinari; è la manifestazione di una presenza che rimane
ancora nel Mistero. Il passato deve essere letto in funzione di Cristo,
che è il presente concreto da vivere nel suo Mistero profondo perché in
esso si vede già, l'adempimento di una promessa antica che è la Chiesa,
siglata con la sua Passione e Risurrezione. Il Mistero della
Trasfigurazione è un episodio centrale nel Vangelo di San Marco. È la
chiave che permette di arrivare a Gerusalemme. È il passaggio che
permette di trovare la risposta al Mistero di Cristo. È il momento
centrale nella vita di Cristo ed il momento centrale per il percorso di
fede degli apostoli. Un passaggio che è segnato da tre monti. Con Mosè
ed Elia vi è la manifestazione di Dio sull'Oreb. Qui il Signore si
manifesta a Mosè, ma non fa vedere il suo volto. Sul Tabor Gesù
trasfigura il Volto. La manifestazione completa sarà nel Volto di
Cristo, segnato dalla Passione sul Calvario, dove Egli è riconosciuto
dal centurione come Figlio di Dio. Sull'Oreb, il Signore si mostra ad
Elia in un vento leggero; sul Tabor il Padre avvolge in una nube il
Figlio; sul Calvario il terremoto manifesterà completamente la divinità
di Cristo.
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