II DOMENICA DI QUARESIMA (ANNO B)
Antifona d'ingresso
Di te dice il mio cuore: “Cercate il suo volto”.
Il tuo volto io cerco, o Signore.
Non nascondermi il tuo volto. (Sal 27,8-9)
Dal libro della Gènesi (Gen 22,1-2.9.10-13.15-18)
In quei giorni, Dio mise alla prova Abramo e gli disse: «Abramo!». Rispose: «Eccomi!». Riprese: «Prendi tuo figlio, il tuo unigenito che ami, Isacco, va’ nel territorio di Mòria e offrilo in olocausto su di un monte che io ti indicherò».
Così arrivarono al luogo che Dio gli aveva indicato; qui Abramo costruì l’altare, collocò la legna. Poi Abramo stese la mano e prese il coltello per immolare suo figlio. Ma l’angelo del Signore lo chiamò dal cielo e gli disse: «Abramo, Abramo!». Rispose: «Eccomi!». L’angelo disse: «Non stendere la mano contro il ragazzo e non fargli niente! Ora so che tu temi Dio e non mi hai rifiutato tuo figlio, il tuo unigenito».
Allora Abramo alzò gli occhi e vide un ariete, impigliato con le corna in un cespuglio. Abramo andò a prendere l’ariete e lo offrì in olocausto invece del figlio.
L’angelo del Signore chiamò dal cielo Abramo per la seconda volta e disse: «Giuro per me stesso, oracolo del Signore: perché tu hai fatto questo e non hai risparmiato tuo figlio, il tuo unigenito, io ti colmerò di benedizioni e renderò molto numerosa la tua discendenza, come le stelle del cielo e come la sabbia che è sul lido del mare; la tua discendenza si impadronirà delle città dei nemici. Si diranno benedette nella tua discendenza tutte le nazioni della terra, perché tu hai obbedito alla mia voce».
In quei giorni, Dio mise alla prova Abramo e gli disse: «Abramo!». Rispose: «Eccomi!». Riprese: «Prendi tuo figlio, il tuo unigenito che ami, Isacco, va’ nel territorio di Mòria e offrilo in olocausto su di un monte che io ti indicherò».
Così arrivarono al luogo che Dio gli aveva indicato; qui Abramo costruì l’altare, collocò la legna. Poi Abramo stese la mano e prese il coltello per immolare suo figlio. Ma l’angelo del Signore lo chiamò dal cielo e gli disse: «Abramo, Abramo!». Rispose: «Eccomi!». L’angelo disse: «Non stendere la mano contro il ragazzo e non fargli niente! Ora so che tu temi Dio e non mi hai rifiutato tuo figlio, il tuo unigenito».
Allora Abramo alzò gli occhi e vide un ariete, impigliato con le corna in un cespuglio. Abramo andò a prendere l’ariete e lo offrì in olocausto invece del figlio.
L’angelo del Signore chiamò dal cielo Abramo per la seconda volta e disse: «Giuro per me stesso, oracolo del Signore: perché tu hai fatto questo e non hai risparmiato tuo figlio, il tuo unigenito, io ti colmerò di benedizioni e renderò molto numerosa la tua discendenza, come le stelle del cielo e come la sabbia che è sul lido del mare; la tua discendenza si impadronirà delle città dei nemici. Si diranno benedette nella tua discendenza tutte le nazioni della terra, perché tu hai obbedito alla mia voce».
Ho creduto anche quando dicevo:
«Sono troppo infelice».
Agli occhi del Signore è preziosa
la morte dei suoi fedeli.
Ti prego, Signore, perché sono tuo servo;
io sono tuo servo, figlio della tua schiava:
tu hai spezzato le mie catene.
A te offrirò un sacrificio di ringraziamento
e invocherò il nome del Signore.
Adempirò i miei voti al Signore
davanti a tutto il suo popolo,
negli atri della casa del Signore,
in mezzo a te, Gerusalemme.
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani ( Rm 8,31-34)
Fratelli, se Dio è per noi, chi sarà contro di noi? Egli, che non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha consegnato per tutti noi, non ci donerà forse ogni cosa insieme a lui?
Chi muoverà accuse contro coloro che Dio ha scelto? Dio è colui che giustifica! Chi condannerà? Cristo Gesù è morto, anzi è risorto, sta alla destra di Dio e intercede per noi!
+ Dal vangelo secondo Marco (9,2-10)
In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e li portò sopra un monte alto, in un luogo appartato, loro soli. Si trasfigurò davanti a loro e le sue vesti divennero splendenti, bianchissime: nessun lavandaio sulla terra potrebbe renderle così bianche. E apparve loro Elia con Mosè e discorrevano con Gesù.
Prendendo allora la parola, Pietro disse a Gesù: “Maestro, è bello per noi stare qui; facciamo tre tende, una per te, una per Mosè e una per Elia!”. Non sapeva infatti che cosa dire, poiché erano stati presi dallo spavento. Poi si formò una nube che li avvolse nell’ombra e uscì una voce dalla nube: “Questi è il Figlio mio prediletto; ascoltatelo! E subito guardandosi attorno, non videro più nessuno, se non Gesù solo con loro. Mentre scendevano dal monte, ordinò loro di non raccontare a nessuno ciò che avevano visto, se non dopo che il Figlio dell’uomo fosse risuscitato dai morti. Ed essi tennero per sé la cosa, domandandosi però che cosa volesse dire risuscitare dai morti.
Meditazione
In questa seconda domenica di Quaresima abbandoniamo il deserto per raggiungere il monte della Trasfigurazione. Il Padre ci ha rivelato in Gesù il suo volto: alla sequela di Gesù, i cristiani possono lasciare ogni timore e vivere nella speranza che l’amore di Dio trionferà.
"Fu trasfigurato davanti a loro".
Fu trasfigurato da Dio: è Lui che opera tale prodigio, tale meraviglia nell'umanità di Gesù. Un Gesù incredibilmente nuovo. L'evangelista sottolinea la sua luminosità: la sua veste diventa bianchissima e candida come la luce laddove il bianco luminoso simboleggia il mondo divino, il mondo della risurrezione. Bianca sarà appunto anche la veste dell'angelo che annunzierà la risurrezione di Gesù (Mc 16,5).
La “Trasfigurazione di Gesù anticipa la nostra “Trasfigurazione”, cioè il momento in cui noi saremo come Lui e con Lui. Il momento il cui lasceremo questo corpo materiale per unirci alla Luce che viene da Dio. Ma nel frattempo non possiamo esimerci dal vivere la nostra vita, una vita di servizio all’uomo, che è la via percorsa da Gesù. Una vita, la nostra, che incontra dolori e sofferenze, tentazioni e sconfitte, proprio come Gesù. Ma una vita che dobbiamo vivere con la certezza della “trasfigurazione ” finale.
Gesù prima ci conduce nel deserto per farci assaporare la Parola e poi ci conduce sulla montagna dove possiamo incontrare Dio.
Non so se avete provato la sensazione meravigliosa di sentirvi vicini a Dio. Di sentire Dio parlarvi attraverso le meraviglie del creato. Già mentre si sale, il pianoro sottostante che si estende quasi all’infinito, ci dà l’idea dell’immensità. Se invece guardiamo il cielo ci appare molto più vicino, le nuvole sembrano cuscini morbidi, e le vette dei monti si stagliano per indicarci la direzione dove trovare Dio.
Se da lassù proviamo a guardare il cielo e a pregare con la preghiera del Padre nostro, sentiremo come un buco nello stomaco, (proprio come quando siamo innamorati) una gioia immensa partire dal cuore e propagarsi alle spalle, come un brivido quando abbiamo freddo. E la voglia di continuare a pregare e a parlare con Dio.
Così è l’incontro con Lui, è l’incontro con l’amore, lo stesso che ha catturato Gesù sul monte Tabor, lo stesso che lo ha proclamato suo figlio, lo stesso che ci ha dimostrato che la nostra vita un giorno sarà trasfigurata, delle nostre spoglie mortali non resterà nulla, ma la nostra anima illuminerà tutti quelli che ci sono vicini.
Prega
Salgo anch’io il monte Tabor in spirito…Come?..
Separandomi radicalmente da tutto ciò che mi lega alle cose della terra e vivendo in un intenso desiderio
di comunione con Dio…In questo clima potrà capitarmi di avere l’esperienza di Pietro,
Giacomo e Giovanni sul monte Tabor…Agli occhi del cuore mi potrà apparire la gloria di Gesù…
il suo splendore di Risorto…vedrò Gesù non più con gli occhi della carne, con cui ordinariamente
penso a lui, ma con gli occhi dello spirito, gli unici, che possono penetrare nel suo mistero…
Che gioia, che pace, che meraviglia… Gesù è luce…più splendente di quella del sole…è amore, più ardente del fuoco più intenso…Gesù è purezza, più pura di ogni biancore… Ascolto in questa visione la voce
del Padre…in Gesù ascolto il Padre che mi dice: “Diventa discepolo di Gesù, mio Figlio, e vedrai
per sempre la sua gloria”… Cado in adorazione…mi prostro ai piedi di Gesù…Di tutti i tuoi splendori,
Signore Gesù, questo è il più grande: la tua Divinità.
Salgo anch’io il monte Tabor in spirito…Come?..
Separandomi radicalmente da tutto ciò che mi lega alle cose della terra e vivendo in un intenso desiderio
di comunione con Dio…In questo clima potrà capitarmi di avere l’esperienza di Pietro,
Giacomo e Giovanni sul monte Tabor…Agli occhi del cuore mi potrà apparire la gloria di Gesù…
il suo splendore di Risorto…vedrò Gesù non più con gli occhi della carne, con cui ordinariamente
penso a lui, ma con gli occhi dello spirito, gli unici, che possono penetrare nel suo mistero…
Che gioia, che pace, che meraviglia… Gesù è luce…più splendente di quella del sole…è amore, più ardente del fuoco più intenso…Gesù è purezza, più pura di ogni biancore… Ascolto in questa visione la voce
del Padre…in Gesù ascolto il Padre che mi dice: “Diventa discepolo di Gesù, mio Figlio, e vedrai
per sempre la sua gloria”… Cado in adorazione…mi prostro ai piedi di Gesù…Di tutti i tuoi splendori,
Signore Gesù, questo è il più grande: la tua Divinità.