Se dovrai attraversare il deserto, non temere, Io sarò con te.
Se dovrai camminare nel fuoco, la sua fiamma non ti brucerà.
Seguirai la mia luce nella notte, sentirai la mia forza nel cammino,

io sono il tuo Dio, Signore.
Sono io che ti ho fatto e plasmato, ti ho chiamato per nome.
Io da sempre ti ho conosciuto e ti ho dato il mio amore.
Perché tu sei prezioso ai miei occhi, vali più del più grande dei tesori,

Io sarò con te dovunque andrai.

Vangelo del giorno 5 maggio 2014

 
Antifona d'ingresso
È risorto il buon Pastore,
che ha dato la vita per le sue pecorelle,
e per il suo gregge
è andato incontro alla morte. Alleluia.
 
 
 
 Atti degli Apostoli 6,8-15.
In quei giorni, Stefano, pieno di grazia e di potere, faceva grandi prodigi e miracoli tra il popolo.
Sorsero allora alcuni della sinagoga detta dei "liberti" comprendente anche i Cirenèi, gli Alessandrini e altri della Cilicia e dell'Asia, a disputare con Stefano,
ma non riuscivano a resistere alla sapienza ispirata con cui egli parlava.
Perciò sobillarono alcuni che dissero: "Lo abbiamo udito pronunziare espressioni blasfeme contro Mosè e contro Dio".
E così sollevarono il popolo, gli anziani e gli scribi, gli piombarono addosso, lo catturarono e lo trascinarono davanti al sinedrio.
Presentarono quindi dei falsi testimoni, che dissero: "Costui non cessa di proferire parole contro questo luogo sacro e contro la legge.
Lo abbiamo udito dichiarare che Gesù il Nazareno distruggerà questo luogo e sovvertirà i costumi tramandatici da Mosè".
E tutti quelli che sedevano nel sinedrio, fissando gli occhi su di lui, videro il suo volto come quello di un angelo.

Salmi 119(118),23-24.26-27.29-30.
Siedono i potenti, mi calunniano,
ma il tuo servo medita i tuoi decreti.
Anche i tuoi ordini sono la mia gioia,
miei consiglieri i tuoi precetti.

Ti ho manifestato le mie vie e mi hai risposto;
insegnami i tuoi voleri.
Fammi conoscere la via dei tuoi precetti
e mediterò i tuoi prodigi.

Tieni lontana da me la via della menzogna,
fammi dono della tua legge.
Ho scelto la via della giustizia,
mi sono proposto i tuoi giudizi.

+Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Giovanni 6,22-29.
 
Il giorno dopo, la folla, rimasta dall'altra parte del mare, notò che c'era una barca sola e che Gesù non era salito con i suoi discepoli sulla barca, ma soltanto i suoi discepoli erano partiti.
Altre barche erano giunte nel frattempo da Tiberìade, presso il luogo dove avevano mangiato il pane dopo che il Signore aveva reso grazie.
Quando dunque la folla vide che Gesù non era più là e nemmeno i suoi discepoli, salì sulle barche e si diresse alla volta di Cafarnao alla ricerca di Gesù.
Trovatolo di là dal mare, gli dissero: «Rabbì, quando sei venuto qua?».
Gesù rispose: «In verità, in verità vi dico, voi mi cercate non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati.
Procuratevi non il cibo che perisce, ma quello che dura per la vita eterna, e che il Figlio dell'uomo vi darà. Perché su di lui il Padre, Dio, ha messo il suo sigillo».
Gli dissero allora: «Che cosa dobbiamo fare per compiere le opere di Dio?».
Gesù rispose: «Questa è l'opera di Dio: credere in colui che egli ha mandato». 

Meditazione del giorno 
 Omelia
a cura di
Qumran2.net
Monaci Benedettini Silvestrini  

Procuratevi il cibo... quello che dura per la vita eterna

La folla si dirige verso Cafarnao e si meraviglia di trovare già Gesù di là del mare. Non intende veramente chi potrebbe essere. Non intende neppure la straordinaria e l'imprevista moltiplicazione dei pani e dei pesci di cui si erano cibati. Cercano Gesù, perché sono stati materialmente nutriti e, Gesù al contrario li invita ad andare oltre il segno, a darsi da fare per procurarsi non un cibo che perisce, ma il nutrimento vivo di cui quello mangiato è stato solamente un'immagine e che il Figlio dell'uomo darà loro. Gesù insinua fin da ora il dono di un altro alimento "per la vita eterna"; esso sarà dato da colui che il Padre ha confermato con "il suo sigillo". Egli si presenta così il consacrato, l'inviato dal Padre per donare la salvezza a coloro che crederanno in lui. Costoro sono invitati a "darsi da fare". Ma essi fraintendendo, pensano di dover fare un'opera meritoria; Gesù invece precisa che il Padre attende da loro l'atto di fede, l'accoglienza fiduciosa "in colui che egli ha mandato". Questa folla non aveva ancora capito che cosa si dovesse cercare in Gesù, chi fosse Gesù, quale dono portasse da Dio. Una tale considerazione ci può riguardare? Anche noi a volte potremmo cercare Dio per satollarci di pane e di grazie materiali. Chiediamo la grazia che è la sua stessa Vita, immessa in noi con i sacramenti per il sangue di Cristo? Chiediamo di stare in pace, magari chiedendo che ci allontani qualche persona o qualche imbarazzante situazione. Le nostre richieste a volte potrebbero sembrare quasi un sacro accattonaggio. Dovremmo invece contemplarlo, adorarlo, farci amare. Nutrirsi del pane di vita, che è Cristo come sapienza di Dio, discesa dal cielo per sostenere il nostro cammino, come la manna nel deserto. E' credere in lui, è condividere la sua stessa esistenza. 
 
 

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