La povertà che Gesù proclama nella prima beatitudine non è una povertà materiale, egli non ci chiede di essere dei barboni, dei poveracci , coloro che non riescono a mettere insieme il pranzo con la cena, ma la povertà di cui Egli ci parla indica prima di tutto un atteggiamento spirituale nei confronti di Dio. I poveri in spirito attendono ogni aiuto da Dio.
La beatitudine della povertà è un chiaro invito a distinguere nella vita ciò che è l’essenziale, come la comunione con Dio, da ciò che è secondario, come beni e ricchezze. Quindi per rientrare nella categoria dei poveri dobbiamo contare sulla bontà del Signore, sulla sua potenza, sulla sua misericordia, e non solo sulle nostre forze. Dobbiamo mettere ogni speranza in Dio, essere umili davanti a Lui.
La povertà ci chiede di essere aperti alla buona notizia del Vangelo, ad accogliere la parola di Gesù come parola che rassicura, conforta, dona serenità e speranza. Se riusciremo ad essere poveri così, il Regno è già nostro,perchè siamo disposti a riceverlo volentieri e con gioia.
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