Se dovrai attraversare il deserto, non temere, Io sarò con te.
Se dovrai camminare nel fuoco, la sua fiamma non ti brucerà.
Seguirai la mia luce nella notte, sentirai la mia forza nel cammino,

io sono il tuo Dio, Signore.
Sono io che ti ho fatto e plasmato, ti ho chiamato per nome.
Io da sempre ti ho conosciuto e ti ho dato il mio amore.
Perché tu sei prezioso ai miei occhi, vali più del più grande dei tesori,

Io sarò con te dovunque andrai.

Lettera cattolica di San Giuda Taddeo

 Profondamente addolorato per le eresie dei Nicolaiti, dei Simoniani e dei Cerentiani che già serpeggiavano in seno alla nascente Chiesa di Cristo, scrisse una lettera Apostolica contro gli errori di questi empi ed ingrati figli fomentatori di discordie, di disordini morali e materiali e degni solo delle più profonde tenebre eterne.

Tale lettera giudicata dalla Chiesa " piena della forza e della grazia del cielo " è ritenuta di ispirazione divina e quindi inserita nel numero delle Sacre Scritture del Nuovo Testamento.
Pur essendo breve, è fin documento carico di grande spiritualità e di insegnamenti tanto profondi che si rimane subito avvinti dal suo contenuto; ogni frase di tale lettera, ogni espressione, ogni parola è un monito, una legge di amore divino, un invito a seguire ciecamente le vie del Signore.

Sono tanto sublimi gli insegnamenti di tale lettera che parecchi sono i cristiani che, ritenendola a memoria, ne fanno strumento di azione evangelica; in tutte le crisi che hanno travagliato nei secoli l'umanità, le parole di tale lettera si sono rivelate attuali in ogni contingenza e l'umanità stessa ha tratto da essa i motivi per andare verso Dio sempre ed in ogni evento. La figura di San Giuda, autore di un sì grande capolavoro della letteratura evangelica, si staglia dolcemente sulle coscienze del genere umano e, con la sua fermezza e sapienza, addita agli uomini della terra la via che conduce - da sola - a Dio.

Giuda, servo di Gesù Cristo, e fratello di Giacomo, a quelli che sono amati da Dio Padre e conservati e chiamati in Gesù Cristo. La misericordia, la pace e la carità vi siano moltiplicate. 

False dottrine e falsi dottori
Carissimi, desideroso come sono di scrivervi con ogni sollecitudine intorno alla comune vostra salute, mi son trovato nella necessità di scrivervi per esortarvi a combattere vigorosamente per la fede, che è stata data una volta per tutte ai Santi. Poiché tra noi si sono intrusi certi uomini empi (la cui condanna è già scritta da tempo),  i quali mutano in lussuria la grazia del nostro Dio, e negano il solo Dominatore e Signore nostro Gesù Cristo. Ora io voglio ricordarvi, quantunque conosciate già tutte queste cose, che Gesù Cristo, liberando il popolo dalla terra d'Egitto, sterminò poi quelli che non credettero; e che gli angeli, che non conoscevano la loro dignità, ma abbandonarono la loro dimora, li riserbò per il giudizio del gran giorno. nelle tenebre, stretti in eterne catene.

Così pure Sodoma e Gomorra e le città attorno, ree allo stesso modo di fornicazione e di vizi oltre natura, ci restano ad esempio, soffrendo la pena di un fuoco eterno. Nella stessa guisa anche questi contaminano la (loro) carne, disprezzano l'autorità, bestemmiano la maestà. Quando Michele l'Arcangelo disputando altercava con il diavolo relativamente al corpo di Mosè, non ardì di pronunziare sentenza di maledizione, ma disse: "Ti reprima il Signore ". Invece questi bestemmiano tutto quello che non conoscono; e tutte quelle cose, che come i muti animali naturalmente conoscono, son quelle che li conducono a perdizione. Guai a loro perché hanno già preso la via di Caino, e per sete di guadagno si sono gettati nell'errore di Balaam, e sono periti nella ribellione di Core.

Queste sono macchie nelle loro àgapi, ponendosi insieme a mensa: senza rispetto, pascendo se stessi, nuvole senz'acqua, portate qua e là dai venti, alberi (l'autunno, senza frutti, due volte morti, sradicati, onde furiose del mare, che spumano le proprie turpitudini, astri erranti, ai quali son serbate in eterno le tenebre più profonde. Ora di questi profetò Enoc, il settimo (patriarca) da Adamo, dicendo: " Ecco viene il Signore con le migliaia dei suoi santi a far giudizio contro tutti, a chieder conto da tutti gli empi di tutte le empietà da essi empiamente commesse e di tutte le arroganze che questi peccatori empi hanno detto contro di Lui ". Costoro sono mormoratori queruli che vivono secondo i loro appetiti, e la loro bocca parla di cose superbe, e se lodano qualcuno è per i fini interessati.

Badare a se stessi per salvare gli altri
Ma voi, carissimi, ricordatevi di quel che vi è stato predetto dagli apostoli del Signore nostro Gesù Cristo, i quali vi dicevano che negli ultimi tempi sarebbero venuti degli schernitori, che vivranno secondo i loro istinti nell'empietà. Costoro son quelli che generano le divisioni, animaleschi, privi dello spirito. Ma voi, carissimi, edificando voi stessi sopra la santissima vostra fede e pregando per virtù dello Spirito Santo, conservatevi nell'amore di Dio, aspettando che la misericordia del Signor nostro Gesù Cristo vi dia la vita eterna. Intanto correggere gli uni, dopo averli convinti; altri salvate, strappandoli dal Cuoco; di altri abbiate pietà mista a timore, odiando perfino la veste macchiata dalla carne!

A Dio nostro, gloria!

A Colui poi che è potente di conservarvi senza peccato e farvi comparire immacolati, davanti alla sua gloria in esultanza, nella venuta del Signor Nostro Gesù Cristo, al solo Dio, Salvator Nostro per mezzo di Gesù Cristo nostro Signore, siano gloria, maestà; signoria e potestà innanzi a tutti i secoli e ora per tutti i secoli dei secoli. Amen.

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