IN ONORE DELLA MADONNA DI POMPEI
Introduzione
1. Cenni storici
2. La nuova proposta dei Venti SabatiIl Santuario della Madonna del Rosario di Pompei, per merito del fondatore, il beato Bartolo Longo è il centro che ha contribuito, più di altri, alla diffusione della pratica dei Quindici Sabati del Rosario.
Essa ha avuto origine in Francia intorno al 1627 all'epoca delle lotte tra Calvinisti ed Ugonotti. Il re Luigi XIII invitò tutti, il 27 maggio 1627, alla recita del Rosario nella chiesa dei PP Domenicani in S. Onorato, a Parigi. Fu poi continuata tutti i sabati. La risoluzione finale delle lotte e la devozione dei fedeli ispirarono la devozione detta: "Voto dei Quindici Sabati", propagandata dai Padri Domenicani. Devozione, poi, accreditata grazie straordinarie ed indulgenze.
La pia pratica invitava ad accostarsi alla S. Comunione per 15 sabati consecutivi e a recitare almeno una terza parte del Rosario, soffermandosi nella meditazione dei misteri a cui conformare la vita quotidiana.
Nel Meridione d'Italia e, in particolare, a Napoli veniva praticata nelle chiese domenicane. Una devota, la marchesa Filiasi di Somma, per meglio diffondere la pratica aveva tradotto dal francese un libricino, esauritosi in breve tempo. Bartolo Longo la incontrò quando le chiese un'offerta per il costruendo Santuario di Pompei. Il discorso cadde sui Quindici Sabati e la marchesa lo invitò a ristampare il libretto. Il nostro Beato notò la povertà del testo. Pensò, perciò, ad un testo completamente rifatto, intitolandolo: "La devozione dei quindici sabati in onore del SS.mo Rosario" (Napoli, 1877). Il libro ebbe una singolarissima fortuna per l'erudizione e lo spirito di pietà di cui era pervaso. Le edizioni, ampliate ed elaborate di continuo, e le traduzioni in più lingue, si contano in centinaia di migliaia di copie.
I testi conciliari, il magistero pontificio espresso particolarmente nella Marialis Cultus di Paolo VI, nella Redemptoris Mater e nella Rosarium Virginis Mariae di Giovanni Paolo II, hanno indotto a un ripensamento della devozione proposta dal Fondatore di Pompei. Pur valorizzando tutte le sue intuizioni è sembrato opportuno elaborare una proposta più agile e rispondente ai tempi, che metta in risalto la centralità della Parola di Dio, approfondisca la meditazione del mistero, ed accentui, accanto alla dimensione personale della pratica, quella comunitaria, quale vero cammino spirituale, lasciando, poi, alla libertà personale, la recita per intero del Rosario.
In sostanza questa devozione consiste nell'impegno di rivivere per Venti Sabati consecutivi i misteri del Rosario, preghiera dal cuore cristologico che "nella sobrietà dei suoi elementi, concentra in sé la profondità dell'intero messaggio evangelico, di cui è quasi un compendio. In esso riecheggia la preghiera di Maria, il suo perenne Magnificat per l'opera dell'Incarnazione redentrice iniziata nel suo grembo verginale. Con esso il popolo cristiano si mette alla scuola di Maria, per lasciarsi introdurre alla contemplazione della bellezza del volto di Cristo e all'esperienza della profondità del suo amore. Mediante il Rosario il credente attinge abbondanza di grazia, quasi ricevendola dalle mani stesse della Madre del Redentore" (GIOVANNI PAOLO Il, RVM, n. 1).
La preghiera del Rosario, preghiera tradizionale, «tanto raccomandata dal Magistero e tanto cara al Popolo di Dio, ha una fisionomia spiccatamente biblica ed evangelica, prevalentemente centrata sul nome e sul volto di Gesù, fissato nella contemplazione dei misteri e nel ripetersi dell'Ave Maria. Il suo andamento ripetitivo costituisce una sorta di pedagogia dell'amore, fatta per accendere l'animo dell'amore stesso che Maria nutre verso il Figlio suo. Per questo, portando a ulteriore maturazione un itinerario plurisecolare, ho voluto che questa forma privilegiata di contemplazione completasse i suoi lineamenti di vero "compendio del Vangelo"» (Mane nobiscum Domine, 9).
La proposta del Santuario di Pompei è supportata da queste autorevoli indicazioni che hanno fatto risaltare maggiormente la mediazione della Madre Divina. Attraverso i Venti Sabati una comunità o il singolo credente, un gruppo di famiglie o di giovani, ha la possibilità di arrivare al cuore stesso della vita cristiana. Essi costituiscono una feconda opportunità spirituale per il cammino personale e comunitario del Popolo di Dio, nel contesto più ampio della nuova evangelizzazione. Inoltre sembra quanto mai fecondo, alla luce degli ultimi documenti magisteriali, riscoprire il valore e l'intuizione del beato Bartolo Longo circa il rapporto tra il Rosario e l'Eucaristia. Tutto nella pratica da Lui rilanciata e rinnovata, conduceva all'Eucaristia, perciò la nuova proposta formulata non esclude tale rapporto, anzi lo rimarca perché lo stesso Rosario, ha scritto Giovanni Paolo II nella Mane nobiscum Domine, "potrà essere una via particolarmente adatta alla contemplazione eucaristica, attuata in compagnia e alla scuola di Maria" (n. 18).
3. Quando si pratica la devozione dei 20 sabati?
Ogni periodo dell'anno si presta per questa pratica, ma il Santuario di Pompei la premette alle due grandi giornate dell'8 maggio e della prima domenica di Ottobre, quando, a mezzogiorno, a Pompei e simultaneamente in molte chiese del mondo, si recita la Supplica alla Vergine del Rosario. Per 1'8 maggio, l'inizio è l'ultimo sabato di dicembre, eccetto l'anno in cui esso cade di sabato. In questo caso si anticipa al penultimo sabato di dicembre. Per la prima domenica di ottobre, l'inizio dei Venti Sabati corrisponde al penultimo sabato di maggio.
4. Indicazioni metodologiche
La pratica dei Venti Sabati promossa dal Santuario di Pompei va nella linea di una celebrazione prevalentemente comunitaria. E questo emerge dalle indicazioni pontificie ma anche dalle proposte pastorali che il Santuario stesso suggerisce. A tal riguardo, l'Unione Famiglie del Rosario e l'Unione Giovani del Rosario, nel loro cammino di formazione, possono essere veicoli per una celebrazione comunitaria dei Venti Sabati.
È ovvio che non è esclusa la devozione personale, ma chi può, inviti altri amici per pregare insieme mettendosi alla scuola di Maria. Il testo che qui proponiamo contiene sia la celebrazione personale, sia quella comunitaria, così come avviene nel Santuario di Pompei.
I MISTERI DELLA GIOIA
Il primo ciclo, quello dei `misteri gaudiosi', è effettivamente caratterizzato dalla gioia che irradia dall'evento dell'Incarnazione. Ciò è evidente fin dall'Annunciazione, dove il saluto di Gabriele alla Vergine di Nàzareth si riallaccia all'invito alla gioia messianica: «Rallegrati, Maria». A questo annuncio approda tutta la storia della salvezza, anzi, in certo modo, la storia stessa del mondo. Se infatti il disegno del Padre è di ricapitolare in Cristo tutte le cose (cfr Ef 1,10), è l'intero universo che in qualche modo è raggiunto dal divino favore con cui il Padre si china su Maria per renderla Madre del suo Figlio. A sua volta, tutta l'umanità è come racchiusa nel fiat con cui Ella prontamente corrisponde alla volontà di Dio.
All'insegna dell'esultanza è poi la scena dell'incontro con Elisabetta, dove la voce stessa di Maria e la presenza di Cristo nel suo grembo fanno «sussultare di gioia» Giovanni (cfr Lc 1,44). Soffusa di letizia è la scena di Betlemme, in cui la nascita del Bimbo divino, il Salvatore del mondo, è cantata dagli angeli e annunciata ai pastori proprio come «una grande gioia» (Lc 2,10).
Ma già i due ultimi misteri, pur conservando il sapore della gioia, anticipano i segni del dramma. La presentazione al tempio, infatti, mentre esprime la gioia della consacrazione e immerge nell'estasi il vecchio Simeone, registra anche la profezia del «segno di contrad-
dizione» che il Bimbo sarà per Israele e della spada che trafiggerà l'anima della Madre (cfr Lc 2,34-35). Gioioso e insieme drammatico è pure l'episodio di Gesù dodicenne al tempio. Egli qui appare nella sua divina sapienza, mentre ascolta e interroga, e sostanzialmente nella veste di colui che `insegna'. La rivelazione del suo mistero di Figlio tutto dedito alle cose del Padre è annuncio di quella radicalità evangelica che pone in crisi anche i legami più cari dell'uomo, di fronte alle esigenze assolute del Regno. Gli stessi Giuseppe e Maria, trepidanti e angosciati, «non compresero le sue parole» (Lc 2,50).
Meditare i misteri ‘gaudiosi’ significa così entrare nelle motivazioni ultime e nel significato profondo della gioia cristiana. Significa fissare lo sguardo sulla concretezza del mistero dell'Incarnazione e sull'oscuro preannuncio del mistero del dolore salvifico. Maria ci conduce ad apprendere il segreto della gioia cristiana, ricordandoci che il cristianesimo è innanzitutto euanghelion, `buona notizia', che ha il suo centro, anzi il suo stesso contenuto, nella persona di Cristo, il Verbo fatto carne, unico Salvatore del mondo.
(Lettera Apostolica di Giovanni Paolo II, Rosarium Virginis Mariae, 20)
PRIMO SABATO
1 ° Mistero della Gioia: Annunciazione a Maria
Prima di metterci in ascolto della Parola di Dio, invochiamo lo Spirito Santo e preghiamo con la fede della Chiesa.
Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.
INVOCHIAMO LO SPIRITO SANTO
Noi ti adoriamo e ti amiamo con tutto il nostro cuore, o Spirito divino, Dio onnipotente, Amore del Padre e del Figlio. Vieni dunque, o Dio di bontà e di misericordia, a dare la grazia col tuo alito vivificatore al nostro cuore; vieni, o Fuoco divino e insegnaci a parlare il linguaggio dei Santi. Vieni e con la tua luce ineffabile illuminaci, col tuo fuoco purificaci, accendici il cuore e rendilo ardente della tua carità. Spirito di verità, senza di te siamo nell'errore; Spirito di amore, senza di te siamo aridi; Spirito di vita, senza di te siamo senza vita. Donaci, perciò, o Dio di bontà, i frutti del tuo Spirito. Amen.
(Dagli Scritti di Bartolo Longo)
PREGHIAMO CON LA CHIESA
O Dio, Padre buono, tu hai rivelato la gratuità e la potenza del tuo amore, scegliendo il grembo purissimo della Vergine Maria per rivestire di carne mortale il Verbo della vita: concedi anche a noi di accoglierlo e generarlo nello spirito con l'ascolto della tua parola, nell'obbedienza della fede. Per Cristo nostro Signore. Amen. (Messale Romano, Colletta della IV domenica di Avvento, A)
ASCOLTIAMO LA PAROLA DI DIO
Per dare maggiore profondità alla nostra meditazione apriamo il cuore al Signore che ci parla.
Dal vangelo di Luca (1,26-38)
Nel sesto mese, l'angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzareth, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei disse: «Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te». A queste parole ella rimase turbata e si domandava che senso avesse un tale saluto, l'angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e chiamato Figlio dell'Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».
Allora Maria disse all'angelo: «Come è possibile? Non conosco uomo». Le rispose l'angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell'Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio. Vedi: anche Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia, ha concepito un figlio e questo è il sesto mese per lei, che tutti dicevano sterile: nulla è impossibile a Dio».
Allora Maria disse: «Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto». E l'angelo partì da lei.
MEDITIAMO
L'ascolto e la meditazione si nutrono di silenzio. Facciamo una breve pausa, poi, leggiamo e continuiamo a meditare.
Dall'Enciclica Redemptoris Mater di Giovanni Paolo 11, n. 8
Maria viene definitivamente introdotta nel mistero di Cristo mediante questo evento: l'annunciazione dell'angelo. Esso si verifica a Nàzareth, in precise circostanze della storia d'Israele, il popolo destinatario delle promesse di Dio. Il messaggero divino dice alla Vergine: "Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te" (Lc 1, 28). Maria "rimase turbata e si domandava che senso avesse un tale saluto" (Lc 1,29): che cosa significassero quelle straordinarie parole e, in particolare, l'espressione "piena di grazia". Se vogliamo meditare insieme a Maria su queste parole e, specialmente, sull'espressione "piena di grazia", possiamo trovare un significativo riscontro proprio nel passo della Lettera agli Efesini (Ef 1,3-4). E se dopo l'annuncio del celeste messaggero la Vergine di Nàzareth è anche chiamata "la benedetta fra le donne" (Lc 1,42), ciò si spiega a causa di quella benedizione di cui "Dio Padre" ci ha colmati "nei cieli, in Cristo". È una benedizione spirituale, che si riferisce a tutti gli uomini e porta in sé la pienezza e l'universalità.("ogni benedizione"), quale scaturisce dall'amore che, nello Spirito Santo, unisce al Padre il Figlio consostanziale. Nello stesso tempo, è una benedizione riversata per opera di Gesù Cristo nella storia umana sino alla fine: su tutti gli uomini. A Maria, però, questa benedizione si riferisce in misura speciale ed eccezionale: è stata, infatti, salutata da Elisabetta come "la benedetta fra le donne".
La ragione del duplice saluto, dunque, è che nell'anima di questa "figlia di Sion" si è manifestata, in un certo senso, tutta la "gloria della grazia", quella che "il Padre... ci ha dato nel suo Figlio diletto". Il messaggero saluta, infatti, Maria come "piena di grazia": la chiama così, come se fosse questo il suo vero nome. Non chiama la sua interlocutrice col nome che le è proprio all'anagrafe terrena: Miryam (= Maria), ma con questo nome nuovo: "piena di grazia". Che cosa significa questo nome? Perché l'arcangelo chiama così la Vergine di Nàzareth?
Quando leggiamo che il messaggero dice a Maria "piena di grazia", il contesto evangelico, in cui confluiscono rivelazioni e promesse antiche, ci lascia capire che qui si tratta di una benedizione singolare tra tutte le "benedizioni spirituali in Cristo". Nel mistero di Cristo ella è presente già "prima della creazione del mondo", come colei che il Padre "ha scelto" come Madre del suo Figlio nell'incarnazione ed insieme al Padre l'ha scelta il Figlio, affidandola eternamente allo Spirito di santità. Maria è in modo del tutto speciale ed eccezionale unita a Cristo, e parimenti è amata in questo Figlio diletto eternamente, in questo Figlio consustanziale al Padre, nel quale si concentra tutta "la gloria della grazia". Nello stesso tempo, ella è e rimane aperta perfettamente verso questo "dono dall'alto" (Gc 1,17). Come insegna il Concilio, Maria "primeggia tra gli umili e i poveri del Signore, i quali con fiducia attendono e ricevono da lui la salvezza".
CONTEMPLIAMO IL MISTERO
Guidati da Maria fissiamo lo sguardo sul volto di Cristo per poi aprire il cuore alla lode trinitaria, traguardo di ogni contemplazione cristiana.
Mostraci il tuo volto, Signore, in te speriamo. Donaci il tuo sguardo Maria: con te crediamo, con te amiamo.
Padre nostro... Ave Maria... e benedetto il frutto del tuo seno Gesù, concepito per opera dello Spirito Santo ... Santa Maria... (10 volte). Gloria al Padre...
PREGHIAMO CON IL BEATO BARTOLO LONGO
O parole benedette, che hanno consumato il mistero dell'Incarnazione, compiute le profezie, riparata la disubbidienza dei nostri primi padri. Parole ammirabili in cui risplende la fede più viva, l'umiltà più profonda, l'obbedienza più sommessa, l'amore più tenero, l'abbandono più perfetto alla volontà divina. O regina umilissima, Dio ti salvi; per te e da te cominciò l'opera della nostra redenzione. Quanto è grande la tua umiltà!
Beati saremo noi, se vivremo sotto la tua protezione ed invocandoti otterremo il perfetto amore di te e del tuo Figlio Gesù. (Dagli Scritti di Bartolo Longo)
La giaculatoria che ora recitiamo ci aiuti ad unire il significato del mistero che abbiamo pregato con l'impegno di vita.
Regina del Santo Rosario di Pompei, Madre nostra dolcissima, ottienici di riconoscere sempre prontamente la voce di Dio, e di fare sempre la sua volontà. Beato Bartolo Longo, apostolo del Santo Rosario, prega per noi.
PICCOLA SUPPLICA ALLA MADONNA DI POMPEI
Dopo aver meditato e contemplato il mistero, concludiamo la nostra preghiera rivolgendoci con amore filiale a Colei alla cui scuola impariamo a immergerci nel mistero di Dio e a vivere come a Lui piace.
Vergine del Santo Rosario, Madre del Redentore, donna della nostra terra innalzata al di sopra dei cieli umile serva del Signore proclamata Regina del mondo dal profondo delle nostre miserie noi ricorriamo a Te. Con fiducia di figli guardiamo il tuo viso dolcissimo. Coronata di dodici stelle, Tu ci porti al mistero del Padre, Tu risplendi di Spirito Santo, Tu ci doni il tuo Bimbo divino, Gesù, nostra speranza unica salvezza del mondo. Porgendoci il tuo Rosario Tu ci inviti a fissare il suo volto. Tu ci apri il suo cuore, abisso di gioia e di dolore, di luce e di gloria, mistero del figlio di Dio, fatto uomo per noi. Ai tuoi piedi sulle orme dei Santi ci sentiamo famiglia di Dio. Madre e modello della Chiesa, Tu sei guida e sostegno sicuro. Rendici un cuor solo e un'anima sola, popolo forte in cammino verso la patria del cielo. Ti consegniamo le nostre miserie, le tante strade dell'odio e del sangue le mille antiche e nuove povertà e soprattutto il nostro peccato. A te ci affidiamo, Madre di misericordia: ottienici il perdono di Dio, aiutaci a costruire un mondo secondo il tuo cuore. O Rosario benedetto di Maria catena dolce che ci annoda a Dio, catena d'amore che ci fa fratelli, noi non ti lasceremo mai più. Nelle nostre mani sarai arma di pace e di perdono, stella del nostro cammino. E il bacio a te con l'ultimo respiro ci immergerà in un'onda di luce, nella visione della Madre amata e del Figlio divino, anelito e gioia del nostro cuore con il Padre e lo Spirito Santo. Amen.
SECONDO SABATO
2 ° Mistero della Gioia: Visita di Maria ad Elisabetta
Prima di metterci in ascolto della Parola di Dio, invochiamo lo Spirito Santo e preghiamo con la fede della Chiesa.
Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.
INVOCHIAMO LO SPIRITO SANTO
Noi ti adoriamo e ti amiamo con tutto il nostro cuore, o Spirito divino, Dio onnipotente, Amore del Padre e del Figlio. Vieni dunque, o Dio di bontà e di misericordia, a dare la grazia col tuo alito vivificatore al nostro cuore; vieni, o Fuoco divino e insegnaci a parlare il linguaggio dei Santi. Vieni e con la tua luce ineffabile illuminaci, col tuo fuoco purificaci, accendici il cuore e rendilo ardente della tua carità. Spirito di verità, senza di te siamo nell'errore; Spirito di amore, senza di te siamo aridi; Spirito di vita, senza di te siamo senza vita. Donaci, perciò, o Dio di bontà, i frutti del tuo Spirito. Amen.
(Dagli Scritti di Bartolo Longo)
PREGHIAMO CON LA CHIESA
Dio onnipotente ed eterno, che nel tuo disegno di amore hai ispirato alla Beata Vergine Maria, che portava in grembo il tuo Figlio, di visitare sant'Elisabetta, concedi a noi di essere docili all'azione del tuo Spirito per magnificare con Maria il tuo Santo nome. Per Cristo nostro Signore. Amen. (Messale Romano, Colletta della Visitazione della Beata Vergine Maria)
ASCOLTIAMO LA PAROLA DI DIO
Per dare maggiore profondità alla nostra meditazione apriamo il cuore al Signore che ci parla.
Dal vangelo di Luca (1,39-56)
In quei giorni Maria si mise in viaggio verso la montagna e raggiunse in fretta una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino le sussultò nel grembo.
Elisabetta fu piena di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: "Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che debbo che la madre del mio Signore venga a me? Ecco, appena la voce del tuo saluto è giunta ai miei orecchi, il bambino ha esultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell'adempimento delle parole del Signore".
Allora Maria disse: "L'anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l'umiltà della sua serva. D'ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.
Grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente e Santo è il suo nome: di generazione in generazione la sua misericordia si stende su quelli che lo temono. Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato a mani vuote i ricchi. Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia, come aveva promesso ai nostri padri, ad Abramo e alla sua discendenza, per sempre". Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua.
MEDITIAMO
L'ascolto e la meditazione si nutrono di silenzio. Facciamo una breve pausa, poi, leggiamo e continuiamo a meditare.
Da I Quindici Sabati di Bartolo Longo
La grazia dello Spirito Santo non ammette lungo ritardo: vuole fedele corrispondenza, ed esige pronta risoluzione. E Maria, docile ai movimenti dello Spirito Santo, corrisponde subito a Dio. Non appena concepisce nel suo seno il Redentore degli uomini, è pronta a soddisfare il desiderio di Lui, di beneficare il genere umano e distruggere il peccato. Iddio voleva santificare il Precursore Giovanni, manifestare la gloria e la potenza del suo Figlio fin dai primi momenti della sua Incarnazione e riempire le due avventurate madri di una nuova letizia e di nuove grazie. Maria, tutta piena di amor di Dio e di carità del prossimo, sollecitamente lascia la sua umile dimora di Nàzareth in Galilea, e intraprende il lungo e faticoso viaggio sino ai monti della Giudea. Pensa alle numerose ispirazioni buone che hai soffocate nel tuo cuore, cui forse erano legati disegni particolari di Dio per la gloria sua, per la salvezza tua, e per il vantaggio del prossimo! Guarda: Elisabetta, già inoltrata negli anni, attende un figlio; ella ha bisogno di una confidente che l'aiuti e la consoli. E l'amorosa Vergine che vince in amore e in bellezza i Serafini, non indugia nella decisione, non va lenta nel suo viaggio, ma con fretta. Le è forte stimolo la carità del prossimo. L'amore di Dio, quando regna nel cuore, non resta mai ozioso, spinge sempre l'animo al bene del prossimo senza avere rispetto alle proprie inquietudini; poiché l'amore di Dio e quello del prossimo è uno stesso amore, il quale si rivolge ora al Creatore ora alle creature. Questa virtù sola guida ed anima Maria, e non l'amore dello svago e del piacere, non quel desiderio di vedere e di essere veduta, quella curiosità e quella ostentazione, che sono, per non dire di più, i frequenti motivi delle visite che noi facciamo. Considera come Maria salutò Elisabetta. La vera carità previene gli altrui desideri senza alcun temporale interesse. Se la carità divina non ci avesse prevenuti, e non ci prevenisse tutti i giomi, avremmo noi conosciuto Iddio?
Penseremmo noi a Lui? Al saluto di Maria, a quella voce fatta strumento del Verbo di Dio, segue il più grande di tutti i miracoli: Gesù, dal seno di sua Madre, santifica Giovanni che esulta nel seno della propria madre, e riempie Elisabetta di Spirito Santo. Impara che ciò che aspetti dal Cielo, solo per mezzo di Maria lo puoi ottenere. La prima grazia comunicata agli uomini dal Verbo incamato l'ha fatta dal seno e alla voce di Maria. O Madre di grazie, quanto è mai potente la tua voce! Falla sentire al mio cuore, o almeno falla sentire al tuo Figlio in favore mio!
CONTEMPLIAMO IL MISTERO
Guidati da Maria fissiamo lo sguardo sul volto di Cristo per poi aprire il cuore alla lode trinitaria, traguardo di ogni contemplazione cristiana.
Mostraci il tuo volto, Signore, in te speriamo. Donaci il tuo sguardo Maria: con te crediamo, con te amiamo.
Padre nostro... Ave Maria... e benedetto il frutto del tuo seno Gesù, che portasti in grembo nella visita a Sant'Elisabetta ... Santa Maria... (10 volte). Gloria al Padre...
PREGHIAMO CON IL BEATO BARTOLO LONGO
O Maria, per la virtù di questo Mistero del tuo Rosario, che Tu ci dia grazia di amare assai Gesù Cristo per raggiungere la salvezza; giacché Tu sei la dispensatrice delle grazie,
e perciò la Speranza di tutti e la Speranza nostra.
O Maria, prega per noi, e raccomandaci al tuo Figlio. Le tue preghiere non hanno rifiuto: sono preghiere di Madre presso un Figlio che tanto ci ama. E Tu meglio di noi conosci le miserie e le necessità nostre, né sappiamo quali grazie più ci occorrono. Nelle tue mani ci abbandoniamo, in te confidiamo. (Dagli Scritti di Bartolo Longo)
La giaculatoria che ora recitiamo ci aiuti ad unire il significato del mistero che abbiamo pregato con l'impegno di vita.
Regina del Santo Rosario di Pompei, Madre nostra dolcissima, ottienici di sentire la tua ansia apostolica, per portare Cristo ai nostri fratelli e metterci a loro servizio nell'amore.
Beato Bartolo Longo, apostolo del Santo Rosario, prega per noi.
PICCOLA SUPPLICA ALLA MADONNA DI POMPEI
Dopo aver meditato e contemplato il mistero, concludiamo la nostra preghiera rivolgendoci con amore filiale a Colei alla cui scuola impariamo a immergerci nel mistero di Dio e a vivere come a Lui piace.
Vergine del Santo Rosario, Madre del Redentore, donna della nostra terra innalzata al di sopra dei cieli umile serva del Signore proclamata Regina del mondo dal profondo delle nostre miserie noi ricorriamo a Te. Con fiducia di figli guardiamo il tuo viso dolcissimo. Coronata di dodici stelle, Tu ci porti al mistero del Padre, Tu risplendi di Spirito Santo, Tu ci doni il tuo Bimbo divino, Gesù, nostra speranza unica salvezza del mondo. Porgendoci il tuo Rosario Tu ci inviti a fissare il suo volto. Tu ci apri il suo cuore, abisso di gioia e di dolore, di luce e di gloria, mistero del figlio di Dio, fatto uomo per noi. Ai tuoi piedi sulle orme dei Santi ci sentiamo famiglia di Dio. Madre e modello della Chiesa, Tu sei guida e sostegno sicuro. Rendici un cuor solo e un'anima sola, popolo forte in cammino verso la patria del cielo. Ti consegniamo le nostre miserie, le tante strade dell'odio e del sangue le mille antiche e nuove povertà e soprattutto il nostro peccato. A te ci affidiamo, Madre di misericordia: ottienici il perdono di Dio, aiutaci a costruire un mondo secondo il tuo cuore. O Rosario benedetto di Maria catena dolce che ci annoda a Dio, catena d'amore che ci fa fratelli, noi non ti lasceremo mai più. Nelle nostre mani sarai arma di pace e di perdono, stella del nostro cammino. E il bacio a te con l'ultimo respiro ci immergerà in un'onda di luce, nella visione della Madre amata e del Figlio divino, anelito e gioia del nostro cuore con il Padre e lo Spirito Santo. Amen.
TERZO SABATO
3° Mistero della Gioia: Gesù nasce a Betlemme
Prima di metterci in ascolto della Parola di Dio, invochiamo lo Spirito Santo e preghiamo con la fede della Chiesa.
Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.
INVOCHIAMO LO SPIRITO SANTO
Noi ti adoriamo e ti amiamo con tutto il nostro cuore, o Spirito divino, Dio onnipotente, Amore del Padre e del Figlio. Vieni dunque, o Dio di bontà e di misericordia, a dare la grazia col tuo alito vivificatore al nostro cuore; vieni, o Fuoco divino e insegnaci a parlare il linguaggio dei Santi. Vieni e con la tua luce ineffabile illuminaci, col tuo fuoco purificaci, accendici il cuore e rendilo ardente della tua carità. Spirito di verità, senza di te siamo nell'errore; Spirito di amore, senza di te siamo aridi; Spirito di vita, senza di te siamo senza vita. Donaci, perciò, o Dio di bontà, i frutti del tuo Spirito. Amen.
(Dagli Scritti di Bartolo Longo)
PREGHIAMO CON LA CHIESA
Padre buono, che in Maria, vergine e madre, benedetta fra tutte le donne, hai stabilito la dimora del tuo Verbo fatto uomo fra noi, donaci il tuo Spirito, perché tutta la nostra vita nel segno della tua benedizione si renda disponibile ad accogliere il tuo dono. Per Cristo nostro Signore. Amen. (Messale Romano, Colletta di Maria SS. Madre di Dio)
ASCOLTIAMO LA PAROLA DI DIO
Per dare maggiore profondità alla nostra meditazione apriamo il cuore al Signore che ci parla.
Dal vangelo di Luca (2,2-12)
In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando era governatore della Siria Quirinio. Andavano tutti a farsi registrare, ciascuno nella sua città. Anche Giuseppe, che era della casa e della famiglia di Davide, dalla città di Nàzareth e dalla Galilea sali in Giudea alla città di Davide, chiamata Betlemme, per farsi registrare insieme con Maria sua sposa, che era incinta. Ora, mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia, perché non c'era posto per loro nell'albergo.
C'erano in quella regione alcuni pastori che vegliavano di notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò davanti a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce.
Essi furono presi da grande spavento, ma l'angelo disse loro: "Non temete, ecco vi annunzio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi vi è nato nella città di Davide un salvatore, che è il Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, che giace in una mangiatoia".
MEDITIAMO
L'ascolto e la meditazione si nutrono di silenzio. Facciamo una breve pausa, poi, leggiamo e continuiamo a meditare.
Dai Discorsi di Sant'Agostino
Svegliati, o uomo: per te Dio si è fatto uomo. "Svegliati, o tu che dormi, destati dai morti e Cristo ti illuminerà" (Ef 5,14). Per te, dico, Dio si è fatto uomo. Saresti morto per sempre, se egli non fosse nato nel tempo. Non avrebbe liberato dal peccato la tua natura, se non avesse assunto una natura simile a quella del peccato. Una perpetua miseria ti avrebbe posseduto, se non fosse stata elargita questa misericordia. Non avresti riavuto la vita, se egli non si fosse incontrato con la tua stessa morte. Saresti venuto meno, se non ti avesse soccorso. Saresti perito, se non fosse venuto.
Prepariamoci a celebrare in letizia la venuta della nostra salvezza, della nostra redenzione; a celebrare il giorno di festa in cui il grande ed eterno giorno venne dal suo grande ed eterno giorno in questo nostro giorno temporaneo così breve. Egli è diventato per noi giustizia, santificazione e redenzione perché, come sta scritto, chi si vanta si vanti nel Signore (cfr 1 Cor 1,30-31).
La verità è germogliata dalla terra (cfr Sal 84,12): nasce dalla Vergine Cristo, che ha detto: Io sono la verità (cfr Gv 14,6). E la giustizia si è affacciata dal cielo (cfr Sal 84,12). L'uomo che crede nel Cristo, nato per noi, non riceve la salvezza da se stesso, ma da Dio. La verità è germogliata dalla terra, perché "il Verbo si fece carne" (Gv 1,14). E la giustizia si è affacciata dal cielo, perché "ogni buon regalo e ogni dono perfetto viene dall'alto" (Gc 1,17). La verità è germogliata dalla terra: la carne da Maria. E la giustizia si è affacciata dal cielo, per-ché l'uomo non può ricevere nulla se non gli è stato dato dal cielo (cfr 3,27).
"Giustificati per la fede, noi siamo in pace con Dio" (Rm 5,1) perché la giustizia e la pace si sono baciate (cfiSal 84,11) per il nostro Signore Gesù Cristo, perché la verità è germogliata dalla terra (cfr Sal 84,12). Per mezzo di lui abbiamo l'accesso a questa grazia in cui ci troviamo e di cui ci vantiamo nella speranza della gloria di Dio (cfr Rm 5,2). Non dice della nostra gloria, ma della gloria di Dio, perché la giustizia non ci venne da noi, ma si è affacciata dal cielo. Perciò colui che si gloria si glori nel Signore, non in se stesso.
Dal cielo, infatti per la nascita del Signore dalla Vergine... si fece udire l'inno degli angeli: Gloria a Dio nell'alto dei cieli e pace sulla terra agli uomini di buona volontà (cfr Lc 2,14). Come poté venire la pace sulla terra, se non perché la verità è germogliata dalla terra, cioè Cristo è nato dalla carne? Egli è la nostra pace, colui che di due popoli ne ha fatto uno solo (cfr Ef 2,14) perché fossimo uomini di buona volontà, legati dolcemente dal vincolo dell'unità.
Rallegriamoci dunque di questa grazia perché nostra gloria sia la testimonianza della buona coscienza. Non ci gloriamo in noi stessi, ma nel Signore. È stato detto: "Sei mia gloria e sollevi il mio capo" (Sal 3,4): e quale grazia di Dio più grande ha potuto brillare a noi? Avendo un Figlio unigenito, Dio l'ha fatto figlio dell'uomo, e così viceversa ha reso il figlio dell'uomo figlio di Dio. Cerca il merito, la causa, la giustizia di questo, e vedi se trovi mai altro che grazia.
CONTEMPLIAMO IL MISTERO
Guidati da Maria fissiamo lo sguardo sul volto di Cristo per poi aprire il cuore alla lode trinitaria, traguardo di ogni contemplazione cristiana.
Mostraci il tuo volto, Signore, in te speriamo. Donaci il tuo sguardo Maria: con te crediamo, con te amiamo.
Padre nostro... Ave Maria... e benedetto il frutto del tuo seno Gesù, dato alla luce a Betlemme ... Santa Maria... (10 volte). Gloria al Padre...
PREGHIAMO CON IL BEATO BARTOLO LONGO
Noi ti adoriamo, o Verbo Incamato!
Noi ti adoriamo, o Figlio del Dio vivente! Noi ti adoriamo, o Dio vero, rivestito della nostra came e soggetto volontariamente alle nostre miserie.
Vieni con la tua grazia nell'anima nostra, e sii il nostro vero Salvatore.
Signore, noi siamo poveri!
ma non sei Tu si ricco e potente da farci in un momento ricchi della tua grazia? Ti offriamo, dunque, quel che abbiamo. Questi cuori li doniamo a te; rendili puri, umili e poveri come il tuo.
Ti doniamo la nostra volontà e tutte le facoltà dell'anima nostra; Ti doniamo noi stessi affinché non viviamo che per te, non desideriamo che te, non amiamo altro che te.
(Dagli Scritti di Bartolo Longo)
La giaculatoria che ora recitiamo ci aiuti ad unire il significato del mistero che abbiamo pregato con l'impegno di vita.
Regina del Santo Rosario di Pompei, Madre nostra dolcissima, ottienici di essere casa accogliente, dove il tuo Figlio divino, nato in noi col Battesimo, possa abitare sempre col Padre e lo Spirito Santo. Beato Bartolo Longo, apostolo del Santo Rosario, prega per noi.
PICCOLA SUPPLICA ALLA MADONNA DI POMPEI
Dopo aver meditato e contemplato il mistero, concludiamo la nostra preghiera rivolgendoci con amore filiale a Colei alla cui scuola impariamo a immergerci nel mistero di Dio e a vivere come a Lui piace.
Vergine del Santo Rosario, Madre del Redentore, donna della nostra terra innalzata al di sopra dei cieli umile serva del Signore proclamata Regina del mondo dal profondo delle nostre miserie noi ricorriamo a Te. Con fiducia di figli guardiamo il tuo viso dolcissimo. Coronata di dodici stelle, Tu ci porti al mistero del Padre, Tu risplendi di Spirito Santo, Tu ci doni il tuo Bimbo divino, Gesù, nostra speranza unica salvezza del mondo. Porgendoci il tuo Rosario Tu ci inviti a fissare il suo volto. Tu ci apri il suo cuore, abisso di gioia e di dolore, di luce e di gloria, mistero del figlio di Dio, fatto uomo per noi. Ai tuoi piedi sulle orme dei Santi ci sentiamo famiglia di Dio. Madre e modello della Chiesa, Tu sei guida e sostegno sicuro. Rendici un cuor solo e un'anima sola, popolo forte in cammino verso la patria del cielo. Ti consegniamo le nostre miserie, le tante strade dell'odio e del sangue le mille antiche e nuove povertà e soprattutto il nostro peccato. A te ci affidiamo, Madre di misericordia: ottienici il perdono di Dio, aiutaci a costruire un mondo secondo il tuo cuore. O Rosario benedetto di Maria catena dolce che ci annoda a Dio, catena d'amore che ci fa fratelli, noi non ti lasceremo mai più. Nelle nostre mani sarai arma di pace e di perdono, stella del nostro cammino. E il bacio a te con l'ultimo respiro ci immergerà in un'onda di luce, nella visione della Madre amata e del Figlio divino, anelito e gioia del nostro cuore con il Padre e lo Spirito Santo. Amen.
QUARTO SABATO
4° Mistero della Gioia: Gesù è offerto al Padre nel tempio
Prima di metterci in ascolto della Parola di Dio, invochiamo lo Spirito Santo e preghiamo con la fede della Chiesa.
Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.
INVOCHIAMO LO SPIRITO SANTO
Noi ti adoriamo e ti amiamo con tutto il nostro cuore, o Spirito divino, Dio onnipotente, Amore del Padre e del Figlio. Vieni dunque, o Dio di bontà e di misericordia, a dare la grazia col tuo alito vivificatore al nostro cuore; vieni, o Fuoco divino e insegnaci a parlare il linguaggio dei Santi. Vieni e con la tua luce ineffabile illuminaci, col tuo fuoco purificaci, accendici il cuore e rendilo ardente della tua carità. Spirito di verità, senza di te siamo nell'errore; Spirito di amore, senza di te siamo aridi; Spirito di vita, senza di te siamo senza vita. Donaci, perciò, o Dio di bontà, i frutti del tuo Spirito. Amen.
(Dagli Scritti di Bartolo Longo)
PREGHIAMO CON LA CHIESA
O Dio, tu hai manifestato al mondo fra le braccia della Vergine Madre il tuo Figlio, gloria di Israele e luce delle genti; fa' che alla scuola di Maria rafforziamo la nostra fede in Cristo e riconosciamo in lui l'unico mediatore e il salvatore di tutti gli uomini. Per Cristo nostro Signore. Amen. (Messale della Beata Vergine Maria, Colletta di Maria Vergine nell'Epifania del Signore)
ASCOLTIAMO LA PAROLA DI DIO
Per dare maggiore profondità alla nostra meditazione apriamo il cuore al Signore che ci parla.
Dal vangelo di Luca (2,22-32)
Quando venne il tempo della loro purificazione secondo la Legge di Mosè, portarono il bambino a Gerusalemme per offrirlo al Signore, come è scritto nella Legge del Signore: ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore; e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o di giovani colombi, come prescrive la Legge del Signore.
Ora a Gerusalemme c'era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e timorato di Dio, che aspettava il conforto d'Israele; lo Spirito Santo che era sopra di lui, gli aveva preannunziato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Messia del Signore. Mosso dunque dallo Spirito, si recò al tempio; e mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per adempiere la Legge, lo prese tra le braccia e benedisse Dio: "Ora lascia, o Signore, che il tuo servo vada in pace secondo la tua parola; perché i miei occhi han visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli, luce per illuminare le genti e gloria del tuo popolo Israele".
MEDITIAMO
L'ascolto e la meditazione si nutrono di silenzio. Facciamo una breve pausa, poi, leggiamo e continuiamo a meditare.
Da Il mistero di Maria di Giovanni Moioli
È il mistero della Presentazione di Gesù, su cui vogliamo meditare. II nostro sguardo sia soprattutto sul Signore, per potergli dire, facendo eco ad Anna e Simeone, che rappresentano tutto il cammino, tutta l'attesa di Israele: "Tu sei la mia luce, tu sei la mia attesa, tu sei il mio incontro".
Simeone e Anna sono l'espressione di questa attesa, di questa lunga attesa, di questa lunga pazienza. E il Signore in tante maniere può presentarsi a noi così. Vi sono i momenti in cui il Signore sembra essere lì, quasi a portata di mano, e vi sono i momenti in cui il Signore fa pazientare. Ma anche noi facciamo "pazientare" il Signore. Anche il Signore ha tanta pazienza: aspetta i momenti giusti, aspetta i tempi, ci incontra là dove neppure sospettiamo che ci possa trovare. Però è anche vero che il Signore tante volte ci fa pazientare. Come Simeone. Ci fa pazientare, forse, tutta una vita, tutti questi lunghi anni, in attesa di vederlo, di incontrarlo.
È la lunga attesa dei nostri Padri, da Abramo in su. È l'attesa di Mosè, che si avvicina al roveto ardente e vorrebbe vedere il Signore e, invece, "sente" soltanto la sua voce, deve aspettare ancora (cfr Es 3).
Finalmente, nel Signore Gesù Cristo, il Signore si fa "vedere": nel senso che un'esistenza umana, un volto umano, una personalità umana diventano come il "luogo", la mediazione della visione di Dio. La festa della Presentazione di Gesù diviene allora come un richiamo
a ritrovare il senso che l'incontro con il Signore è anche l'incontro di una pazienza: "Tu sei la mia attesa".
E, intanto, questa attesa purifica i nostri desideri, anche quando sembra che tanti distacchi vengano domandati, vengano realizzati. Perché, a poco a poco, noi ritroviamo quello che apparentemente perdiamo: lo ritroviamo in una maniera ancora più profonda, ancora più vicina, più interiore. Perché, soprattutto con sempre maggiore verità, noi scopriamo che il nostro desiderio ultimo, il senso ultimo del nostro desiderio è il Signore. Questo mistero non è soltanto il mistero dell'attesa, ma la festa dell'incontro. Dobbiamo vivere in questa speranza.
E anche quando diciamo al Signore nella notte: "Tu sei la mia luce", perché, paradossalmente il buio ci fa dire questo, anche quando sembra che i nostri desideri vengano come disancorati e perdano la loro forza, questo non rimane perennemente interlocutorio. Qualche volta, anche in una maniera profonda, pur non visibile e sensibile, il Signore ci dà il senso che egli è il nostro "incontro": perché ci sorregge, perché ci dà una pace, una tranquillità; perché ci dà una speranza.
In ogni caso, la nostra vita è fatta per l'incontro. Come per Simeone e Anna. A questo incontro ci introduce Maria, "presentandoci" il Signore.
CONTEMPLIAMO IL MISTERO
Guidati da Maria fissiamo lo sguardo sul volto di Cristo per poi aprire il cuore alla lode trinitaria, traguardo di ogni contemplazione cristiana.
Mostraci il tuo volto, Signore, in te speriamo. Donaci il tuo sguardo Maria: con te crediamo, con te amiamo.
Padre nostro... Ave Maria... e benedetto il frutto del tuo seno Gesù, offerto al Padre nel tempio ... Santa Maria ... (10 volte). Gloria al Padre...
PREGHIAMO CON IL BEATO BARTOLO LONGO
O Madre della salute e della luce divina, per quell'amore con cui hai offerto il tuo Figlio all'Eterno Padre per tutti gli uomini, offri anche noi a questo Dio di amore, affinché non ci allontaniamo durante il nostro esilio né dalla sua volontà, né dal suo amore.
O Gesù nostro, vieni e non differire la tua venuta; poiché tutti i beni che desideriamo, ci verranno con te. Vieni, o dolce Gesù, spezza i legami della nostra schiavitù, dacci la libertà dei figli tuoi, infondendoci lo spirito di fortezza e di distacco dalle cose della terra, affinché possiamo appartenerti, e ti seguiamo e ti abbracciamo e ti possediamo. E così, possedendoti, cantiamo, col santo vecchio Simeone e con Anna, la profetessa, il cantico della gioia e dell'ardente brama di riposare eternamente in seno a te.
(Dagli Scritti di Bartolo Longo)
La giaculatoria che ora recitiamo ci aiuti ad unire il significato del mistero che abbiamo pregato con l'impegno di vita.
Regina del Santo Rosario di Pompei, Madre nostra dolcissima, ottienici di essere vero tempio dello Spirito Santo, consacrando la nostra vita all'amore di Dio e dei fratelli.
Beato Bartolo Longo, apostolo del Santo Rosario, prega per noi.
PICCOLA SUPPLICA ALLA MADONNA DI POMPEI
Dopo aver meditato e contemplato il mistero, concludiamo la nostra preghiera rivolgendoci con amore filiale a Colei alla cui scuola impariamo a immergerci nel mistero di Dio e a vivere come a Lui piace.
Vergine del Santo Rosario, Madre del Redentore, donna della nostra terra innalzata al di sopra dei cieli umile serva del Signore proclamata Regina del mondo dal profondo delle nostre miserie noi ricorriamo a Te. Con fiducia di figli guardiamo il tuo viso dolcissimo. Coronata di dodici stelle, Tu ci porti al mistero del Padre, Tu risplendi di Spirito Santo, Tu ci doni il tuo Bimbo divino, Gesù, nostra speranza unica salvezza del mondo. Porgendoci il tuo Rosario Tu ci inviti a fissare il suo volto. Tu ci apri il suo cuore, abisso di gioia e di dolore, di luce e di gloria, mistero del figlio di Dio, fatto uomo per noi. Ai tuoi piedi sulle orme dei Santi ci sentiamo famiglia di Dio. Madre e modello della Chiesa, Tu sei guida e sostegno sicuro. Rendici un cuor solo e un'anima sola, popolo forte in cammino verso la patria del cielo. Ti consegniamo le nostre miserie, le tante strade dell'odio e del sangue le mille antiche e nuove povertà e soprattutto il nostro peccato. A te ci affidiamo, Madre di misericordia: ottienici il perdono di Dio, aiutaci a costruire un mondo secondo il tuo cuore. O Rosario benedetto di Maria catena dolce che ci annoda a Dio, catena d'amore che ci fa fratelli, noi non ti lasceremo mai più. Nelle nostre mani sarai arma di pace e di perdono, stella del nostro cammino. E il bacio a te con l'ultimo respiro ci immergerà in un'onda di luce, nella visione della Madre amata e del Figlio divino, anelito e gioia del nostro cuore con il Padre e lo Spirito Santo. Amen.
QUINTO SABATO
5° Mistero della Gioia: Gesù insegna ai dottori nel tempio
Prima di metterci in ascolto della Parola di Dio, invochiamo lo Spirito Santo e preghiamo con la fede della Chiesa.
Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.
INVOCHIAMO LO SPIRITO SANTO
Noi ti adoriamo e ti amiamo con tutto il nostro cuore, o Spirito divino, Dio onnipotente, Amore del Padre e del Figlio. Vieni dunque, o Dio di bontà e di misericordia, a dare la grazia col tuo alito vivificatore al nostro cuore; vieni, o Fuoco divino e insegnaci a parlare il linguaggio dei Santi. Vieni e con la tua luce ineffabile illuminaci, col tuo fuoco purificaci, accendici il cuore e rendilo ardente della tua carità. Spirito di verità, senza di te siamo nell'errore; Spirito di amore, senza di te siamo aridi; Spirito di vita, senza di te siamo senza vita. Donaci, perciò, o Dio di bontà, i frutti del tuo Spirito. Amen.
(Dagli Scritti di Bartolo Longo)
PREGHIAMO CON LA CHIESA
Assisti i tuoi fedeli, Signore, nel cammino della vita, e per l'intercessione materna della beata Vergine Maria, madre e maestra, fa' che giungiamo felicemente al tuo santo monte, Cristo Gesù, nostro Signore. Amen.
(Messale della Beata Vergine Maria, Colletta di Maria Vergine Madre e Maestra spirituale)
ASCOLTIAMO LA PAROLA DI DIO
Per dare maggiore profondità alla nostra meditazione apriamo il cuore al Signore che ci parla.
Dal vangelo di Luca (2,41-50)
I suoi genitori si recavano tutti gli anni a Gerusalemme per la festa di Pasqua. Quando egli ebbe dodici anni, vi salirono di nuovo secondo l'usanza; ma trascorsi i giorni della festa, mentre riprendevano la via del ritorno, il fanciullo Gesù rimase a Gerusalemme, senza che i genitori se ne accorgessero. Credendolo nella carovana, fecero una giornata di viaggio, e poi si misero a cercarlo tra i parenti e i conoscenti; non avendolo trovato, tornarono in cerca di lui a Gerusalemme. Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai dottori, mentre li ascoltava e li interrogava. E tutti quelli che l'udivano erano pieni di stupore per la sua intelligenza e le sue risposte. Al vederlo restarono stupiti e sua madre gli disse: "Figlio, perché ci hai fatto così? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo". Ed egli rispose: "Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?". Ma essi non compresero le sue parole.
MEDITIAMO
L'ascolto e la meditazione si nutrono di silenzio. Facciamo una breve pausa, poi, leggiamo e continuiamo a meditare.
Da Celebrare e vivere la Parola di Gianfranco Ravasi II nucleo centrale della scena è Gesù "seduto in mezzo ai dottori, mentre li ascoltava e li interrogava" (v. 46). E questo dato emblematico è commentato dalla frase essenziale che Gesù rilancia all'ansia di Maria e Giuseppe: "Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?".
Gesù ha dodici anni e a quest'età l'ebreo entrava nella pienezza della responsabilità nei confronti della Legge e della religione. Gesù, giunto alla sua maturità ufficiale, svela la sua autentica realtà di Maestro e di Figlio, prendendo le distanze dalla cornice limitata e quotidiana entro cui è pure inserito.
È, quindi, la prima grande autorivelazione che Gesù fa del suo destino e il vero fedele, simile a Maria, per cogliere questo mistero celato sotto le spoglie di un giovane ebreo deve "serbare queste cose nel cuore" meditandole. Maria capisce ora che anche per lei deve iniziare quel faticoso itinerario di fede che le farà scoprire il mistero nascosto nel suo ragazzo e che le farà perdere sempre più il figlio come suo possesso per averlo come dono salvifico di Dio ai piedi della croce.
La vicenda di Maria è, allora, quella di ogni genitore che deve accettare nel figlio un progetto non suo ma libero e nuovo d'una persona diversa. Perciò non potrà mai considerare il figlio un possesso personale a cui imporre un destino già stabilito.
Ma soprattutto la vicenda di Maria è quella di ogni
credente che "trova Gesù nella casa del Padre dopo tre giorni" (2, 46). Ritrovare Gesù nella "casa del Padre" dopo tre giorni è lo sbocco ultimo della fede, è un annunzio pasquale, è un invito a cercare sempre Gesù dove realmente è.
Gesù introduce una distinzione netta tra la sua famiglia terrena e quella misteriosa che è alla sua origine. Pronunziando questa parola "Padre", Gesù rivela il suo misteso divino. La sua vocazione non è quella di essere al servizio di una pur santa famiglia di creature umane ma quella di essere a disposizione del Padre celeste.
Eppure questo ragazzo che fa una simile, sconvolgente dichiarazione è lo stesso che segue obbediente i genitori che salgono ogni anno per la Pasqua a Gerusalemme, è lo stesso che riceve il rimprovero: "Figlio, perché ci hai fatto così?"; è lo stesso che segue obbediente i genitori sulla strada di Nàzareth; è lo stesso che "sta loro sottomesso", anche se è maggiorenne e dotato della stessa sapienza di Dio e dell'intelligenza di Salomone, anche se la sua sapienza cresce progressivamente con la maturità, con l'età, la statura e la grazia.
L'obbedienza di Gesù nell'intemo di questa modesta famiglia diventa, perciò, esemplare. L'atteggiamento di Gesù è il segno della sua donazione all'uomo, del suo mettersi al servizio e non del voler essere servito.
D'altro canto Maria inizia a comprendere in modo sperimentale e vissuto che il suo distacco dal Figlio non è segno di lontananza ma di vicinanza perché con la fede essa entra sempre più nel progetto di salvezza che il Cristo sta attuando. C'è, comunque, nell'interno di questo quadro un elemento che può essere accettato da ogni famiglia. Se il figlio deve saper accogliere con rispetto e devozione l'amore dei genitori, i genitori devono sapere che il loro figlio ha un destino che essi non possono predeterminare. Essi possono sognare il figlio a loro immagine e somiglianza o come l'artefice di progetti grandiosi ma alla fine devono saperlo accogliere cosi come egli è, coi suoi piccoli o grandi doni, col suo modesto o glorioso destino. Saper accettare e saper donare sempre, questo è il segno dell'amore.
È questo lo stile della famiglia eccezionale di Nàzareth, è questo lo stile del "codice domestico" steso da Paolo: "Come la Chiesa sta sottomessa a Cristo, così anche le mogli siano soggette ai loro mariti. E voi, mariti, amate le vostre mogli, come Cristo ha amato la Chiesa. Figli, obbedite ai genitori nel Signore... e voi, padri, non inasprite i vostri figli" (Ef 5,24-25; 6,1-4).
CONTEMPLIAMO IL MISTERO
Guidati da Maria fissiamo lo sguardo sul volto di Cristo per poi aprire il cuore alla lode trinitaria, traguardo di ogni contemplazione cristiana.
Mostraci il tuo volto, Signore, in te speriamo. Donaci il tuo sguardo Maria: con te crediamo, con te amiamo.
Padre nostro... Ave Maria... e benedetto il frutto del tuo seno Gesù, che insegna ai dottori nel Tempio ... Santa Maria... (10 volte). Gloria al Padre...
PREGHIAMO CON IL BEATO BARTOLO LONGO
O Maria, o Giuseppe, per quei tre giomi di angoscia che passaste senza Gesù, e per quella ineffabile allegrezza che sentiste allorché lo ritrovaste nel tempio, otteneteci da questo vostro Figlio, che mai più l'offendiamo.
E Tu, Sapienza e Amore infinito, ascoltaci in questo momento. Quello che Tu richiedi da noi sopra ogni altra cosa, è che noi ti obbediamo; e la prima cosa che ci comandi è che noi ti amiamo.
(Dagli Scritti di Bartolo Longo)
La giaculatoria che ora recitiamo ci aiuti ad unire il significato del mistero che abbiamo pregato con l'impegno di vita.
Regina del Santo Rosario di Pompei, Madre nostra dolcissima, ottienici di seguire in tutto gli insegnamenti del tuo Figlio divino, testimoniando il Vangelo con le parole e con le opere. Beato Bartolo Longo, apostolo del Santo Rosario, prega per noi.
PICCOLA SUPPLICA ALLA MADONNA DI POMPEI
Dopo aver meditato e contemplato il mistero, concludiamo la nostra preghiera rivolgendoci con amore filiale a Colei alla cui scuola impariamo a immergerci nel mistero di Dio e a vivere come a Lui piace.
Vergine del Santo Rosario, Madre del Redentore, donna della nostra terra innalzata al di sopra dei cieli umile serva del Signore proclamata Regina del mondo dal profondo delle nostre miserie noi ricorriamo a Te. Con fiducia di figli guardiamo il tuo viso dolcissimo. Coronata di dodici stelle, Tu ci porti al mistero del Padre, Tu risplendi di Spirito Santo, Tu ci doni il tuo Bimbo divino, Gesù, nostra speranza unica salvezza del mondo. Porgendoci il tuo Rosario Tu ci inviti a fissare il suo volto. Tu ci apri il suo cuore, abisso di gioia e di dolore, di luce e di gloria, mistero del figlio di Dio, fatto uomo per noi. Ai tuoi piedi sulle orme dei Santi ci sentiamo famiglia di Dio. Madre e modello della Chiesa, Tu sei guida e sostegno sicuro. Rendici un cuor solo e un'anima sola, popolo forte in cammino verso la patria del cielo. Ti consegniamo le nostre miserie, le tante strade dell'odio e del sangue le mille antiche e nuove povertà e soprattutto il nostro peccato. A te ci affidiamo, Madre di misericordia: ottienici il perdono di Dio, aiutaci a costruire un mondo secondo il tuo cuore. O Rosario benedetto di Maria catena dolce che ci annoda a Dio, catena d'amore che ci fa fratelli, noi non ti lasceremo mai più. Nelle nostre mani sarai arma di pace e di perdono, stella del nostro cammino. E il bacio a te con l'ultimo respiro ci immergerà in un'onda di luce, nella visione della Madre amata e del Figlio divino, anelito e gioia del nostro cuore con il Padre e lo Spirito Santo. Amen.
MISTERI DELLA LUCE
Passando dall'infanzia e dalla vita di Nàzareth alla vita pubblica di Gesù, la contemplazione ci porta su quei misteri che si possono chiamare, a titolo speciale, 'misteri della luce'. In realtà, è tutto il mistero di Cristo che è luce. Egli è "la luce del mondo" (Gv 8,12). Ma questa dimensione emerge particolarmente negli anni della vita pubblica, quando Egli annuncia il vangelo del Regno. Volendo indicare alla comunità cristiana cinque momenti significativi - misteri 'luminosi' - di questa fase della vita di Cristo, ritengo che essi possano essere opportunamente individuati: 1. nel suo Battesimo al Giordano; 2. nella sua auto-rivelazione alle nozze di Cana; 3. nell'annuncio del Regno di Dio con l'invito alla conversione; 4. nella sua Trasfigurazione e, infine, 5. nell'istituzione dell'Eucaristia, espressione sacramentale del mistero pasquale.
Ognuno di questi misteri è rivelazione del Regno ormai giunto nella persona stessa di Gesù. È mistero di luce innanzitutto il Battesimo al Giordano. Qui, mentre il Cristo scende, quale innocente che si fa ‘peccato’ per noi (cfr 2 Cor 5,21), nell'acqua del fiume, il cielo si apre e la voce del Padre lo proclama Figlio diletto (cfr Mt 3, 17 e par), mentre lo Spirito scende su di Lui per investirlo della missione che lo attende. Mistero di luce è l'inizio dei segni a Cana (cfr Gv 2,1-12), quando Cristo, cambiando l'acqua in vino, apre alla fede il cuore dei discepoli grazie all'intervento di Maria, la prima dei credenti. Mistero di luce è la predicazione con la quale Gesù annuncia l'avvento del Regno di Dio e invita alla conversione (cfr Mc 1,15), rimettendo i peccati di chi si accosta a Lui con umile fiducia (cfr Mc 2,3-13; Lc 7,4748), inizio del ministero di misericordia che Egli continuerà ad esercitare fino alla fine del mondo, specie attraverso il sacramento della Riconciliazione affidato alla sua Chiesa (cfr Gv 20,22-23). Mistero di luce per eccellenza è poi la Trasfigurazione, avvenuta, secondo la tradizione, sul Monte Tabor. La gloria della Divinità sfolgora sul volto di Cristo, mentre il Padre lo accredita agli Apostoli estasiati perché lo ascoltino (cfr Lc 9,35 e par) e si dispongano a vivere con Lui il momento doloroso della Passione, per giungere con Lui alla gioia della Risurrezione e a una vita trasfigurata dallo Spirito Santo. Mistero di luce è, infine, l'istituzione dell'Eucaristia, nella quale Cristo si fa nutrimento con il suo Corpo e il suo Sangue sotto i segni del pane e del vino, testimoniando "sino alla fine" il suo amore per l'umanità (cfr Gv 13,1), per la cui salvezza si offrirà in sacrificio.
In questi misteri, tranne che a Cana, la presenza di Maria rimane sullo sfondo. I Vangeli accennano appena a qualche sua presenza occasionale in un momento o nell'altro della predicazione di Gesù (cfr Mc 3,31-35; Gv 2, 12) e nulla dicono di un'eventuale presenza nel Cenacolo al momento dell'istituzione dell'Eucaristia. Ma la funzione che svolge a Cana accompagna, in qualche mo
do, tutto il cammino di Cristo. La rivelazione, che nel Battesimo al Giordano è offerta direttamente dal Padre ed è riecheggiata dal Battista, sta a Cana sulla sua bocca, e diventa la grande ammonizione materna che Ella rivolge alla Chiesa di tutti i tempi: "Fate quello che vi dirà" (cfr Gv 2,5). È ammonizione, questa, che ben introduce parole e segni di Cristo durante la vita pubblica, costituendo lo sfondo mariano di tutti i `misteri della luce'.
(Lettera Apostolica di Giovanni Paolo II, Rosarium Vir ginis Mariae, 2 1)
SESTO SABATO
1° Mistero della Luce: Gesù è battezzato nel Giordano
Prima di metterci in ascolto della Parola di Dio, invochiamo lo Spirito Santo e preghiamo con la fede della Chiesa.
Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.
INVOCHIAMO LO SPIRITO SANTO
Noi ti adoriamo e ti amiamo con tutto il nostro cuore, o Spirito divino, Dio onnipotente, Amore del Padre e del Figlio. Vieni dunque, o Dio di bontà e di misericordia, a dare la grazia col tuo alito vivificatore al nostro cuore; vieni, o Fuoco divino e insegnaci a parlare il linguaggio dei Santi. Vieni e con la tua luce ineffabile illuminaci, col tuo fuoco purificaci, accendici il cuore e rendilo ardente della tua carità. Spirito di verità, senza di te siamo nell'errore; Spirito di amore, senza di te siamo aridi; Spirito di vita, senza di te siamo senza vita. Donaci, perciò, o Dio di bontà, i frutti del tuo Spirito. Amen.
(Dagli Scritti di Bartolo Longo)
PREGHIAMO CON LA CHIESA
Padre d'immensa gloria, tu hai consacrato con potenza di Spirito Santo il tuo Verbo fatto uomo, e lo hai stabilito luce del mondo e alleanza di pace per tutti i popoli; concedi a noi di vivere come fedeli imitatori del tuo Figlio prediletto, in cui il tuo amore si compiace. Per Cristo nostro Signore. Amen.
(Messale Romano, Colletta del Battesimo del Signore)
ASCOLTIAMO LA PAROLA DI DIO
Per dare maggiore profondità alla nostra meditazione apriamo il cuore al Signore che ci parla.
Dal vangelo di Marco (1,4-11)
Si presentò Giovanni a battezzare nel deserto, predicando un battesimo di conversione per il perdono dei peccati. Accorreva a lui tutta la regione della Giudea e tutti gli abitanti di Gerusalemme. E si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati. Giovanni era vestito di peli di cammello, con una cintura di pelle attorno ai fianchi, si cibava di locuste e miele selvatico e predicava: "Dopo di me viene uno che è più forte di me e al quale io non son degno di chinarmi per sciogliere i legacci dei suoi sandali. Io vi ho battezzati con acqua, ma egli vi battezzerà con lo Spirito Santo".
In quei giorni Gesù venne da Nàzareth di Galilea e fu battezzato nel Giordano da Giovanni. E, uscendo dall'acqua, vide aprirsi i cieli e lo Spirito discendere su di lui come una colomba. E si senti una voce dal cielo: "Tu sei il Figlio mio prediletto, in te mi sono compiaciuto".
MEDITIAMO
L'ascolto e la meditazione si nutrono di silenzio. Facciamo una breve pausa, poi, leggiamo e continuiamo a meditare.
Dai Discorsi di San Gregorio Nazianzeno
Cristo nel Battesimo si fa luce, entriamo anche noi nel suo splendore; Cristo riceve il battesimo, inabissiamoci con lui per poter con lui salire alla gloria.
Giovanni dà il battesimo, Gesù si accosta a lui, forse per santificare colui dal quale viene battezzato nell'acqua, ma anche di certo per seppellire totalmente nelle acque il vecchio uomo. Santifica il Giordano prima di santificare noi e lo santifica per noi. E poiché era spirito e carne santifica nello Spirito e nell'acqua.
Il Battista non accetta la richiesta, ma Gesù insiste. Sono io che devo ricevere da te il battesimo (cfr Mt 3,14), così dice la lucerna al sole, la voce alla Parola, l'amico allo Sposo, colui che è il più grande tra i nati di donna a colui che è il primogenito di ogni creatura, colui che nel ventre della madre sussultò di gioia a colui che, ancora nascosto nel grembo materno, ricevette la sua adorazione, colui che precorreva e che avrebbe ancora precorso, a colui che era già apparso e sarebbe nuovamente apparso a suo tempo.
"Io devo ricevere il battesimo da te" e, aggiungi pure, "in nome tuo". Sapeva infatti che avrebbe ricevuto il battesimo del martirio o che, come Pietro, sarebbe stato lavato non solo ai piedi. Gesù sale dalle acque e porta con sé in alto tutto intero il cosmo. Vede scindersi e aprirsi i cieli, quei cieli che Adamo aveva chiuso per sé e per tutta la sua discendenza, quei cieli preclusi e sbarrati come il paradiso lo era per la spada fiammeggiante.
E lo Spirito testimonia la divinità del Cristo: si presenta simbolicamente sopra Colui che gli è del tutto uguale. Una voce proviene dalle profondità dei cieli, da quelle stesse profondità dalle quali proveniva Chi in quel momento riceveva la testimonianza.
Lo Spirito appare visibilmente come colomba e, in questo modo, onora anche il corpo divinizzato e quindi Dio. Non va dimenticato che molto tempo prima era stata pure una colomba quella che aveva annunziato la fine del diluvio. Onoriamo il battesimo di Cristo, e celebriamo come è giusto questa festa.
Purificatevi totalmente e progredite in questa purezza. Dio di nessuna cosa tanto si rallegra, come della conversione e della salvezza dell'uomo. Per l'uomo, infatti, sono state pronunziate tutte le parole divine e per lui sono stati compiuti i misteri della rivelazione.
Tutto è stato fatto perché voi diveniate come altrettanti soli cioè forza vitale per gli altri uomini. Siate luci perfette dinanzi a quella luce immensa. Sarete inondati del suo splendore soprannaturale. Giungerà a voi, limpidissima e diretta, la luce della Trinità, della quale finora non avete ricevuto che un solo raggio, proveniente dal Dio unico, attraverso Cristo Gesù nostro Signore, al quale vadano gloria e potenza nei secoli dei secoli.
CONTEMPLIAMO IL MISTERO
Guidati da Maria fissiamo lo sguardo sul volto di Cristo per poi aprire il cuore alla lode trinitaria, traguardo di ogni contemplazione cristiana.
Mostraci il tuo volto, Signore, in te speriamo. Donaci il tuo sguardo Maria: con te crediamo, con te amiamo.
Padre nostro... Ave Maria... e benedetto il frutto del tuo seno Gesù, che fu battezzato nel Giordano ... Santa Maria... (10 volte). Gloria al Padre...
PREGHIAMO CON IL BEATO BARTOLO LONGO
Quanto sei amabile, o nostro Dio, e come è vero che la tua bontà è infinita!
Tu hai dato il tuo Figlio per il riscatto di tutti gli uomini!, sì di tutti, ed in particolare di noi, che siamo peccatori. Questo Figlio unico del Padre ci ha amati, benché noi siamo degli ingrati, e si è per amor nostro dato alla morte. Eh! come corrispondere, o nostro Dio, all'amore che hai avuto per noi avanti a tutti i secoli! Da tutta l'eternità Tu hai pensato a noi per farci del bene; nessuna cosa è sfuggita al tuo amore e alla tua sapienza. In ogni tempo e avanti a tutti i tempi hai preveduto e determinato il momento della nostra nascita, quello della nostra rigenerazione spirituale, mediante il Battesimo.
O bontà che non ha eguale e che è incomprensibile!, chi mai ti renderà amore per amore?
(Dagli Scritti di Bartolo Longo)
La giaculatoria che ora recitiamo ci aiuti ad unire il significato del mistero che abbiamo pregato con l'impegno di vita.
Regina del Santo Rosario di Pompei, Madre nostra dolcissima, ottienici che contemplando Gesù battezzato nelle acque del Giordano, ascoltiamo la voce del Padre che lo proclama Figlio prediletto, e prendiamo viva coscienza del nostro Battesimo, che ci ha reso figli di Dio, unendoci a Gesù nello Spirito Santo. Beato Bartolo Longo, apostolo del Santo Rosario, prega per noi.
PICCOLA SUPPLICA ALLA MADONNA DI POMPEI
Dopo aver meditato e contemplato il mistero, concludiamo la nostra preghiera rivolgendoci con amore filiale a Colei alla cui scuola impariamo a immergerci nel mistero di Dio e a vivere come a Lui piace.
Vergine del Santo Rosario, Madre del Redentore, donna della nostra terra innalzata al di sopra dei cieli umile serva del Signore proclamata Regina del mondo dal profondo delle nostre miserie noi ricorriamo a Te. Con fiducia di figli guardiamo il tuo viso dolcissimo. Coronata di dodici stelle, Tu ci porti al mistero del Padre, Tu risplendi di Spirito Santo, Tu ci doni il tuo Bimbo divino, Gesù, nostra speranza unica salvezza del mondo. Porgendoci il tuo Rosario Tu ci inviti a fissare il suo volto. Tu ci apri il suo cuore, abisso di gioia e di dolore, di luce e di gloria, mistero del figlio di Dio, fatto uomo per noi. Ai tuoi piedi sulle orme dei Santi ci sentiamo famiglia di Dio. Madre e modello della Chiesa, Tu sei guida e sostegno sicuro. Rendici un cuor solo e un'anima sola, popolo forte in cammino verso la patria del cielo. Ti consegniamo le nostre miserie, le tante strade dell'odio e del sangue le mille antiche e nuove povertà e soprattutto il nostro peccato. A te ci affidiamo, Madre di misericordia: ottienici il perdono di Dio, aiutaci a costruire un mondo secondo il tuo cuore. O Rosario benedetto di Maria catena dolce che ci annoda a Dio, catena d'amore che ci fa fratelli, noi non ti lasceremo mai più. Nelle nostre mani sarai arma di pace e di perdono, stella del nostro cammino. E il bacio a te con l'ultimo respiro ci immergerà in un'onda di luce, nella visione della Madre amata e del Figlio divino, anelito e gioia del nostro cuore con il Padre e lo Spirito Santo. Amen.
SETTIMO SABATO
2° Mistero della Luce: Gesù cambia l'acqua in vino alle nozze di Cana
Prima di metterci in ascolto della Parola di Dio, invochiamo lo Spirito Santo e preghiamo con la fede della Chiesa.
Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.
INVOCHIAMO LO SPIRITO SANTO
Noi ti adoriamo e ti amiamo con tutto il nostro cuore, o Spirito divino, Dio onnipotente, Amore del Padre e del Figlio. Vieni dunque, o Dio di bontà e di misericordia, a dare la grazia col tuo alito vivificatore al nostro cuore; vieni, o Fuoco divino e insegnaci a parlare il linguaggio dei Santi. Vieni e con la tua luce ineffabile illuminaci, col tuo fuoco purificaci, accendici il cuore e rendilo ardente della tua carità. Spirito di verità, senza di te siamo nell'errore; Spirito di amore, senza di te siamo aridi; Spirito di vita, senza di te siamo senza vita. Donaci, perciò, o Dio di bontà, i frutti del tuo Spirito. Amen.
(Dagli Scritti di Bartolo Longo)
PREGHIAMO CON LA CHIESA
O Padre, che nella tua provvidenza mirabile hai voluto associare la Vergine Maria al mistero della nostra salvezza, fa' che, accogliendo l'invito della Madre, mettiamo in pratica ciò che il Cristo ci ha insegnato nel Vangelo. Per Cristo nostro Signore. Amen.
(Messale della Beata Vergine Maria, Colletta di Santa Maria di Cana)
ASCOLTIAMO LA PAROLA DI DIO
Per dare maggiore profondità alla nostra meditazione apriamo il cuore al Signore che ci parla.
Dal vangelo di Giovanni (2,1-11)
Tre giorni dopo, ci fu uno sposalizio a Cana di Galilea e c'era la madre di Gesù. Fu invitato alle nozze anche Gesù con i suoi discepoli.
Nel frattempo, venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: "Non hanno più vino". E Gesù rispose: "Che ho da fare con te, o donna? Non è ancora giunta la mia ora". La madre dice ai servi: "Fate quello che vi dirà".
Vi erano là sei giare di pietra per la purificazione dei Giudei, contenenti ciascuna due o tre barili. E Gesù disse loro: "Riempite d'acqua le giare"; e le riempirono fino all'orlo. Disse loro di nuovo: "Ora attingete e portatene al maestro di tavola". Ed essi gliene portarono. E come ebbe assaggiato l'acqua diventata vino, il maestro di tavola, che non sapeva di dove venisse (ma lo sapevano i servi che avevano attinto l'acqua), chiamò lo sposo e gli disse: 'Tutti servono da principio il vino buono e, quando sono un po' brilli, quello meno buono; tu invece hai conservato fino ad ora il vino buono".
Così Gesù diede inizio ai suoi miracoli in Cana di Galilea, manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui.
MEDITIAMO
L'ascolto e la meditazione si nutrono di silenzio. Facciamo una breve pausa, poi, leggiamo e continuiamo a meditare.
Da Seguendo Te, luce della vita di Bruno Forte
Il racconto delle nozze di Cana (Giovanni 2,1-12) ha un chiaro intento teologico, evidenziato dal v. 11: "Questo inizio dei segni compi Gesù in Cana di Galilea e manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui". Data l'attenzione che Giovanni presta ai segni rivelativi del mistero che si compie nel Verbo incarnato, la caratterizzazione dell'evento di Cana come inizio e prototipo di essi, dà al racconto un notevole rilievo nell'intero Vangelo: siamo di fronte alla chiave dell'intera rivelazione di Cristo. Di conseguenza, l'attenzione riservata alla Ma-dre di Gesù in questo brano situa Maria in una posizione di particolare importanza rispetto alla totalità del mi-stero del Redentore.
Il segno di Cana rivela Gesù come lo Sposo divino del nuovo popolo di Dio, con il quale conclude l'alleanza nuova e definitiva nel suo mistero pasquale. Si è alla svolta decisiva della storia della salvezza: in essa la Madre di Gesù ha un ruolo, che certamente non a caso l'Evangelista ha voluto evidenziare.
E Maria a notare il bisogno che si è venuto a determinare: "Non hanno più vino" (v. 3). Sia che si tratti di una semplice constatazione, sia che queste parole rivelino una domanda ispirata dalla fiducia che il Figlio potrà intervenire, si manifesta qui l'attenzione tenera e concreta della Madre, che presenta al Figlio la necessità degli amici.
La risposta apparentemente tagliente di Gesù: "Che vi è fra me e te, o donna? Non ancora è giunta la mia ora"
(v. 4), indica che la divergenza è fra il vino di cui Maria segnala il bisogno e il "vino nuovo" che sarà dato nelF«ora» di Gesù. Questa «ora» è l'evento pasquale della passione, morte e resurrezione di Gesù (cfr Giovanni 7,30; 8,20; 12,23.27; 13,1; 17,1; 19,27): essa percorre tutto il Vangelo di Giovanni come indicazione del momento supremo, atteso, annunciato e preparato, del passaggio di Gesù da questo mondo al Padre. Le parole che la Madre rivolge ai servi sono di grande importanza: "Fate quello che vi dirà" (v. 5). Esse evocano il contesto dell'alleanza del Sinai: come il popolo dell'antico patto risponde alla rivelazione divina assentendo nella fede - "Quanto il Signore ha detto, noi lo faremo" (Esodo 19,8; 24,3.7) -, così Maria manifesta la sua fiducia incondizionata nel Figlio, che ha appena evocato il mistero della sua «ora». L'invito, poi, che ella rivolge ai "servi" mostra il ruolo di modello e madre nella fede che ella avrà nella comunità dell'alleanza: in Maria l'antico patto passa nel nuovo, Israele nella Chiesa, la Legge nel Vangelo, per via della sua fede totale e incondizionata nel Figlio, al quale orienta se stessa e gli altri: "Fate quello che vi dirà". Nella Chiesa nata dalla Pasqua della nuova e perfetta alleanza, la Vergine Madre è colei che presenta al Figlio i bisogni dell'attesa e conduce alla fede in lui, condizione necessaria perché il vino nuovo riempia le giare dell'antica purificazione. La via per entrare nelle nozze messianiche - sigillate dal sangue dell'Agnello, offerto sul monte del sacrificio - è la fede, cui chiama la Madre, esempio vivente di questa salutare obbedienza credente: "Fate quello che vi dirà".
CONTEMPLIAMO IL MISTERO
Guidati da Maria fissiamo lo sguardo sul volto di Cristo per poi aprire il cuore alla lode trinitaria, traguardo di ogni contemplazione cristiana.
Mostraci il tuo volto, Signore, in te speriamo. Donaci il tuo sguardo Maria: con te crediamo, con te amiamo.
Padre nostro... Ave Maria... e benedetto il frutto del tuo seno Gesù, che cambiò l'acqua in vino ... Santa Maria... (10 volte). Gloria al Padre...
PREGHIAMO CON IL BEATO BARTOLO LONGO
O Amore senza principio, che ci hai amati per secoli infiniti, anche quando non potevamo né sentirti, né conoscerti! O Amore senza misura, che ci hai dato quel che abbiamo, la tua vita e ce ne prometti ancora di più!
O Amore senza interruzione e senza incostanza, che tutte le acque amare delle nostre iniquità non hanno potuto estinguere!
Abbiamo noi un cuore, o mio Dio, se non siamo penetrati dalla riconoscenza e tenerezza per Te? Un Dio, che viene a cercarci fin dove ci ha fatto discendere il nostro peccato. Un Dio che prende la forma di schiavo per liberarci dalla schiavitù del peccato. Un Dio che si fa povero per arricchirci. Un Dio che ci chiama per nome.
Un Dio che spira nei tormenti per strapparci dalle braccia della morte e per darci la sua stessa vita: e noi spesso non vogliamo nè Lui, nè la vita che ci presenta!
(Dagli Scritti di Bartolo Longo)
La giaculatoria che ora recitiamo ci aiuti ad unire il significato del mistero che abbiamo pregato con l'impegno di vita.
Regina del Santo Rosario di Pompei, Madre nostra dolcissima, ottienici di ascoltare sempre la voce di Gesù, perché egli trasformi la nostra vita nella sua, come alle nozze di Cana cambiò l'acqua in vino mostrando la sua gloria.
Beato Bartolo Longo, apostolo del Santo Rosario, prega per noi.
PICCOLA SUPPLICA ALLA MADONNA DI POMPEI
Dopo aver meditato e contemplato il mistero, concludiamo la nostra preghiera rivolgendoci con amore filiale a Colei alla cui scuola impariamo a immergerci nel mistero di Dio e a vivere come a Lui piace.
Vergine del Santo Rosario, Madre del Redentore, donna della nostra terra innalzata al di sopra dei cieli umile serva del Signore proclamata Regina del mondo dal profondo delle nostre miserie noi ricorriamo a Te. Con fiducia di figli guardiamo il tuo viso dolcissimo. Coronata di dodici stelle, Tu ci porti al mistero del Padre, Tu risplendi di Spirito Santo, Tu ci doni il tuo Bimbo divino, Gesù, nostra speranza unica salvezza del mondo. Porgendoci il tuo Rosario Tu ci inviti a fissare il suo volto. Tu ci apri il suo cuore, abisso di gioia e di dolore, di luce e di gloria, mistero del figlio di Dio, fatto uomo per noi. Ai tuoi piedi sulle orme dei Santi ci sentiamo famiglia di Dio. Madre e modello della Chiesa, Tu sei guida e sostegno sicuro. Rendici un cuor solo e un'anima sola, popolo forte in cammino verso la patria del cielo. Ti consegniamo le nostre miserie, le tante strade dell'odio e del sangue le mille antiche e nuove povertà e soprattutto il nostro peccato. A te ci affidiamo, Madre di misericordia: ottienici il perdono di Dio, aiutaci a costruire un mondo secondo il tuo cuore. O Rosario benedetto di Maria catena dolce che ci annoda a Dio, catena d'amore che ci fa fratelli, noi non ti lasceremo mai più. Nelle nostre mani sarai arma di pace e di perdono, stella del nostro cammino. E il bacio a te con l'ultimo respiro ci immergerà in un'onda di luce, nella visione della Madre amata e del Figlio divino, anelito e gioia del nostro cuore con il Padre e lo Spirito Santo. Amen.
OTTAVO SABATO
3° Mistero della Luce: Gesù annuncia il Regno di Dio e perdona i peccati
Prima di metterci in ascolto della Parola di Dio, invochiamo lo Spirito Santo e preghiamo con la féde della Chiesa.
Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.
INVOCHIAMO LO SPIRITO SANTO
Noi ti adoriamo e ti amiamo con tutto il nostro cuore, o Spirito divino, Dio onnipotente, Amore del Padre e del Figlio. Vieni dunque, o Dio di bontà e di misericordia, a dare la grazia col tuo alito vivificatore al nostro cuore; vieni, o Fuoco divino e insegnaci a parlare il linguaggio dei Santi. Vieni e con la tua luce ineffabile illuminaci, col tuo fuoco purificaci, accendici il cuore e rendilo ardente della tua carità. Spirito di verità, senza di te siamo nell'errore; Spirito di amore, senza di te siamo aridi; Spirito di vita, senza di te siamo senza vita. Donaci, perciò, o Dio di bontà, i frutti del tuo Spirito. Amen.
(Dagli Scritti di Bartolo Longo)
PREGHIAMO CON LA CHIESA
O Dio, che nella vocazione battesimale ci chiami ad essere pienamente disponibili all'annunzio del tuo regno, donaci il coraggio apostolico e la libertà evangelica, perché rendiamo presente in ogni ambiente di vita la tua parola di amore e di pace. Per Cristo nostro Signore. Amen.
(Messale Romano, Colletta della XIV Domenica del Tempo Ordinario, C)
ASCOLTIAMO LA PAROLA DI DIO
Per dare maggiore profondità alla nostra meditazione apriamo il cuore al Signore che ci parla.
Dal vangelo di Marco (1,14-20)
Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù si recò nella Galilea predicando il vangelo di Dio e diceva: "Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete al vangelo".
Passando lungo il mare della Galilea, vide Simone e Andrea, fratello di Simone, mentre gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. Gesù disse loro: "Seguitemi, vi farò diventare pescatori di uomini". E subito, lasciate le reti, lo seguirono. Andando un poco oltre, vide sulla barca anche Giacomo di Zebedèo e Giovanni suo fratello mentre riassettavano le reti. Li chiamò. Ed essi, lasciato il loro padre Zebedèo sulla barca con i garzoni, lo seguirono.
MEDITIAMO
L'ascolto e la meditazione si nutrono di silenzio. Facciamo una breve pausa, poi, leggiamo e continuiamo a meditare. Da La vita nella Signorìa di Cristo di Raniero Cantalamessa
Quando Gesù diceva: "Convertitevi e credete al Vangelo", sulla sua bocca, il significato morale passa in secondo piano (almeno all'inizio della sua predicazione), rispetto a un significato nuovo, finora sconosciuto. Con la venuta del Messia si è realizzata la promessa di Dio che dice: Non ricordate più le cose passate, non pensate più alle cose antiche! Ecco, faccio una cosa nuova: proprio ora germoglia, non ve ne accorgete? (Is 43,1819). Solo con Gesù la parola conversione poteva assumere questo significato nuovo, rivolto più al futuro che al passato; solo con lui, infatti, il baricentro della storia si è spostato e la cosa più importante non è più dietro di sé, ma davanti a sé.
Convertirsi, dunque, significa fare un salto in avanti, entrare nella nuova alleanza, afferrare questo Regno che è apparso, entrarvi. Ed entrarvi mediante la fede. "Convertitevi e credete" non significa due cose diverse e successive, ma la stessa azione: convertitevi, cioè credete; convertitevi credendo! Conversione e salvezza si sono scambiate di posto: non più prima la conversione e poi la salvezza ("Convertitevi e sarete salvi; convertitevi e la salvezza verrà a voi"), ma prima la salvezza e poi la conversione ("Convertitevi perché siete salvi; perché la salvezza è venuta a voi"). Prima c'è l'opera di Dio e poi la risposta dell'uomo, non viceversa. Gli avversari della predicazione di Gesù - gli scribi e i farisei - hanno inciampato esattamente su questo punto: Ignorando - dice Paolo - la giustizia di Dio e cercando di stabilire la propria, non si sono sottomessi alla giustizia di Dio (Rm 10,3). Dio ha preso, lui, l'iniziativa della salvezza: ha fatto venire il suo regno; l'uomo deve solo accogliere, nella fede, l'offerta di Dio e viverne, in seguito, le esigenze. E come di un re che apre la porta del suo palazzo, dove è apparecchiato un grande banchetto e, stando sull'uscio, invita tutti i passanti a entrare, dicendo: "Venite, tutto è pronto!". "Convertitevi e credete" significa dunque: passate dall'antica alleanza basata sulla legge, alla nuova alleanza basata sulla fede. La prima e fondamentale conversione è dunque la fede. Per essa si entra nella sala del Regno. Se ti fosse detto: la porta è l'innocenza, la porta è l'osservanza esatta dei comandamenti, la porta è la tale o la talaltra virtù, avresti potuto trovare delle scuse e dire: Non è per me! lo non sono innocente, non ho quella virtù. Ma ti viene detto: la porta è la fede. Credi! Questa possibilità non è troppo alta per te, né troppo lontana da te, non è "di là del mare"; al contrario, vicino a te è la parola, sulla tua bocca e nel tuo cuore. cioè la parola della fede che noi predichiamo. Poiché se confesserai con la tua bocca che Gesù è il Signore, e crederai con il tuo cuore che Dio lo ha risuscitato dai morti, sarai salvo (Rm 10,8-9).
L'Apostolo Paolo afferma che tutto questo avviene "gratuitamente", per grazia, per dono. Quello che l'Apostolo esprime con l'avverbio "gratuitamente", Gesù lo esprimeva, in altro modo, con l'immagine del bambino: diceva che bisogna accogliere il Regno "come un bambino" (cf. Mc 10,15). Accogliere il Regno come un bambino vuole dire accoglierlo gratuitamente, come dono, non a titolo di merito. Un giorno in cui i discepoli discutevano su "chi era il più grande nel regno dei cieli" – cioè su chi di loro poteva accampare più diritti di occupare in esso il posto d'onore -, Gesù chiamò un bambino, lo pose in mezzo a loro e disse che, se non si convertivano e non diventavano come i bambini, nel Regno dei cieli non ci sarebbero entrati affatto (cf. Mt 18,1-3). Lascia-mo, dunque, a Dio la preoccupazione dei nostri meriti, pur facendo tutto il bene che possiamo.
CONTEMPLIAMO IL MISTERO
Guidati da Maria fissiamo lo sguardo sul volto di Cristo per poi aprire il cuore alla lode trinitaria, traguardo di ogni contemplazione cristiana.
Mostraci il tuo volto, Signore, in te speriamo. Donaci il tuo sguardo Maria: con te crediamo, con te amiamo.
Padre nostro... Ave Maria... e benedetto il frutto del tuo seno Gesù, che ha annunciato il Regno di Dio ... Santa Maria... (10 volte). Gloria al Padre...
PREGHIAMO CON IL BEATO BARTOLO LONGO
Signore Gesù, l’annuncio della novità del tuo regno, deve spingerci ad una perfetta conversione a Te. Facci, dunque, la grazia di morire a noi stessi, e condurre una vita simile alla tua, una vita nuova.
Opera in noi, con il tuo Santo Spirito, questo cambiamento.
Facci passare dalla morte alla vita, dalle tenebre alla luce, da una vita imperfetta ad una degna di Te.
(Dagli Scritti di Bartolo Longo)
La giaculatoria che ora recitiamo ci aiuti ad unire il significato del mistero che abbiamo pregato con l'impegno di vita.
Regina del Santo Rosario di Pompei, Madre nostra dolcissima, ottienici di accogliere con prontezza l'annuncio del Vangelo perché la nostra vita si converta pienamente a Gesù in un vero cammino di santità.
Beato Bartolo Longo, apostolo del Santo Rosario, prega per noi.
PICCOLA SUPPLICA ALLA MADONNA DI POMPEI
Dopo aver meditato e contemplato il mistero, concludiamo la nostra preghiera rivolgendoci con amore filiale a Colei alla cui scuola impariamo a immergerci nel mistero di Dio e a vivere come a Lui piace.
Vergine del Santo Rosario, Madre del Redentore, donna della nostra terra innalzata al di sopra dei cieli umile serva del Signore proclamata Regina del mondo dal profondo delle nostre miserie noi ricorriamo a Te. Con fiducia di figli guardiamo il tuo viso dolcissimo. Coronata di dodici stelle, Tu ci porti al mistero del Padre, Tu risplendi di Spirito Santo, Tu ci doni il tuo Bimbo divino, Gesù, nostra speranza unica salvezza del mondo. Porgendoci il tuo Rosario Tu ci inviti a fissare il suo volto. Tu ci apri il suo cuore, abisso di gioia e di dolore, di luce e di gloria, mistero del figlio di Dio, fatto uomo per noi. Ai tuoi piedi sulle orme dei Santi ci sentiamo famiglia di Dio. Madre e modello della Chiesa, Tu sei guida e sostegno sicuro. Rendici un cuor solo e un'anima sola, popolo forte in cammino verso la patria del cielo. Ti consegniamo le nostre miserie, le tante strade dell'odio e del sangue le mille antiche e nuove povertà e soprattutto il nostro peccato. A te ci affidiamo, Madre di misericordia: ottienici il perdono di Dio, aiutaci a costruire un mondo secondo il tuo cuore. O Rosario benedetto di Maria catena dolce che ci annoda a Dio, catena d'amore che ci fa fratelli, noi non ti lasceremo mai più. Nelle nostre mani sarai arma di pace e di perdono, stella del nostro cammino. E il bacio a te con l'ultimo respiro ci immergerà in un'onda di luce, nella visione della Madre amata e del Figlio divino, anelito e gioia del nostro cuore con il Padre e lo Spirito Santo. Amen.
NONO SABATO
4° Mistero della Luce: Gesù è trasfigurato sul monte Tabor
Prima di metterci in ascolto della Parola di Dio, invochiamo lo Spirito Santo e preghiamo con la fede della Chiesa.
Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.
INVOCHIAMO LO SPIRITO SANTO
Noi ti adoriamo e ti amiamo con tutto il nostro cuore, o Spirito divino, Dio onnipotente, Amore del Padre e del Figlio. Vieni dunque, o Dio di bontà e di misericordia, a dare la grazia col tuo alito vivificatore al nostro cuore; vieni, o Fuoco divino e insegnaci a parlare il linguaggio dei Santi. Vieni e con la tua luce ineffabile illuminaci, col tuo fuoco purificaci, accendici il cuore e rendilo ardente della tua carità. Spirito di verità, senza di te siamo nell'errore; Spirito di amore, senza di te siamo aridi; Spirito di vita, senza di te siamo senza vita. Donaci, perciò, o Dio di bontà, i frutti del tuo Spirito. Amen.
(Dagli Scritti di Bartolo Longo)
PREGHIAMO CON LA CHIESA
O Dio, Padre buono, che non hai risparmiato il tuo Figlio unigenito, ma lo hai dato per noi peccatori; rafforzaci nell'obbedienza della fede, perché seguiamo in tutto le sue orme e siamo con lui trasfigurati nella luce della tua gloria. Per Cristo nostro Signore. Amen.
(Messale Romano, Colletta della II Domenica di Quaresima, anno B)
ASCOLTIAMO LA PAROLA DI DIO
Per dare maggiore profondità alla nostra meditazione apriamo il cuore al Signore che ci parla.
Dal vangelo di Luca (9,28-36)
Circa otto giorni dopo questi discorsi, prese con sé Pietro, Giovanni e Giacomo e salì sul monte a pregare. E, mentre pregava, il suo volto cambiò d'aspetto e la sua veste divenne candida e sfolgorante. Ed ecco due uomini parlavano con lui: erano Mosè ed Elia, apparsi nella loro gloria, e parlavano della sua dipartita che avrebbe portato a compimento a Gerusalemme. Pietro e i suoi compagni erano oppressi dal sonno; tuttavia restarono svegli e videro la sua gloria e i due uomini che stavano con lui. Mentre questi si separavano da lui, Pietro disse a Gesù: "Maestro, è bello per noi stare qui. Facciamo tre tende, una per te, una per Mosè e una per Elia". Egli non sapeva quel che diceva. Mentre parlava cosi, venne una nube e li avvolse; all'entrare in quella nube, ebbero paura. E dalla nube uscì una voce, che diceva: "Questi è il Figlio mio, l'eletto; ascoltatelo". Appena la voce cessò, Gesù restò solo. Essi tacquero e in quei giorni non riferirono a nessuno ciò che avevano visto.
MEDITIAMO
L'ascolto e la meditazione si nutrono di silenzio. Facciamo una breve pausa, poi, leggiamo e continuiamo a meditare.
Dal Discorso sulla Trasfigurazione del Signore di Anastasio Sinaita
Il mistero della sua Trasfigurazione Gesù lo manifestò ai suoi discepoli sul monte Tabor. Egli aveva parlato loro del regno di Dio e della sua seconda venuta nella gloria. Ma ciò forse non aveva avuto per loro una sufficiente forza di persuasione. E allora il Signore, per rendere la loro fede ferma e profonda e perché, attraverso i fatti presenti, arrivassero alla certezza degli eventi futuri, volle mostrare il fulgore della sua divinità e così offrire loro un'immagine prefigurativa del regno dei cieli. E proprio perché la distanza di quelle realtà a venire non fosse motivo di una fede più languida, li preavverti dicendo: Vi sono alcuni fra i presenti che non morranno finché non vedranno il Figlio dell'uomo venire nella gloria del Padre suo (cfr Mt 16,28).
L'evangelista, per parte sua, allo scopo di provare che Cristo poteva tutto ciò che voleva, aggiunse: "Sei giorni dopo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte, su un alto monte. E là fu trasfigurato davanti a loro; il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce. Ed ecco apparvero loro Mosè ed Elia, che conversavano con lui" (Mt 17,1-3). Ecco le realtà meravigliose della solennità presente, ecco il mistero di salvezza che trova compimento per noi oggi sul monte, ecco ciò che ora ci riunisce: la morte e insieme la gloria del Cristo.
Per penetrare il contenuto intimo di questi ineffabili e sacri misteri insieme con i discepoli scelti e illuminati da Cristo, ascoltiamo Dio che con la sua misteriosa voce ci chiama a sé insistentemente dall'alto. Portiamoci là sollecitamente. Anzi, oserei dire, andiamoci come Gesù, che ora dal cielo si fa nostra guida e battistrada. Con lui saremo circondati di quella luce che solo l'occhio della fede può vedere. La nostra fisionomia spirituale si trasformerà e si modellerà sulla sua. Come lui entreremo in una condizione stabile di trasfigurazione, perché saremo partecipi della divina natura e verremo preparati alla vita beata.
Corriamo fiduciosi e lieti là dove ci chiama, entriamo nella nube, diventiamo come Mosè ed Elia, come Giacomo e Giovanni. Come Pietro lasciamoci prendere totalmente dalla visione della gloria divina. Lasciamoci trasfigurare da questa gloriosa trasfigurazione, condurre via dalla terra e trasportare fuori del mondo. Abbandoniamo la came, abbandoniamo il mondo creato e rivolgiamoci al Creatore, al quale Pietro in estasi e fuori di sé disse: "Signore, è bello per noi restare qui" (Mt 17,4).
Realmente, o Pietro, è davvero "bello stare qui" con Gesù e qui rimanervi per tutti i secoli. Che cosa vi è di più felice, di più prezioso, di più santo che stare con Dio, conformarsi a lui, trovarsi nella sua luce?
Certo ciascuno di noi sente di avere con sé Dio e di essere trasfigurato nella sua immagine. Allora esclami pure con gioia: "È bello per noi restare qui", dove tutte le cose sono splendore, gioia, beatitudine e giubilo. Restare qui dove l'anima rimane immersa nella pace, nella serenità e nelle delizie; qui dove Cristo mostra il suo volto,
qui dove egli abita col Padre. Ecco che egli entra nel luogo dove ci troviamo e dice: "Oggi la salvezza è entrata in questa casa" (Lc 19,9). Qui si trovano ammassati tutti i tesori eterni. Qui si vedono raffigurate come in uno specchio le immagini delle primizie e della realtà dei secoli futuri.
CONTEMPLIAMO IL MISTERO
Guidati da Maria fissiamo lo sguardo sul volto di Cristo per poi aprire il cuore alla lode trinitaria, traguardo di ogni contemplazione cristiana.
Mostraci il tuo volto, Signore, in te speriamo. Donaci il tuo sguardo Maria: con te crediamo, con te amiamo.
Padre nostro... Ave Maria... e benedetto il frutto del tuo seno Gesù, che fu trasfigurato sul Tabor ... Santa Maria ... (10 volte). Gloria al Padre...
PREGHIAMO CON IL BEATO BARTOLO LONGO
Che spettacolo! quale meraviglia!
I discepoli non avevano mai veduto cosa più stupenda e non compresero la novità del tuo volto trasfigurato. O nostro Gesù, pieni di riconoscenza e di amore, ci rallegriamo con te della tua gloria e del tuo trionfo. Ma ricordati, o nostro divin Salvatore, che Tu per riconciliarci spargesti tutto il tuo Sangue adorabile.
Rendici degni di contemplarti un giorno nella tua gloria. Sostienici con la tua grazia, affinché noi possiamo pervenire a questo celeste e desiderato regno. Armaci della tua fortezza, affinché noi superiamo tutte le difficoltà che lo vorranno impedire. Maria, Madre della bella speranza, rendici agevole col tuo amore e con la tua grazia la via che deve condurci al cielo.
(Dagli Scritti di Bartolo Longo)
La giaculatoria che ora recitiamo ci aiuti ad unire il significato del mistero che abbiamo pregato con l'impegno di vita.
Regina del Santo Rosario di Pompei, Madre nostra dolcissima, ottienici di vivere con lo sguardo sempre rivolto a Cristo, per gustare già su questa terra la bellezza del suo volto, in attesa di poterlo contemplare per sempre nella gloria. Beato Bartolo Longo, apostolo del Santo Rosario, prega per noi.
PICCOLA SUPPLICA ALLA MADONNA DI POMPEI
Dopo aver meditato e contemplato il mistero, concludiamo la nostra preghiera rivolgendoci con amore filiale a Colei alla cui scuola impariamo a immergerci nel mistero di Dio e a vivere come a Lui piace.
Vergine del Santo Rosario, Madre del Redentore, donna della nostra terra innalzata al di sopra dei cieli umile serva del Signore proclamata Regina del mondo dal profondo delle nostre miserie noi ricorriamo a Te. Con fiducia di figli guardiamo il tuo viso dolcissimo. Coronata di dodici stelle, Tu ci porti al mistero del Padre, Tu risplendi di Spirito Santo, Tu ci doni il tuo Bimbo divino, Gesù, nostra speranza unica salvezza del mondo. Porgendoci il tuo Rosario Tu ci inviti a fissare il suo volto. Tu ci apri il suo cuore, abisso di gioia e di dolore, di luce e di gloria, mistero del figlio di Dio, fatto uomo per noi. Ai tuoi piedi sulle orme dei Santi ci sentiamo famiglia di Dio. Madre e modello della Chiesa, Tu sei guida e sostegno sicuro. Rendici un cuor solo e un'anima sola, popolo forte in cammino verso la patria del cielo. Ti consegniamo le nostre miserie, le tante strade dell'odio e del sangue le mille antiche e nuove povertà e soprattutto il nostro peccato. A te ci affidiamo, Madre di misericordia: ottienici il perdono di Dio, aiutaci a costruire un mondo secondo il tuo cuore. O Rosario benedetto di Maria catena dolce che ci annoda a Dio, catena d'amore che ci fa fratelli, noi non ti lasceremo mai più. Nelle nostre mani sarai arma di pace e di perdono, stella del nostro cammino. E il bacio a te con l'ultimo respiro ci immergerà in un'onda di luce, nella visione della Madre amata e del Figlio divino, anelito e gioia del nostro cuore con il Padre e lo Spirito Santo. Amen.
DECIMO SABATO
5° Mistero della Luce: Gesù dona il suo corpo e il suo sangue nell'Eucaristia
Prima di metterci in ascolto della Parola di Dio, invochiamo lo Spirito Santo e preghiamo con la fede della Chiesa.
Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.
INVOCHIAMO LO SPIRITO SANTO
Noi ti adoriamo e ti amiamo con tutto il nostro cuore, o Spirito divino, Dio onnipotente, Amore del Padre e del Figlio. Vieni dunque, o Dio di bontà e di misericordia, a dare la grazia col tuo alito vivificatore al nostro cuore; vieni, o Fuoco divino e insegnaci a parlare il linguaggio dei Santi. Vieni e con la tua luce ineffabile illuminaci, col tuo fuoco purificaci, accendici il cuore e rendilo ardente della tua carità. Spirito di verità, senza di te siamo nell'errore; Spirito di amore, senza di te siamo aridi; Spirito di vita, senza di te siamo senza vita. Donaci, perciò, o Dio di bontà, i frutti del tuo Spirito. Amen.
(Dagli Scritti di Bartolo Longo)
PREGHIAMO CON LA CHIESA
Signore Gesù Cristo, che nel mirabile sacramento dell'Eucaristia ci hai lasciato il memoriale della tua Pasqua, fa' che adoriamo con viva fede il santo mistero del tuo Corpo e del tuo Sangue, per sentire sempre in noi i benefici della redenzione. Per Cristo nostro Signore. Amen. (Messale Romano, Colletta del SS. Corno e Sangue di Cristo)
ASCOLTIAMO LA PAROLA DI DIO
Per dare maggiore profondità alla nostra meditazione apriamo il cuore al Signore che ci parla.
Dal vangelo di Luca (22,14-20)
Quando fu l'ora, prese posto a tavola e gli apostoli con lui, e disse: "Ho desiderato ardentemente di mangiare questa Pasqua con voi, prima della mia passione, poiché vi dico: non la mangerò più, finché essa non si compia nel regno di Dio". E preso un calice, rese grazie e disse: "Prendetelo e distribuitelo tra voi, poiché vi dico: da questo momento non berrò più del frutto della vite, finché non venga il regno di Dio". Poi, preso un pane, rese grazie, lo spezzò e lo diede loro dicendo: "Questo è il mio corpo che è dato per voi; fate questo in memoria di me". Allo stesso modo dopo aver cenato, prese il calice dicendo: "Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue, che viene versato per voi".
MEDITIAMO
L'ascolto e la meditazione si nutrono di silenzio. Facciamo una breve pausa, poi, leggiamo e continuiamo a meditare.
Dall'Enciclica Ecclesia de Eucharistia di Giovanni Paolo 11, nn. 53-58
Se vogliamo riscoprire in tutta la sua ricchezza il rapporto intimo che lega Chiesa ed Eucaristia, non possiamo dimenticare Maria, Madre e modello della Chiesa. Nella Lettera apostolica Rosarium Virginis Mariae, additando la Vergine Santissima come Maestra nella contemplazione del volto di Cristo, ho inserito tra i misteri della luce anche l'istituzione dell'Eucaristia. In effetti, Maria ci può guidare verso questo Santissimo Sacramento, perché ha con esso una relazione profonda.
A prima vista, il Vangelo tace su questo tema. Nel racconto dell'istituzione, la sera del Giovedì Santo, non si parla di Maria. Si sa invece che Ella era presente tra gli Apostoli, "concordi nella preghiera" (At 1,14), nella prima comunità radunata dopo l'Ascensione in attesa della Pentecoste. Questa sua presenza non poté certo mancare nelle Celebrazioni eucaristiche tra i fedeli della prima generazione cristiana, assidui "nella frazione del pane" (At 2,42).
Ma al di là della sua partecipazione al Convito eucaristico, il rapporto di Maria con l'Eucaristia si può indirettamente delineare a partire dal suo atteggiamento interiore. Maria è donna "eucaristica" con l'intera sua vita. La Chiesa, guardando a Maria come a suo modello, è chiamata ad imitarla anche nel suo rapporto con questo Mistero santissimo. In certo senso, Maria ha esercitato la sua fede eucaristica prima ancora che l'Eucaristia fosse istituita, per il fatto stesso di aver offerto il suo grembo verginale per l'incarnazione del Verbo di Dio. L'Eucaristia, mentre rinvia alla passione e alla risurrezione, si pone al tempo stesso in continuità con 1'Incamazione. Maria concepì nell'Annunciazione il Figlio divino nella verità anche fisica del corpo e del sangue, anticipando in sé ciò che in qualche misura si realizza sacramentalmente in ogni credente che riceve, nel segno del pane e del vino, il corpo e il sangue del Signore. C'è pertanto un'analogia profonda tra il fiat pronunciato da Maria alle parole dell'Angelo, e l'amen che ogni fedele pronuncia quando riceve il corpo del Signore. A Maria fu chiesto di credere che colui che Ella concepiva "per opera dello Spirito Santo" era il 'Figlio di Dio" (cfr Lc 1,30-35). In continuità con la fede della Vergine, nel Mistero eucaristico ci viene chiesto di credere che quello stesso Gesù, Figlio di Dio e Figlio di Maria, si rende presente con l'intero suo essere umano-divino nei segni del pane e del vino.
Se Chiesa ed Eucaristia sono un binomio inscindibile, altrettanto occorre dire del binomio Maria ed Eucaristia. Anche per questo il ricordo di Maria nella Celebrazione eucaristica è unanime, sin dall'antichità, nelle Chiese dell'Oriente e dell'Occidente.
CONTEMPLIAMO IL MISTERO
Guidati da Maria fissiamo lo sguardo sul volto di Cristo per poi aprire il cuore alla lode trinitaria, traguardo di ogni contemplazione cristiana.
Mostraci il tuo volto, Signore, in te speriamo. Donaci il tuo sguardo Maria: con te crediamo, con te amiamo.
Padre nostro... Ave Maria... e benedetto il frutto del tuo seno Gesù, che ci ha donato il suo corpo e il suo sangue ... Santa Maria... (10 volte). Gloria al Padre...
PREGHIAMO CON IL BEATO BARTOLO LONGO
O Salvatore del mondo, o Gesù nostro, eccoti il nostro cuore.
Vieni in noi, o sommo nostro Bene, e muta questo nostro cuore.
Ti ringraziamo, o Gesù nostro, perché ci hai amati fino alla morte e hai offerto tutto te stesso per amore di noi povere creature. Ti ringraziamo per la tua bontà. Ammaestraci perché noi possiamo trovare la luce nei tuoi occhi e il fuoco sacro nel tuo sangue per noi versato.
Fa' che ti amiamo con tutto il nostro affetto in questa vita e per l'eternità.
Maria, madre nostra, regina del nostro cuore, stampa in noi l'immagine del tuo dolce Figlio, perché mai più ci allontaniamo da Lui.
(Dagli Scritti di Bartolo Longo)
La giaculatoria che ora recitiamo ci aiuti ad unire il significato del mistero che abbiamo pregato con l'impegno di vita.
Regina del Santo Rosario di Pompei, Madre nostra dolcissima, ottienici di apprezzare sempre più il dono dell'Eucaristia, fonte e culmine della vita cristiana, nutrendoci del corpo e del sangue di Cristo per divenire con lui una cosa sola.
Beato Bartolo Longo, apostolo del Santo Rosario, prega per noi.
PICCOLA SUPPLICA ALLA MADONNA DI POMPEI
Dopo aver meditato e contemplato il mistero, concludiamo la nostra preghiera rivolgendoci con amore filiale a Colei alla cui scuola impariamo a immergerci nel mistero di Dio e a vivere come a Lui piace.
Vergine del Santo Rosario, Madre del Redentore, donna della nostra terra innalzata al di sopra dei cieli umile serva del Signore proclamata Regina del mondo dal profondo delle nostre miserie noi ricorriamo a Te. Con fiducia di figli guardiamo il tuo viso dolcissimo. Coronata di dodici stelle, Tu ci porti al mistero del Padre, Tu risplendi di Spirito Santo, Tu ci doni il tuo Bimbo divino, Gesù, nostra speranza unica salvezza del mondo. Porgendoci il tuo Rosario Tu ci inviti a fissare il suo volto. Tu ci apri il suo cuore, abisso di gioia e di dolore, di luce e di gloria, mistero del figlio di Dio, fatto uomo per noi. Ai tuoi piedi sulle orme dei Santi ci sentiamo famiglia di Dio. Madre e modello della Chiesa, Tu sei guida e sostegno sicuro. Rendici un cuor solo e un'anima sola, popolo forte in cammino verso la patria del cielo. Ti consegniamo le nostre miserie, le tante strade dell'odio e del sangue le mille antiche e nuove povertà e soprattutto il nostro peccato. A te ci affidiamo, Madre di misericordia: ottienici il perdono di Dio, aiutaci a costruire un mondo secondo il tuo cuore. O Rosario benedetto di Maria catena dolce che ci annoda a Dio, catena d'amore che ci fa fratelli, noi non ti lasceremo mai più. Nelle nostre mani sarai arma di pace e di perdono, stella del nostro cammino. E il bacio a te con l'ultimo respiro ci immergerà in un'onda di luce, nella visione della Madre amata e del Figlio divino, anelito e gioia del nostro cuore con il Padre e lo Spirito Santo. Amen.
MISTERI DEL DOLORE
Ai misteri del dolore di Cristo i Vangeli danno grande rilievo. Da sempre la pietà cristiana, specialmente nella Quaresima, attraverso la pratica della Via Crucis, si è soffermata sui singoli momenti della Passione, intuendo che è qui il culmine della rivelazione dell'amore ed è qui la sorgente della nostra salvezza.
Il Rosario sceglie alcuni momenti della Passione, inducendo forante a fissarvi lo sguardo del cuore e a riviverli. Il percorso meditativo si apre col Getsemani, lì dove Cristo vive un momento particolarmente angoscioso di fronte alla volontà del Padre, alla quale la debolezza della carne sarebbe tentata di ribellarsi. Lì Cristo si pone nel luogo di tutte le tentazioni dell'umanità, e di fronte a tutti i peccati dell'umanità, per dire al Padre: "Non sia fatta la mia, ma la tua volontà" (Lc 22,42 e par). Questo suo `sì' ribalta il `no' dei progenitori nell'Eden. E quanto questa adesione alla volontà del Padre debba costargli emerge dai misteri seguenti, nei quali, la salita al Calvario, con la flagellazione, la coronazione di spine, la morte in croce, Egli è gettato nella più grande abiezione: Ecce homo!
In questa abiezione è rivelato non soltanto l'amore di Dio, ma il senso stesso dell'uomo. Ecce homo: chi vuol conoscere l'uomo, deve saperne riconoscere il senso, la radice e il compimento in Cristo, Dio che si abbassa per amore "fino alla morte, e alla morte di croce" (Fil 2,8). 1 misteri del dolore portano il credente a rivivere la morte di Gesù ponendosi sotto la croce accanto a Maria, per penetrare con Lei nell'abisso dell'amore di Dio per l'uomo e sentime tutta la forza rigeneratrice.
(Lettera Apostolica di Giovanni Paolo II, Rosarium Virginis Mariae, 22)
UNDICESIMO SABATO
1° Mistero del Dolore: Gesù agonizza nel Getsemani
Prima di metterci in ascolto della Parola di Dio, invochiamo lo Spirito Santo e preghiamo con la fede della Chiesa.
Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.
INVOCHIAMO LO SPIRITO SANTO
Noi ti adoriamo e ti amiamo con tutto il nostro cuore, o Spirito divino, Dio onnipotente, Amore del Padre e del Figlio. Vieni dunque, o Dio di bontà e di misericordia, a dare la grazia col tuo alito vivificatore al nostro cuore; vieni, o Fuoco divino e insegnaci a parlare il linguaggio dei Santi. Vieni e con la tua luce ineffabile illuminaci, col tuo fuoco purificaci, accendici il cuore e rendilo ardente della tua carità. Spirito di verità, senza di te siamo nell'errore; Spirito di amore, senza di te siamo aridi; Spirito di vita, senza di te siamo senza vita. Donaci, perciò, o Dio di bontà, i frutti del tuo Spirito. Amen.
(Dagli Scritti di Bartolo Longo)
PREGHIAMO CON LA CHIESA
O Dio, che nel sangue prezioso del tuo Figlio hai riconciliato a te il mondo, e ai piedi della croce hai costituito la Vergine Maria riconciliatrice dei peccatori, per i suoi meriti e le sue preghiere, concedi a noi il perdono delle colpe e una rinnovata esperienza del tuo amore. Per Cristo nostro Signore. Amen.
(Messale della Beata Vergine Maria, Colletta di Maria vergine Madre di riconciliazione)
ASCOLTIAMO LA PAROLA DI DIO
Per dare maggiore profondità alla nostra meditazione apriamo il cuore al Signore che ci parla.
Dal vangelo di Matteo (26,39-45)
E avanzatosi un poco, si prostrò con la faccia a terra e pregava dicendo: "Padre mio, se è possibile, passi da me questo calice! Però non come voglio io, ma come vuoi tu!". Poi tornò dai discepoli e li trovò che dormivano. E disse a Pietro: "Così non siete stati capaci di vegliare un'ora sola con me? Vegliate e pregate, per non cadere in tentazione. Lo spirito è pronto, ma la carne è debole".
E di nuovo, allontanatosi, pregava dicendo: "Padre mio, se questo calice non può passare da me senza che io lo beva, sia fatta la tua volontà". E tornato di nuovo trovò i suoi che dormivano, perché gli occhi loro si erano appesantiti. E lasciatili, si allontanò di nuovo e pregò per la terza volta, ripetendo le stesse parole. Poi si avvicinò ai discepoli e disse loro: "Dormite ormai e riposate! Ecco, è giunta l'ora nella quale il Figlio dell'uomo sarà consegnato in mano ai peccatori".
MEDITIAMO
L'ascolto e la meditazione si nutrono di silenzio. Facciamo una breve pausa, poi, leggiamo e continuiamo a meditare.
Da I Misteri del Rosario di Padre Giovanni Semeria
Gesù ha pregato per tutto il corso della sua vita. La sua vita stessa fu in certo modo una preghiera continua. Amò singolarmente di pregare solo, in qualche luogo alto, la notte; e con una nottuma preghiera solitaria al Monte degli Olivi, nell'orto del Getsemani, si chiude la Sua vita, si prepara la Sua dolorosa morte. Questa preghiera è la preghiera del dolore, cioè la più spontanea, la so-la che alcuni conoscono. l più, nei giorni della gioia si scordano di Dio, non pensano come da Lui solo discende il raggio dell'allegrezza, non pensano a ridare a Lui il dolce tributo della riconoscenza. Ma quando la luce della gioia si oscura e subentra nero, tetro il dolore, gli animi, anche depressi, sono ricondotti a Dio, vengono a Lui, Lo pregano.
Questo bisogno di preghiera, nell'ora del dolore, ci mostra quanto essa sia santa ed il dolore provvido. Di questa preghiera, Gesù ci vuol essere maestro.
Appressandosi l'ora fatale della Passione, Egli non cerca conforto da parte degli uomini. Ahimè gli uomini! Gli uni per viltà lo abbandoneranno, gli altri lo tradiscono per interesse, e sono i migliori, sono i suoi apostoli, i suoi amici. Il conforto lo cerca pregando, lontano dagli uomini, lo cerca in Dio.
La Sua preghiera è piena di Fiducia. Al Padre Celeste che proprio in quell'ora tragica egli sente a sé più vicino, espone il suo bisogno, il suo desiderio tutto intero: "Padre, se è possibile passi da me questo calice".
Questo calice, cioè la morte precoce, cioè i dolori da cui quella terribile morte sarà accompagnata.
È questa la prece che viene fuori dal cuore addolorato di Gesù, viene fuori con la spontaneità medesima con la quale erompono dalla sorgente le polle dell'acqua. Ma Gesù non vuole imporre il suo desiderio al Padre, glielo vuole semplicemente esporre.
Il Padre farà quello che Egli crede e sa essere il meglio. Alla volontà del Padre, Gesù si abbandona fidente, come un fanciullo nell'oscurità della notte si abbandona alla guida della madre. Qualunque cosa il Padre disporrà, anche se disporrà di non esaudire il desiderio esposto dal Figlio, Questi si chiamerà contento. "Non si faccia la mia volontà, ma la tua".
È proprio l'abbandono pieno, incondizionato che corrisponde a una fiducia senza limiti nella bontà e sapienza celeste. Ed è questa la lezione sublime dell'orto del Getsemani, per noi.
Dobbiamo imparare a mettere in Dio tutta la fiducia nostra. Volere sempre l'adempimento della sua volontà. È la parola del Figlio Gesù, che corrisponde a quella della Madre Maria: Eccomi sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto.
CONTEMPLIAMO IL MISTERO
Guidati da Maria fissiamo lo sguardo sul volto di Cristo per poi aprire il cuore alla lode trinitaria, traguardo di ogni contemplazione cristiana.
Mostraci il tuo volto, Signore, in te speriamo. Donaci il tuo sguardo Maria: con te crediamo, con te amiamo.
Padre nostro... Ave Maria... e benedetto il fiotto del tuo seno Gesù, che agonizzò nel Getsemani per noi ... Santa Maria... (10 volte). Gloria al Padre...
PREGHIAMO CON IL BEATO BARTOLO LONGO
O benedetta Madre di Dio e sempre Vergine Immacolata Maria, quanto acerba fu la croce del tuo Cuore in quella tristissima notte, in cui Gesù, abbandonato dai suoi amici e Discepoli, versava in mortale agonia!
Tu lo guardasti trafitto nell'anima. Perché non si strugge l'anima nostra a tanto amore, a tanto dolore?
O Madre pietosa e addolorata più di tutte le madri, noi ti vogliamo seguire.
Tu rivedrai, sì, un'altra volta il tuo Diletto, ma sul Golgota,
sul monte del dolore, pendente da una croce, moribondo senza conforto.
Per queste tue angosce, per la tua perfetta uniformità al volere divino,
mutaci questo cuore, brucialo del tuo amore e rendilo conforme al tuo, e tutto uniforme ai santi voleri di Dio.
(Dagli Scritti di Bartolo Longo)
La giaculatoria che ora recitiamo ci aiuti ad unire il significato del mistero che abbiamo pregato con l'impegno di vita.
Regina del Santo Rosario di Pompei, Madre nostra dolcissima, ottienici di affrontare le angosce della vita abbandonandoci alla volontà di Dio e sentendoci consolati dalla sua tenerezza paterna. Beato Bartolo Longo, apostolo del Santo Rosario, prega per noi.
PICCOLA SUPPLICA ALLA MADONNA DI POMPEI
Dopo aver meditato e contemplato il mistero, concludiamo la nostra preghiera rivolgendoci con amore filiale a Colei alla cui scuola impariamo a immergerci nel mistero di Dio e a vivere come a Lui piace.
Vergine del Santo Rosario, Madre del Redentore, donna della nostra terra innalzata al di sopra dei cieli umile serva del Signore proclamata Regina del mondo dal profondo delle nostre miserie noi ricorriamo a Te. Con fiducia di figli guardiamo il tuo viso dolcissimo. Coronata di dodici stelle, Tu ci porti al mistero del Padre, Tu risplendi di Spirito Santo, Tu ci doni il tuo Bimbo divino, Gesù, nostra speranza unica salvezza del mondo. Porgendoci il tuo Rosario Tu ci inviti a fissare il suo volto. Tu ci apri il suo cuore, abisso di gioia e di dolore, di luce e di gloria, mistero del figlio di Dio, fatto uomo per noi. Ai tuoi piedi sulle orme dei Santi ci sentiamo famiglia di Dio. Madre e modello della Chiesa, Tu sei guida e sostegno sicuro. Rendici un cuor solo e un'anima sola, popolo forte in cammino verso la patria del cielo. Ti consegniamo le nostre miserie, le tante strade dell'odio e del sangue le mille antiche e nuove povertà e soprattutto il nostro peccato. A te ci affidiamo, Madre di misericordia: ottienici il perdono di Dio, aiutaci a costruire un mondo secondo il tuo cuore. O Rosario benedetto di Maria catena dolce che ci annoda a Dio, catena d'amore che ci fa fratelli, noi non ti lasceremo mai più. Nelle nostre mani sarai arma di pace e di perdono, stella del nostro cammino. E il bacio a te con l'ultimo respiro ci immergerà in un'onda di luce, nella visione della Madre amata e del Figlio divino, anelito e gioia del nostro cuore con il Padre e lo Spirito Santo. Amen.
DODICESIMO SABATO
2° Mistero del Dolore: Gesù flagellato
Prima di metterci in ascolto della Parola di Dio, invochiamo lo Spirito Santo e preghiamo con la fede della Chiesa.
Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.
INVOCHIAMO LO SPIRITO SANTO
Noi ti adoriamo e ti amiamo con tutto il nostro cuore, o Spirito divino, Dio onnipotente, Amore del Padre e del Figlio. Vieni dunque, o Dio di bontà e di misericordia, a dare la grazia col tuo alito vivificatore al nostro cuore; vieni, o Fuoco divino e insegnaci a parlare il linguaggio dei Santi. Vieni e con la tua luce ineffabile illuminaci, col tuo fuoco purificaci, accendici il cuore e rendilo ardente della tua carità. Spirito di verità, senza di te siamo nell'errore; Spirito di amore, senza di te siamo aridi; Spirito di vita, senza di te siamo senza vita. Donaci, perciò, o Dio di bontà, i frutti del tuo Spirito. Amen.
(Dagli Scritti di Bartolo Longo)
PREGHIAMO CON LA CHIESA
O Dio, che nel tuo misterioso disegno di salvezza hai voluto continuare la passione del tuo Figlio nelle membra piagate del suo corpo, che è la Chiesa, fa' che, uniti alla Madre Addolorata ai piedi della croce, impariamo a riconoscere e servire con amore premuroso il Cristo, sofferente nei fratelli. Per Cristo nostro Signore. Amen.
(Messale della Beata Vergine Maria, Colletta di Maria vergine presso la croce del Signorell )
ASCOLTIAMO LA PAROLA DI DIO
Per dare maggiore profondità alla nostra meditazione apriamo il cuore al Signore che ci parla.
Dal vangelo di Giovanni (18,33-40.19,1)
Pilato allora rientrò nel pretorio, fece chiamare Gesù e gli disse: "Tu sei il re dei Giudei?". Gesù rispose: "Dici questo da te oppure altri te l'hanno detto sul mio conto?". Pilato rispose: "Sono io forse Giudeo? La tua gente e i sommi sacerdoti ti hanno consegnato a me; che cosa hai fatto?". Rispose Gesù: "Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù". Allora Pilato gli disse: "Dunque tu sei re?". Rispose Gesù: "Tu lo dici; io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per rendere testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce". Gli dice Pilato: "Che cos'è la verità?". E detto questo uscì di nuovo verso i Giudei e disse loro: "lo non trovo in lui nessuna colpa. Vi è tra voi l'usanza che io vi liberi uno per la Pasqua: volete dunque che io vi liberi il re dei Giudei?".
Allora essi gridarono di nuovo: "Non costui, ma Barabba!". Barabba era un brigante. Allora Pilato fece prendere Gesù e lo fece flagellare.
MEDITIAMO
L'ascolto e la meditazione si nutrono di silenzio. Facciamo una breve pausa, poi, leggiamo e continuiamo a meditare.
Dall'Enciclica Redemptor Hominis di Giovanni Paolo 11, n.12
Gesù Cristo va incontro all'uomo di ogni epoca, anche della nostra epoca, con le stesse parole: "Conoscerete la verità, e la verità vi farà liberi". Queste parole racchiudono una fondamentale esigenza ed insieme un ammonimento: l'esigenza di un rapporto onesto nei riguardi della verità, come condizione di un'autentica libertà; e l'ammonimento, altresì, perché sia evitata qualsiasi libertà apparente, ogni libertà superficiale e unilaterale, ogni libertà che non penetri tutta la verità sull'uomo e sul mondo.
Anche oggi, dopo duemila anni, il Cristo appare a noi come Colui che porta all'uomo la libertà basata sulla verità, come Colui che libera l'uomo da ciò che limita, menoma e quasi spezza alle radici stesse, nell'anima dell'uomo, nel suo cuore, nella sua coscienza, questa libertà. Quale stupenda conferma di ciò hanno dato e non cessano di dare coloro che, grazie a Cristo e in Cristo, hanno raggiunto la vera libertà e l'hanno manifestata perfino in condizioni di costrizione esteriore! E Gesù Cristo stesso, quando comparve prigioniero dinanzi al tribunale di Pilato e fu da lui interrogato circa l'accusa fattagli
dai rappresentanti del Sinedrio, non rispose forse: "Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per rendere testimonianza alla verità"? Con queste parole pronunciate davanti al giudice, nel momento decisivo, era come se confermasse, ancora una volta, la frase già detta in precedenza: "Conoscerete la verità, e la verità vi farà liberi". Nel corso di tanti secoli e di tante generazioni, cominciando dai tempi degli Apostoli, non è forse Gesù Cristo stesso che tante volte è comparso accanto ad uomini giudicati a causa della verità, e non è andato forse alla morte con uomini condannati a causa della verità? Cessa Egli forse di essere continuamente portavoce e avvocato dell'uomo, che vive "in spirito e verità"? Proprio come non cessa di esserlo davanti al Padre, così lo è anche nei confronti della storia dell'uomo. E la Chiesa, a sua volta, nonostante tutte le debolezze che fanno parte della sua storia umana, non cessa di seguire Colui che ha detto: "È giunto il momento, ed è questo, in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità; perché il Padre cerca tali adoratori. Dio è spirito, e quelli che lo adorano devono adorarlo in spirito e verità".
CONTEMPLIAMO IL MISTERO
Guidati da Maria fissiamo lo sguardo sul volto di Cristo per poi aprire il cuore alla lode trinitaria, traguardo di ogni contemplazione cristiana.
Mostraci il tuo volto, Signore, in te speriamo. Donaci il tuo sguardo Maria: con te crediamo, con te amiamo.
Padre nostro... Ave Maria... e benedetto il frutto del tuo seno Gesù, che fu flagellato per noi ... Santa Maria... (10 volte). Gloria al Padre...
PREGHIAMO CON IL BEATO BARTOLO LONGO
Ecco l'ora, o mio Gesù, nella quale la tua carne così pura e così innocente fu lacerata per noi e il tuo Sangue sparso per la nostra salvezza.
Ti contempliamo Gesù sempre umile, sempre paziente; ti fai condurre come agnello mansueto dove la perfidia degli uomini ti tormenta. O Maria, o Madre afflittissima, Tu udisti i colpi della crudele flagellazione: Tu eri nel Pretorio quando la tempesta dei peccati
degli uomini si scaricava sulle spalle innocenti di Gesù. Tu vedesti sparso quel Sangue che gli avevi donato: abbi pietà di noi, che siamo stati la causa dei flagelli di Gesù. Ottienici la grazia di sentire vivamente i dolori di tuo Figlio, di odiare i nostri peccati.
(Dagli Scritti di Bartolo Longo)
La giaculatoria che ora recitiamo ci aiuti ad unire il significato del mistero che abbiamo pregato con l'impegno di vita.
Regina del Santo Rosario di Pompei, Madre nostra dolcissima, ottienici di non essere mai causa di sofferenza per i nostri fratelli e di prenderci cura di quanti sono provati dall'ingiustizia e dal dolore.
Beato Bartolo Longo, apostolo del Santo Rosario, prega per noi.
PICCOLA SUPPLICA ALLA MADONNA DI POMPEI
Dopo aver meditato e contemplato il mistero, concludiamo la nostra preghiera rivolgendoci con amore filiale a Colei alla cui scuola impariamo a immergerci nel mistero di Dio e a vivere come a Lui piace.
Vergine del Santo Rosario, Madre del Redentore, donna della nostra terra innalzata al di sopra dei cieli umile serva del Signore proclamata Regina del mondo dal profondo delle nostre miserie noi ricorriamo a Te. Con fiducia di figli guardiamo il tuo viso dolcissimo. Coronata di dodici stelle, Tu ci porti al mistero del Padre, Tu risplendi di Spirito Santo, Tu ci doni il tuo Bimbo divino, Gesù, nostra speranza unica salvezza del mondo. Porgendoci il tuo Rosario Tu ci inviti a fissare il suo volto. Tu ci apri il suo cuore, abisso di gioia e di dolore, di luce e di gloria, mistero del figlio di Dio, fatto uomo per noi. Ai tuoi piedi sulle orme dei Santi ci sentiamo famiglia di Dio. Madre e modello della Chiesa, Tu sei guida e sostegno sicuro. Rendici un cuor solo e un'anima sola, popolo forte in cammino verso la patria del cielo. Ti consegniamo le nostre miserie, le tante strade dell'odio e del sangue le mille antiche e nuove povertà e soprattutto il nostro peccato. A te ci affidiamo, Madre di misericordia: ottienici il perdono di Dio, aiutaci a costruire un mondo secondo il tuo cuore. O Rosario benedetto di Maria catena dolce che ci annoda a Dio, catena d'amore che ci fa fratelli, noi non ti lasceremo mai più. Nelle nostre mani sarai arma di pace e di perdono, stella del nostro cammino. E il bacio a te con l'ultimo respiro ci immergerà in un'onda di luce, nella visione della Madre amata e del Figlio divino, anelito e gioia del nostro cuore con il Padre e lo Spirito Santo. Amen.
TREDICESIMO SABATO
3° Mistero del Dolore: Gesù ò coronato di spine
Prima di metterci in ascolto della Parola di Dio, invochiamo lo Spirito Santo e preghianio con la fede della Chiesa.
Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.
INVOCHIAMO LO SPIRITO SANTO
Noi ti adoriamo e ti amiamo con tutto il nostro cuore, o Spirito divino, Dio onnipotente, Amore del Padre e del Figlio. Vieni dunque, o Dio di bontà e di misericordia, a dare la grazia col tuo alito vivificatore al nostro cuore; vieni, o Fuoco divino e insegnaci a parlare il linguaggio dei Santi. Vieni e con la tua luce ineffabile illuminaci, col tuo fuoco purificaci, accendici il cuore e rendilo ardente della tua carità. Spirito di verità, senza di te siamo nell'errore; Spirito di amore, senza di te siamo aridi; Spirito di vita, senza di te siamo senza vita. Donaci, perciò, o Dio di bontà, i frutti del tuo Spirito. Amen.
(Dagli Scritti di Bartolo Longo)
PREGHIAMO CON LA CHIESA
O Dio, che per redimere il genere umano, sedotto dagli inganni del maligno, hai associato alla passione del tuo Figlio la Madre Addolorata, fa' che tutti i figli di Adamo, risanati dagli effetti devastanti della colpa, siano partecipi della creazione rinnovata in Cristo redentore. Per Cristo nostro Signore. Amen.
(Messale della Beata Vergine Maria, Colletta di Maria Vergine presso la croce del Signore!)
ASCOLTIAMO LA PAROLA DI DIO
Per dare maggiore profòndità alla nostra meditazione apriamo il cuore al Signore che ci parla.
Dal vangelo di Giovanni (19,2-11)
E i soldati, intrecciata una corona di spine, gliela posero sul capo e gli misero addosso un mantello di porpora; quindi gli venivano davanti e gli dicevano: "Salve, re dei Giudei!". E gli davano schiaffi. Pilato intanto uscì di nuovo e disse loro: "Ecco, io ve lo conduco fuori, perché sappiate che non trovo in lui nessuna colpa". Allora Gesù uscì, portando la corona di spine e il mantello di porpora. E Pilato disse loro: "Ecco l'uomo!". Al vederlo i sommi sacerdoti e le guardie gridarono: "Crocifiggilo, crocifiggilo!".
Disse loro Pilato: "Prendetelo voi e crocifiggetelo; io non trovo in lui nessuna colpa". Gli risposero i Giudei: "Noi abbiamo una legge e secondo questa legge deve morire, perché si è fatto Figlio di Dio".
All'udire queste parole, Pilato ebbe ancor più paura ed entrato di nuovo nel pretorio disse a Gesù: "Di dove sei?". Ma Gesù non gli diede risposta. Gli disse allora Pilato: "Non mi parli? Non sai che ho il potere di metterti in libertà e il potere di metterti in croce?". Rispose Gesù: "Tu non avresti nessun potere su di me, se non ti fosse stato dato dall'alto. Per questo chi mi ha consegnato nelle tue mani ha una colpa più grande".
MEDITIAMO
L'ascolto e la meditazione si nutrono di silenzio. Facciamo una breve pausa, poi, leggiamo e continuiamo a meditare.
Da I Quindici Sabati di Bartolo Longo
Contempla Gesù ferocemente lacerato. È costretto ad attraversare tutto il Pretorio e soffrire, passando, le beffe e le insolenze dei soldati che aggiungevano l'insulto alla crudeltà. Egli sopporta i loro oltraggi, come aveva sopportato i loro colpi, con una dolcezza, modestia e pazienza invincibile. Benché fosse in uno stato da muovere a compassione i cuori più duri, per tormentarlo di nuovo, inventarono un genere di supplizio, che era fin allora sconosciuto. Ecco l'effetto che produce il peccato nell'anima, la quale lo commette con sfrontatezza e con piacere. Un peccato commesso lascia dopo di sé il desiderio di commetteme altri. Anche quando uno è stanco nel peccato, non però ne resta sazio; e benché ne sia perduto il potere, si conserva la volontà di peccare.
Una delle più grandi illusioni dei peccatori è di credere che si libereranno dalla tentazione col soddisfarla. Il commettere il peccato non fa che aumentare in noi l'inclinazione che ci porta ad esso, perché, il peccato, che non è distrutto dalla penitenza, ci trascina col suo peso a un altro peccato. L'anima, che, peccando perde la grazia di Dio, perde anche la forza di resistere alle occasioni del peccato. I Giudei avevano accusato Gesù Cristo di aver voluto farsi e dirsi re dei Giudei. Ora, battutolo e resolo infame, lo espongono, come re da burla, ai fischi del popolo.
Entra tu pure in questo cortile del Pretorio: unisciti a Maria, che, fedele compagna dei dolori di Gesù, si trova anch'ella qui in mezzo a questa folla furibonda, e ne ode le grida e le bestemmie. Domandale la grazia di comprendere questo profondo mistero e di profittarne, e addolcisci in parte il suo dolore. Tolgono dunque a Gesù nuovamente i suoi abiti, lo coprono di un lacero manto color di porpora, formano una corona tessuta di lunghe spine e acutissime, e gliela pongono sul capo: e, affinché non gli cada, gliela conficcano a furia di colpi di bastone. Le spine penetrano da ogni parte, per la fronte e per le tempia; quelle spine gli cagionano dolori si acuti, che gli avrebbero dato la morte, se la virtù divina non lo avesse sostenuto sino alla croce.
Mi prostro ai tuoi piedi, ti adoro, ti ringrazio, ti lodo, ti confesso tutte le mie miserie, e ti ripeterò cento volte: Ecco l'Uomo. Le mie mani, o Signore, con l'operare l'iniquità ti hanno conficcato queste spine. Ma tutte le miserie non possono togliere la fiducia che ho nelle tue misericordie. Come potrò diffidar di cotesto abisso di carità? Posso io mancare di speranza in te, o mio Dio, vedendo quello che soffri per me? Ecco l'Uomo, per il quale Tu ti sei fatto Uomo. O Madre SS. di Dio, imitatrice perfetta del Salvatore, o Rifugio dei peccatori, ottienimi la volontà e la forza di sopportare tutte le pene della vita, per godere con te la gloria in Cielo.
CONTEMPLIAMO IL MISTERO
Guidati da Maria fissiamo lo sguardo sul volto di Cristo per poi aprire il cuore alla lode trinitaria, traguardo di ogni contemplazione cristiana.
Mostraci il tuo volto, Signore, in te speriamo. Donaci il tuo sguardo Maria: con te crediamo, con te amiamo.
Padre nostro... Ave Maria... e benedetto il frutto del tuo seno Gesù, che fu coronato di spine per noi... Santa Maria... (10 volte). Gloria al Padre...
PREGHIAMO CON IL BEATO BARTOLO LONGO
Adoriamo, o Dio del nostro cuore, adoriamo l'amore ineffabile che ti ha ridotto in questo stato, e grazie infinite ti rendiamo di tante misericordie. O poveri che siamo!
Questo ancora non basta per farci amare la croce, le ingiurie, le sofferenze e tutto ciò che ci rende simile a te, o Dio dell'anima nostra?
Quando sopravvengono patimenti, ne siamo atterriti; quando durano, ne restiamo abbattuti; quando ce ne sentiamo liberi, ne godiamo.
Quando distruggerai Tu, o nostro Dio, la debolezza della nostra came con la forza del tuo amore?
O Madre nostra amareggiata per i nostri peccati, noi vogliamo aver parte al tuo gran dolore facendoci compagni della tua pena, pregandoti di scolpirla nel nostro cuore, unendoci con più forte amore al tuo prediletto Figlio. Offrigli insieme col tuo Cuore il nostro cuore addolorato, e digli quelle parole ineffabili di amore che non sappiamo dire.
(Dagli Scritti di Bartolo Longo)
La giaculatoria che ora recitiamo ci aiuti ad unire il significato del mistero che abbiamo pregato con l'impegno di vita.
Regina del Santo Rosario di Pompei, Madre nostra dolcissima, ottienici che, contemplando Gesù coronato di spine, sentiamo grande dolore per i nostri peccati e crediamo al suo vangelo come fonte e misura di vera umanità.
Beato Bartolo Longo, apostolo del Santo Rosario, prega per noi.
PICCOLA SUPPLICA ALLA MADONNA DI POMPEI
Dopo aver meditato e contemplato il mistero, concludiamo la nostra preghiera rivolgendoci con amore filiale a Colei alla cui scuola impariamo a immergerci nel mistero di Dio e a vivere come a Lui piace.
Vergine del Santo Rosario, Madre del Redentore, donna della nostra terra innalzata al di sopra dei cieli umile serva del Signore proclamata Regina del mondo dal profondo delle nostre miserie noi ricorriamo a Te. Con fiducia di figli guardiamo il tuo viso dolcissimo. Coronata di dodici stelle, Tu ci porti al mistero del Padre, Tu risplendi di Spirito Santo, Tu ci doni il tuo Bimbo divino, Gesù, nostra speranza unica salvezza del mondo. Porgendoci il tuo Rosario Tu ci inviti a fissare il suo volto. Tu ci apri il suo cuore, abisso di gioia e di dolore, di luce e di gloria, mistero del figlio di Dio, fatto uomo per noi. Ai tuoi piedi sulle orme dei Santi ci sentiamo famiglia di Dio. Madre e modello della Chiesa, Tu sei guida e sostegno sicuro. Rendici un cuor solo e un'anima sola, popolo forte in cammino verso la patria del cielo. Ti consegniamo le nostre miserie, le tante strade dell'odio e del sangue le mille antiche e nuove povertà e soprattutto il nostro peccato. A te ci affidiamo, Madre di misericordia: ottienici il perdono di Dio, aiutaci a costruire un mondo secondo il tuo cuore. O Rosario benedetto di Maria catena dolce che ci annoda a Dio, catena d'amore che ci fa fratelli, noi non ti lasceremo mai più. Nelle nostre mani sarai arma di pace e di perdono, stella del nostro cammino. E il bacio a te con l'ultimo respiro ci immergerà in un'onda di luce, nella visione della Madre amata e del Figlio divino, anelito e gioia del nostro cuore con il Padre e lo Spirito Santo. Amen.
QUATTORDICESIMO SABATO
4° Mistero del Dolore: Gesù porta la croce
Prima di metterci in ascolto della Parola di Dio, invochiamo lo Spirito Santo e preghiamo con la fede della Chiesa.
Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.
INVOCHIAMO LO SPIRITO SANTO
Noi ti adoriamo e ti amiamo con tutto il nostro cuore, o Spirito divino, Dio onnipotente, Amore del Padre e del Figlio. Vieni dunque, o Dio di bontà e di misericordia, a dare la grazia col tuo alito vivificatore al nostro cuore; vieni, o Fuoco divino e insegnaci a parlare il linguaggio dei Santi. Vieni e con la tua luce ineffabile illuminaci, col tuo fuoco purificaci, accendici il cuore e rendilo ardente della tua carità. Spirito di verità, senza di te siamo nell'errore; Spirito di amore, senza di te siamo aridi; Spirito di vita, senza di te siamo senza vita. Donaci, perciò, o Dio di bontà, i frutti del tuo Spirito. Amen.
(Dagli Scritti di Bartolo Longo)
PREGHIAMO CON LA CHIESA
O Padre, che hai voluto salvare gli uomini con la Croce del Cristo tuo Figlio, concedi a noi che abbiamo conosciuto in terra il suo mistero di amore, di godere in cielo i frutti della sua redenzione. Per Cristo nostro Signore. Amen.
(Messale Romano, Colletta dell'Esaltazione della Santa Croce)
ASCOLTIAMO LA PAROLA DI DIO
Per dare maggiore profondità alla nostra meditazione apriamo il cuore al Signore che ci parla.
Dai vangelo di Giovanni (19,12-17)
Da quel momento Pilato cercava di liberarlo; ma i Giudei gridarono: "Se liberi costui, non sei amico di Cesare! Chiunque infatti si fa re si mette contro Cesare".
Udite queste parole, Pilato fece condurre fuori Gesù e sedette nel tribunale, nel luogo chiamato Litòstroto, in ebraico Gabbatà. Era la Preparazione della Pasqua, verso mezzogiorno. Pilato disse ai Giudei: "Ecco il vostro re!". Ma quelli gridarono: "Via, via, crocifiggilo!". Disse loro Pilato: "Metterò in croce il vostro re?". Risposero i sommi sacerdoti: "Non abbiamo altro re all'infuori di Cesare".
Allora lo consegnò loro perché fosse crocifisso. Essi allora presero Gesù ed egli, portando la croce, si avviò verso il luogo del Cranio, detto in ebraico Gòlgota.
MEDITIAMO
L'ascolto e la meditazione si nutrono di silenzio. Facciamo una breve pausa, poi, leggiamo e continuiamo a meditare.
Dalla Via crucis del povero di Primo Mazzolari
Gesù abbraccia la croce. Si è offerto perché ha voluto. La croce non è un'apparizione improvvisa sulla strada del Cristo. Egli è il Crocifisso: l'uomo della croce. "Chi vuol venirmi dietro, prenda la sua croce e mi segua". Da secoli, cammina davanti a tutti, con la croce sulle spalle. I suoi nemici lo condannano alla croce: Egli l'abbraccia. L'abbraccio trasforma la condanna in dichiarazione d'amore: il patibolo, in sponsali. Per la strada dell'amore, egli vince la nostra tristezza. Di fronte alla croce vi son due comportamenti: o farne una clava, o piegarvisi sotto bestialmente. Col primo, si aumenta la tristezza: col secondo, viene attutita la sensibilità, e spento l'uomo. Ma ci vuole nel cuore un fuoco di carità che consumi ogni aspetto cattivo delle creature e ci aiuti a vedere in ogni avvenimento una volontà dall'alto. "Tu non avresti nessuna podestà in me, se non ti fosse stata data dall'alto" (Giovanni 19).
Il povero che crede, non obbedisce all'uomo. Soffre per l'uomo, ma non è in suo nome che egli accetta di soffrire. Questa è la rivolta ideale. Non si supera la croce, non si evade dal dolore: si fugge l'odio e la schiavitù per amore dell'amore e della libertà. I santi abbracciano la croce. Molti poveri sono santi: tutti i santi sono poveri.
La carità che muove Gesù a stringersi alla croce, non cancella, se non davanti al suo misericordiosissimo sguardo, il gesto della mia brutalità, che gliela butta sulle spalle e ve la cala sopra. Che ci hanno guadagnato i capi dei farisei con il loro inumano infierire contro l'Agnello?
Poiché a loro importava unicamente che Egli morisse, quel sovraccarico di umiliazioni, di patimenti, d'ignominie, è una stoltezza. La croce è già tanto sproporzionata di per sé! Quando una croce è la croce di tutti, nessuno la può misurare. Ma dev'essere difficile anche ai tristi, particolarmente ai tristi, il trovare la misura, perché, più che commettere il male, essi hanno bisogno di ricorrere agli eccessi per far tacere ciò che nessuno è mai riuscito a far tacere. "Capite quel che v'ho fatto? ... Se dunque io, che sono il Maestro e il Signore, vi ho lavato i piedi, anche voi dovete lavare i piedi gli uni agli altri". "Portare il peso gli uni degli altri…" II vangelo è un po' diverso.
Il cristiano può, vuole, deve portare il peso dei fratelli, sull'esempio del Signore: ma nessuno per questo ha il diritto di mettergli sulle spalle il proprio peso, per la sola ragione che portare non è comodo. L'ingiustizia viene colmata dalla carità dei santi; ma l'ingiustizia rimane con tutta la sua responsabilità.
"Certo, il Figlio dell'uomo se ne va, come è scritto di lui; ma guai a quell'uomo per cui il Figlio dell'uomo è tradito" (Matteo 26,24). Dal male si può ricavare un bene; ciò non toglie che il male sia male e quindi detestabile. Il vangelo è una carità che abbraccia tutte le ingiustizie e condanna tutte le iniquità.
CONTEMPLIAMO IL MISTERO
Guidati da Maria fissiamo lo sguardo sul volto di Cristo per poi aprire il cuore alla lode trinitaria, traguardo di ogni contemplazione cristiana.
Mostraci il tuo volto, Signore, in te speriamo. Donaci il tuo sguardo Maria: con te crediamo, con te amiamo.
Padre nostro... Ave Maria... e benedetto il frutto del tuo seno Gesù, che portò la croce per noi ... Santa Maria... (10 volte). Gloria al Padre...
PREGHIAMO CON IL BEATO BARTOLO LONGO
O Gesù Signore, o Salvatore nostro, su questa croce Tu porti tutti i peccati del mondo: circonda i nostri cuori delle tue spine per umiliarli, bruciali delle tue fiamme per amarti; stampa in essi o Divina bontà, la tua croce per sostegno nelle tentazioni.
O fuoco che sempre ardi nel Cuore di Gesù, né mai ti consumi, quanto ammirabili sono le invenzioni della tua carità! Conducici con te, Signore, trascinaci dietro di te, affinché non perdiamo mai di vista né te, né la tua croce.
Vogliamo seguirti e imitarti: crocifissi con Te, Signore (Dagli Scritti di Bartolo Longo) La giaculatoria che ora recitiamo ci aiuti ad unire il significato del mistero che abbiamo pregato con l'impegno di vita.
Regina del Santo Rosario di Pompei, Madre nostra dolcissima, ottienici che portiamo con fortezza le croci della vita, sentendoci accompagnati da te e sostenendo i nostri fratelli.
Beato Bartolo Longo, apostolo del Santo Rosario, prega per noi.
PICCOLA SUPPLICA ALLA MADONNA DI POMPEI
Dopo aver meditato e contemplato il mistero, concludiamo la nostra preghiera rivolgendoci con amore filiale a Colei alla cui scuola impariamo a immergerci nel mistero di Dio e a vivere come a Lui piace.
Vergine del Santo Rosario, Madre del Redentore, donna della nostra terra innalzata al di sopra dei cieli umile serva del Signore proclamata Regina del mondo dal profondo delle nostre miserie noi ricorriamo a Te. Con fiducia di figli guardiamo il tuo viso dolcissimo. Coronata di dodici stelle, Tu ci porti al mistero del Padre, Tu risplendi di Spirito Santo, Tu ci doni il tuo Bimbo divino, Gesù, nostra speranza unica salvezza del mondo. Porgendoci il tuo Rosario Tu ci inviti a fissare il suo volto. Tu ci apri il suo cuore, abisso di gioia e di dolore, di luce e di gloria, mistero del figlio di Dio, fatto uomo per noi. Ai tuoi piedi sulle orme dei Santi ci sentiamo famiglia di Dio. Madre e modello della Chiesa, Tu sei guida e sostegno sicuro. Rendici un cuor solo e un'anima sola, popolo forte in cammino verso la patria del cielo. Ti consegniamo le nostre miserie, le tante strade dell'odio e del sangue le mille antiche e nuove povertà e soprattutto il nostro peccato. A te ci affidiamo, Madre di misericordia: ottienici il perdono di Dio, aiutaci a costruire un mondo secondo il tuo cuore. O Rosario benedetto di Maria catena dolce che ci annoda a Dio, catena d'amore che ci fa fratelli, noi non ti lasceremo mai più. Nelle nostre mani sarai arma di pace e di perdono, stella del nostro cammino. E il bacio a te con l'ultimo respiro ci immergerà in un'onda di luce, nella visione della Madre amata e del Figlio divino, anelito e gioia del nostro cuore con il Padre e lo Spirito Santo. Amen.
QUINDICESIMO SABATO
5° Mistero del Dolore: Gesù muore in croce
Prima di metterci in ascolto della Parola di Dio, invochiamo lo Spirito Santo e preghiamo con la fede della Chiesa.
Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.
INVOCHIAMO LO SPIRITO SANTO
Noi ti adoriamo e ti amiamo con tutto il nostro cuore, o Spirito divino, Dio onnipotente, Amore del Padre e del Figlio. Vieni dunque, o Dio di bontà e di misericordia, a dare la grazia col tuo alito vivificatore al nostro cuore; vieni, o Fuoco divino e insegnaci a parlare il linguaggio dei Santi. Vieni e con la tua luce ineffabile illuminaci, col tuo fuoco purificaci, accendici il cuore e rendilo ardente della tua carità. Spirito di verità, senza di te siamo nell'errore; Spirito di amore, senza di te siamo aridi; Spirito di vita, senza di te siamo senza vita. Donaci, perciò, o Dio di bontà, i frutti del tuo Spirito. Amen.
(Dagli Scritti di Bartolo Longo)
PREGHIAMO CON LA CHIESA
O Padre, che accanto al tuo Figlio, innalzato sulla croce, hai voluto presente la sua Madre Addolorata: fa' che la santa Chiesa, associata con lei alla passione del Cristo, partecipi alla gloria della risurrezione. Per Cristo nostro Signore. Amen.
(Messale Romano, Colletta della Beata Vergine Maria Addolorata)
ASCOLTIAMO LA PAROLA DI DIO
Per dare maggiore profóndità alla nostra meditazione apriamo il cuore al Signore che ci parla.
Dal vangelo di Luca (23,39-48)
Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava: "Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e anche noi!". Ma l'altro lo rimproverava: "Neanche tu hai timore di Dio e sei dannato alla stessa pena? Noi giustamente, perché riceviamo il giusto per le nostre azioni, egli invece non ha fatto nulla di male". E aggiunse: "Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno". Gli rispose: "In verità ti dico, oggi sarai con me nel paradiso".
Era verso mezzogiorno, quando il sole si eclissò e si fece buio su tutta la terra fino alle tre del pomeriggio. Il velo del tempio si squarciò nel mezzo. Gesù, gridando a gran voce, disse: "Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito". Detto questo spirò. Visto ciò che era accaduto, il centurione glorificava Dio: "Veramente quest'uomo era giusto". Anche tutte le folle che erano accorse a questo spettacolo, ripensando a quanto era accaduto, se ne tornavano percuotendosi il petto.
MEDITIAMO
L'ascolto e la meditazione si nutrono di silenzio. Facciamo una breve pausa, poi, leggiamo e continuiamo a meditare.
Dalle Conferenze di san Tommaso d'Aquino
Fu necessario che il Figlio di Dio soffrisse per noi? Molto, e possiamo parlare di una duplice necessità: come rimedio contro il peccato e come esempio nell'agire.
Fu anzitutto un rimedio, perché è nella passione di Cristo che troviamo rimedio contro tutti i mali in cui possiamo incorrere per i nostri peccati. Ma non minore è l'utilità che ci viene dal suo esempio. La passione di Cristo infatti è sufficiente per orientare tutta la nostra vita. Chiunque vuol vivere in perfezione non faccia altro che disprezzare quello che Cristo disprezzò sulla croce, e desiderare quello che egli desiderò. Nessun esempio di virtù infatti è assente dalla croce. Se cerchi un esempio di carità, ricorda: "Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici" (Gv 15,13).
Questo ha fatto Cristo sulla croce. E quindi, se egli ha dato la sua vita per noi, non ci deve essere pesante sostenere qualsiasi male per lui. Se cerchi un esempio di pazienza, ne trovi uno quanto mai eccellente sulla croce. La pazienza infatti si giudica grande in due circostanze: o quando uno sopporta pazientemente grandi avversità, o quando si sostengono avversità che si potrebbero evitare, ma non si evitano.
Ora Cristo ci ha dato sulla croce l'esempio dell'una e dell'altra cosa. Infatti "quando soffriva non minacciava" (1 Pt 2,23) e come un agnello fu condotto alla morte e non aprì la sua bocca (cfr At 8,32). Grande è dunque la pazienza di Cristo sulla croce: "Corriamo con perseveranza nella corsa, tenendo fisso lo sguardo su Gesù, autore e perfezionatore della fede. Egli in cambio della gioia che gli era posta innanzi, si sottopose alla croce, disprezzando l'ignominia" (Eb 12,2). Se cerchi un esempio di umiltà, guarda il crocifisso: Dio, infatti, volle essere giudicato sotto Ponzio Pilato e morire.
Se cerchi un esempio di obbedienza, segui colui che si fece obbediente al Padre fino alla morte: "Come per la disobbedienza di uno solo, cioè di Adamo, tutti sono stati costituiti peccatori, così anche per l'obbedienza di uno solo tutti saranno costituiti giusti" (Rm 5,19).
Se cerchi un esempio di disprezzo delle cose terrene, segui colui che è il re dei re ed il Signore dei signori, "nel quale sono nascosti tutti i tesori della sapienza e della scienza" (Col 2,3). Egli è nudo sulla croce, schernito, sputacchiato, percosso, coronato di spine, abbeverato con aceto e fiele. Non legare dunque il tuo cuore alle vesti ed alle ricchezze, perché "si son divise tra loro le mie vesti" (Gi, 19,24); non agli onori, perché ho provato gli oltraggi e le battiture (cfr Is 53,4); non alle dignità, perché intrecciata una corona di spine, la misero sul mio capo (cfr Mc 15,17) non ai piaceri, perché "quando avevo sete, mi han dato da bere aceto" (Sal 68,22).
CONTEMPLIAMO IL MISTERO
Guidati da Maria fissiamo lo sguardo sul volto di Cristo per poi aprire il cuore alla lode trinitaria, traguardo di ogni contemplazione cristiana.
Mostraci il tuo volto, Signore, in te speriamo. Donaci il tuo sguardo Maria: con te crediamo, con te amiamo.
Padre nostro... Ave Maria... e benedetto il frutto del tuo seno Gesù, che è morto in croce per noi ... Santa Maria... (10 volte). Gloria al Padre...
PREGHIAMO CON IL BEATO BARTOLO LONGO
Ecco, Eterno Padre, il Figlio tuo che hai dato alla morte per noi: ti lodi e ti ringrazi per noi
questo tuo medesimo Figlio. Concedici, per amore di questo Figlio morto in croce, lo spirito di amore, lo spirito di mortificazione, lo spirito di sacrificio, lo spirito di abbandono alla tua volontà, lo spirito di fedeltà per seguire i suoi esempi.
Sì, mio Dio, tutto è compiuto: il dono e il perdono.
Facci ricchi della tua grazia, né permettere che ci allontaniamo da te: o nostro Dio, nostro sposo, nostro re, nostro liberatore, nostra unica speranza.
(Dagli Scritti di Bartolo Longo)
La giaculatoria che ora recitiamo ci aiuti ad unire il significato del mistero che abbiamo pregato con l'impegno di vita.
Regina del Santo Rosario di Pompei, Madre nostra dolcissima, ottienici che, contemplando la morte di Gesù, sentiamo in noi i frutti della sua redenzione e la testimoniamo con la santità ai nostri fratelli. Beato Bartolo Longo, apostolo del Santo Rosario, prega per noi.
PICCOLA SUPPLICA ALLA MADONNA DI POMPEI
Dopo aver meditato e contemplato il mistero, concludiamo la nostra preghiera rivolgendoci con amore filiale a Colei alla cui scuola impariamo a immergerci nel mistero di Dio e a vivere come a Lui piace.
Vergine del Santo Rosario, Madre del Redentore, donna della nostra terra innalzata al di sopra dei cieli umile serva del Signore proclamata Regina del mondo dal profondo delle nostre miserie noi ricorriamo a Te. Con fiducia di figli guardiamo il tuo viso dolcissimo. Coronata di dodici stelle, Tu ci porti al mistero del Padre, Tu risplendi di Spirito Santo, Tu ci doni il tuo Bimbo divino, Gesù, nostra speranza unica salvezza del mondo. Porgendoci il tuo Rosario Tu ci inviti a fissare il suo volto. Tu ci apri il suo cuore, abisso di gioia e di dolore, di luce e di gloria, mistero del figlio di Dio, fatto uomo per noi. Ai tuoi piedi sulle orme dei Santi ci sentiamo famiglia di Dio. Madre e modello della Chiesa, Tu sei guida e sostegno sicuro. Rendici un cuor solo e un'anima sola, popolo forte in cammino verso la patria del cielo. Ti consegniamo le nostre miserie, le tante strade dell'odio e del sangue le mille antiche e nuove povertà e soprattutto il nostro peccato. A te ci affidiamo, Madre di misericordia: ottienici il perdono di Dio, aiutaci a costruire un mondo secondo il tuo cuore. O Rosario benedetto di Maria catena dolce che ci annoda a Dio, catena d'amore che ci fa fratelli, noi non ti lasceremo mai più. Nelle nostre mani sarai arma di pace e di perdono, stella del nostro cammino. E il bacio a te con l'ultimo respiro ci immergerà in un'onda di luce, nella visione della Madre amata e del Figlio divino, anelito e gioia del nostro cuore con il Padre e lo Spirito Santo. Amen.
MISTERI DELLA GLORIA
"La contemplazione del volto di Cristo non può fermarsi all'immagine di Lui crocifisso. Egli è il Risorto!". Da sempre il Rosario esprime questa consapevolezza della fede, invitando il credente ad andare oltre il buio della Passione, per fissare lo sguardo sulla gloria di Cristo nella Risurrezione e nell'Ascensione. Contemplando il Risorto il cristiano riscopre le ragioni della propria fede (cfr X or 15,14), e rivive la gioia non soltanto di coloro ai quali Cristo si manifestò - gli Apostoli, la Maddalena, i discepoli di Emmaus -, ma anche la gioia di Maria, che dovette fare un'esperienza non meno intensa della nuova esistenza del Figlio glorificato. A questa gloria che, con l'Ascensione, pone il Cristo alla destra del Padre, Ella stessa sarà sollevata con l'Assunzione, giungendo, per specialissimo privilegio, ad anticipare il destino riservato a tutti i giusti con la risurrezione della carne. Coronata infine di gloria - come appare nell'ultimo mistero glorioso - Ella rifulge quale Regina degli Angeli e dei Santi, anticipazione e vertice della condizione escatologica della Chiesa.
Al centro di questo percorso di gloria del Figlio e della Madre, il Rosario pone, nel terzo mistero glorioso, la Pentecoste, che mostra il volto della Chiesa quale famiglia riunita con Maria, ravvivata dall'effusione potente dello Spirito, pronta per la missione evangelizzatrice.
La contemplazione di questo, come degli altri misteri gloriosi, deve portare i credenti a prendere coscienza sempre più viva della loro esistenza nuova in Cristo, all'interno della realtà della Chiesa, un'esistenza di cui la scena della Pentecoste costituisce la grande 'icona'. 1 misteri gloriosi alimentano così nei credenti la speranza della meta escatologica verso cui sono incamminati come membri del Popolo di Dio pellegrinante nella storia. Ciò non può non spingerli ad una coraggiosa testimonianza di quel "lieto annunzio" che dà senso a tutta la loro esistenza.
(Lettera Apostolica di Giovanni Paolo II, Rosarium Virginis Mariae, 23)
SEDICESIMO SABATO
1° Mistero della Gloria: Gesù risorge dal sepolcro
Prima di metterci in ascolto della Parola di Dio, invochiamo lo Spirito Santo e preghiamo con la fede della Chiesa.
Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.
INVOCHIAMO LO SPIRITO SANTO
Noi ti adoriamo e ti amiamo con tutto il nostro cuore, o Spirito divino, Dio onnipotente, Amore del Padre e del Figlio. Vieni dunque, o Dio di bontà e di misericordia, a dare la grazia col tuo alito vivificatore al nostro cuore; vieni, o Fuoco divino e insegnaci a parlare il linguaggio dei Santi. Vieni e con la tua luce ineffabile illuminaci, col tuo fuoco purificaci, accendici il cuore e rendilo ardente della tua carità. Spirito di verità, senza di te siamo nell'errore; Spirito di amore, senza di te siamo aridi; Spirito di vita, senza di te siamo senza vita. Donaci, perciò, o Dio di bontà, i frutti del tuo Spirito. Amen.
(Dagli Scritti di Bartolo Longo)
PREGHIAMO CON LA CHIESA
O Dio, che nella gloriosa risurrezione del tuo Figlio hai ridato la gioia al mondo intero, per intercessione di Maria Vergine concedi a noi di godere la gioia della vita senza fine. Per Cristo nostro Signore. Amen.
(Messale della Beata Vergine Maria, Colletta di Santa Maria nella Risurrezione del Signore)
ASCOLTIAMO LA PAROLA DI DIO
Per dare maggiore profondità alla nostra meditazione apriamo il cuore al Signore che ci parla.
Dal vangelo di Marco (16,1-8)
Passato il sabato, Maria di Màgdala, Maria di Giacomo e Salome comprarono oli aromatici per andare a imbalsamare Gesù. Di buon mattino, il primo giorno dopo il sabato, vennero al sepolcro al levar del sole. Esse dicevano tra loro: "Chi ci rotolerà via il masso dall'ingresso del sepolcro?".
Ma, guardando, videro che il masso era già stato rotolato via, benché fosse molto grande. Entrando nel sepolcro, videro un giovane, seduto sulla destra, vestito d'una veste bianca, ed ebbero paura. Ma egli disse loro: "Non abbiate paura! Voi cercate Gesù Nazareno, il crocifisso. E risorto, non è qui. Ecco il luogo dove l'avevano deposto. Ora andate, dite ai suoi discepoli e a Pietro che egli vi precede in Galilea. Là lo vedrete, come vi ha detto". Ed esse, uscite, fuggirono via dal sepolcro perché erano piene di timore e di spavento. E non dissero niente a nessuno, perché avevano paura.
MEDITIAMO
L'ascolto e la meditazione si nutrono di silenzio. Facciamo una breve pausa, poi, leggiamo e continuiamo a meditare.
Da Gesù Sacerdote di Bartolo Longo
Nella piccola comunità cristiana, accasciata dal dolore, come una corrente di vita e di tripudio, passa il divino annunzio: - È risorto! È risorto! - Le pie donne lo hanno raccolto, il grande annunzio, dalle labbra di Angeli. Egli stesso, il Risorto, è apparso nel Cenacolo agli Apostoli esterrefatti, e, calmo nel trionfo come era stato nella lotta, ha rivolto loro la più dolce delle parole: "La pace sia con voi!" Anche la morte è sconfitta, è la vittoria della vita! La Risurrezione di Gesù, o fratelli, è storia e profezia.
La Risurrezione di Gesù è l'argomento più forte per la nostra vita di fede. Gesù è il Figlio dell'uomo, Egli è il secondo Adamo, è l'Uomo-Umanità. Quanto avviene in Lui dovrà ripetersi dunque in quanti lo seguiranno per le vie dell'amore, per le aspre ma sublimi vie del sacrificio.
Gesù è risorto nel suo Corpo, l'umanità deve risorgere nel suo spirito. "Io son venuto nel mondo - Egli diceva - perché gli uomini abbiano di nuovo la vita e l'abbiano, anzi, con una maggiore abbondanza".
L'Alleluia di Gesù deve completarsi nell'Alleluia dell'umanità. Come in lui ritorna la vita, così la sua vita deve ritornare in tutte le grandi arterie della storia. Altrimenti il trionfo di Gesù sarebbe effimero, la Redenzione di lui sarebbe un poema spezzato a metà.
San Paolo, che meglio di ogni altro apostolo con la profondità del suo sguardo è penetrato nei misteri della
risurrezione, con frase concisa, densa di pensiero, scrive: Gesù è morto per i nostri peccati ed è risorto per la nostra giustificazione.
Egli, è la causa esemplare di questa giustificazione. Egli, risorgendo, in se stesso ci dà l'annunzio di quello, che in virtù del suo Sangue, dovrà essere nei secoli l'umanità nuova.
Il peccato era stato la nostra morte; aveva spento tutte le fiamme, aveva estinto tutte le sorgenti della vita soprannaturale e divina.
L'impeto però che abbatte la pietra dinanzi al sepolcro di Gesù, abbatte insieme la pietra che era dinanzi alla tomba dell'umanità, la corrente di vita nuova che ridesta il suo Corpo reale, insieme risveglia ed agita tutto il suo Corpo mistico. Vita soprannaturale e quindi, come per riverbero, vita morale, vita sociale, vita artistica. Tutto risorge con lui, la donna, il fanciullo, l'operaio, l'arte, la morale, il diritto.
Tutta questa risurrezione, che trasforma profondamente la storia, che rinnova l'umanità in tutto il suo essere, in tutta la sua vita, da parte di Gesù Mediatore fra Dio e gli uomini, di Gesù che porta alla terra i doni del cielo, è il dono, il gran dono della Pasqua cristiana.
CONTEMPLIAMO IL MISTERO
Guidati (la Maria fissiamo lo sguardo sul volto di Cristo per poi aprire il canore alla lode trinitaria, traguardo di ogni contemplalione cristiana.
Mostraci il tuo volto, Signore, in te speriamo. Donaci il tuo sguardo Maria: con te crediamo, con te amiamo.
Padre nostro... Ave Maria... e benedetto il frutto del tuo seno Gesù, che è risorto per noi ... Santa Maria... (10 volte). Gloria al Padre...
PREGHIAMO CON IL BEATO BARTOLOLONGO
O vero Figlio di Dio, che consolazione è questa per noi tutti, che in Te fermamente crediamo! La tua Risurrezione, o glorioso nostro Salvatore ci infonde gioia e consolazione,
perché ci assicura la nostra riconciliazione con Dio. E come Tu risorgendo prendesti nuova vita, così noi, risorti dal peccato alla grazia, viviamo, in Te, di una vita nuova.
(Dagli Scritti di Bartolo Longo)
La giaculatoria che ora recitiamo ci aiuti ad unire il significato del mistero che abbiamo pregato con l'impegno di vita.
Regina del Santo Rosario di Pompei, Madre nostra dolcissima, ottienici di credere fortemente alla risurrezione di Cristo e di risorgere ogni giorno con Lui a vita nuova.
Beato Bartolo Longo, apostolo del Santo Rosario, prega per noi.
PICCOLA SUPPLICA ALLA MADONNA DI POMPEI
Dopo aver meditato e contemplato il mistero, concludiamo la nostra preghiera rivolgendoci con amore filiale a Colei alla cui scuola impariamo a immergerci nel mistero di Dio e a vivere come a Lui piace.
Vergine del Santo Rosario, Madre del Redentore, donna della nostra terra innalzata al di sopra dei cieli umile serva del Signore proclamata Regina del mondo dal profondo delle nostre miserie noi ricorriamo a Te. Con fiducia di figli guardiamo il tuo viso dolcissimo. Coronata di dodici stelle, Tu ci porti al mistero del Padre, Tu risplendi di Spirito Santo, Tu ci doni il tuo Bimbo divino, Gesù, nostra speranza unica salvezza del mondo. Porgendoci il tuo Rosario Tu ci inviti a fissare il suo volto. Tu ci apri il suo cuore, abisso di gioia e di dolore, di luce e di gloria, mistero del figlio di Dio, fatto uomo per noi. Ai tuoi piedi sulle orme dei Santi ci sentiamo famiglia di Dio. Madre e modello della Chiesa, Tu sei guida e sostegno sicuro. Rendici un cuor solo e un'anima sola, popolo forte in cammino verso la patria del cielo. Ti consegniamo le nostre miserie, le tante strade dell'odio e del sangue le mille antiche e nuove povertà e soprattutto il nostro peccato. A te ci affidiamo, Madre di misericordia: ottienici il perdono di Dio, aiutaci a costruire un mondo secondo il tuo cuore. O Rosario benedetto di Maria catena dolce che ci annoda a Dio, catena d'amore che ci fa fratelli, noi non ti lasceremo mai più. Nelle nostre mani sarai arma di pace e di perdono, stella del nostro cammino. E il bacio a te con l'ultimo respiro ci immergerà in un'onda di luce, nella visione della Madre amata e del Figlio divino, anelito e gioia del nostro cuore con il Padre e lo Spirito Santo. Amen.
DICIASSETTESIMO SABATI)
2° Mistero della Gloria: Gesù ascende al cielo
Prima di metterci in ascolto della Parola di Dio, invochiamo lo Spirito Santo e preghiamo con la fede della Chiesa.
Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.
INVOCHIAMO LO SPIRITO SANTO
Noi ti adoriamo e ti amiamo con tutto il nostro cuore, o Spirito divino, Dio onnipotente, Amore del Padre e del Figlio. Vieni dunque, o Dio di bontà e di misericordia, a dare la grazia col tuo alito vivificatore al nostro cuore; vieni, o Fuoco divino e insegnaci a parlare il linguaggio dei Santi. Vieni e con la tua luce ineffabile illuminaci, col tuo fuoco purificaci, accendici il cuore e rendilo ardente della tua carità. Spirito di verità, senza di te siamo nell'errore; Spirito di amore, senza di te siamo aridi; Spirito di vita, senza di te siamo senza vita. Donaci, perciò, o Dio di bontà, i frutti del tuo Spirito. Amen.
(Dagli Scritti di Bartolo Longo)
PREGHIAMO CON LA CHIESA
Esulti di santa gioia la tua Chiesa, o Padre per il mistero che celebra in questa liturgia di lode, poiché nel tuo Figlio asceso al cielo la nostra umanità è innalzata accanto a te, e noi, membra del suo corpo, viviamo nella speranza di raggiungere Cristo, nostro Capo, nella gloria. Per Cristo nostro Signore. Amen.
(Messale Romano, Colletta dell'Ascensione del Signore)
ASCOLTIAMO LA PAROLA DI DIO
Per dare maggiore profondità alla nostra meditazione apriamo il cuore al Signore che ci parla.
Dal vangelo di Luca (24,41-52)
Ma poiché per la grande gioia ancora non credevano ed erano stupefatti, disse: "Avete qui qualche cosa da mangiare?". Gli offrirono una porzione di pesce arrostito; egli lo prese e lo mangiò davanti a loro. Poi disse: "Sono queste le parole che vi dicevo quando ero ancora con voi: bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella Legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi". Allora aprì loro la mente all'intelligenza delle Scritture e disse: "Così sta scritto: il Cristo dovrà patire e risuscitare dai morti il terzo giorno e nel suo nome saranno predicati a tutte le genti la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni. E io manderò su di voi quello che il Padre mio ha promesso; ma voi restate in città, finché non siate rivestiti di potenza dall'alto". Poi li condusse fuori verso Betània e, alzate le mani, li benedisse. Mentre li benediceva, si staccò da loro e fu portato verso il cielo. Ed essi, dopo averlo adorato, tomarono a Gerusalemme con grande gioia.
MEDITIAMO
L'ascolto e la meditazione si nutrono di silenzio. Facciamo una breve pausa, poi, leggiamo e continuiamo a meditare.
Dai Discorsi di Sant'Agostino
Il nostro Signore Gesù Cristo è asceso al cielo. Con lui salga pure il nostro cuore.
Ascoltiamo l'apostolo Paolo che proclama: "Se siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, dove si trova Cristo assiso alla destra di Dio. Pensate alle cose di lassù, non a quelle della terra" (Col 3,1-2). Come egli è asceso e non si è allontanato da noi, così anche noi già siamo lassù con lui, benché nel nostro corpo non si sia ancora avverato ciò che ci è promesso.
Cristo è ormai esaltato al di sopra dei cieli, ma soffre qui in terra tutte le tribolazioni che noi sopportiamo come sue membra. Di questo diede assicurazione facendo sentire quel grido: "Saulo, Saulo, perché mi perseguiti?" (At 9,4). E cosi pure: "Io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare" (Mt 25,35).
Perché allora anche noi non fatichiamo su questa terra, in maniera da riposare già con Cristo in cielo, noi che siamo uniti al nostro Salvatore attraverso la fede, la speranza e la carità? Cristo, infatti, pur trovandosi lassù, resta ancora con noi. E noi, similmente, pur dimorando quaggiù, siamo già con lui. E Cristo può assumere questo comportamento in forza della sua divinità e onnipotenza. A noi, invece, è possibile, non perché siamo esseri divini, ma per l'amore che nutriamo per lui. Egli non abbandonò il cielo, discendendo fino a noi; e nemmeno si è allontanato da noi, quando di nuovo è salito al cielo. Infatti egli stesso dà testimonianza di trovarsi lassù mentre era qui in terra. Nessuno è mai salito al cielo fuorché colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell'uomo, che è in cielo (cfr Gv 3,13).
Questa affermazione fu pronunciata per sottolineare l'unità tra lui nostro capo e noi suo corpo. Quindi nessuno può compiere un simile atto se non Cristo, perché anche noi siamo lui, per il fatto che egli è il Figlio dell'uomo per noi, e noi siamo figli di Dio per lui.
Così si esprime l'Apostolo parlando di questa realtà: "Come infatti il corpo, pur essendo uno, ha molte membra e tutte le membra, pur essendo molte, sono un corpo solo, così anche Cristo" (I Cor 12,12). L'Apostolo non dice: "Così Cristo", ma sottolinea: "Così anche Cristo". Cristo dunque ha molte membra, ma un solo corpo.
Perciò egli è disceso dal cielo per la sua misericordia e non è salito se non lui, mentre noi unicamente per grazia siamo saliti in lui. E così non discese se non Cristo e non è salito se non Cristo. Questo non perché la dignità del capo sia confusa nel corpo, ma perché l'unità del corpo non sia separata dal capo.
CONTEMPLIAMO IL MISTERO
Guidati da Maria fissiamo lo sguardo sul volto di Cristo per poi aprire il cuore alla lode trinitaria, traguardo di ogni contemplazione cristiana.
Mostraci il tuo volto, Signore, in te speriamo. Donaci il tuo sguardo Maria: con te crediamo, con te amiamo.
Padre nostro... Ave Maria... e benedetto il frutto del tuo seno Gesù, che è asceso al cielo per noi ... Santa Maria... (10 volte). Gloria al Padre...
PREGHIAMO CON IL BEATO BARTOLO LONGO
O Vergine Immacolata e Madre nostra amatissima, che, piena di celesti speranze e di smisurato amore, vedesti il tuo Diletto ascendere al cielo, accendi la nostra Fede, ravviva la nostra Speranza e rinvigorisci la nostra Carità; benedici, accetta le nostre fatiche, ed ottienici la perseveranza finale per meritarci la corona eterna del cielo.
E Tu, Vergine fedele, che sei beata perché credesti, specchio di viva fede e modello di ogni cristiano, ottienici da questo tuo Figlio che stacchiamo il nostro cuore dai falsi piaceri del mondo, e agiamo alla luce di quella fede, che è il fondamento delle cose che noi speriamo, cioè dell'eterno premio.
(Dagli Scritti di Bartolo Longo)
La giaculatoria che ora recitiamo ci aiuti ad unire il significato del mistero che abbiamo pregato con l'impegno di vita.
Regina del Santo Rosario di Pompei, Madre nostra dolcissima, ottienici di camminare con giustizia e santità per le strade del mondo, tenendo risso lo sguardo alla patria del cielo.
Beato Bartolo Longo, apostolo del Santo Rosario, prega per noi.
PICCOLA SUPPLICA ALLA MADONNA DI POMPEI
Dopo aver meditato e contemplato il mistero, concludiamo la nostra preghiera rivolgendoci con amore filiale a Colei alla cui scuola impariamo a immergerci nel mistero di Dio e a vivere come a Lui piace.
Vergine del Santo Rosario, Madre del Redentore, donna della nostra terra innalzata al di sopra dei cieli umile serva del Signore proclamata Regina del mondo dal profondo delle nostre miserie noi ricorriamo a Te. Con fiducia di figli guardiamo il tuo viso dolcissimo. Coronata di dodici stelle, Tu ci porti al mistero del Padre, Tu risplendi di Spirito Santo, Tu ci doni il tuo Bimbo divino, Gesù, nostra speranza unica salvezza del mondo. Porgendoci il tuo Rosario Tu ci inviti a fissare il suo volto. Tu ci apri il suo cuore, abisso di gioia e di dolore, di luce e di gloria, mistero del figlio di Dio, fatto uomo per noi. Ai tuoi piedi sulle orme dei Santi ci sentiamo famiglia di Dio. Madre e modello della Chiesa, Tu sei guida e sostegno sicuro. Rendici un cuor solo e un'anima sola, popolo forte in cammino verso la patria del cielo. Ti consegniamo le nostre miserie, le tante strade dell'odio e del sangue le mille antiche e nuove povertà e soprattutto il nostro peccato. A te ci affidiamo, Madre di misericordia: ottienici il perdono di Dio, aiutaci a costruire un mondo secondo il tuo cuore. O Rosario benedetto di Maria catena dolce che ci annoda a Dio, catena d'amore che ci fa fratelli, noi non ti lasceremo mai più. Nelle nostre mani sarai arma di pace e di perdono, stella del nostro cammino. E il bacio a te con l'ultimo respiro ci immergerà in un'onda di luce, nella visione della Madre amata e del Figlio divino, anelito e gioia del nostro cuore con il Padre e lo Spirito Santo. Amen.
DICIOTTESIMO SABATO
3° Mistero della Gloria: Gesù invia lo Spirito Santo
Prima di metterci in ascolto della Parola di Dio, invochiamo lo Spirito Santo e preghiamo con la fede della Chiesa.
Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.
INVOCHIAMO LO SPIRITO SANTO
Noi ti adoriamo e ti amiamo con tutto il nostro cuore, o Spirito divino, Dio onnipotente, Amore del Padre e del Figlio. Vieni dunque, o Dio di bontà e di misericordia, a dare la grazia col tuo alito vivificatore al nostro cuore; vieni, o Fuoco divino e insegnaci a parlare il linguaggio dei Santi. Vieni e con la tua luce ineffabile illuminaci, col tuo fuoco purificaci, accendici il cuore e rendilo ardente della tua carità. Spirito di verità, senza di te siamo nell'errore; Spirito di amore, senza di te siamo aridi; Spirito di vita, senza di te siamo senza vita. Donaci, perciò, o Dio di bontà, i frutti del tuo Spirito. Amen.
(Dagli Scritti di Bartolo Longo)
PREGHIAMO CON LA CHIESA
O Dio, che agli Apostoli riuniti nel Cenacolo con Maria madre di Gesù hai fatto dono del tuo Spirito, concedi a noi con il suo materno aiuto di servirti fedelmente, per diffondere in parole e opere la gloria del tuo nome. Per Cristo nostro Signore. Amen.
(Messale della Beata Vergine Maria, Colletta di Maria Vergine Regina degli Apostoli)
ASCOLTIAMO LA PAROLA DI DIO
Per dare maggiore profondità alla nostra meditazione apriamo il cuore al Signore che ci parla.
Dagli Atti degli Apostoli (1,14. 2,1-11)
Gli apostoli erano assidui e concordi nella preghiera, insieme con alcune donne e con Maria, la madre di Gesù e con i fratelli di lui. Mentre il giorno di Pentecoste stava per finire, si trovavano tutti insieme nello stesso luogo. Venne all'improvviso dal cielo un rombo, come di vento che si abbatte gagliardo, e riempi tutta la casa dove si trovavano. Apparvero loro lingue come di fuoco che si dividevano e si posarono su ciascuno di loro; ed essi furono tutti pieni di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue come lo Spirito dava loro il potere d'esprimersi.
Si trovavano allora in Gerusalemme Giudei osservanti di ogni nazione che è sotto il cielo. Venuto quel fragore, la folla si radunò e rimase sbigottita perché ciascuno li sentiva parlare la propria lingua. Erano stupefatti e fuori di sé per lo stupore dicevano: "Costoro che parlano non sono forse tutti Galilei? E com'è che li sentiamo ciascuno parlare la nostra lingua nativa? Siamo Parti, Medi, Elamìti e abitanti della Mesopotàmia, della Giudea, della Cappadòcia, del Ponto e dell'Asia, della Frigia e della Panlilia, dell'Egitto e delle parti della Libia vicino a Cirène, stranieri di Roma, Ebrei e prosèliti, Cretesi e Arabi e li udiamo annunziare nelle nostre lingue le grandi opere di Dio".
MEDITIAMO
L'ascolto e la meditazione si nutrono di silenzio. Facciamo una breve pausa, poi, leggiamo e continuiamo a meditare.
Da Per servire la Parola del Cardinale Michele Pellegrino
È lui, lo Spirito Santo, il primo dono della Pentecoste, promesso da Gesù prima di salire al cielo, quando ordinò agli apostoli «di non allontanarsi da Gerusalemme, ma di attendere che si adempisse la promessa del Padre "quella, disse, che voi avete udito da me: Giovanni ha battezzato con acqua, voi invece sarete battezzati in Spirito Santo, fra non molti giorni"» (At 1,4-5). "Avrete forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi" (v. 8).
Prima ancora, la sera del giorno stesso in cui era risorto, aveva comunicato lo Spirito Santo ai discepoli: «Alitò su di loro e disse: "Ricevete lo Spirito Santo" ».
Lo Spirito Santo è donato ai credenti - ci assicura Paolo - dall'unico "Dio, che opera tutto in tutti", con "una manifestazione particolare per l'utilità comune" . Nel battesimo tutti, senza distinzione, l'abbiamo ricevuto, come una bevanda che disseta.
La sequenza che si proclama nella solennità della Pentecoste, moltiplica le immagini per farci capire cos'è questo dono: luce, consolazione, sollievo, forza, purificazione, calore, ecc.
Per questo preghiamo: "Vieni Santo Spirito!"; nella preghiera sulle offerte: "Manda, Signore, lo Spirito Santo promesso dal tuo Figlio"; e in quella dopo la comunione: "Sia sempre operante in noi la potenza del tuo Spirito".
Ci lamentiamo che le cose vanno male perché non c'è giustizia, onestà, amore; vanno male solo fuori di noi o anche dentro di noi? Ma, senza voler ignorare i gravi problemi che dobbiamo affrontare giorno per giorno, siamo convinti, come cristiani, che per il miglioramento della società e delle coscienze c'è bisogno dell'aiuto di Dio, dell'opera dello Spirito Santo? È la domanda che si faceva, in occasione della Pentecoste, Lamberto Valli, morto a 42 anni nel 1974, che molti ricorderanno per averlo ascoltato alla radio: "Se oggi abbia senso parlare di Spirito Santo". Rispondeva, cercando di farsi capire da tutti, col riferirsi allo Spirito Santo come amore: "La Pentecoste ricorda a tutti - a chi crede e a chi rifiuta - che esiste l'amore: sia esso, per chi crede, l'amore di Dio; sia, per chi non crede nella religione rivelata da Cristo, l'amore che riscalda il cuore di ogni uomo e gli rende cari una donna o un ideale, una patria o un'amicizia; l'amore ha, comunque, nella Pentecoste la sua festa".
Se i primi credenti davano stupendi esempi di unione fraterna, nella comunione di vita e di beni, nella letizia semplice e schietta, sì da attirarsi la simpatia di tutto il popolo (cf At 2,42-48; 4,12-16), era perché avevano ricevuto lo Spirito Santo e corrispondevano fedelmente alla sua grazia. La Chiesa e il mondo d'oggi hanno bisogno d'una nuova effusione dello Spirito, e tutti dobbiamo pregare: "Vieni, Santo Spirito!".
CONTEMPLIAMO IL MISTERO
Guidati da Maria fissiamo lo sguardo sul volto di Cristo per poi aprire il cuore alla lode trinitaria, traguardo di ogni contemplazione cristiana.
Mostraci il tuo volto, Signore, in te speriamo. Donaci il tuo sguardo Maria: con te crediamo, con te amiamo.
Padre nostro... Ave Maria... e benedetto il frutto del tuo seno Gesù, che ha effuso lo Spirito Santo sopra di noi ... Santa Maria... (10 volte). Gloria al Padre...
PREGHIAMO CON IL BEATO BARTOLO LONGO
O Maria, che fosti sempre Maestra della Chiesa, e piena di tutti i doni dello Spirito Santo, insegnaci Tu a ben pregare: prega Tu stessa per noi, e suscita nei nostri cuori quei gemiti e quei sospiri che valgono ad attirare in noi lo Spirito Santo. Poni sulle nostre labbra le preghiere più conformi al tuo Cuore, che giungano più gradite a Te, e pienamente siano esaudite da questo Dio di bontà. O Spirito di Bontà e di Amore, penetra anche il nostro cuore, affinché non cessi mai dal pregare, secondo il consiglio del Salvatore, con fede viva, con umiltà profonda, con generosa perseveranza.
(Dagli Scritti di Bartolo Longo)
La giaculatoria che ora recitiamo ci aiuti ad unire il significato del nri stero che abbiamo pregato con l'impegno di vita.
Regina del Santo Rosario di Pompei, Madre nostra dolcissima, ottienici di essere sempre docili all'azione dello Spirito Santo, perché egli compia in noi, nella Chiesa e nel mondo i prodigi di una rinnovata Pentecoste.
Beato Bartolo Longo, apostolo del Santo Rosario, prega per noi.
PICCOLA SUPPLICA ALLA MADONNA DI POMPEI
Dopo aver meditato e contemplato il mistero, concludiamo la nostra preghiera rivolgendoci con amore filiale a Colei alla cui scuola impariamo a immergerci nel mistero di Dio e a vivere come a Lui piace.
Vergine del Santo Rosario, Madre del Redentore, donna della nostra terra innalzata al di sopra dei cieli umile serva del Signore proclamata Regina del mondo dal profondo delle nostre miserie noi ricorriamo a Te. Con fiducia di figli guardiamo il tuo viso dolcissimo. Coronata di dodici stelle, Tu ci porti al mistero del Padre, Tu risplendi di Spirito Santo, Tu ci doni il tuo Bimbo divino, Gesù, nostra speranza unica salvezza del mondo. Porgendoci il tuo Rosario Tu ci inviti a fissare il suo volto. Tu ci apri il suo cuore, abisso di gioia e di dolore, di luce e di gloria, mistero del figlio di Dio, fatto uomo per noi. Ai tuoi piedi sulle orme dei Santi ci sentiamo famiglia di Dio. Madre e modello della Chiesa, Tu sei guida e sostegno sicuro. Rendici un cuor solo e un'anima sola, popolo forte in cammino verso la patria del cielo. Ti consegniamo le nostre miserie, le tante strade dell'odio e del sangue le mille antiche e nuove povertà e soprattutto il nostro peccato. A te ci affidiamo, Madre di misericordia: ottienici il perdono di Dio, aiutaci a costruire un mondo secondo il tuo cuore. O Rosario benedetto di Maria catena dolce che ci annoda a Dio, catena d'amore che ci fa fratelli, noi non ti lasceremo mai più. Nelle nostre mani sarai arma di pace e di perdono, stella del nostro cammino. E il bacio a te con l'ultimo respiro ci immergerà in un'onda di luce, nella visione della Madre amata e del Figlio divino, anelito e gioia del nostro cuore con il Padre e lo Spirito Santo. Amen.
DICIANNOVESIMO SABATO
4° Mistero della Gloria: Maria è assunta in cielo
Prima di metterci in ascolto della Parola di Dio, invochiamo lo Spirito Santo e preghiamo con la fede della Chiesa.
Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.
INVOCHIAMO LO SPIRITO SANTO
Noi ti adoriamo e ti amiamo con tutto il nostro cuore, o Spirito divino, Dio onnipotente, Amore del Padre e del Figlio. Vieni dunque, o Dio di bontà e di misericordia, a dare la grazia col tuo alito vivificatore al nostro cuore; vieni, o Fuoco divino e insegnaci a parlare il linguaggio dei Santi. Vieni e con la tua luce ineffabile illuminaci, col tuo fuoco purificaci, accendici il cuore e rendilo ardente della tua carità. Spirito di verità, senza di te siamo nell'errore; Spirito di amore, senza di te siamo aridi; Spirito di vita, senza di te siamo senza vita. Donaci, perciò, o Dio di bontà, i frutti del tuo Spirito. Amen.
(Dagli Scritti di Bartolo Longo)
PREGHIAMO CON LA CHIESA
O Dio, che volgendo lo sguardo all'umiltà della Vergine Maria l'hai innalzata alla sublime dignità di madre del tuo unico Figlio fatto uomo e l'hai coronata di gloria incomparabile, fa' che, inseriti nel mistero di salvezza, anche noi possiamo per sua intercessione giungere fino a te nella gloria del cielo. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen. (Messale Romano, Colletta dall'Assunzione della Beata Vergine Maria)
ASCOLTIAMO LA PAROLA DI DIO
Per dare maggiore profóndità alla nostra meditazione apriamo il cuore al Signore che ci parla.
Dal Cantico dei Cantici (2,8-14)
Una voce! Il mio diletto! Eccolo, viene saltando per i monti, balzando per le colline. Somiglia il mio diletto a un capriolo o ad un cerbiatto. Eccolo, egli sta dietro il nostro muro; guarda dalla finestra, spia attraverso le inferriate. Ora parla il mio diletto e mi dice: "Alzati, amica mia, mia bella, e vieni! Perché, ecco, l'inverno è passato, è cessata la pioggia, se n'è andata; i fiori sono apparsi nei campi, il tempo del canto è tornato e la voce della tortora ancora si fa sentire nella nostra campagna. Il fico ha messo fuori i primi frutti e le viti fiorite spandono fragranza. Alzati, amica mia, mia bella, e vieni! O mia colomba, che stai nelle fenditure della roccia, nei nascondigli dei dirupi, mostrami il tuo viso, fammi sentire la tua voce, perché la tua voce è soave, il tuo viso è leggiadro".
MEDITIAMO
L'ascolto e la meditazione si nutrono di silenzio. Facciamo una breve pausa, poi, leggiamo e continuiamo a meditare.
Dai Discorsi di Paolo VI
La Madonna ci ascolta, ci vede, ci protegge, ci è vicina. È la madre di tutti i viventi, la madre della Chiesa, per cui siamo non solo autorizzati, ma invitati al colloquio con Lei.
Il mistero dell'Assunzione, che esalta Maria nelle sue vette più alte e inaccessibili, ci esorta a rinnovare questo rapporto confidenziale con Lei, nella consapevolezza di essere tanto bisognosi di soccorso, di aiuto, di luce, di forza, di conforto.
Dobbiamo rinverdire quella che con il linguaggio della pietà cristiana chiamiamo la devozione alla Madonna: Siamo devoti di Maria? Diciamo bene 1'Ave Maria, che è la preghiera programmatica della nostra devozione? Diciamo il Rosario?
Come fanciulli come anime pie, come anime semplici, come anime alcune volte doloranti, disperate, dobbiamo ritornare alla pietà, alla misericordia, al soccorso della Madonna. Madonna, aiutaci, sii vicina ai nostri casi, alle nostre sventure, ai nostri bisogni, alle nostre esperienze.
Vedi in che mondo viviamo, specialmente laddove vediamo profanata la vita umana da sentimenti, azioni, costumi che non sono quelli cristiani. Non c'è rispetto per la vita, per la dignità delle persone, per l'innocenza dei nostri costumi.
Dobbiamo perciò tornare ad essere capaci di discorrere in ogni momento con Maria Santissima. Non è difficile né per le anime grandi, né per le anime piccole. E il rapporto trascendente e sublime che la pietà cristiana concede a quelli che hanno la fede: poter colloquiare con quelli che stanno già in Paradiso, e specialmente con la Regina del Paradiso che è Maria Santissima.
Questo vi raccomando. Rinnovate nelle vostre anime la devozione semplice, ma stabile, seria e fondata sulla dottrina vera, non sulla superstizione, sull'interesse, sulla fantasia, bensì su quello che il Vangelo ci insegna e che la Chiesa commenta con tanta provvidenziale frequenza e con tanta precisione: amare, pregare, venerare, imitare Maria Santissima.
Raccogliamo il messaggio che la Madonna Assunta in cielo manda al mondo, manda alla Chiesa, manda ad ogni vita, animata dalla grazia del battesimo e dei sacramenti e continuamente confortata, come scrive S. Paolo, ad essere santi ed immacolati al cospetto di Dio nella carità, predestinandoci a essere suoi figli adottivi per opera di Gesù Cristo, secondo il beneplacito della sua volontà" (Ef. 1,4-6).
CONTEMPLIAMO IL MISTERO
Guidati da Maria fissiamo lo sguardo sul volto di Cristo per poi aprire il cuore alla lode trinitaria, traguardo di ogni conteniplasione cristiana.
Mostraci il tuo volto, Signore, in te speriamo. Donaci il tuo sguardo Maria: con te crediamo, con te amiamo.
Padre nostro... Ave Maria... e benedetto il frutto del tuo seno Gesù, che ti ha portata in cielo in anima e corpo ... Santa Maria... (10 volte). Gloria al Padre...
PREGHIAMO CON IL BEATO BARTOLO LONGO
O santa immacolata Verginità di Maria, non sappiamo con quali parole lodarti!
O Signora nostra dolcissima, Tu hai già lasciato la terra, e sei giunta al tuo regno dove siedi Regina sopra tutti i cori degli Angeli.
Ci rallegriamo con te di sì alto privilegio della tua Assunzione in Cielo.
Ma ricordati che fu per noi peccatori che Tu fosti elevata a tanta dignità e gloria; perciò non hai perduto, anzi in Te è cresciuta la compassione verso di noi poveri figli di Adamo. Dal gran trono, dunque, dove regni, rivolgi, o Maria, anche sopra di noi gli occhi tuoi pietosi, ed abbi pietà di noi. Guardaci e soccorrici.
Per i meriti dunque della tua beata morte, impetraci l'amore alla perfezione con una fede forte, una coscienza retta, un cuore puro nelle intenzioni, per uscire da questa vita in grazia di Dio: e così venire in paradiso, a lodarti e a cantare le tue glorie, come Tu meriti.
(Dagli Scritti di Bartolo Longo)
La giaculatoria che ora recitiamo ci aiuti ad unire il significato del mistero che abbiamo pregato con l'impegno di vita.
Regina del Santo Rosario di Pompei, Madre nostra dolcissima, ottienici che, contemplando il tuo volto, più bello del sole, ci sentiamo rapiti dalla bellezza di Dio e ci impegniamo a costruire il mondo secondo il suo cuore.
Beato Bartolo Longo, apostolo del Santo Rosario, prega per noi.
PICCOLA SUPPLICA ALLA MADONNA DI POMPEI
Dopo aver meditato e contemplato il mistero, concludiamo la nostra preghiera rivolgendoci con amore filiale a Colei alla cui scuola impariamo a immergerci nel mistero di Dio e a vivere come a Lui piace.
Vergine del Santo Rosario, Madre del Redentore, donna della nostra terra innalzata al di sopra dei cieli umile serva del Signore proclamata Regina del mondo dal profondo delle nostre miserie noi ricorriamo a Te. Con fiducia di figli guardiamo il tuo viso dolcissimo. Coronata di dodici stelle, Tu ci porti al mistero del Padre, Tu risplendi di Spirito Santo, Tu ci doni il tuo Bimbo divino, Gesù, nostra speranza unica salvezza del mondo. Porgendoci il tuo Rosario Tu ci inviti a fissare il suo volto. Tu ci apri il suo cuore, abisso di gioia e di dolore, di luce e di gloria, mistero del figlio di Dio, fatto uomo per noi. Ai tuoi piedi sulle orme dei Santi ci sentiamo famiglia di Dio. Madre e modello della Chiesa, Tu sei guida e sostegno sicuro. Rendici un cuor solo e un'anima sola, popolo forte in cammino verso la patria del cielo. Ti consegniamo le nostre miserie, le tante strade dell'odio e del sangue le mille antiche e nuove povertà e soprattutto il nostro peccato. A te ci affidiamo, Madre di misericordia: ottienici il perdono di Dio, aiutaci a costruire un mondo secondo il tuo cuore. O Rosario benedetto di Maria catena dolce che ci annoda a Dio, catena d'amore che ci fa fratelli, noi non ti lasceremo mai più. Nelle nostre mani sarai arma di pace e di perdono, stella del nostro cammino. E il bacio a te con l'ultimo respiro ci immergerà in un'onda di luce, nella visione della Madre amata e del Figlio divino, anelito e gioia del nostro cuore con il Padre e lo Spirito Santo. Amen.
VENTESIMO SABATO
5° Mistero della Gloria: Maria è incoronata regina
Prima di metterci in ascolto della Parola di Dio, invochiamo lo Spirito Santo e preghiamo con la fede della Chiesa.
Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.
INVOCHIAMO LO SPIRITO SANTO
Noi ti adoriamo e ti amiamo con tutto il nostro cuore, o Spirito divino, Dio onnipotente, Amore del Padre e del Figlio. Vieni dunque, o Dio di bontà e di misericordia, a dare la grazia col tuo alito vivificatore al nostro cuore; vieni, o Fuoco divino e insegnaci a parlare il linguaggio dei Santi. Vieni e con la tua luce ineffabile illuminaci, col tuo fuoco purificaci, accendici il cuore e rendilo ardente della tua carità. Spirito di verità, senza di te siamo nell'errore; Spirito di amore, senza di te siamo aridi; Spirito di vita, senza di te siamo senza vita. Donaci, perciò, o Dio di bontà, i frutti del tuo Spirito. Amen.
(Dagli Scritti di Bartolo Longo)
PREGHIAMO CON LA CHIESA
O Padre, che ci hai dato come nostra madre e regina la Vergine Maria, dalla quale nacque il Cristo, tuo Figlio, per sua intercessione donaci la gloria promessa ai tuoi figli nel regno dei cieli. Per Cristo nostro Signore. Amen.
(Messale della Beata Vergine Maria, Colletta di Maria Regina dell'universo)
ASCOLTA LA PAROLA DI DIO
Per dare maggiore profondità alla nostra meditazione apriamo il cuore al Signore che ci parla.
Dal vangelo di Luca (1,46-SS)
Allora Maria disse: "L'anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l'umiltà della sua serva. D'ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. Grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente e Santo è il suo nome: di generazione in generazione la sua misericordia si stende su quelli che lo temono. Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato a mani vuote i ricchi. Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia, come aveva promesso ai nostri padri, ad Abramo e alla sua discendenza, per sempre".
MEDITIAMO
L'ascolto e la meditazione si nutrono di .silenzio. Facciamo una breve pausa, poi, leggiamo e continuiamo a meditare.
Da Maria cammino di fedeltà di Stefano De Fiores
La regalità di Maria è l'opposto dell'oppressione e della schiavitù, perché è partecipazione ad un progetto di speranza ed espressione di amore misericordioso e promozionale. Maria è regina in quanto esercita un ruolo di guida nei riguardi del popolo di Dio. Come prima cristiana e tipo della Chiesa, ella rappresenta un punto di riferimento necessario per i fedeli che intendono ritrovare la propria identità regale di figli di Dio.
Maria è regina per almeno due motivi di ordine evangelico:
- Maria ha dominato le forze del male. Nulla ha concesso al peccato, fin dalla sua immacolata concezione. Maria è la creatura non solidale con la vita dei peccatori. Non è stata dispersa e divisa dall'influsso del diavolo (= il divisore), né dalla schiavitù del peccato che è rottura con Dio e con il prossimo. Al contrario di Eva, Maria ha ascoltato solo il messaggero di Dio consentendo a lui totalmente. Con la sua assunzione, ella partecipa alla vittoria di Cristo perfino sull'ultima nemica: la morte (1 Cor 15,26); e collabora con lui perché il mondo sia liberato dal male.
- Maria ha inteso la sua vita come "servizio", in cui consiste evangelicamente la regalità (Lc 22,24-30). Maria non ha interpretato la sua maternità in chiave di dominio, ma si è proclamata "serva del Signore", in quanto adoratrice dell'unico Dio e pienamente disponibile alla sua proposta di salvezza.
Mentre la regalità mondana si esprime nel dominio, nell'imposizione e nella ricerca egoistica, quella di Cristo si manifesta nel rifiuto della violenza, nell'amore e nel servizio fino al completo dono di sé (Gv 18,36-37).
Nel suo significato evangelico il regno di Dio è la sovranità del Signore nella vita degli uomini (Mt 7,21), che implica sia la filiazione divina, sia la fratemità universale, sia le azioni di "potenza", come guarigioni e miracoli. Tale regno però è riservato unicamente a chi lo accoglie con fede, apertura di cuore, povertà, sofferenza (Mt 5,3-10; 18,3-4).
In questa prospettiva Maria è colei che eredita il regno di Dio. Ella infatti è, in modo eminente, povera, disponibile, credente. E perciò partecipa al potere concesso dallo Spirito di liberare il mondo dai mali (guarigioni e conversioni ottenute nei santuari mariani lo confermano) e di formare gli uomini alla figliolanza divina e alla maturità cristiana. «Maria viene esaltata - come scrive H.U. von Balthasar - come colei che è piccola e umile. Viene detta regina degli angeli, perché, con il Figlio, è discesa al di sotto di loro nel servizio dell'umanità e nella sofferenza per essa. Viene detta regina degli apostoli, perché si è impegnata per l'opera del Figlio, per la Chiesa, prima, più profondamente e radicalmente di loro. Gli apostoli e i loro successori hanno nella loro qualità di uomini solo un ministero nella Chiesa, ma Maria come donna rappresenta l'intera Chiesa davanti al suo Signore e Sposo. E regina di tutti i santi, perché la sua "piccola via", la sua via della fede semplice ma radicale diviene unità di misura per la valutazione di tutte le grandissime e piccolissime vie della santità, di tutti i mistici e i martiri, di tutti i carismatici e missionari, di tutti i cristiani di ogni ordine e di tutto il mondo».
CONTEMPLIAMO IL MISTERO
Guidati da Maria, fissiamo lo sguardo sul volto di Cristo per poi aprire il cuore alla lode trinitaria, traguardo di ogni contemplazione cristiana.
Mostraci il tuo volto, Signore, in te speriamo. Donaci il tuo sguardo Maria: con te crediamo, con te amiamo.
Padre nostro... Ave Maria... e benedetto il frutto del tuo seno Gesù, che ti ha incoronata Regina del cielo e della terra ... Santa Maria... (10 volte). Gloria al Padre...
PREGHIANIO CON IL BEATO BARTOLO LONGO
O Maria, da questa terra d'esilio, ove geme esiliata l'anima nostra, noi alziamo gli occhi a te, che abiti nei cieli. Ecco, come gli occhi dell'ancella sono rivolti alle mani della padrona,
così gli occhi nostri a Te son rivolti, o Regina, o Signora e Madre nostra, fino a che non abbi di noi pietà. O Madre dolcissima ed amabilissima, oggi è l'ultimo dei sabati dedicati ad onorare i Misteri del tuo Rosario: noi ti domandiamo le grazie più gradite al tuo Cuore.
O nostra Regina, ottienici di essere umili, distaccati dalla terra, docili alla divina volontà; impetraci il santo amore di Dio, la buona morte, il Paradiso.
O dolce Signora, vogliamo venire a vederti in paradiso: mutaci da peccatori in santi.
(Dagli Scritti di Bartolo Longo) La giaculatoria che ora recitiamo ci aiuti ad unire il significato del mistero che abbiamo pregato con l'impegno di vita.
Regina del Santo Rosario di Pompei, Madre nostra dolcissima, ottienici di camminare con perseveranza nella via del bene, per godere in eterno con te della gioia della Trinità, nella gloria degli angeli e dei santi. Beato Bartolo Longo, apostolo del Santo Rosario, prega per noi.
PICCOLA SUPPLICA ALLA MADONNA DI POMPEI
Dopo aver meditato e contemplato il mistero, concludiamo la nostra preghiera rivolgendoci con amore filiale a Colei alla cui scuola impariamo a immergerci nel mistero di Dio e a vivere come a Lui piace.
Vergine del Santo Rosario, Madre del Redentore, donna della nostra terra innalzata al di sopra dei cieli umile serva del Signore proclamata Regina del mondo dal profondo delle nostre miserie noi ricorriamo a Te. Con fiducia di figli guardiamo il tuo viso dolcissimo. Coronata di dodici stelle, Tu ci porti al mistero del Padre, Tu risplendi di Spirito Santo, Tu ci doni il tuo Bimbo divino, Gesù, nostra speranza unica salvezza del mondo. Porgendoci il tuo Rosario Tu ci inviti a fissare il suo volto. Tu ci apri il suo cuore, abisso di gioia e di dolore, di luce e di gloria, mistero del figlio di Dio, fatto uomo per noi. Ai tuoi piedi sulle orme dei Santi ci sentiamo famiglia di Dio. Madre e modello della Chiesa, Tu sei guida e sostegno sicuro. Rendici un cuor solo e un'anima sola, popolo forte in cammino verso la patria del cielo. Ti consegniamo le nostre miserie, le tante strade dell'odio e del sangue le mille antiche e nuove povertà e soprattutto il nostro peccato. A te ci affidiamo, Madre di misericordia: ottienici il perdono di Dio, aiutaci a costruire un mondo secondo il tuo cuore. O Rosario benedetto di Maria catena dolce che ci annoda a Dio, catena d'amore che ci fa fratelli, noi non ti lasceremo mai più. Nelle nostre mani sarai arma di pace e di perdono, stella del nostro cammino. E il bacio a te con l'ultimo respiro ci immergerà in un'onda di luce, nella visione della Madre amata e del Figlio divino, anelito e gioia del nostro cuore con il Padre e lo Spirito Santo. Amen.
(tratto dal sito www.preghiereagesuemaria.it)