QUARTA DOMENICA DI AVVENTO ANNO B
Antifona d'ingresso
Stillate dall’alto, o cieli, la vostra rugiada
e dalle nubi scenda a noi il Giusto;
si apra la terra e germogli il Salvatore.
Stillate dall’alto, o cieli, la vostra rugiada
e dalle nubi scenda a noi il Giusto;
si apra la terra e germogli il Salvatore.
Il re Davide, quando si fu stabilito nella sua casa, e il Signore gli ebbe dato riposo da tutti i suoi nemici all’intorno, disse al profeta Natan: «Vedi, io abito in una casa di cedro, mentre l’arca di Dio sta sotto i teli di una tenda». Natan rispose al re: «Va’, fa’ quanto hai in cuor tuo, perché il Signore è con te».
Ma quella stessa notte fu rivolta a Natan questa parola del Signore: «Va’ e di’ al mio servo Davide: “Così dice il Signore: Forse tu mi costruirai una casa, perché io vi abiti? Io ti ho preso dal pascolo, mentre seguivi il gregge, perché tu fossi capo del mio popolo Israele. Sono stato con te dovunque sei andato, ho distrutto tutti i tuoi nemici davanti a te e renderò il tuo nome grande come quello dei grandi che sono sulla terra. Fisserò un luogo per Israele, mio popolo, e ve lo pianterò perché vi abiti e non tremi più e i malfattori non lo opprimano come in passato e come dal giorno in cui avevo stabilito dei giudici sul mio popolo Israele. Ti darò riposo da tutti i tuoi nemici. Il Signore ti annuncia che farà a te una casa.
Quando i tuoi giorni saranno compiuti e tu dormirai con i tuoi padri, io susciterò un tuo discendente dopo di te, uscito dalle tue viscere, e renderò stabile il suo regno. Io sarò per lui padre ed egli sarà per me figlio.
La tua casa e il tuo regno saranno saldi per sempre davanti a me, il tuo trono sarà reso stabile per sempre”».
Salmo 88
Canterò per sempre l’amore del Signore. (salmo cantato : Scarica mp3 pdf )
Canterò in eterno l’amore del Signore,
di generazione in generazione
farò conoscere con la mia bocca la tua fedeltà,
perché ho detto: «È un amore edificato per sempre;
nel cielo rendi stabile la tua fedeltà».
«Ho stretto un’alleanza con il mio eletto,
ho giurato a Davide, mio servo.
Stabilirò per sempre la tua discendenza,
di generazione in generazione edificherò il tuo trono».
«Egli mi invocherà: “Tu sei mio padre,
mio Dio e roccia della mia salvezza”.
Gli conserverò sempre il mio amore,
la mia alleanza gli sarà fedele».
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani Rm 16,25-27
Fratelli,
a colui che ha il potere di confermarvi
nel mio vangelo, che annuncia Gesù Cristo,
secondo la rivelazione del mistero,
avvolto nel silenzio per secoli eterni,
ma ora manifestato mediante le scritture dei Profeti,
per ordine dell’eterno Dio,
annunciato a tutte le genti
perché giungano all’obbedienza della fede,
a Dio, che solo è sapiente,
per mezzo di Gesù Cristo,
la gloria nei secoli. Amen.
+ Dal Vangelo secondo Luca Lc 1,26-38
In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallègrati, piena di grazia: il Signore è con te».
A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».
Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio».
Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.
Meditazione
Maria ha ricevuto l’annuncio dell’angelo ed è rimasta senza parole, ma ha accettato quello che Dio le chiedeva, e cioè di essere la madre di Gesù. Ha accolto il bimbo nel suo grembo, ha accolto la Parola nel suo grembo.
Anche Giuseppe quando ha saputo che Maria era incinta ha avuto paura, si è smarrito, voleva ripudiarla in segreto perchè sapeva che Maria era una brava ragazza, ma non ha fatto in tempo perchè il Signore ha mandato il suo angelo ad annunciargli la verità sulla nascita di Gesù.
Giuseppe si fida, crede alle parole dell’angelo e accoglie Maria e il bambino, accoglie anche lui la Parola che si fa carne. Non esita e non teme, si fida di Dio e accetta la sua volontà.
E noi? Dio manda, non solo ogni anno ma ogni giorno, il suo angelo ad annunciarci la venuta del Figlio, Dio ci chiama ad accogliere Gesù nella nostra vita, ad accogliere la Parola nella nostra vita, ci propone ogni volta uno stile di vita diverso, seguire Gesù non è facile, la sua Parola pesa come un macigno.
Vi sembra facile mettere in atto il suo comandamento? “Ama il prossimo tuo come te stesso”, come si fa ad attuare un comando così?
E’ più facile ignorare l’altro, fare finta che non abbia bisogno di me, perchè in cambio cosa me ne viene? La Parola di Gesù ci mette in difficoltà, se la accettiamo dobbiamo rivedere molto della nostra vita, per questo la Chiesa ci mostra l’atteggiamento di Giuseppe e di Maria affinchè come hanno fatto loro facciamo anche noi. Loro si sono affidati completamente al Padre, dicendogli…”Sia fatta la tua volontà”. Ci hanno portato Gesù il Salvatore sono diventati collaboratori di Dio.
Anche il cristiano è chiamato a questa missione cioè ad accogliere e a donare Cristo al mondo…a dire al Padre:"Eccomi, sono pronto ad accoglierti nel mio cuore, trasformerò la mia vita per te, così come tu vuoi che io la viva...". Ma non possiamo essere veri discepoli di Gesù se non restiamo, come Maria, in ascolto della volontà del Padre.
Per tutti Maria è modello di fede e di disponibilità, e immagine della Chiesa che è chiamata a fare la volontà del Signore. Vigilanti nella preghiera, lieti nel ringraziamento, impariamo da lei a essere generosi nel compimento della volontà di Dio, pronti ad accogliere il Signore che viene.
Maria sa riconoscere l'iniziativa di Dio ed è pronta ad accoglierla. Comprese che una sola cosa ha realmente valore e la fece sua: la volontà di Dio nella sua vita:"Eccomi... avvenga di me quello che hai detto".
O M E L I A
a cura di
Qumran2.net
Qumran2.net
Monaci Benedettini Silvestrini
La Vergine concepirà
Talvolta per noi, legati alla fugacità del tempo, pare che le profezie e con esse le promesse divine, quasi si perdano e svaniscano nel buio, come fossero dimenticate e inghiottite dagli eventi degli uomini. Altre volte, per i limiti insuperabili della intelligenza umana, perfino l'avverarsi delle stesse promesse, per il mistero che le avvolge, sembra che procurino più turbamenti che gioia. È il caso della promessa della Genesi: sulla "Donna" che dovrà sconfiggere il demonio con la sua prodigiosa maternità, cala un silenzio che dura secoli. Soltanto Isaia molto dopo, esplicita quanto predetto: "il Signore stesso vi darà un segno. "Ecco: la vergine concepirà e partorirà un figlio, che chiamerà Emmanuele". Il Vangelo di oggi dell'avverarsi di tutto questo ci parla: "Maria, (è Lei la donna delle profezie) essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme, si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto". L'opera mirabile dello Spirito Santo rischia di diventare motivo di accusa per Maria, l'Ancella del Signore, l'Immacolata prescelta da Dio. L'intervento divino e la bontà di Giuseppe, "uomo giusto", evitano alla Vergine una sicura lapidazione: "il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo". Questa è la notizia definitiva e certa che Matteo vuole darci e che emerge finalmente in tutta la sua pienezza. Le profezie si avverano, la fedeltà divina diventa motivo di lode e di gioia grande. Un canto angelico già si ode e coinvolge Cielo e terra: "Gloria a Dio nell'alto dei cieli: e pace in terra agli uomini di buona volontà". La Vergine intonerà poi il suo Magnificat in un incontro speciale con Elisabetta, quando la parente, illuminata dallo Spirito, la chiamerà "Madre del mio Signore". Così la chiamiamo e invochiamo anche noi oggi nella consapevolezza che in Lei si sta compiendo il prodigio dell'incarnazione del Verbo, si sta celebrando, possiamo ben dirlo, la prima eucaristia: il Bambino sta assumendo la sua stessa carne immacolata e sta per nascere nel tempo.
Talvolta per noi, legati alla fugacità del tempo, pare che le profezie e con esse le promesse divine, quasi si perdano e svaniscano nel buio, come fossero dimenticate e inghiottite dagli eventi degli uomini. Altre volte, per i limiti insuperabili della intelligenza umana, perfino l'avverarsi delle stesse promesse, per il mistero che le avvolge, sembra che procurino più turbamenti che gioia. È il caso della promessa della Genesi: sulla "Donna" che dovrà sconfiggere il demonio con la sua prodigiosa maternità, cala un silenzio che dura secoli. Soltanto Isaia molto dopo, esplicita quanto predetto: "il Signore stesso vi darà un segno. "Ecco: la vergine concepirà e partorirà un figlio, che chiamerà Emmanuele". Il Vangelo di oggi dell'avverarsi di tutto questo ci parla: "Maria, (è Lei la donna delle profezie) essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme, si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto". L'opera mirabile dello Spirito Santo rischia di diventare motivo di accusa per Maria, l'Ancella del Signore, l'Immacolata prescelta da Dio. L'intervento divino e la bontà di Giuseppe, "uomo giusto", evitano alla Vergine una sicura lapidazione: "il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo". Questa è la notizia definitiva e certa che Matteo vuole darci e che emerge finalmente in tutta la sua pienezza. Le profezie si avverano, la fedeltà divina diventa motivo di lode e di gioia grande. Un canto angelico già si ode e coinvolge Cielo e terra: "Gloria a Dio nell'alto dei cieli: e pace in terra agli uomini di buona volontà". La Vergine intonerà poi il suo Magnificat in un incontro speciale con Elisabetta, quando la parente, illuminata dallo Spirito, la chiamerà "Madre del mio Signore". Così la chiamiamo e invochiamo anche noi oggi nella consapevolezza che in Lei si sta compiendo il prodigio dell'incarnazione del Verbo, si sta celebrando, possiamo ben dirlo, la prima eucaristia: il Bambino sta assumendo la sua stessa carne immacolata e sta per nascere nel tempo.
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