Se dovrai attraversare il deserto, non temere, Io sarò con te.
Se dovrai camminare nel fuoco, la sua fiamma non ti brucerà.
Seguirai la mia luce nella notte, sentirai la mia forza nel cammino,

io sono il tuo Dio, Signore.
Sono io che ti ho fatto e plasmato, ti ho chiamato per nome.
Io da sempre ti ho conosciuto e ti ho dato il mio amore.
Perché tu sei prezioso ai miei occhi, vali più del più grande dei tesori,

Io sarò con te dovunque andrai.

La Riconciliazione


(Caravaggio- La vocazione di San Matteo, 1559-1600)
 
 "A chi perdonerete i peccati, saranno perdonati": (Gv 20,22)

Chiamata di Levi:
[27]Dopo ciò egli uscì e vide un pubblicano di nome Levi seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi!». [28]Egli, lasciando tutto, si alzò e lo seguì.
[29]Poi Levi gli preparò un grande banchetto nella sua casa. C’era una folla di pubblicani e d’altra gente seduta con loro a tavola. [30]I farisei e i loro scribi mormoravano e dicevano ai suoi discepoli: «Perché mangiate e bevete con i pubblicani e i peccatori?». [31]Gesù rispose: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; [32]io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori a convertirsi».
Gesù annuncia a tutti la misericordia di Dio: Egli non è un giudice severo, ma un padre buono sempre pronto ad accogliere tra le sue braccia chi torna da lui con animo sincero e pentito. Gesù, inoltre, si fa vicino a tutte le persone che assumono atteggiamenti di chiusura e di offesa nei confronti di Dio e del prossimo: li invita al pentimento dei propri peccati e concede loro il perdono: “Io ti perdono i tuoi peccati” (Lc 7,48).
Nel brano del Vangelo riportato qui sopra, Gesù chiama un pubblicano a diventare uno dei suoi dodici apostoli. I pubblicani erano considerati dal popolo ebraico dei traditori, venduti all’autorità romana e per questo dei peccatori dai quali bisognava stare alla larga.
Gesù non si ferma di fronte alle etichette, non ha paura di sfidare il giudizio della gente che si crede per bene, cerca proprio coloro che sono tenuti ai margini della società. Levi, questo era il suo nome, rimane stupito che Gesù scelga proprio lui, ma proprio per questo sente che non può resistere alla sua chiamata: lascia tutto e cambia vita. Da quel momento si chiamerà Matteo.
I cristiani credono che anche oggi Gesù sia pronto a donare, nel sacramento della Penitenza (confessione), l’amore e la misericordia di Dio a chi si sente triste e sinceramente pentito per il male commesso e vuole cambiare vita.
Il potere di rimettere i peccati è affidato da Gesù agli apostoli e ai loro successori e viene incontro all’esigenza dell’uomo di essere perdonato del male commesso e di orientare la propria vita sulla strada del bene. Il sacerdote rappresenta Cristo e perdona chi è sinceramente pentito, l’effetto del sacramento è ristabilire l’armonia tra Dio e l’uomo.

Dio assolve il peccatore pentito da tutti i peccati dimostrando il suo amore misericordioso di Padre. Dio lo fa rientrare nella sua casa come figlio e gli accorda la grazia.

E’ chiamato sacramento della Penitenza perchè consacra un cammino personale ed ecclesiale di conversione e di pentimento. E’ chiamato sacramento della conversione perchè realizza sacramentalmente l’appello di Gesù alla conversione cioè cambiare vita e tornare al Padre guardando agli sbagli commessi. E’ chiamato sacramento della Riconciliazione e del perdono perchè ridona al peccatore l’amore di Dio che riconcilia e accorda perdono e pace. 

Il peccato è offesa a Dio, egoismo e rottura della comunione con Lui (grazia).

“A chi rimetterete i peccati, saranno rimessi”. Questo mandato Gesù l'ha dato ai suoi apostoli e di conseguenza ai sacerdoti.  Il ministro è infatti il sacerdote.
Questo rito è diviso in sei parti:
·        esame di coscienza nel quale, confrontandoci con la Parola di Dio, ripensiamo ai nostri sbagli commessi per dirli al confessore.
·        il dolore del peccato cioè il pentimento degli errori.  Siamo sicuri che Dio ci assolve, ma dobbiamo essere pentiti, riconoscere la nostra fragilità.
·        il proponimento di non farli più. La Confessione è valida solo se, con  volontà, coraggio, forza e con l’aiuto di Dio cerchiamo di non ricadere nello sbaglio.
·        l’accusa dei peccati durante la quale noi esponiamo gli errori, le infedeltà, le fragilità al confessore che rappresenta Gesù Cristo.
·        l’assoluzione in cui il sacerdote ti lava da ogni colpa e ti benedice con questa formula: ‘Io ti assolvo nel nome del X Padre, Figlio e Spirito Santo.’
·        la penitenza o ringraziamento in cui con la preghiera che ti consiglia il sacerdote ringrazi Dio di questo dono e chiedi al Signore di accompagnarti sempre.

- Ricordati che le nostre colpe non sono solamente le parole o le azioni, ma anche le omissioni cioè quello che potevo fare e non ho fatto per pigrizia o vergogna.
- E’ bene ogni sera ripensare agli sbagli, ai peccati commessi e affidarsi al Signore con una preghiera personale o l’Atto di dolore.
- La confessione è un momento di grande gioia da accostarsi sovente; almeno una volta al mese e prima delle grande solennità.
 
 
 
 
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